sabato 27 dicembre 2008

Buon anno!


Buon anno!

Buon 2009 una sega!

Ora, terminata la buriana natalizia, con intestini gonfi, stitichezze, supposte sparate sul secondo canale alla velocità di fuga d’un pianeta, per cercare di stappare il senso di nausea e l’alito putrefatto dalle libagioni, si inizia – che sfiga – a pensare all’ultimo dell’anno, al veglione, i botti ma sopratutto a sbizzarrirsi con le previsioni – funeste – per l’infante che giunge già vecchio e moribondo come per l’anno che sta ascoltando la propria omelia funebre.

Per fortuna ci sono gli ameriani che pensano in grande. In California, per la prima volta nella storia, ha fatto la sua comparsa un Babbo Natale stragista, che ha mandato in Lapponia almeno otto persone, piú il Babbo, che dopo una pira e una piroetta ha tolto finalmente il disturbo, lasciando ai pompieri il compito di spegnere il babeque di carne umana che appestava l’aria festosa.

Diciamocelo, il 25 è stata una giornata nauseante. Una giornata da dimenticare, un giorno dove l’assurdismo ha avuto la meglio sulla ragione umana, un giorno dove tutti sembravano colpiti dal virus malefico della bontà acuta, con barboni e accattoni portati a pranzo – salvo poi esser rispediti in strada, al gelo – con regali impacchettati tra colori sgargianti per far felici dei frugoli che hanno già tutto, e come ciliegia sulla torta, la notte del 24 e il giorno di Natale, si è assisituto alla consueta parata di cuochi dal cappello altissimo e tuniche sciamaniche, con il Capo Chef che pontificava a destra e a manca, leggendo un discorso forse incomprensibile pure a lui stesso; un enorme guazzabuglio di ripetizioni, citazini tratte sempre dal solito libretto e rimestate fino alla nauesa, doveanch’egli, il “Capo dei Capi” – col b buffo copricapo – dei cattolici, sembrava un bambino smarrito nel bosco delle parole e i fedeli con lui non sapevano se dormire o alzarsi e andarsene. Ma dove sono finite le belle omelie medioevali, o al massimo di fine anni settanta, quando il prete scagliava dal pulpito saette, maledizioni, piaghe d’Egitto, anatemi che avrebbero spaventato anche l’AntiCristo? Dov’è andato a finire, per dirlo alla Luca Carboni quel “Dio cattivo e furioso, appreso andando a dottrina...”? da Luca Caroni, Silvia lo sai, 1987.

Ma se il giorno di Natale è stato una trragica parodia di buoni sentimenti, di bontà melansa profusa a piene mani, vedi i programmi televisivi natalizi, dove abbondano – come una salsa zuccherina – film buonisti, bambini pieni di buoni e cinematografici propositi positivi, l’esatto contrario della realtà quotidiana, repliche di film dell’epoca dei Fratelli Lumiere, show così idioti che anche i conduttori bestemmiavano sotto i baffi per i copioni. col pubblico e concorrenti che imprecavano come turchi lasciati a lessare nella sauna delle castronerie per ore, senza possibilità di fuga e via discorrendo...

Ma il peggio ci deve ancora attendere. Ora si ha quasi una settimana per smaltire le libagioni, per poi rituffarsi tra panettoni,vino e capponi, rompendosi letteralmente i maroni.

Già da domani, nei media impazzeranno come locuste i soliti profeti – sfigati – dei buoni auspici, cartomanti, astrologi e predicatori del futuro piú o meno accreditati che cercheranno di predire prosperità, sicurezza economica e felicità in amore ed eterna vita serena. Cosa impossibile sia da vivi sia da morti.

Balle.

Come tutti gli anni non ne imbroccheranno una, ma si sa che troppe persone hano l’abitudine di voler sognare anche quando il mondo affonda, quando l’universo attorno a loro decade nell’abisso, quando la vita non è altro che un concentrato di maledizioni andate tutte a segno, eppure, sadicamente, si cerca strenuamente di voler credere in qualcosa.

È piú facile invece far delle previsioni funeste, tanto quelle – come gli incidenti stradali o sul lavoro, accadranno sempre e comunque a segno.

Prendiamo, per esempio, la notte dell’ultimo dell’anno. Come sempre ci saranno degli stolti, uomini, donne e bambini che inizieranno il nuovo anno senza dita, con qualche occhio andato a puttane, o se proprio va male con qualche proiettile volante che li fa schiattare mentre – mentre ingoiano il pannettone – ammazzandoli sul colpo perchè colpiti alla testa.

Come sempre, col nuovo anno, torneranno le abitudini del 2008 che si sta putrefacendo come un cadavere lasciato marcire al sole d’agosto, puzzante come un rognone rimasto in frigo piú di 24 ore, vedi ad esempio le cosidette “morti bianche” e si spera che col 2009 non si voglia a tutti i costi suerare il recod di quest’anno morente.

Ci saranno, come sempre drogati e ubriachi che investiranno cittadini senza pietà. Guidatori animali impasticcati che invece d’essere appesi per gli attributi – marci – su un albero e lasciati agonizzare con i lupi sotto pronti a sbranarli, saranno rimandati a casa, agli arresti domiciliari dopo qualche giorno di galera, in attesa di processo, che terminerà, dopo i consuenti tre gradi di giudizio, quando gli eredi di quelli che sono stati ammazzati, saranno a loro volta sotto due metri di terra.

