lunedì 17 febbraio 2014
Vladimir Luxuria arrestata a Sochi?
Il comunista italiano Vladimiro Guadagno, affetto da disturbo di identità di genere (1a), che vorrebbe essere
chiamato da tutti Vladimir Luxuria e taluni italiani in passato, cadendo nella
trappola politica l’hanno pure votato,
mandandolo in Parlamento tanto che aveva anche la pretesa,
anche se maschio a tutti gli effetti, anche biologici, per quanto riguarda la
tubazione esterna, di utilizzare i
servizi igienici femminili. (1)
Ebbene, il Dottor Vladimiro Guadagno, laureato in lettere e linue
straniere, dopo esser entrato legalmente
in Russia, via cielo, non è dato a sapere se vestito come da certificato di
nascita e passaporto, o se travesito da donna, con tanto di mammelle false,
mostrando che già alla frontiera, alla faccia della propaganda, i russi sono
stati tolleranti con una persona affetta da disturbo
da idenità di genere, che rispettano le leggi del Paese.
Ma il Dottor Vladimiro Guadagno, noto “agitatore politico” che si spaccia
per difensore dei diritti civili anche in patria, ha fatto fare una pessiama
figura all’Italia e agli italiani, recandosi scientemente in Russia con lo
scopo di provocare dare scandalo, pur di diffondere anche in quella terrra la
sua ideologia figlia della toria dell’idenittà di genere. E lo fa, esponendo
allo stadio, una delle tante famigerate bandiere arcobaleno, con la scritta in
russo, “gay è ok”.
La polizia, gistamente ha preso subito in consegna il fascinoroso
mascarato, portandolo al più vicino posto di Polizia, dove il Dottor Vladimiro
Guadagno, al passaporto, si è poi lamentato, prima via telefono (2),
poi, dopo il rilascio, a mezzo stampa (3),
durante un intervista in un inglesse maccaronico, che la Polizia russa, senza
dirlo espressamente, è ignorante, perchè non parlava una sola parola di
inglese, ma solo il russo. Bisognerebbe che se il Dottor Vladimiro Guadagno
andasse in grio a parlare con i sottofuciali che prestano servizio in strada o
dentro le caserme, della Polizia o dei Carabieneri per sincerarsi se tutti
parlano l’inglese e se lo parlano, stia sicuro che forse si esprimono megliodi
costui. Senza dimenticare che i russi, trovandosi a casa loro, parlano la loro
lingua e non sono obbligati ad usare una lingua straniera per comunicare cona
persona fermata, la quale, al massimo la forza
pubblica può mettere a disposizione un interprete. Ma evidentemente
essendo solo stato in stato di fermo e quindi poi rilasciato, come spesso
accade in Italia, con i fascinorosi da stadio o con gli ubriachi che vengono
messi in guardina fino a quando non smaltiscono la sbornia, per fare un
controllo dei documenti, magari una
piccola ricerca in rete dopo aver visto qualche sua immagine o video, hanno
deciso di lasciarlo andare, aprendo le finestre, dopo la sua uscita, per cambiare
l’aria, e andando in bagno,a turno, a lavarsi le mani, come loro all’igiene
personale.
Ma la cosa esilarante è stato il web, Facebook in particolare, sembrava impazzito. Nemmeno durante l’11
settembre del 2001 si vedevano le informazioni scorrere a tale velocità. Ma la
cosa che scaldava il cuore erano i commenti d’amore nei confronti della Russia
e dei polizziotti dell’ex Unione Sovietica, che avevano preso in momentanea
consegna il Dottor Vladimiro Guadagno, per via del suo comportamento illegale e
antisociale, a dimostrazione che gli italiani si stanno svegliando dai narcotici
buonisti,a base di morfina mediatica e di laica ideologia religiosa che altro
non è che il nuovo oppio dei popoli e come persone che aprono gli occhi dopo
anni di sonno della ragione, imparano a distinguere non solo ciò che è giusto
da ciò che è sbagliato, ma sopratutto ciò che è male da ciò che è bene.
E in questo caso il giusto e il bene era ed è dalla parte della polizia
russa che con rispetto e diligenza della persona, ha fermato il fascinoroso per
identificarlo, salvo poi rilasciarlo senza, e forse questo è stato un errore,
ma evidenteente il codice pnale russo non lo prevede, un ingiunzione di
rimpatrio immediata e un timbro nero sul passaporto, impendendogli di rimettere
piede così nel suolo russo per almeno una decina di anni.
Se al Dottor Vladimiro Guadagno non è stata ingiunta l’espulsione immediata,
oltretutto dopo averlo identificato e forse compreso che ruolo ha avuto in
Italia nel corso dell’ultimo decennio, è un chiaro segno che le presunte
diesciminazioni russe nei confronti degl LGBT sono solo una fantasia dentro le
teste degli LGBT russi, riportate dai media occidentali come forma di pressione
politica e di ingerenza nei confronti delle leggi ruse, perchè se così i locali
gay di Shochi e nin solo, non sarebbero mai stati aperti e sopratutto pubblicizzati
nei giornali online e nei media occidentali, affinchè i locali e gli ospiti
potessero continuare a sguazzare sui loro gusti sessuali diversi da quelli
etero. (4).
Tutta questa storia di “lussuria” o Luxuria ha mostrato in modo
inequivocabile che il Dottor Vladimiro Guadagno, comunista di sangue e di
professione, è diversamente amato dalla maggioranza silenziosa e non degli
italiani, ma sopratutto che non
disegegna il denaro dell’odiato nemico, Silvio Berlusconi, amico di Vladimir
Putin, in quanto sembrerebbe che fosse al seguito degli inviati della
trasmissione le Iene di Italia 1, di proprietà Mediaset, che di cui una parte
consistente delle azioni appartiene al grupppo Finivest, dove l’azionista di
maggioranza è il pregiudicato Silvio
Berlusconi, decaduto dalla carica di Senatore, ma Presidente di Forza
Italia.
Quando si parla di coerenza politica di un comunista.
Marco Bazzato
17.02.2014
(2)
http://video.repubblica.it/dossier/sochi-2014/luxuria-arrestata-a-sochi-battaglia-mi-ha-chiamata-dal-posto-di-polizia/156161/154656?ref=HREC1-3
(3) http://video.repubblica.it/dossier/sochi-2014/sochi-luxuria-volevo-solo-riprendere-la-bandiera/156164/154659?ref=HREC1-3
sabato 15 febbraio 2014
Vigonvo: il Sindaco sostituisce la foto del Presidente della Repubblica con quella di un Capo di Stato teocratico
Damiano
Zecchinato ne ha combinata un’altra delle sue.
