venerdì 22 febbraio 2013
Elettrodotto Dolo-Camin: oggi hanno ragione i costruttori!
Ieri leggendo un articolo su
Veneziatoday (1)
e per l’ennesima volta ci si rende conto che anche in quella zona del ricco ed
ottuso Nord Est, come in tutta Italia, i politici sono una masnada “de magnaschei!” – Mangiasoldi – che piuttosto
di alzare il culo dalle poltrone, perché se un’Amministrazione Comunale non
vuole fare pulizia, anche davanti prove evidenti, fornite a tutti gli uffici
preposti, partendo dal Sindaco, per proteggere, forse a suon di stecche, un ex
Presidente di Consorzio e suoi figli –
questi sono pesci piccoli – cosa resta combattere per il bene di tutti i
cittadini, contro i grandi gruppi?
Infatti, i grandi gruppi
conoscono le situazioni di voluta ignoranza cosmica in cui potrebbero versare
le singole Amministrazioni interessate, ma è un andazzo lassista, presente in
tutta Italia e non solo in quella zona interessata.
È grazie all’omertà delle P.A.,
all’inettitudine di una classa politica, brava esclusivamente a fare
accattonaggio al momento delle elezioni, ma poi, come anche in questo caso, i
grandi gruppi, “sodomizzano” i cittadini. Perché se gli interessi di questi non
vengono tutelati dalle Amministrazioni Comunali, non sta a una società, magari
quotata in borsa, fare gli interessi dei “servi della gleba”, visto che
risponde, come per ogni attività, agli
interessi dei proprietari e agli azionisti, principio valido per lo scarparo e quella è anche la zona – così come per la
grande industria che scarica rifiuti tossici in qualche canale,salvo intervento
della Magistratura, a seguito di denunce su denunce, segnalazioni
“dimenticate”, interrogazioni ignorate dal Sindaco, facendo passare i 30 giorni
previsti dalla legge, circa l’obbligatorietà della risposta ai consiglieri
comunali che l’avevano formulata.
E l’azienda non ha preso in
considerazione l’idea di interrare l’elettrodotto da 380 mila volt, lungo ben 15 chilometri , in
quanto il costo sarebbe stato spaventoso. Meglio passare sopra le teste dei
cittadini, sopra case, scuole, zone residenziali e artigianali, campi, i pochi
rimasti, a costi molto inferiori. Poco importa, hanno oggi ragione i costruttori,
se poi lungo l’elettrodotto, le case, le aziende si deprezzeranno, se qualche
bambino rischierà la leucemia, se qualche vecchio con il pacemaker farà un
colpo (una pensione in meno da pagare da parte dell’Inps, facendo risparmiare le
casse dell’Istituto). In quel caso
spetterà, a tempo debito, alla Giustizia dimostrare se esiste un nesso
scientifico tra l’elettrodotto e le malattie e/o le morti o se il tutto è frutto della casualità.
Il concetto è sempre lo stesso: massimizzare
i profitti,spendendo il meno possibile e
molti sfaticati anche nelle P.A. lo sanno e “nazionalizzare i costi ambientali,
sanitari e sociali. Tanto, anche se da qui a vent’anni ci fossero dei casi di malattie
e/o morte a presunta causa dell’elettrodotto ci vorrebbero lustri di inchieste,
milioni di euro di perizie e controperizie, ingrassando avvocati da ambo le
parti, per arrivare a un verdetto “politico” di non colpevolezza o di
assoluzione per insufficienza di prove. O anche se ci fosse la condanna, come spesso
accade in Italia, nessuno pagherebbe. Quindi ben venga il deprezzamento delle
zone interessate all’elettrodotto, le eventuali malattie e morti di qualche
centinaio di persone,ma prima, per l’ennesima volta, come se non lo si sapesse,
andrebbe dimostrato il legame causa-effetto. Intanto, nel pieno rispetto delle
leggi vigenti, giustamente secondo i proprietari e/o gli azionisti, lavorando
al risparmio si ingrassano e comuni interessati si “accodano” alla Voce dei
Padroni!
Marco Bazzato
22.02.2013
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