lunedì 11 febbraio 2013
Ratzinger si dimette dal 28.02.2013
Benedetto XVI da la dimissioni e
dal primo marzo 2013 il titolo sarà vacante, il soglio pontificio sarà sguarnito,
andandosene bellamente in pensione, magari a svernare al caldo, perché come
diceva Alessia Marcuzzi durante il Grande Fratello, si è autoeliminato, visto
che forse non vuole arrivare all’appuntamento davanti ai cancelli del Paradiso,
con San Pietro, in abbigliamento e carica pontificia, ma come “un umile
lavoratore alla vigna del Signore”.
In questo momento la rete, i
social network, i siti, twitter e compagnia briscola sono letteralmente
impazziti, è come se fosse stato dato un calcio sulla mono palla del pianeta
Terra, che ha avuto come un sussulto tellurico, che ha colpito anche i pesci
della Fossa delle Marianne.
Viene da pensare perché proprio
adesso? In molti iniziano riflettere sul
fatto che questa sia una mossa politica fatta anche per destabilizzare le
prossime elezioni politiche italiane e il Festival di San Remo che aprirà i
battenti tra due giorni.
Ora in Vaticano sono partite le
primarie e gli “scannamenti” tra i candidati papabili, per le prossime
votazioni che si terranno quanto prima, con lo Spirito Santo, lasciato fuori
dalle mura perché parafrasando “Fantozzi alla Riscossa”, “bisogna sempre essere sempre disonesti, sleali. Non praticare amicizie
disinteressate, usare il ricatto, il leccaculismo, praticando spesso la
delazione, perché solo così si può assurgere alle più alte vette (1), mercimoni
che lo Spirito Santo e Dio stesso, dall’inizio della Storia hanno sempre
aborrito.
Benedetto XVI si è dimesso e i
molti a felicitarsi per la coraggiosa scelta del tedesco, probabilmente è stata
la stessa Angela Merkel, che sicuramente, anche se non ha remato a sfavore
delle dimissioni ha sentito nella viscere magno gaudio per quanto il momento
fosse favorevole proprio alla Germania e all’Unione Europea. questa fuga del
trono che scotta.
La cosa peggiore per l’Italia è
che in questo modo si è mandato letteralmente a puttane le ultime due settimane
di campagna elettorale, tanto è che sarà possibile vedere il Paese
mediaticamente talebanizzato da servizi giornalistici, intrattenitori,
opinionisti, vaticanisti, pronti a lodare il Benedetto XVI che abbandona per
raggiunti limiti suoi d’età, “consapevole della gravità del mio gesto”. innalzandolo
immeritatamente alle gloria degli altari , per il coraggio dimostrato nello
scarnificare l’Istituzione vaticana, a norma dell’ articolo 332 del Codice di
Diritto Canonico che recita: Nel caso
che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che
la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si
richiede invece che qualcuno la accetti. Ossia, per dirla alla Aldarico in “Attila il Flagello di Dio”, “… Avanti miei
scroti….Io sono lo Re!” (2)
La data scelta da Benedetto XVI per
le sue dimissioni è anche altamente simbolica: l’11 febbraio del 1929 infatti
l’Italia monarchica e fascista – Regno del Male assoluto, giustamente secondo i
comunisti, nemici del revisionismo storico del periodo fascista – e lo Stato Vaticano firmavano i Patti
Lateranensi (3),
dimostrando ancora una volta come il Vaticano può influenzare la politica,
provando a circuire, in piena campagna elettorale, l’opinione degli elettori.
È chiaro che Benedetto XVI non ha
e non ha mai avuto le qualità eroiche di sacrificio di Giovanni Paolo II (4). Infatti, il
papa dimissionario e futuro ex pontefice perde il confronto alla grande con il
suo predecessore, visto che ha girato il globo terrestre come una trottola fino
all’ultimo respiro del suo pontificato, cosa che Benedetto XVI, forse non vuole
mettere davanti alle telecamere di mezzo mondo il suo lento, umano e
inesorabile declino fisico.
Discorso diverso invece per
Joseph Ratzinger (5),
detto “Bepi” dalla cerchia ristretta di amici intimi.
All’ex membro delle gioventù
hitleriana, Hitler –Jungend (6), che disertò
nell’aprile del 1944, scampando dal plotone di esecuzione, grazie ad un
sergente che lo fece fuggire, quando aveva capito che ormai la guerra era
perduta e l’Italia aveva firmato l’armistizio con un gli alleati – la diserzione o il trasformarsi da aguzzini a
difensori della libertà, e l’Italia antifascista al termine della seconda
guerra mondiale ne era piena – al quale, come uomo, ormai vetusto
ottantacinquenne va dato l’onore delle armi, l’onore del riposo del guerriero,
del fine teologo gettato sul soglio pontificio dopo una “sveltina” durante il Conclave
(7) fatto solo quattro
votazioni. “Sveltina” analoga a quella di Albino Luciani – d Giovanni Paolo I (8) che poi “diede
le dimissioni mortali” dopo solo 33 giorni di pontificato – 33 gli anni di
Cristo e 33° – Sovrano e Grande
Ispettore Generale –del Rito Scozzese Accettato (9). In ogni caso la palma della “svetliana” all’elezione Eugenio Pacelli, Papa Pio XII (10).
Alla fine però bisogna dare atto
al “Bepi” Ratzinger che si è comportato in questo frangente da uomo e non da
papa, abbandonando il cadregone e la sedia gestatoria, mollando,
sfortunatamente solo metaforicamente parlando, dei sonori calci sulle palle
alla classe politica internazionale – soprattutto quella italiana, incollata
alla poltrona fino a quando la morte non li coglie, pronti a ricandidarsi fino
a quando i peli del buco del c…o non diventano grigi e sono costretti a
muoversi con il deambulatore o se fossimo nel XXIV secolo, come il dottor Leonard
Horatio Mc Coy (11),
in un romanzo della TOS,, visto che aveva 147 e impiantato un esoscheletro. – o che oggi,
come quell’aprile del 1944 non stia disertando, perché molto spesso l’uomo
tende a commettere i medesimi errori o le medesime scelte giuste…il tutto
dipende dai punti di vista….
In ogni caso alla fine non va
dimenticato che il potere all’interno de Lo Stato Città del Vaticano (12) è come i transgender
(13): Stato temporale
e/o potere spirituale all’abbisogna,
alla faccia del relativismo secolare!
Marco Bazzato
11.02.2013
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