A nemmeno un giorno dalla sua
lettera indirizzata al consigliere dell’opposizone, con il Sindaco che iniziava con “Non lascio perdere un bel niente!. Forse
la mente di tutti è andata Goffredo Hamori di Malafesta, conte de Montmirail, d'Appremont
e di Papincourt detto “l'Ardito”e,al suo grido di battaglia: “Ch’io deceda se recedo” del film “I visitatori” del 1993, intepretato da Jean Reno. Però se si
riguarda il film non si può fare a meno di non notare una lontanissima
somiglianza del Sindaco con l’attore francese di “genere burlesco”, Christian Clavier, che intepretava del fido scudiero Jean
Cojon il Marpione , detto anche “palle molli”/Giacinto Maria Jeanco . (-1).
Nella sua missiva pubblica, il Sindaco,
Damiano Zecchinato, affermava il valore del rispetto delle Istituzioni e del
Comune che gli paga l’indennità, combinandone
un’altra delle sue: ha sostituito la foto del Presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, con quella di un Capo
di Stato straniero, ossia il Monarca dello Stato Città del Vaticano.
Damiano Zecchinato ha
detto: “Non mi riconosco nella figura del presidente della Repubblica, bensì in
quella del Papa che trasmette più valori. Non volevo il presidente Napolitano
sulla mia testa, per me non sta facendo una grande figura, non è assolutamente
super partes. Se mi vogliono obbligare devono fare una legge su questi simboli:
quello è il mio ufficio e decido io chi avere sulla testa”(1)
– (2).
È certamente vero che rispetto a Sandro Pertini l’attuale Presidente della
Repubblica, entrato in Parlamento nel
1958, vedil’Elezione di Napolitano è incostituzionale?” (3),risulta
assai lontano lontano dallo share che
al tempo riscuoteva, come cantava Toto Cutungno
ne “L’italiano”, “...un partigiano come Presidente....” Ma da qui a
sostiture la foto dell’attuale inquilino del Quirinale con quella di un Capo di
Stato straniero, Papà Francesco, può portare a pensare che la visione della
società dell’attuale Sindaco sia orientata verso i principi e i valori –
teorici – di uno Stato teocratico. E
tra le teocraziе non possiamo non citare l’Arabia Saudita e l’Iran
e lo stesso Stato Città del Vaticano (3).
Cche Vigonovo abbia un Sindaco Talebano? Si ricorda che “talebano nel suo
significato originale in Pashito e in Persiano significa Studente.(3bis). Studiare i testi
sacri, non importa di che religione, o
filosofia religiosa, allarga la mente.
Ora, con tutto il rispetto nei confronti di Papa Francesco, per la sue
figura di Sommo Pontefice, 266º Vescovo
di Roma e vicario di Cristo sulla Terra, è politicamente accettabile che un
Sindaco, in virtù della carica pubblica che ricopre e del rispetto che
pretenderebbe dai cittadini, possa
esporre la foto di un monarca, che a rigor di diritto internazionale e di
Concordato, quando entra nel suolo del Territorio Italiano, ma non solo in
Italia, per le sue visite ufficali, è accolto con gli onori riservati ai Capi
di Stato?
Il Sindaco, nella
sua volontà di far parlare si se, ha dimenticato che l’Italia è un Paese laico,
non sottoposto ad alcuna monachia teocratica, dove l’articolo 7 della Costituzione italana,
recita: Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine,
indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono
regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due
parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
(4)
Nel sito deln Governo Italiano (5)
al quesito16 si può leggere: Negli uffici pubblici si può esporre la foto del Presidente della
Repubblica? SÌ, ma non si possono esporre foto di altre autorità.
Papa Francesco è a tutti gli effetti un Capo di Stato regnante,dove il
passaporto privato è Argentino e quello Diplomatico è messo dallo StatoCittà
del Vatiano, nel pieno dei suoi poteri
temporali (6). Quindi,
anche ammesso che il Sindaco, Damiano Zanonato, abbia affosso la foto del
monarca della Città del Vaticano, nel mio
ufficio “privato”, il Sindaco, riceve, come tutti
possono leggere ne sito del Comune di Vigonovo,(7) lunedì dalle 10.00 alle 12.00,
giovedì dalle 10.00 alle 12.00 su appuntamento, e-mail: sindaco@comune.vigonovo.ve.it.
Quidi, quando riceve i cittadini nell’ ufficio che ha in uso, non tiene conto
dei diritti di costoro, non solo
battezzati, ma anche sbattezzati, atei o
che professano altre confessioni religiose, venendo meno al suo obbligo di
rispettare il il principio di di laicità, nei pbblici uffici, di tutti i cittadini di Vigonovo e non solo.
Questo per quanto riguarda l’aspetto temporale, l’aspetto, spirituale è molto meno “elastico” di quanto il relativismo contemporaneo vorebbe far
supporre.
Chiaramente visto che il Sindaco dice di ispirarsi ai valori trasmessi da un Capo di
Stato Straniero, teocratico, sarebbe
auspicable che avesse il coraggio e il rigore morale di non celebrare più i matrimoni civili, perchè per la Chiesa
Cattolica, quindi anche quella di Papa Francesco, il matrimonio civile è
considerato convivenza moreuxorio,
mentre il vantaggio coloro che sono sposati in Chiesa, è che se invece di passare per il divorzio
legale, tramite la Giustizia Italiana, si passa attraverso la Sacra Rota, il Tribunale Ecclesiastico che fa capo allo
Stato città del Vaticano,quando il matrimonio religioso viene annullato, la
sentenza, in virtù del Concordato tra Stato Italiano e Stato città del
Vaticano, permette di non pagare un centeismo di mantenimento alla non mai moglie, perchè con
l’annullamento del matrimonio religioso si annulla anche quello civile, come se il matrimonio n non fosse mai stato
eseguito, nè in Chiesa e nè innanzi ad un pubblico ufficiale, anche se era il
sacerdote stesso in quel ruolo.
. Teniamo presente che Papa Francesco, prima di tutto è un Gesuita. I
gesuiti sono ecclesiastici di formazione intellettuale assai fine, anche se
mantengono all’apparenza un aspettopacioso e bonario, come quelli dei preti di
campagna degli anni ’50, in stile Don Camillo.