È facile prevedere un aumento della produttività in certi Paesi, oggi considerati nemici – per un fatto prettamente petrolifero – vedi Iran, di cui l’Italia è uno dei maggiori partner commerciali, come anche la Cina, del lavoro del boia, nobile professione oggi caduta in disgrazia, sebbene i torturatori di Guantanamo siano considerati dei paladini della libertà, quando riempiono i ventri dei presunti terroristi d’acqua, oppure applicano – per la sicurezza nostra – cavi elettrci ai testicoli dei prigionieri, quasi come al tempo della “Santa Inquisizione vaticana” per far confessare anche ciò che non sanno, inventandosi balle – per salvare le proprie – pur di fermare il supplizio.

Molto probabbilmente – si spera con sommo gaudio – che aumenteranno i suicidi dei cosidetti super manager che hanno ladrato gli ignari cittadini su scala planetaria, portando in mezzo mondo, l’altro è da sempre alla fame, miseria e disperazione, per il piacere e la goia della maggioranza degli speculatori economici, certi di farla franca, altrimenti se venissero a galla le connivenze politiche in mezzo mondo, le rivolte di piazza per il cibo diverrebbero il pane quotidiano, e il sattare dei manganelli sulle teste dei fascinorosi affamati – vedi la Grecia – diventerebbe la norma, in nome della libertà di rubare, che deve essere salvaguardata a tutti i costi.

Naturalmente aumenteranno gli affamati, un miliardo, a ben guardare sono ancora pochi. Sette miliardi di persone che riescono a sfamarsi – a fatica – sono troppi, per fortuna l’Italia è sulla buona strada con il 5% delle famiglie che non ha di che comprarsi l’essenziale. In compenso Berlusconi -Maria Antonietta – dall’alto del suo reddito oligarchico – invita i poveri disgraziati ad avere fiducia e ottimismo sul futuro e se hanno fame, che si dilettino guardando in tv i succosi piatti preparati da rinomati chef strapagati, che hanno nobilitato a piatti per palati raffinati e ricchi la cosidetta cucina povera, che i morti di fame non possono piú permettersi. La reatà potrebbe solo peggiorare e le percentuali di povertà aumentare. Si sa, piú un popolo è affamato di cibo, piú è controllabile politicamente e in caso di sommosse, i morti di fame sono i primi, nel nome della democrazia – di facciata – a rimetterci la pelle con la legalità sommaria che va – solo in quei casi – senza troppi complimenti per le spiccie.

Per quanto riguarda la politica italiana, è probbabile un garantismo piú allargato per le ruberie politiche, leggisi impunità. Intercettare le telefonate dei malandrini – che non possiamo piú eleggere liberamente, in quanto compito delle segreterie di partito – che ci amminstrano e ci rappresentano a livello locole e nazionale, sarà illegale, segno chiaro che legalità e giustizia corrono su binari separati e in direzioni opposte, per non disturbare i Manovratori che anche se non hanno le Mani Pulite, debbono rimanere libere di muoversi impunemente.

La crisi economica globale porterà una stretta su salari e un aumento dei licenziamenti in nome della produttività, al grido – falso – lavorare meno per lavorare tutti. Il solito refrain ripetuto da piú di tren’anni, quando si vuole impoverire un Paese, salvo poi lamentarsi se i consumi ristagnano e le fabbriche – come un circolo vizioso – chidono per mancanza di ordinativi. Chissà perchè politici ed economisti non capiscono mai queste semplici regole e pontificano assurdità in scala galattica.

Per quanto riguarda l’Alitalia, la nostra cara compagnia di bandiera, ora rilevata dalla Cai, che ha lasciato in dote ai cittadini i debiti, forse potrebbe essere smembrata in vari tronconi, per essere successivamente rivenduta ai maggiori offerenti, chiamati partner stranieri, che certo – a ragione – non tollereranno piú scioperi selvaggi dei dipendeti, che nano una produttività da Terzo Mondo, e preferiranno chiamare hostess e piloti dai Paesi dell’Est, visto che gli standard di sicurezza sono internazionali, pagando stipendi piú bassi di quelli che pretendono le sanguisughe italiane per fare i tranvieri e le cameriere del cielo.

Alla fine, indipendentemente da tutto, si prospetta un 2009 quasi simile o forse peggio del 2008, segno che il cambiamento, se ci sarà, sarà solo per incrementare in modo sistematico le negatività esistenti, per accentuare le disparità e i conflitti sociali, per aumentare il senso di insicurezza dei cittadini nei confronti dei propri simili e sopratutto dello Stato. Praticamete una lenta discesa verso l’abisso senza uscita, in barba agli auguri nefasti di Buon 2009, dove in coro, a tale maledizione si dovrebbe rispondere. Con “Buon anno una sega!”

Marco Bazzato
27.12.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

Nessun commento:

Posta un commento

.Visto il barbarismo espressivo di qualche utente anonimo, i commenti potranno essere moderati e/o rimosssi a insindacabile giudizio..
Il titolare del blog declina qualsiasi responsabilità civile, penale per i contenuti dei commenti dei lettori, in quanto unici titolari, che se ne assumono la completa paternità e con l’invio del post, dichiarano implicitamente compreso quanto sopra