venerdì 2 marzo 2012

La Harlan “libera” le 900 scimmie da laboratorio

Sembrerebbe che stia andando verso una tragica conclusione, per la legalità nel nostro Paese, ostaggio di fronde radicali animaliste, la triste vicenda della Harlan, azienda internazionale che fornisce servizi a laboratori di ricerca, università pubbliche e private.

È assurdo in un Paese che ha la pretesa di dirsi civile che dei “terroristi!, in altro modo on si possono definire, vadano a danneggiare un’azienda, che stando ai controlli effettuati, opera nell’assoluta legalità, rispettando i protocolli per la detenzione degli animali in gabbia, in regola con le normative vigenti, circa l’ospitalità, entro i suoi spazi, di animali destinati a dei laboratori oltreconfine, dove l’azienda italiana fa da intermediario.

Le scene di “violenza urbana”, /(1) leggesi violazione della proprietà privata, invece d’essere bloccate dalle forze dell’ordine, senza che nessun politico abbia avuto il coraggio di condannare l’accaduto, anzi. Una parlamentare della Repubblica, Maria Vittoria Brambilla, invece di schierarsi per la legalità, il rispetto delle leggi attuale dello Stato italiano, fa battaglie ideologiche e morali, che fanno perdere alle imprese, vedi la Green Hill  (2) di Montichiari e la Harlan,  profitti che in parte andranno allo Stato e ai comuni  e perdite di posti di lavoro anche nella filiera si vedono accerchiate da  uno sparuto numero di reazionari che  aizzano le coscienze deboli, facendo un presunto appello alla moralità relativa, dove questi sparuti si arroccano il diritto di parlare a nome di tutti gli italiani.
 
L’Italia sta toccando il fondo per quanto riguarda la credibilità legale circa la possibilità di fare impresa. Bastano “quattro accattoni” che gridano come animali indemoniati per rendere a miti consigli una politica arruffona senza principi, che attaccano il carro, trasformandosi  in reggipanza degli urlatori. Peccato che non accada così con la Tav in Val di Susa, lì i manganelli volano quasi come al tempo della buon anima, usati come nuovo olio di ricino, non solo contro i violo lenti, ma colpendo alla cieca i manifestanti pacifici.

La vicenda dei macachi fa capire anche all’estero quanto siano diventati macachi gli italiani. Macachi perché permettono che quattro scimmie gridino peggio di Cita, arrampicandosi e scavalcando come scimpanzé i cancelli, facendo irruzione un’azienda in regola, non si capisce in nome di quale assurdo principio.

 Per una moralità che non piace a una parlamentare, in cerca di voti alle prossime elezioni, che indirettamente spalleggiata da dei radicali della sinistra animalista, contro il capitale e la libera impresa?

 Strana moralità per una che fa parte del Popolo della Libertà e che invece di battersi affinchè imprese straniere vengano in Italia ad investire, rema contro gli interessi nazionali, per quattro beagle e due  macachi?

E gli italiani dovrebbero affidare le sorti della nazione ad nemica della scienza e del progresso, vittima della regressione oscurantista di una tribù di aborigeni animalisti?

La cosa migliore sarebbe che il governo rendesse questi allevamenti, questi luoghi di transito per gli animali destinati al nobile scopo di sacrificarsi per la ricerca scientifica, in “zone militari di interesse strategico”, come per la Val di Susa. Così nel caso di ribellioni insensate da parte dei cittadini, stando al silenzio che i partiti politici fanno, nel nome dei miliardi che ci sono in gioco, altro che credibilità europea ormai sotto i tacchi.

Gli italiani non l’hanno ancora capito, ma nel nome dell’estremismo radicale animalista il Paese sta abdicando spazi di libertà, sottratti agli umani, per essere dati immotivatamente alle razze animali diversa,ente inferiori rispetto all’Homo Sapiens Sapiens. Questo, e non verrà controbilanciato potrebbe, nel nome dell’interesse della casta animalista, potrebbe portare a vedere gli umani ingabbiati, rinchiusi in recinti, con gli animalisti che li utilizzano per la vivisezione.

Certo, sembrerebbe un ragionamento da Pianeta delle Scimmie, ma quando si deve affrontare un modo di pensare da primati, va messa in conto ogni variabile, anche la più deleteria per la specie umana.

L’animalismo è diventato il nuovo credo barbarico delle masse metropolitane sbandate eprive del senso della ragione, regrediti allo stato di sub primati, prive del rispetto della proprietà privata altrui. Masse dotate di schemi di pensiero che hanno fatto regredire i portatori di questa patologia soggetti pericolosi e aggressivi verso i loro simili, che non si adeguano al pensiero del branco.

L’amore per gli animali, viceversa è un'altra cosa. È rispetto in primo luogo per la specie animale superiore a qui l’uomo appartiene, rispetto della gerarchia naturale che ha messo l’essere umano al primo posto nella scala evolutiva, e di conseguenza rispetto per le forme specie e razze di animali inferiori rispetto all’uomo, il cui anche l’utilizzo scientifico, se permesso dalla legge e dai protocolli internazionali, ha ricadute benefiche sia sull’uomo stesso sia sulle specie inferiori, in quanto anche per curare gli animali a cui sono somministrati farmaci provenienti dalla sperimentazione su questi esseri.
 Ma gli animalisti fingono di non saperlo. A costoro e i loro amati andrebbero tolti i farmaci e cure, passate attraverso la sperimentazione clinica su cavie animali, in nome di quel principio che gli animalisti, quando fa comodo fanno assurgere a dogma di fede ideologica, ma pronti a calpestarlo quando si tratta di utilizzarli per se stessi o per i propri cari, umani e/p animali che siano.

Questa è l’ipocrisia ideologica dell’animalista radicale.

Marco Bazzato
02.03.2012


(2)   http://marco-bazzato.blogspot.com/2011/12/chiudere-green-hill-il-canile.html

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