Ma dietro l’apparenza, ci sta il
giusto rispetto del mandato terreno che
Bergoglio. come Papa, continua a portare avanti in quanto Vicario di Cristo in Terra. Lo stesso giusto rigore che è sempre stato insenganto fin da bambini
quando si frequentava il Catechismo perchè i valori e principi trasmessi nel
corso dei secoli da Gesù, come Figlio di Dio per i Cristiani o ccome principi
filosofici ed etici per inon credenti o per coloro che professano altre
confessioni, sono immutati.
Certo,come tutti
coloro che hanno frequentato il catechismo o che andavano o vanno tutt’ora alle
messe domenicali, Gesù è venuto per i
peccatori, per qutti quelli che non rispettano in primis le tavole della Legge
che Dio ha dato ad Mosè sul Monte Sinai,
dove in quest’epoca di convivenze more-uxorio,
di non rispetto dei Comandamenti 8 e 9 (non
dire falsa testimonianza e non
desiderare la donna d’altri – ossia non fornicare fuori dal sacramento
del Matrimonio), oppure gli ammonimenti contro i sette vizi capitali: superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola
e ira, che hanno terrorizzato in passato generazioni di fancilulli, quali
una ovlta adulti scelgono di tenre i
piedi sulle due sponde di un fiume, su quattro o più poppe/zizze/mammelle o
fallo/1 altrui, anzichè sulle due della/del legittima/o consorte.
Il sindaco Damiano Zecchinato per gistificare
il suo gesto dice tra l’altro: “bensì in quella del Papa che
trasmette più valori... Se mi vogliono
obbligare devono fare una legge su questi simboli: quello è il mio ufficio e decido
io chi avere sulla testa.
Analizziamo queste due frasi, riporatate dai quotidiani..
Il Papa certo, a dire del Sindaco
esprimerebbe più valori, dell’attuale inquilino del Quirinale, però va ricordato che quando ogni Sindaco
presta giuramento pruncia la seguente frase: “Giuro di osservare lealmente la Costituzione Italiana”. È grazie
alla Costituzione italiana che il Parlamemento approva le leggi, dove lo stesso
Presidende della Repubblica, anche quando firma un D.p r, le approva. E si sa: la Legge è
uguale per tutti e La legge non
ammette ignoranza, anche se l’imputato è extracomunitario e poco
scolarizzato,come conferma una recente sentenza, della Corte di Cassazione. (7bis)
Quindi quando un sindaco si “schiera”,
mettendosi sopra la testa un Capo di
Stato straniero è come se si sottomettesse a costui e non alle Leggi della
Repubblica Italiana.
Privatamente a casa sua, ogni cittadino può fare ciò che vuole, ma non può
arroccarsi la presunzione del diritto di poter affermare pubblicamente decido io chi avere sulla testa,
dicendo “quello è il mio ufficio”. Peccato però
che che “MIO”
non può essere utilizzato, in quanto presuppone un diritto di proprietà della stanza adibita ad ufficio che
semplicemente usa e/o occupa in virtù del fatto che i cittadini l’hanno eletto
nel 2011.
Il Sindaco, Damiano Zecchinato, dice
qualcosa di contrario all’ottavo comandamento,
visto che ha la foto di un Capo di Stato straniero e Capo Spirituale di uno
Stato teocratico della Chiesa Cattolica Universale, nell’ufficio che ha in uso, in quanto quando
afferma che non esiste la legge.
La legge esisite eccola.
È il
D.P.R. 7 aprile 2000, n. 121 Regolamento
recante disciplina dell'uso delle bandiere della Repubblica italiana e
dell'Unione europea da parte delle
amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici.
Pubblicato nella Gazz. Uff. 16 maggio 2000, n. 121 (8),
, esposte, oltre che nei
luoghi indicati dall'art. 2,
commi 1 e 2 della legge 5 febbraio 1998,(9) scrivendo quanto segue: 3.
Nei luoghi indicati nel comma 1 si espone anche il ritratto del Capo dello
Stato.
Un altro punto essenziale non è se il Vicario di Cristo in Terra e
successore al soglio pietrino trasmette più
valori. Il punto è semmani, anche
se la tramissione dei valori inclusi nei messaggi è ottima ,non è detto che la
stazione ricevente riesca a decodificarli in modo esatto, corretto, giusto e
poi metterli in pratica.
L’eventuale giudizio di merito o l’entrare nel merito, non spetta certo
allo scrivente, ma le opinini possono essere tranquillamente espresse in casa,
al bar, davanti ad uno spritz, ad un bianchetto o ad un folpetto al mercato del
lunedì mattina, o innanzi ai gradini della chiesa, dopo la messa delle 11.00.
Sappiamo tutti che il Papa trasmette con le più moderne tecnologie digitali
e i segnali vengono inviati in tutto il mondo, ma poi se esistono politici,
pubblici amminstratori, che dicono di rifarsi a questi valori, ma usano vecchie
radio a transistor o televisori a valvole, in bianco e nero, che non sanno
manco aprirsi internet e fare una ricerca in rete, hanno ha voglia andare in
piazza a decantare questi valori tramessi, quando si sono compresi e messi in
pratica, quando fa comodo, a smozziconi, solo per raccattare gli ultimi voti di
qualche vecchiatta baciapile o di qualche canuto baciabanchi del giorno di
Natale o Pasqua nelle prime file alla messa delle 11.00, perchè alle loro
spalle, i cittadini li mettono alla berlina!
Nel Discorso della Montagna di Gesù , di cui
Papa francesco è vicario di Cristo in Terra, ci stanno alcuni versetti di Matteo, capitoli 5 e 6, ma
tutti e quattro evangelisti sono illuminanti, tanto che qualsiasi persona,
anche atea, solo per un fatto culturale può leggerseli, senza attenere : (10)
via etere la trasmissione di valori aggiunti, forniscono a tutti interessanti
spunti di riflessione.
: 27Avete inteso che fu
detto: Non commettere adulterio; 28ma io vi dico: chiunque guarda una
donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
36 Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere
di rendere bianco o nero un solo capello. 37 Sia invece il vostro
parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.
2Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te,
come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli
uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. 3Quando
invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua
destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel
segreto, ti ricompenserà.(11)
Alla fine di tutto, il Sindaco di Vigonovo, Damiano Zecchinato, ha
dimostrato ancora una volta sua totale mancanza di conoscienza delle Leggi
tialiane, mancanza di rispetto per la figura del Santo Padre, visto che esiste
stima reciproca tra il Presidente della Repubblica italiana e il monarca dello
Stato Città del Vaticano.
Oltre a tutto ciò i danni di immagine causati ai cittadini di Vigonvo, per
questa sua uscita estemporanea che ha reso i vigonovesi, a causa del suo Sindaco,gi
zimbelli di tutta Italia e non solo.
