Il programma, visto dalla tv, nonostante lo studio rinnovato e le nuove poltrone, più ampie, che dimostrano un ridimensionamento del pubblico, fin dalle prime battute, non ha fatto presagire nulla di buono, anzi.
Gerry Scotti appariva leggermente teso, quasi confuso, come se dietro alle spalle sentisse la mancanza di una presenza paterna e amica.
Lo spirito, anche se è ancora vivo, del Maestro Pregadio, aleggiava nell’aria, trasmettendo – anche agli spettatori seduti inoltrona, in studio e a casa, la sensazione di trovarsi davanti ad una trasmissione improvvisamente amputata della sua storica colonna portante. E il disagio tra il pubblico era palpbalile sin dalle prime battute del presentatore.
Ma quello che ha lasciato letteralmente allibiti è stato il comportamento del “nuovo” Maestro, che appariva come un agnello sacrificale impaurito, prima del pagano rito propiziatorio alla divinità del momento. Aveva lo sguardo stranulato, gli occhi quasi sbarrati, non si sa se per la paura, oppure se per la certezza d’essere – con la bacchetta in mano – in un posto che storicamente non gli appartiene. Dava infatti l’impressione d’essere spaesato, confuso, disattento e distratto, intimorito, forse come non mai, dal pesante fardello che gli era stato scaricato addosso, costretto a raccogliere l’eredità morale e professionale del suo predecessore combattivo e sopratutto felicemente tra il mondo dei vivi.
Gerry Scotti, ha tentato di tutto per raddrizzare, sin dai primi minuti, la sorte di un affondamento mediatico presente e palpbabile, ma gli sforzi, sia sia suoi, sia di Michela Coppa, sono stati vani. Gli sguardi d’intesa tra il mastrodontico ex dj e la giovane ex letterina erano totalmente privi di phatos, privi di quella forza espressiva chene avevano decretato il successo delle edizioni precedenti.
L’alchimia è stata rotta, come se qualche sciagurato avesse preso un prezziosissimo vaso di cristallo di Murano e , mandatolo in frantumi, spargendo cocci nel firmamento catodico, con la presunzione che lo spettatore in sala e a casa, fosse uno sprovveduto pronto a cibarsi di qualsiasi cibo OGM, senza capacità critica.
Non si sa cosa farà la direzione Mediaset per la prossima puntata, certo è che la presenza del nuovo Maestro non è stata gradita da nessuno, in primis dal conduttore e dalla sua assistente, passando per il pubblico che è un entità si aleatoria, ma dotata del potere decisionale supremo nel sancire l’innalzamento a vette eccelse di gradimento, o l’affondamento, come in questo caso, di una prodotto oliato per bene da otto lustri.
La direzione dovrebbe riflettere bene se tenere il Maestro Tempera, oppure se richiamare in servizio Pregadio, sempre che questo accetti, ora che il vaso è stato polverizzato e il giocattolo mediatico rovinato. Appare evidente, anche ai più sprovveduti che Vince Tempera non è mai riuscito ad entrare in sintoia con lo spirito del programma. Aveva spesso lo sguardo imbronciato, a tratti seccato, come se quella buriana giocosa dei personaggi pittoreschi fosse un gruppo d’appestati da prendere prima a frustate e poi mandati a zappare la terra o raccogliere cotone in qualche piantagione dispersa nel sud degli ex Stati Confederati, prima della guerra di Seccessione americana.
Anche lo spettatore più distratto si è reso conto di trovarsi davanti ad un prodotto televisivo, rammendato alla bene e meglio, con gli autori evidentemente loro per primi , spiazzati dai silenzi quasi tombali del neofita, che ad ogni attacco d’orchestra appariva come un dottorino di primo pelo, timoroso nel fare la classica incisione a Y nel corpo del cadavere posto sul tavolo autoptico, beccandosi – si spera poi poi in privato, al termine della trasmissione – le contumelie provenienti da ogni ordine e grado della scala gerarchica della produzione de “La corrida”.
Il punto fondamentale è che Vince Tempera, non è entrato in sintonia con la trasmissione non solo perchè sentiva il peso del suo illustre predecessore, ma perchè non ha la indole caratteriale scherzosa e bonaria di Pregadio, che con un sorriso, una battuta, un gesto, sapeva mettere a proprio agio ogni concorrente, irridendo rispettosamente e bonariamente, senza far apparire “Il dilettante allo sbaraglio” di turno un emerito idiota, ma trasformando ogni “zucca” in una bellissima principessa, almeno per tre minuti, di ogni disastrosa ma spassosa esibizione.
Marco Bazzato
12.01.2009
http://marco-bazzato.blogspot.com/
non vedro mai piu' la corrida hanno liquidato pregadio come una vecchia scarpa che non serve piu'..vergogna vergogna e solo vergogna!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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