venerdì 2 gennaio 2009

Felice 2009, tra bombe, morti e bombardamenti



Finalmente si torna alla normalità. Smaltiti i festeggiamenti, e dopo aver preso supposte, lassativi, e amenità varie, con l’intestino finalmente vuoto, come un catetere sterilizzato, o dei bisturi pronti per una lobotomia radicale, finalmente si ricomincia.

Grazie a Dio si ricomincia alla grande. Un morto ammazzato – a Napoli naturalmente, chissà mai perchè – e altri circa 400 idioti in tutto il Paese, che hanno avuto l’intelligenza, degna di un primate, di farsi espolodere qulache petardo sul volto o sulle dita, godendo per la futura pensione d’invalidità. Idioti.
Il rito degli stolti, come ogni primo dell’anno, si è ripetuto. A nulla sono servite le campagne di sensibilizzazione, i sequestri, gli avvertimenti alle piú elemntari norme di sicurezza, per garantire dei festeggiamenti sereni. Evidentemente come dice il detto “La madre dei cretini – da buona mignotta – è sempre gravida”. Bisognerebbe mandare tutti quei figli di buona donna, che amano sparare, come fossero a Beirut, una settimana nella “Striscia di Gaza” a godersi i Bang sonici dei caccia dell’Armata di Sion, oppure sempre a Gaza, a festeggiare l’ultimo dell’anno sotto una granuola di bombe, vedendo poi se – presi dalla necessità di salvare la loro schifosissima pellaccia – hanno ancora il tempo d’accendere le loro belle “bombe carta” i razzi di fabbricazione artigianale e altre amenità da pseudo terroristi di capodanno.

Per la prima volta in vita mia, mi sono tolto lo sfizio di guardare – a debita distanza – i bombaroli d’inizio anno. Francamente non ho capito dove stia il divertimento: prendi il petardo, lo accendi, lo lanci – possibilmente non sotto l’auto di qualche conosciuto – e poi ti allontani in attesa dello scoppio. E poi – come un drogato da botti – ripeti l’operazione con raudi, razzi e girandole varie, pregando sempre qualche divinità pagana che la sfiga guardi da tutt’altra parte e che faccia esplodere arti e occhi ad altri. Quello che alla fine non si capisce è perchè medici e paramedici si ostinino a curare i feriti da botti. Come se prma di farsi esplodere addosso qualcosa, questi bifolchi, non fossero al corrente dei rischi. Esattamente come gli alcolizzati e drogati al volante, che poverini alla fine, molto raramente rispondono dei loro omicidi, colposi secondo una legge garantista, criminali, secondo i familiari delle vittime, che dalla giustizia umana sono inascoltati, e quindi possono essere legalmente presi per il cu..dallo Stato.

Per fortuna si sta tornando alla normalità. Sono riprese le stragi da rientro dalla discoteca, le faide, i furti, gli omicidi su commissione, i regolamenti di conti. Insomma quella sequela di catastrofiche buone notizie che – a forza di toccarsi – non fanno altro che consumare le palle.

All’appello, per ora mancano, senza mancare a nessuno, i politici italiani. Impegnati chi rimpinzarsi come otri in Patria o all’estero, vedi ad esempio Daniela Santanchè che si è vista svaligiare la casa milanese da dei gentilumini che hanno preso ad una ricca, per donare ai poveri, cioè a se stessi.

In compenso, il Presidente della Repubblica francese, Sarkozy, che stando a quanto dice la moglie, figlia non del marito della madre, ma di un altro, Carla Bruni – che grazie a Pazuzu ha preso il passaporto francese, facendoci comuque vergognare per le sue origini italiane – avrebbe l’alito che puzza – come una ciminiera – di fumo, sta provando, senza successo, a far cessare i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, che secondo il ministro degli esteri dello stato ebraico, non sarebbe in emergenza umanitaria, come fosse una situazione normale farsi bombardare senza pietà, che sta portando alla modificazione del detto “colpiscili tutti per educarne qualcuno. Un pò come la canzone dei Metallica Kill 'Em All, “Ammazzali tutti”.

Insomma, un inizo d’anno partito sotto i peggiori auspici, specie dopo anche il discorso del Presidente della Repubblica, che non ha detto nulla di significativo, ha parlato di ovvietà generiche, senza entrare in nessun dettaglio. Discorso ottimo per non scontentare nessuno, discorso degno di un equilibrista che – come l’Italia – cammina sopra il filo della catastrofe economica, dove nessuno dei nostri amministratori pubblici, di qualsiasi ordine e grado, è mai colpevole di nulla, e nel caso qualcuno lo fosse, il popolo bue, non lo dovrà in futuro venire a sapere, questo è quanto continua ad affermare “l’amico della libertà” – la sua – Silvio Berlusconi, che della libertà altrui se ne fotte beatamente.

Per fortuna c’è l’imprenditore Alfredo Romeo, da un po’ di tempo gradito ospite del carcere di Poggioreale, che sta scrollando “La Magherita”, sostiuendo il classico “M’ama. Non m’ama” col nuovo liet motiv “spalmo addosso merd..a tutti. Non spalmo mer..a addosso a nessuno”. E i tanti politici – non chiamati per ora in causa – viaggiano a velocità stratosferiche tra gli uffici degli avvocati e il cesso, intendi a domare, a forza di Imodium, gli spasmi dirrotici che rischiano di trasformarsi in dolorose fuoriuscite emorroidali. E il bello è che alcuni hanno anche il coraggio di chiamare questo “giustizialismo”, dimenticando che per colpa di eventuali tangenti, appalti truccati, bustarelle e favori vari, i costi sociali e quindi i sallassi economici per i cittadini aumentano. Ma su queste cose, se i magistrati indagano, fanno piazza pulita, gettando in galera corrotti e corruttori, chissà perchè improvvisamente diventano nemici dei politici stessi, che si nascondono dietro il popolo, come codardi, incolpando la giustizia se cerca, a fatica, di trovare la verità, cercando di sbattere fuori dal gioco gli “affammatori sociali ed economici” non importa se imprenditori o politici, che avendo un sistema immunitario ditattoriale, detestano la presenza degli antibiotici giudiziari, cercano in tutti i modi di deviarne verso altri lidi, meno pericolosi per loro, l’efficacia.

E per concludere, meglio terminare con un detto antico: “Avanti col Cristo che la processione d’ingruma”, visto che il nuovo anno – antico pargolo neonato – puzza non solo feci, ma sopratutto della muffa umana, sociale, della politica nazionale e internazionale, che si trascina, peggio delle scorie radiottive, i rifiuti tossici per l’eternità, come gentile eredità, non richiesta, per le generazioni future, indebitate fin dal primo vagito, fino alla morte.

Marco Bazzato
02.01.2009
http://marco-bazzato.blogspot.com/

1 commento:

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