Non sarebbe sbagliato se si costituissero in un comitato dando il via da
una class action contro Damiano Zecchianto, non prima di aver consultato un
legale circa la fattibilità, per il danno di immagine causato a tutti i
vigonovesi, per considerare “mio” l’ufficio
che occupa come Sindaco eletto e per non essersi preso l’onere di controllare
come afferma, non esiste una legge che impone la presenza della foto del
Presidente della Repubblica, Giogio Napolitano.
Marco Bazzato
15.02.2014
(1) http://www.gazzettino.it/NORDEST/VENEZIA/sindaco_leghista_vigonovo_venezia_sostituisce_foto_napolitano_papa_francesco_bergoglio/notizie/519662.shtml
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giovedì 13 febbraio 2014
Il sindaco di Vignovo, Damiano Zecchinato non recede
Daminano Zecchinato non recede dai suoi propositi. La sua guerra, come
Sindaco, a spese dei cotribuenti, con il
web e contro lo critica in modo
dialettalmente feroce, continua e lo fa rispondendo ad una lettera aperta del
Consigliere del Movimento 5 Stelle, Andrea Danieletto, scritta con toni
concilianti e bonari (1).
Ma il Sindaco, come un novello paladino del web, cercando di ribaltare
l’onda di impopolarità che agita la sua Amministrazione da mesi, oggi vuole
vantare anche il ruolo di nemico giurato
del cyberbullismo e lo fa con una lettera aperta di risposta. (2)).
La rispoposta del Sindaco e corretta
in un unico punto: ossia quando difende la sua prebenda mensile, chiamata indennità. Tutto il resto è populismo,
demagogia,confronti tra realtà e situazioni che non stanno nè in cielo e nè in
terra, come ad esempio il suicidio della ragazza di Cittadella..(3),
inesattezze legali e giornalistiche, riportate alla bene e meglio, facilmente
smontabili da chiunque.
Ma il Sindaco, un vorrà paragonare la sua situazione
con quella della triste vicenda di Cittadella e e quanto ha scritto un
cittadino vigonovese, che vive in Messico e una volta rientrato a Vigonovo si trova lo scantinato allagato,
perchè chi doveva muovere il culo, ma no
ghe xe schei, non l’ha fatto?
I cittadini fanno riferimento al loro
Sindaco, e poi è compito suo e dei suoi uffici fare in modo che chi di dovere
faccia la sua parte, opppure no?
Oppure pgni sindaco preferisce allagati e contenti, ma sopratutto muti e
guai chi protesta, perchè altrimenti si danneggia l’immagine dell’Amministrazione.
Poi poco importa se ogni Amministrazione
potrebbe essere marcia e corrotta fino a sotto le fondamenta, no, quello che
conta è la facciata!
Per pretendre rispetto il rispetto le Istituzioni e le Amministrazioni
devono per prima cosa fare la propria parte, il proprio dovere, non importa se
prendono lo stipendio ogni mese o se hanno un indennità, i xe sempre schei, ostia, o no? Alla fine sono sempre soldi, no?
E poi, anche l’accenno a mo di paragone indelicato, con la ragazza di
Cittaella, con i gentiori e gli amici, i quali avrebbero, nel fossero assistiti
da un Principe del Foro, tutto il
diritto di infuriarsi con il Sindaco diVigonovo, dove in via del tutto
ipoteetica potremmo già immaginare i
titoli dei qutidani online locali: “Sindaco
dencuciato dai genitori di una ragazza di Cittadella, suicidatasi sper
cyberbullismo” Ma avendo nel cuore pesi ben più grandi e una figlia morta,
si dubita fortemente che vorranno procedere per l’indelicato paragone.
O non è che stia meditando il suogesto estremo di libero arbitrio, visto che
cita la situazione con una ragazza che
si è suicidata? Come se le due
situazioni personali, di età e di ruolo, esperienze di vita in concreto fossero paragonabili., perchè, con
tutto il rispetto per questa ragazza, la sua condizione finale è la morte.
Il Sindaco stesso ammette e scrive: “
..conosco bene il dialetto veneto e lo scrivo abbastanza bene, conosco
perfettamentele sue espressioni a volte colorite a volte offensive che possono
far venire meno il rispetto della dignità altrui, sopratutto in pubblico...”,
peccato che questa conoscienza non si estenda forse anche alla lingua italiana.
Infatti in un passo successivo scrive: Non
so se sei un esperto di giurisrpudenza,
ma per me “il mi piace” significa anche che “condividi”, (va
ricordato che Damiano Zecchinato, ilSindaco non è laurato in giurispurdenza, ma
ha un dipolma grafico di litoimpressore, conseguito nel 1976, come da suo CV,
(3bis) quindi esprime solo una sua
opinone personale e attualmente non ci stanno sentenze in proposito a favore della
sua opinione) quindi è un avvallo di un parere, rendendosi fattivamente responsabile
di quanto chi ha scritto la frase, e di un caso analogo ne hanno dato notizia
di condanna i tg di alcuni giorni fa”
Peccato che il Sindaco, o chi per esso, abbia scritto una cosa totalmente
destituita di ogni fondamento. Infatti molti siti riportano la notizia, in
italiano e non in dialetto veneto, parlato o scritto, in questi termini: Per
un 'like' su Facebook rischia una condanna da sei mesi a tre anni, o una multa
di 516 euro. La procura di Parma ha infatti chiesto il rinvio a giudizio di un
uomo per concorso in diffamazione aggravata. Lo racconta la “Gazzetta di Parma” (4),
(5).
Nei due testi, che provengono da un lancio dell’Agenzia Ansa, si scrive
espressamente di “rischio di condanna”,
non “di condanna”, come scritto dal
Sindaco, non prendendosi la briga di controllare in rete, prima di scrivere
inesattezze, facendole passare per verità, forse nel tentativo di voler
condizionare il pensiero dei vigonovesi meni accorti. E il Sindaco, quando
scrive testualmente “di condanna”,
viene meno al rispetto del diritto sancito dalla Codice di Procedura Penale, “secondo il quale un imputato è considerato non
colpevole sino a condanna definitiva ovvero sino all'esito del terzo grado
di giudizio emesso dalla Corte Suprema di Cassazione”(6), scritto in
modo più semplice nella Costuzione italiana, che all’articolo 27 recita: L'imputato non è considerato colpevole sino
alla condanna definitiva. Oltretutto il Sindaco, Damiano Zecchinato,
dimostra nello scrivere di questo evento che non conosce la differenza, secondo
il Codice di Procedura penale, tra il
reato di diffamazione aggravata, come
nel caso da lui citato e il reato di minacce,
quelle da lui dencuiate e non ancora rinviate a giudizio, quindi cosa resta per
un’eventuale sentenza definitiva di condanna o meglio ancora di assoluzione?
