martedì 19 febbraio 2013
Voto degli italiani all’estero: a Sofia, in Bulgaria, solo se….
Abito a Sofia, capitale della
Bulgaria, e non ho ricevuto, come la legge italiana impone il plico elettorale
per votare per corrispondenza.
Doveva essermi inviato dall’Ambasciata di
Italia a Sofia, in Bulgaria entro il 6 febbraio 2013, ma quando telefonai alla
rappresentanza diplomatica italiana, parlando con un’addetta dell’Ufficio
Consolare, mi disse che tutto era stato spedito entro la data di legge e il mancato ricevimento era imputarsi alle
poste bulgare e potevo andare a ritirarmi il plico, anche sabato e domenica 17
e 18.02.2013, dalle 09.00 alle 13.00.
Devo credere che il disguido sia
colpa delle poste bulgare?
Se un cittadino italiano iscritto
all’Aire abitasse nella provincia, distante decine e decine di chilometri dal
Consolato più vicino cosa dovrebbe fare? Prendersi il treno o la macchina,
andare a ritirarsi il plico che doveva essere spedito, rimettendoci tempo,
denaro tra carburante, parcheggio e via discorrendo, senza contare il tempo? E chi gli avrebbe restituito i costi, per esercitare un diritto sancito
dalla Costituzione italiana? Perché se
il plico fosse giunto in provincia, ma non nella capitale, la cosa sarebbe
ancora più paradossale, in quanto discriminatoria nei confronti di tutti gli
italiani iscritti all’Aire, residenti a Sofia.
Da una parte le Ambasciate e i Consolati
devono spedire entro i tempi utili, dall’altra se il materiale non arriva entro
i quattordici giorni dalla data del voto via posta, in questo caso il 22, si
dovrebbe andare al Consolato per ritirare quello che qualche dipendente, si è
rifiutato di fare e/o ha ricevuto l’ordine di non fare… Chiaramente possono
sembrare supposizioni complottistiche, ma non dobbiamo dimenticare il detto,
“Pensare male non si sbaglia mai…”
Ho letto su Facebook, nella pagina di un
candidato che in Svezia e in Lituania tutto è arrivato, a casa degli elettori
iscritti all’Aire, secondo i tempi e le modalità stabiliti dalla legge, mentre
a Sofia, al mio indirizzo, no e presumo, che ad altri italiani residenti nelle
capitale bulgara sia accaduta la stessa cosa. Da voci non confermate sembra che
questa sia una prassi consolidata da anni, almeno da parte dell’Ambasciata
d’Italia in Bulgaria.
Quando telefonai giovedì 14.02.2013
all’Ambasciata, mi venne passato l’ufficio Consolare, dove un’addetta mi disse che
il disguido non era da imputare a loro ma alle poste bulgare..
…..
La corrispondenza arriva eccome,
tant’è che ho ricevuto, in mezzo a tutto il resto, anche vari depliant
elettorali dall’Italia, a tariffa internazionale agevolata. È tutto qui, tra
la mia corrispondenza cartacea.
Le poste bulgare hanno svolto il
loro compito al meglio, come fanno sempre nel recapitare puntualmente bollette
di luce, acqua, telefono e varie ed eventuali, quindi, visto che la matematica
non è un’opinione, 2 + 2 fa…4 e non 3 o 5….
.
Anche se andassi a votare, il mio
voto non servirebbe per far allontanare da quel posto di lavoro pubblico dei
dipendenti di un’Ambasciata che, per quanto ne posso sapere, hanno e/o non hanno
svolto le mansioni per cui sono incaricati e stipendiati, in base agli ordini
ricevuti dall’alto.
Va ricordato che le Ambasciate
sono a tutti gli effetti facenti parte della Repubblica italiana e che l’intera
aerea, secondo il diritto internazionale, è territorio italiano e non, come in questo caso,
della Repubblica di Bulgaria e quindi non si capisce perché un italiano debba
“rientrare in Italia” per ritirarsi il certificato elettorale..
Quindi…chi lavora contro gli
italiani all’estero?
Non voglio fare il complottista:
ma chi garantisce la regolarità del voto quando un cittadino italiano iscritto
all’Aire, quando nella capitale bulgara, è costretto ad andare a ritirasi il
tutto di persona, come se rientrasse nel Paese e che non lo sputino il nome in
una qualche black list, di buoni e cattivi, come faceva la maestra quando
tirava una riga sulla lavagna, segnando da una parte le pecore nere e dall’altra
i lecchini? Dove continuando a leggere i
commenti su questa pagina di Facebook. Molti altri uffici Consolari hanno fatto
il loro dovere, a favore degli italiani residenti all’estero e inscritti
all’Aire, senza causare disagi, come è accaduto qui a Sofia.
E cosa si dovrebbe pensare
dell’Istituzione italiana che rappresenta il Paese all’estero, in questo
specifico caso, mentre in altri nulla da eccepire, anzi?
E in fatti la stessa Ambasciata italiana poco
tempo fa mi recapitò il messaggio del Ministro Giulio Terzi. Sulla busta ci
stanno due timbri: 18 e 21.01.2013, ossia venerdì 18 e lunedì 21. Visto che di
domenica le poste non consegnano… E quel mattino il postino, perché ha letto
“Ambasciata d’Italia a Sofia” ha strimpellato a lungo il campanello. Anche in
quel caso non posso dire che le Poste bulgare e i postini non siano stati
solerti nella consegna, anzi..
Ma sappiamo come è fatto a volte l’uomo,
gli italiani e non solo: la colpa è sempre degli altri se le cose non vanno,
per la serie, lanciare sempre il gatto morto e putrefatto nel giardino de
vicino, accusa dolo di puzzare.
Mi dispiace, ma se un Paese in
questo semplice caso non riesce a fornire il minimo, cosa resta per il resto e
che valore ha un mio voto, se per l’Italia, il cittadino italiano che vive
all’estero, non è manco preso in considerazione? Alla faccia della demagogia
della demagogia dei media?
Ma un candidato alla Camera o al
Senato della Repubblica italiana come rappresentate nella Circoscrizione Estero,
alzerebbe il telefono, per chiamare l’Ambasciatore? No, nessun candidato, soprattutto
di primo pelo, non essendo ancora eletto non muove o si prende la briga di
interessarsi del problema, mentre quelli che stanno per decadere se ne fregano,
visto che potrebbero essere out….gli altri candidati di Camera e Senato,
pensano giustamente alle loro circoscrizioni e quindi noi cittadini italiani,
residenti a Sofia, in Bulgaria, per l’Aire dell’Ambasciata italiana a Sofia,
cosa siamo?
Ed è per questo motivo che sarò
costretto a non dire la mia alle prossime elezioni politiche…
Quindi per chi o per cosa andare
a votare dall’estero che senso ha, quando un servizio minimo nemmeno viene
garantito ai cittadini italiani iscritti all’Aire, porta a pensare che ciò che
disse Kennedy:
“Non chiedetevi cosa può fare il
vostro Paese per voi. Chiedetevi cosa potete fare voi per il vostro Paese”.
Penso che alla fine fosse il
mondo educato per dire che il Paese non può darvi mai niente, ma può solo
prendervi anche quel poco che dovrebbe spettarvi come diritto.
Marco Bazzato
19.02.2013
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