lunedì 14 novembre 2011

Mario Monti: il “tetrarca”della grande finanza internazionale

Il Paese avrebbe voltato pagina?

È caduto Silvio Berlusconi, l suo posto è stato incaricato a formare un nuovo governo il professor Mario Monti (1), nominato all’uopo senatore a vita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

 Ma bisogna leggere nel suo curriculum storico per rendersi conto se il neo senatore, professor Mario Monti, farà gli interessi dell’Italia o si quello dei suoi ex datori di lavoro: la grande finanza. Il sito QUELSI (2) lo descrive così: “Dottorato a Yale, funzionario della Goldman Sachs, la banca d’affari che ha affossato l’Italia e la Grecia, membro del circolo di affaristi supernazionale e privato Bilderberg, presidente europeo della Commissione Trilateral – il super consiglio d’azienda di banche e multinazionali – eletto precipitosamente senatore a vita da Napolitano per farne un “politico”.
Ecco l’uomo chiamato a mettere in liquidazione l’Italia e a lasciarci in ginocchio, in coppia con Mario Draghi  e sotto le direttive della City, di Wall Street, del Fmi e del Wto. L’uomo che, “miracolosamente” mette d’accordo destre e sinistre.
Ecco l’effetto della crociata  condotta da giornalisti e da valletti bipartisan per “moralizzare” e per normalizzare la politica italiana, per renderla più accetta ai salotti internazionali di quanto lo fosse la corte di Arcore.”.

A ben guardare l’Italia sembra non aver fatto un buon affare, nonostante le alternative a disposizione siano scarse, per non dire impresentabili sotto l’aspetto della credibilità spendibile all’estero.

Pur con le dovute differenze, sembra trovarsi innanzi alla medesima situazione afgana, quando è stato “proposto” dagli invasori americani un ex dipendente dell’Unocal Corporation (3), ora controllata da Chevron  (4), Hamid Karzai (5), con un ex Controllore dell’Unione Europea , scavalcando la politica nazionale, come è accaduto in Grecia con le dimissioni del governo Papandreu, mettendo al suo posto un  primo ministro che piace ai nuovi “padroni” che grazie al Trattato di Lisbona ha abdicato le sovranità nazionali.

Che il precedente governo bunga bunga avesse perso la credibilità internazionale è acccalarato, ed è vero che l’Italia è stata attaccata da una guerra finanziaria internazionale, non diversa da quella scatenata con armi convenzionali contro la Libia che ha portato alla cacciata e all’uccisione dell’ex amico del premier, il colonnello Gheddafi (6) e con i lealisti di Berlusconi che scandivano il suo nome, sabato sera (7), tra una pletoria di contestatori che non si sono resi conto che l’Italia è caduta dalla padella nella brace.

Non va dimenticato che entro marzo 2012 andranno in scadenza 200 miliardi di euro di Titolo di Stato (8) e che debbono essere restituiti alla Finanza internazionale, che giustamente li reclamerà.

Il problema semmai è un altro: il premier incaricato farà gli interessi dell’Italia o quello dei creditori? È chiaro non saranno fatti quelli degli italiani, a quello avrebbe dovuto provvedere la politica, ma ha preferito fare un passo indietro, mettendosi al servizio di un tecnico, che anche se ufficialmente risponde al Capo dello Stato, de fatco fa gli interessi dei creditori internazionali,interessati a tutelare i loro investitori: azionisti, banche, fondi speculativi in primis, infischiandosene se le corde del nodo gordiano dei sacrifici richiesti al Paese ricadranno sulle fasce deboli della popolazione, perché è da starne certi che  Monti non  introdurrà una Tobian Tax (9), ossia sulle transazioni finanziarie internazionali, perché l’economia da decenni è la guida occulta dei vari Paesi, Unione Europea ed Italia compresa.

L’Italia, non per essere nazionalista, si troverà con un primo ministro “prestanome” dell’UE, che, se non vorrà essere spodestato alla prima votazione non potrà presentare sacrifici contro la “Casta” dei politici italiani e dei grandi gruppi economico-finanziari, che hanno sempre in mano l’arma dei licenziamenti e delle delocalizzazioni nel caso di attacco ai loro diritti acquisiti.

Quello che ha fatto una particolare impressione è stata l’euforia dei media internazionali, italiani compresi, controllati da grandi gruppi industriali e finanziari, che festeggiano per la detronizzazione della politica italiana, plaudendo all’avvento del “tetrarca” (10), Mario Monti, come fosse giunto un nuovo Erode  (11) finanziario, non a salvare i cittadini, ma gli Imperi che soffocano l’economia reale.

Evidentemente né i lealisti del premier cos’ come gli oppositori che sabato sera lo osannavano o insultavano davanti a Palazzo Grazioli si rendono conto dei sacrifici che saranno costretti a subire come vessazioni economiche per pagare i danni di una classe politica trentennale lassista, populista e assente, intenta a raggranellare consenso, presentando il piatto mezzo pieno, anche quando molte classi economiche e sociali stanno leccando il piatto vuoto, sperando si saziarsi con i fumi della cucina, come nel film “Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno” di Mario Monicelli,  1984 (12), osannando il nuovo che avanza.

In molti non hanno compreso era che Berlusconi non era la malattia dell’Italia, ma il sintomo del malessere, tant’è  che anche se è cambiato il cavaliere, il cavallo Italia che non è da corsa, ma un somaro malridotto, mezzo spelacchiato, dal pelo sporco con zoccoli e  garrese fragili, perché i vari cavalieri che e palafrenieri che si sono succeduti nel corso dei decenni hanno pensato al proprio ingrasso e non a quello dell’animale ormai sfiancato. E i mercati finanziari sono in agguato alle spalle del Paese, sono pronti a continuare la loro guerra non convenzionale per appropriarsi delle ricchezze che saranno svendute dall’Italia, tramite le privatizzazioni, per tamponare un debito profondo come il pozzo nero di San Patrizio.

Il “tetrarca” Mario Monti potrebbe essere per l’Italia e per gli italiani sintomo e malattia del Paese,  perché gli italiani rimarranno con il cerino in mano, scottandosi e vedendo le tasche rattrappirsi  ancor di più di quanto lo siano ora.

All’orizzonte si stagliano nefaste nubi temporalesche, saranno in molti coloro che si vedranno privati dei ripari contro le intemperie e le tempeste economiche. Oggi tutti parlano di coesione, auspicando l’unità delle forze politiche, ma nessun politico in queste ore parla dei bisogni e delle necessità dei cittadini, i carrettieri che portano il somaro Italia sulle spalle vengono visiti come dei sovversivi reazionari se si permettono d’andare in piazza a protestare.

I “chiari di luna” si vedranno tra poche settimane e saranno dolori per tutti…
Marco Bazzato
14.11.2011


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