Va ricordato che a livello di forza politca e del rispetto nei confronti
delle istuzioni che oggi il Sindaco, come è prassi da suo ruolo, molti suoi
colleghi di partito, anche come incarichi pubbici di prima grandezza, hanno
dimostrato di non averne affatto, anche dentro le stesse aule parlamentari (7), quando “il l 16 marzo 1993 Luca Leoni Orsenigo,
deputato della Lega Nord, spalleggiato dal capogruppoFormentini sventolò
nell’aula di Montecitorio alla Camera un cappio, nell’esplicito
riferimento alla forca per l’intera classe dirigente della prima Repubblica.”
(7bis). Preistoria politica si dirà, forse, ma pur sempre storia della
Lega. O come quando in tempi più, recenti nel gennaio 2014, a Torino, un sito titolava: La rabbia in piazza della Lega: insulti a magistrati e Istituzioni” (8)
. Il che può portare a pensare che solo se leghisti si può disprezzare
magistratura e Istituzioni, salvo invocarle quando si tratta fare i giacobini contro gli altri? Perchè la Lega e il leghismo e i leghisti
hanno come humus nel sangue e nelle vene questo.
A pensarci bene, leggendo il testo del Sindaco, dove scrive: “Le diffamazioni alle Istituzioni e all’Ente
che esse rappresentano, sono un danno personale, politico e sopratutto di
immagine amministrativa al Comune”. Giurò, quando al primo posto ho letto
la frase: “sono un danno personale”,
mi è venuta in mente la Keynge, sovente attaccata da molti esponenti della Lega
Nord, certamente non dal Sindaco in questione, dove costei non ha mai parlato
di danno alla sua persona, ma ha
dichiarato: È l' ennesima puntata
di un attacco costante che non prende di mira tanto e solo la mia persona,
quanto chiunque in questo Paese osi pensarla in modo diverso”
(9) , dove quasi
quasi il testo sembrava ricalcare pari
pari gli scritti da Laura Boldrini, del Sel, oggi Presidente della Camera.
Si ribadiscce espresso il 09.02.2014, (10),
ossia il principio di non colpevolezza, mancando ad oggi il rinvio a giduzio
dei soggetti denuciati dal Sindaco, Damiano Zecchiano, il quale invece di fare
il forte con i deboli,. e il debole conn i forti, dovrebe, insieme alle
leggittime istanze dei cittadini, dare risposte, almeno in Consiglio Comunale,
alle numerose intepellanze, mai evase, a dispetto che la legge indica tempi
certi di risposta, non rispettando le Istituzioni stesse, alle irregolarità
segnalate dai consiglieri di oppposizone, di cui l’Amministrazione Comunale,
ossia il Sindaco,all’Area Urbana del Comune di Vigonovo, all’Ufficio
Protocollo, a Comando della Polizia Municipale del Comune di Vigonvo, erano
stati messi a conoscenza fin 08.08.2012,
tramite mail da persone terze che si sono firmate, senza nascondersi dietro ad
un dito.
Il Sindaco ha il diritto di chiedere rispetto, ma cittadini, tutti, hanno
il diritto di ricevere risposte scritte alle legittime istanze dei consiglieri,
non importa se di maggioranza o di opposzione. La scrollata di spalle il
silenzio è una mancanza di rispetto nei confonti dei cittadini, che tramite le
tasse comunali gli versano la sua
indennità. Per ricevere rispetto, personale ed istituzionale, bisogna darlo
con i fatti, con rispsote concrete, e dimostrando il rispetto dei regolamenti –
non di ignorarli quando questi impongno risposte o azioni giuste ma scomode per
qualcuno, di cambiare, se nel legittimo
dovere del ruolo che si ricopre, ciò che
si sa e si sa essere palesemente fuori
posto e sotto gli occhi di tutti.
Marco Bazzato
13.02.2014
(1)
http://www.comune.vigonovo.ve.it/upload/1/Lettera%20aperta%20al%20Sindaco%20dal%20Consigliere%20Andrea%20Danieletto.pdf
(2))http://www.comune.vigonovo.ve.it/upload/1/Risposta%20%20lettera%20aperta%20del%20Sindaco%20al%20Consigliere%20Andrea%20Danieletto%20.pdf
(3) http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2014/02/12/news/non-mi-ero-accorto-del-suo-dolore-1.8652939
(4). http://www.ticinonews.ch/estero/190604/italia-per-un-like-su-facebook-rischia-condanna-per-diffamazione
(5) http://www.gazzettadiparma.it/news/italia-mondo/163543/Per-un--like--su.html
(8)
http://www.tribunodelpopolo.it/la-rabbia-della-lega-in-piazza-insulti-a-magistrati-e-istituzioni/
(9) http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/08/26/insulti-alla-kyenge-le-scuse-del-vicesindaco.html
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mercoledì 12 febbraio 2014
Padre e madre “assassinati” dalla burocrazia, ma le fiabe gay negli asili sì
Se l’Italia continua a invertirsi in questo modo, tra pochi anni sarà
riscritto, dalle lobby gay, anche il “Padre
Nostro” e L’Ave Maria”.
La nuova versione, politicamnete
corrotta, si chiamerà: “Gentitore 1
Nostro” e nell’Ave Maria, si
dovrà recitare invece di “Santa Maria,
Madre di Dio”, “Santa Maria, genitore 2 di Dio”.
Già perchè per non offendere i diversamente etero, che agli occhi del loro
orgoglio valgono più di coloro che li
hanno messi al mondo, svezzati e fatti crescere,, il termine “padre e madre” è stato sostituito da “genitore 1 e genitore 2, nunerandoli come il tatuaggio che i nazisti facevano ai
deportati verso i campi di concentramento.
Perchè a detta di questi
“illuminati pensatori”, accecati dala
loro stessa luce della superbia, non importa se dell’Unione Europea o se
politici italiani,che come cani fedeli si fanno guidare da “guide cieche sorde” che scimmiottano, su questa tematica, il nanismo,intellettuale dell’Antica Grecia,
come se andadassero a trarre ispirazione
dentro stalle industriali dove le vacche emettono dal dall’ano, qantità
impressionati di boasse, come si diceva
tra i villici di campagna al tempo nella lingua dei Dogi Veneneziani, ossia merda
e metano, dove dopo essersi annebbiati da questi effluvi malsani, si mettono a
redigere leggi, che ricadono sui cittadini, infischiandosene di tutto e di
tutti, manco fossero dei drogati in
crisi di astinenza.
