lunedì 7 novembre 2011

Comprare i titoli di Stato italiani? No, grazie!

Il Paese si avvicina a grandi passi verso il default, il fallimento, e l’Italia, come avviene per una grande società di capitali si appresta a portare i libri in tribunale, per essere messa in Amministrazione Controllata. In questo caso l’Amministrazione Controllata viene fatta dal Fondo Monetario Internazionale. Il governo, la maggioranza attuale è allo sbando e come in una nave alla deriva che sta affondando, i topi – i parlamentari del PDL – abbandonano il capitano – il premier, al suo destino, lasciandolo solo mentre il Titanic Italia si inabissa, sommerso dai debiti e dal lassismo cronico, dove i governi attuali e degli ultimi trent’anni ne portano le colpe, senza averle mai pagate, ma essendosi ingrassata sulle tasche dei cittadini.

Eppure gli economisti italiani, invece di dichiarare lo stato d’allarme, “Il si salvi chi può”, mentre la bagnarola imbarca acqua salata da tutte le parti, invitano i passeggeri – i cittadini italiani – a investire in Titoli di Stato, considerati dagli investitori stranieri spazzatura,per cercare, come se si volesse togliere l’acqua con il cucchiaino, salvare una nave sommersa dalle acque dell’oceano fino al pennone.

È come se la massaia andasse dal macellaio, e costui dicesse: «Guardi, signora. Abbiamo della carne che non siamo riusciti a sbolognare all’estero, manco nei Paesi delle “Economie emergenti”, perché non si fidano, hanno paura di beccarsi la BSE, ma stia serena è sana,controllata, proviene da allevamenti certificati, dove le bestie non sono state nutrite con mangimi di origine animale. La dia tranquillamente a suo figlio…»

La massaia, nonostante il prezzo allettante, e sebbene abbia fame, senza pensarci due volte fa il gesto dell’ombrello al macellaio e lo manda a  quel paese e pensa tra se: “Ma per chi mi hai preso, per una stupida? Tieniti la tua carne marcia!”. E dopo avergli voltato le spalle, chiude la porta dietro di se, sbattendogliela in faccia.

La situazione, pur con le dovute differenze è la stessa.  È simile a quando ai tempi del fascismo, per recuperare denaro, si davano le fedi nuziali d’oro alla Patria, sperando che il Duce li salvasse dalla catastrofe, con il risultato finale della distruzione del Paese da parte degli “Alleati” e fucilazione di Benito Mussolini e la sua“ostensione” e di Claretta Petacci a Piazzale Loreto, a Milano, per la gioia dei passanti in festa.

Si dice che oggi che oggi i cittadini italiani che non aiutano il Titanic Italia dovrebbero essere accusati roboantemente  di Alto Tradimento, ma a ben pensarci sono coloro che danno false informazioni ai cittadini dovrebbero essere accusati di Alto Tradimento (1), perché se gli investitori internazionali snobbano i Titoli di Stato italiani un motivo ci deve essere, e il motivo non è solo che Italia, e il governo, gode di scarsa credibilità internazionale, gli investitori se ne fregano se un governo è credibile o no, gli investitori guardano i fondamentali, quanta ricchezza – Pil (2) – produce ogni anno, e se questa ricchezza è sufficiente per ripagare i debiti. Ma allo stato attuale il Paese è in stagnazione, il Pil è piatto come quello di un paziente colpito da arresto cardiaco che a nulla servono le terapie e l’epinefrina per riamarlo, e dopo ore di tentativi inutili, ai sanitari non resta altro che constatarne il decesso.

Alcuni commentatori, in questi giorni febbrili di tensione e di presunta speculazione economica ai danni dell’Italia, mentre altro non è che una fuga in massa, giustificata dai dati macroeconomici e dall’insicurezza circa la solvibilità del Sistema Italia, affermano che non aiutare il Paese in questa difficile congiuntura sarebbe Alto Tradimento, mentre il tradimento  è dei commentatori, per salvare gli speculatori, che vanno a pontificare circa la presunta solidità dei titolo di Stato italiani, e il tradimento è quello di consigliare a investimenti capestro, danneggiando ancor di più i risparmi delle famiglie.

Ci si trova innanzi a come quando in borsa, negli anni passati, si sono fatti collocamenti di società capestro, dove per salvarle dalla bancarotta, e questo è avvenuto principalmente quando c’è stata la bolla speculativa nei titoli internet  (3), con molte società immesse sul mercato azionario a prezzi gonfiati, rispetto al valore reale, e dopo che i cittadini ne hanno sottoscritto le azioni, a prezzi da strozzo, hanno ritirato il capitale incassato, dichiarando bancarotta e portando i libri in tribunale, con i risparmiatori rimasti a bocca asciutta. E i casi da elencare sarebbero molti.

Investire oggi nei titoli di Stato italiano equivale a gettare i propri risparmi in un buco nero, un pozzo senza fondo che distruggerebbe gli ultimi risparmi, meglio sarebbe, perché questo potrebbe accadere nei prossimi mesi, che il Paese fosse dichiarato insolvente, perché così fanno le società di capitali quando vogliono salvare il capitale, sottraendolo ai creditori, e i creditori dell’Italia oggi sono i fondi d’investimento e le banche straniere, e non sarebbe un male se rimanessero a bocca asciutta.

Ma questa è una vana illusione visto che l’interesse prioritario della grande finanza internazionale e delle politiche nazionali, è il caso Papandreu lo sta a dimostrare, si muove sulla direttrice di salvataggio del sistema capitalistico speculativo, a discapito degli Stati, delle singole sovranità nazionali, dei diritti dei cittadini, così tanto sbandierati nei comizi populisti e demagogici acchiappa voti prima delle elezioni,  nelle varie Costituzioni nazionali e nel Trattato di Lisbona, ma così calpestate derise, sbeffeggiate tradite, quando si tratta d’ascoltare le istanze del popolo.

 Ma cosa si pretende quando una politica, non importa se provinciale, regionale, nazionale o europea vive scollata dai problemi e dalle necessità delle fasce più povere meno tutelate della popolazione, eppure hanno il coraggio d’andare a spingere i cittadini ad invitarli ad acquistare titoli di Stato di una nazione sull’orlo della bancarotta.

Marco Bazzato
07.11.2011






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