venerdì 11 novembre 2011

Pdl spaccato su Monti, Frattini contro i "fascisti" Bersani a Di Pietro: ripensaci, prima viene l'Italia

Si dice, stando agli analisti politici, che il nuovo primo ministro, l’economista eletto senatore a vita all’uopo, tanto per evitare gli sprechi così necessari per salvare l’Italia, dovrebbe essere operativo già dai primi della prossima settimana, sempre che l’attuale maggioranza, la Lega, l’Italia dei  - cosiddetti – Valori, decidano che posizione tenere.  L’emiciclo parlamentare appare sempre più come un’armata Brancaleone allo sbando, con i peones di ogni schieramento impegnati in una guerra di trincea, timorosi di perdere il posto di scaldapanche, numerini buoni all’abbisogna, ma scollati anche dalle minime conoscenze di base dei termini economici, (1) che in aula pigiano il pulsante delle votazioni come un branco di pecoroni, senza comprendere cosa vanno a votare: barboni e pecorone, trote senza identità.

Ma c’è poco da stare allegri, né l’ex maggioranza né l’ex opposizione vogliono le elezioni anticipate.  I peones rischierebbero la pensione o peggio, il non tornare a scaldare i banchi, ma per i grandi leader del populismo e della demagogia estrema, la sola idea di elezioni anticipate, quindi i relativi comizi e comparsate in tv, a raccontare balle agli italiani, quando i sassi sanno che la situazione è da cappio al collo, gli fa pensare che siano “Volatili per diabetici” (2),quindi per dirla alla Nico Giraraldi, meglio fare i “Paraculi” con un governo tecnico, usando il neo senatore a vita, Mario Monti, come parafulmine, in modo che poi, quando si di metterà, in campagna elettorale possa essere attaccato a destra e a manca, i modo che i cosiddetti partiti ufficiali, come tanti Giuda Iscariota o novelli Ponzio Pilato, possano scagliasi contro, lapidandolo di parole, uscendo puliti e mondi dall’oceano di nequizie che per decenni, in modo bipartisan, l’intero emiciclo ha commesso ai danni dell’Italia.

Sì, perché in Italia i cosiddetti governi tecnici, di transito, balneari, invernali o come diavolo vogliono chiamarli, hanno un solo scopo: fare il lavoro sporco, il lavoro che i politici da piazza arruffapopoli si rifiutano di fare, per timore dell’emorragia elettorale di voti. È sempre accaduto nella storia della Repubblica – delle banane. La mancanza di coraggio, l’incapacità politica di ripulire il Paese, bastonando sempre i soliti noti: le classi più deboli, perché non si possono intaccare i privilegi e i diritti acquisti delle classi agiate, che attraverso mille rivoli, mille associazioni, riescono in un modo o in un altro a inserire un qualche codicillo di legge “salva ano” e con il nuovo governo tecnico che avanza la solfa non cambierà, perché non c’è interesse a ridurre la spesa, a tagliare i rami secchi della pubblica amministrazione, non c’è interesse a diminuire il numero dei parlamentari, ad iniziare a licenziare i  fannulloni nella pubblica amministrazione, in quanto assieme alle famiglie, sono un serbatoio di voti. Più semplice fare come lo sceriffo di Nottingham, come William Hamleigh: crudele e ambizioso signore locale, prima conte, poi sceriffo di Shiring, del romanzo “I pilastri della Terra” di Ken Follet, che vessavano il ppolo.

Non c’è interesse a far pagare alla Chiesa, dove in tv tanti preti si sciacquano la bocca con la frase del Vangelo: “Dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” Mc, 12, 13 – 17  (3)  salvo poi il Vaticano incazzarsi se Cesare volesse di fargli pagare le tasse complete, come a tutti i comuni mortali, e in quei casi il Vangelo e il cristianesimo, nel nome del cattolicesimo peloso, può andare a farsi benedire. Ipocrisia papale ed episcopale straccia vesti degna di Caifa (4).

Il governo tecnico è la panacea momentanea della politica che non vuole decidere, di un sistema lassista che da trent’anni preferisce dormire tra guanciali di raso, materassi ricolmi di denaro, prebende, agi e benefit, quando fuori dal “Palazzo” il Paese va a rotoli, ma questi se ne fottono.

Ma il problema ultimo non sono i politici, che fanno i loro giochetti e i  interessi all’interno delle segreterie di partito, che compilano le liste dei fidati compagni di ventura che devono essere eletti, la colpa è dei cittadini, che vanno a votare certi gaglioffi, che vanno a fidarsi delle promesse da mercante, da spacciatori di merce avariata, che lordano piazze e muri con slogan mediocri, acchiappa polli.

L’Italia non sa produrre statisti, ma politicastri mediocri con una mentalità provinciale, ottusa, campanilistica, attaccata ad un Paese reale che risale al medioevo, legato alla cultura dei Principati e delle Signori, dove i villici, i servi della gleba, ossia i cittadini si fanno  abbindolare dal primo venditore di carabattole usate che spaccia le proprie idee o i propri pensieri per nuovi, perché questi “nuovi politici” sono figli dell’humus culturale e sociale di dove sono stati svezzati, allevati, nutriti, foraggiati, figli dell’inquinamento ambientale dei luoghi della prima infanzia.

Il problema di fondo è che all’orizzonte non esiste un ricambio, non esiste la volontà di dare un colpo di reni che porti a raddrizzare la bagnarola “Italia” che imbarca acqua da tutte le parti. Eppure ci sarebbero i rami morti da abbattere, i “palazzi del potere” da demolire, le corporazioni da fare tabula rasa i privilegi da cancellare, ma il “sistema” fa quadrato su se stesso, e  come in una guerra non convenzionale, ognuno cerca di scaricare ogive all’uranio impoverito entro il giardino altrui, all’interno di una guerra di posizione e di logoramento che alla fine sfinisce e impoverisce le truppe – i cittadini – che non sanno più a che santo voltarsi per mettere insieme il pranzo con la cena, sempre che ormai in molte famiglie esiste il pranzo e la cena.

Ma c’è in questa farsa tutta italiana il nodo della discordia dei cosiddetti traditori, quelli che prima dal centrosinistra sono passati al centrodestra e che poi altri, dal centrodestra sono passati al centrosinistra, facendo saltare i numeri del governo, costringendo il premier a fare una figura barbina davanti all’Italia. I cosiddetti “Traditori” da ambo le parti, a beneficio dei buoi che seguono la politica con orecchio sordo, politici di prima linea compresi, dimostrano la loro ignoranza per quanto riguarda la Costituzione Italiana, a cui hanno giurato. E la Costituzione, piaccia o no, non è stata scritta dai padri fondatori della Repubblica su un rotolo di carta igienica, buona per pulirsi la bocca quando la schiuma della rabbia sale agli occhi. La Costituzione all’articolo 67 recita: (5):

« Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato »

E quanto un politico, non importa di che schieramento, facendo populismo aizza popolo dimentica i principi fondamentali della Costituzione (6) , ha la pretesa che i cittadini extracomunitari, per diventare italiani, la conoscano, da l’idea che siamo un Paese governato da extracomunitari, con il rispetto per coloro che sfacchinano tutti i giorni per fare quei lavori che gli italiani non vogliono più fare.

Marco Bazzato
11.11.2011

(6) http://www.quirinale.it/qrnw/statico/costituzione/costituzione.htm

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