Accade in fatti che in alcune scuole dell’ex Regno d’Italia, oggiRepubblica
sotto il dominio dell’Unione Europea, e stato tolto il fermine “papà” e
“mamma”, sostiuendoli per
l’appunto con “”genitore
1” e “genitore 2”, cancellando de
facto la figura di riferimento princpale per i bambini: la mamma.
Questo può anche essere letto, alla faccia del falso politicamente corretto,
come il desiderio misognino di togliere dalla burocrazia la figura femminile,
partorendo così un genocidio
amministrativo matrice sessista
perchè anche il più stolto e putrido dei
filologi della lingua italiana, figlio del
voto politico del ’68, dovrebbe sapere che il termine genitore è maschile singolare.
Ma se la mellifua ingnoranza linguistica si fermasse a questo, vabbè,
basterebbe fare come è stato fatto con la giraffa uccisa con un clpo in testa
in Danimarca e poi data in pasto ai leoni, un bel colpo in testa, come sciveva
Tom Clacncy nei suoi romanzi, nel Palazzo della Lubianka, dove le spie venivano
tolte dalle spese sparandogli alla nuca, eliminando fisicamente e non solo
amministrativamente le mamme appena
dopo il parto.
Invece no.
Le mamme non vengono toccate – per
ora – però come ulteriore punizione perchè
come sanno anche i cani quando vanno in calore, si accoppiano con le
cagne, la vita non esiste senza il principio cinese di Yin e di Yang, il
principio maschile e femminile,
lo stesso principio che dava vita al
Gacken, robot magnetico, tramite di
Plus e Minus, hanno voluto andare oltre: utilizzare i minori come cavie
animali da laboratorio per i loro esperimenti sulla tolleranza, iniziando fin
dall’asilo a parlare di sesssualità
diversa, rispetto a all’amore che li nanno generati: cioè sesso , che non è altro che accoppiamento infecondo, tra
persone dello stesso sesso, non importa se diuomini umini con uomini o donne, con l’aggiunta di annessi e connessi
e/o quant’altro.
E chi ci guadagna in tutto questo? In primis le case editrici che
spacceranno i loro libri direttamente dentro gliasili che hanno accettato
questa proposta diversamente salubre..Già, perchè i libri non saranno
certamente gratis e qualcuno dovrà, o le amministrazioni comunali che tramite
gli asili useranno i miniori per gli esperimenti, o i papà e le mamme che si
vedranno obbligati ad acquistarli, senza
essere interpellati, e guai dissentire,pena l’essere tacciati di quella
parolacciafiglia dell’ideologia gay: omofobia, patologia mentale, frutto della fantasia
della lobby gay, inesistente sul piano
psichiatrico.
Una volta i grandi scrittori omosessuali, perchè la genitalità creativa non
dipende dall’essere declinati verso l’omosessualità o dall’essere semplciemente
etero, scrivevano testi rivolti alla grande platea di pubblico. Scriveno fiabe
d’amore, romanzi, storie con protagonisti maschili e femminili, perchè sapevano
che altrimenti non avrebbero avuto alcun tipo di mercato, in quanto sarebbe nato subito
un privato, seppur legittimo, senso di
ributtanza, che certo non favoriva le vendite e di riflesso anche la la
creatività futura.
E infatti, cosa hanno fatto questi non creativi, questi volgari scopiazzatori
dei classici universali: hanno omosessualizzato, al maschile o al femminine,
non solo le fiabe per i bambini, ma anche serie televisivie rinomate come,
tanto per fare un solo esempio, Star Trek, scimmiottando il TOS- Trek
the Orignal Series, in una serie, inguardabile, disponibile su You Tube – cercatevela se volete.
Ma si può essere più turpi e scimmiotteschi di così?
Prendiamo ad esempio un classico: Cenerentola,
trasformato – forse a causa di un
melficio – in Cenerentolo, amante dei cetrioli, con il Principe che manda i suoi emmissari in giro per i regni vicini a
cercare il suo amato – brrr –
tirandosi dietro un mocassino o uno scarpone militare di tipo anfibio?
I bambini, checchè ne dicano non sono idioti e inizieranno a farsi e a
porre delle domande alle mastrine, le quali saranno costrette ad arrampicarsi
sugli specchi per dare delle risposte politicamente (S)corrette, ossia false.
E poi, come avranno preso la notizia il padre e la madre che il loro unico
figlio, pretendente al trono, vuole accoppiarsi carnalmente con un altro uomo,
senza dare una discendenza dinastica e sicurezza al regno? Avranno alzato le spalle, dai, ingravida una
serva – ancora la donna utilizzata come oggetto da riproduzione e non come essere
che dona vita e amore e poi diremo che è figlio di una tua precente relazione?
Già peccato che al tempo delle
fiabe era obbligatoria la cerimonioa
religiosa, innanzi ad un ministro di culto e tanto tempo fa, primeggiava lo
Stato Pontificio e la relgione
cattolica, quindi forse il Padre saggio – omofobo – per il politicamente
corrotto, avrebbe costratto il figlio a prendere in moglie una principessa,
facendo un matrimoio di faccata, per
poi, una volta procreata la discendenza e garantita la successione al trono,
tanto per non sbagliare, avrebbe gettato il figlio e l’amico nelle segrete,
buttando via la chiave, ordinando alle guardie di scordarsi dei due
prigionieri. Ipoteti non certo peregrina e quindi del tutto legittima.
E se il passo successivo fosse
quello di voler riscrivere non solo le fiabe, ma anche la storia ad esempio
anche la storia del Grande Scisma di
Enrico VIII, trasformandola in una lotta tra il “progressita” Enrico VIII e la tradizionalista Chiesa Cattolica? Ma
si dovrebbe cancellare anche le leggi dell’epoca vittoriana, aancora illuminata
regina, ncora in uso in Australia e in India, in base al quale sono state
cassate le leggi sul matrimonio gay.
Un altro punto focale sono i papà e
mamma, i quali hanno e avranno tutto il diritto che i loro figli
ascoltino all’asilo le fiabe tradizionali, fiabe che loro e i loro genitori
hanno letto da bambini e non che la loro discendenza torni a casa con la testa
riempita e appestata di scemenze e idiozie,
scopiazzate e rivisitate per
l’orgoglio di qualche lobby che vuole ingrassare uno o più editori amici?.
Ci si chiede: ma dove cazzo –
scusate cari lettori, ma in certi momenti i volgarismi, come un attacco
di diarrea, diventano intrattenibili – sono i pedagoghi, gli psichiatri, gli
psicologi gli specialisti dell’età evolutiva, in quantoo tacciono come vermi,
restandosene rannicchiati sotto la melma che sta sommergendo le scuole materne
italiane? Guardando in rete sono poche
le voci “eretiche” al dogma laicodell’ideoligia
gay che alzano la testa, e che gridano al mondo che i bambini hanno bisgno di
credere in mamma e papà. Che nanno bisgono di sapere che sono amati, anche se
hanno una situazione in casa, figlia degenerata di un falso progressismo. O forse,
peggio ancora, sapendo che potrebbero esserci dei rischi per lo sviluppo
armonico di queste vittime della perfidia umana, se ne stanno in riva al fiume,
pronti ad arpionarli quando mostreanno segni di disagio, sicuri di potersi
ingrassare alle spalle o della famiglia o dell’assitenza pubblica, per
riedcarli, come nei campi di concentramento,
che le loro sensazioni, i dolori di pancia, che la loro imperattività
non è figlia delle porcate ideologiche
che gli sono state propinate, quasi martellate meforiche in testa, fin dall’asilo, ma che sono portatori sani a
rischio di omofobia e che quindi vanno curati a forza di psicofarmaci.
In ogni Paese civile, come disse Mr Spock in Star Trek III: Le necessità dei
molti superano i bisogni dei pochi” e come ama
ripetere come un mantra il Presidente della Repubblica italiano, che spesso
richiama, forse perchè fan di Star Trek, “A
fare gli interessi generali del Paese” e non quelli particolari. E in
questo specifico caso, manco fosse l’unico, gli interessi generalidel Paese
sono quelli dei bambini che hanno alle spalle famiglie, legalizzate da un
certificato di matrimonio, non importa
se poi si sono separati o divorziati o se i figli sono adottati legalmente, o
da orfani o di padre o di madre, o allevati da paranti bilogici. Famiglie
comunque composte da padre e da madre e non da un Genitore 1
e Genitore
2, perchè viceversa si farebbe non il bene della collettività, ma si
tenderebbe a porre l’accento ideologico su situazioni che sono un eccezzione,
non la norma, o come affermano altri, la normalità.
Farebbe sorridere, se non fosse una cosa dannatamente seria se ci si pensa,
che i Paesi con più alto tasso di intolleranza nei confronti dei gay, compreesi
nell’acromio LGBT, dove i casi di bullismo diretto o indiretto per via
telematica, fino ad arrivare alle violenze fische e all’omicidio e/o al
suicidio, siano le cosidette nazioni progressite del Nord Europa, dove
esperimenti di questo tipo sui minori in età prescolastica sono iniziati molti
anni prima che in Italia. Questo signifca che per quanto si voglia indottrinare
all’idelolgia gay o di gender, usando mediaticamente i sistemi della propaganda
nazista, “ripeti una bugia 100 volte e
questa diventerà una verità” continuano ad essere applicate alla fine
queste reiterate menzonge spacciate per verità scienfifiche sfociano in un
rigetto fisiologico, non solo verbale, ma anche violento. Questo l’Italia lo
sta già provando sulla sua pelle, infatti, basta leggersi molti commenti che
appaino nella rete, gli italiani sono stufi e ne hanno le scatole piene a forza
di sentire la propaganda ideologica della lobby gay.
Ormai l’unica arma che rimane al Potere, non è quella di far rientrare le
acque dentro l’aveolo naturale del fiume, esondato a casua della propaganda, ma
inizare a denuciare o peggio, prendere a mangallenate chi sta cercando di
rinforzare gli argini con i sacchi di sabbia, prima che le acque e la corrente
travolga tutto e tutti.
Marco Bazzato
12.02.2014
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lunedì 10 febbraio 2014
Svizzera al referendum contro l’immigrazione, vince il sì
Finalmente l’Europa civile si sveglia, o almeno i cittadini del piccolo
stato elvetico, grazie ad un referndum, hanno detto sì al blocco
dell’immigrazione indiscriminata di massa , e adessp esultano le associazioni
per i diritti degli indigeni autoctoni, visto che costringerà il governo
centrale di Berna a mettere un freno all’importazione indiscriminata di “capi umani” da utilizzare, se tutto va
bene, come forza lavoro, oppure dediti al bighellonaggio o al brigantaggio,
come se ogni nazione non avesse già in casa a sufficenza ed è costretta a
tenerseli.
E l’Unione Europea si incazza, a torto.
Piangono anche i frontalieri italiani, perchè potrebbe significare che la
pacchia è finita, in quanto si arricchiscono in Svizzera, facendo poi signori
in Italia, visto che gli stipendi elevitici non sono da fame come quelli del
defunto Bel Paese.
Il feferndumSvizzero dovrebe, se i cittadini italiani muovessero la
chiappe, far aprire gli occhi, e la politica dovrebebbe cavalcare l’onda,
battendo il ferro finchè è caldo, per provare a proprre una cosa analoga in
Italia, sempre che non venga cassato in anticipo per incostituzionalità.
Perchè diciamocelo, gli itaani sono stanchi di veder “importati” africani
dall’Africa, e non solo, grazie ad una
politica sinistra e sinistroide, che ingrassa anche la Associazioni
caritatevoli di matrice cattolica, le quali lucrano sull’indutria
dell’immigrazione, che perennemente
grida, come la maschera di un circo:
“venghino signori, venghino,
in Italia c’e posto, vitto e alloggio gratuito, pagato dagli aborigieni locali,
che come buoi, devono solo tirare l’aratro, senza fiatare, altrimenti sono
nerbate spellapelle”
Gli elvetici, a differenza degli italiani e degli europei, hanno capito che
la libera circolazione è un conto, al massimo tre mesi, recita il Trattato di
Lisbona e poi, se non si ha lavoro, ci sta il diritto delle rispettive leggi
nazionali, di rispedire in patria, non solo i cittadini extraeuropei, ma anche
quelli eruropei, come hanno fatto i francesi con gli zingari rumeni e bulgari e
il termine zingaro non è eccezzione dispregiativa, visto che gli stessi
zingari, almeno quelli bulgari si definiscono tali, perchè così si chiama la
loro etinia. Ma in Italia il politicamente corrotto ha voluto negare a queste
persone il nome originario, sotituendolo
con uno politicamente (s)corretto.
Il punto essenziziale è che gli elvetici si sono svegliati, dicendo no
all’enorme business dell’immigrazione incontrollata, che arricchisce gli ultimi
vagoni dell’immenso treno del traffico di capi
umani, dove alla fine coloro che rimangono con il cerino acceso sono quelli
che vengono attirati fuori dai loro Paesi con vaghe promesse di lavoro e gli
autoctoni dei Paesi che sono costretti ad accoglierli, pena essere chiamati razzisti
e persone senza cuore, i qualicome contropartita di tanta generosità, fatta con
il culo altrui, si vedono ridotti i loro servizi, perchè le risorse economiche
vengono dirottate all’indutria (noprofit?)
dell’accoglienza.
E chi in Italia ha vavorito in tutti questi anni l’industria dell’immigrazione
indiscriminata?
Paradossalmente a differenza di
quanto potrebbe apparire, è stata proprio la Lega Nord e la defunta Alleanza
Nazionale, grazie alla famigerata legge Bossi-Fini!.Sì, perchè e la sinistra
questa volta aveva ragione, la Bossi-Fini è stata un freno legale alle
espulsioni immediate, in quanto ha permesso che i delinquenti, o anche
semplicemente coloro che non erano in regola, non importa se cittadini
comunitari od extracomunitari, a rimanere in Italia fino al termine delle
vicissitudini giudiziare, ossia fino a quando le sentenze non passavano in giudicato, ingrassando gli avvocati, pagati ancora dai cittadini
italiani, per via del diritto, legittimo, di patrocinio gratuito.
Per assurdo i maggiori colpevoli del sovraffollamento delle carceri sono
stati proprio i giacobini giustizionalisti di Lega e Alleanza Nazionale che
grazie alla Bossi-Fini, hanno defacto
aiutato a riempire ancora di più le patrie galere, mentre coloro che non erano
in Italia, rispettando i 90 giorni di libera circolazione, potevano essere
rispediti nei loro Paesi, con un biglietto aereo di sola andata, anche in prima
classe, gentilmente offerto dagli italiani e il costo sarebbe stato inferiore
rispetto ai miliardi di euro spesi nel corso degli anni per tenerli in Italia
in attesa di giudizio, per immigrazione clandestina, o dentro i Centri di
Identificazione e Accoglienza.
Il primo passo per smaltire tutte le
eccedenze di “capi umani” che
soggiornano illegalmente in Italia, non importa se entrati senza visto, in
quanto cittadini extraeuropei, o se cittadini europei che soggiornano fuori dal
loro Paese per oltre 90 giorni è proprio quello di cancellare dall’ordinamento
giuridico italiano la Bossi-Fini.
La Lega ogggi ha poco da fare propaganda a favore degli elvetici, perchè
gli elevetici non hanno avuto bisogno di una Lega Nord per svegliarsi, lo hanno
fatto da soli, e il fatto che adesso stia cercando di saltare sul birroccio di vincitori
elvetici, è un paradosso, proprio a causa dei danni che la Bossi-Fini ha causato al tessuto economico e sociale italiano.
Il referndum elvetico è una chiara dimostrazione che ci sono Paesi e
cittadini intelligenti, mentre, putroppo esistono Paesi governati nel passato e
nel presente e/o Istituzioni sovranazionali che sono di natura mendaci e contro gli stessi interessi
nazionali e sovranazionali, in quanto il
loro fine non è il benessere dei cittadini comunitari dell’Unione, ma
l’impoverimento e l’imbastardamento della
medesima.
Dopo più di duemila annni la locuzione latina “Divide ed impera” continua a mietere le sue vittime, la prima grazie alla Bossi-Fin, che almeno in Italia ha diviso e invertito e pervertito
il pensiero degli italiani.
Gli elvetici, in questo caso, non si
sono fatti soggiogare e adesso sono come sabbia bollente sullo scroto coperto
da lerci slip dell’Unione Europea, la quale farà il possibile per grattarsi i coglioni,
nella speranza di mandarli in suppurazione, costringendosi così ad
autoevirarsi, per paura che l’infezione batterica si diffonda come una sanissima e
vivivificante peste nera della ragione in tutti gli Stati membri dell’Unione Europe, Italia compresa.
Anche se ormai non siamo buoni nemmeno come una ruota di scorta, perchè bucata di cielo di terra e di aria e dal mare, come un colapaste colmo di vermicelli scotti.
Marco Bazzato
10.02.2014
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domenica 9 febbraio 2014
Il sindaco di Vigonovo denucia chi ha scritto: “Te taio ea testa coea motosega”.
Se non fosse una cosa apparentemente seria, una minaccia precisa e
immediata per l’incolumità fisica del Sindaco di Vigonvo, Damiano Zecchinato,
ci sarebbe solo da scompisciarsi dalle risate. (1)
– (2)
Eppure il Sindaco non ride affatto, anzi denucia il povero Cristo, S.M che
in un impeto lingustico dialettale ha scritto nella pagina Facebook di “Se sei di Vigonovo”, la seguente frase
in lingua volgare, ossia popolare:
“Quei del Comune no fa manutension ai arseri
e mi ghe buto via ea testa co ea motosega al Sindaco”, che tradotto in italiano corrente significa:
“Quelli del comune non fanno
manutenzione agli argini e io butto via la testa del sindaaco con la motosega”
Ora ci stanno due dilemmi amletici di fondo: il primo, non certo banale,
Vigonovo, a memoria d’uomo e distorico e il Sindaco potrebbe tranquillamente
andarlo achiedere alla bibliotecaria comunale, non ci sono mai stati tagliatori di teste, come nel Borneo di Sandokan, oltretutto armati di di motosega,
funzionante a miscela al 2% di olio, in stile
film splatter alla Cesar Romero, o del tipo: “Non aprite quella porta” o
all’italianissimo “Della Morte Dell’amore”
di Tiziano Sclavi.
Quindi acclarato che nella storia non ci stanno precedenti, sorge il
seconodo dilemma amletico, forse il più grave: l’antropologia culturale dei
veneti, non sololo dei vigonovesi.
Il termine “te sego via ea testa coea motosega”, “te tajo ea testa” e altre declinazini riferite alla decapitazione
meteforica è parte integrante del bagaglio culturale e
dei modi di dire tipici degli autoctoni di quella zona e di molti zone del
Veneto e di Vigonovo in particolare.
È un modo di dire che gli abitanti hanno sentito
pronuciare decine se nn centinania o
migliaia di volte e il Sindaco,
autoctono pure lui, lo dovrebbe sapere benissimo.
Il fatto che 27 persone abbiano
condiviso quanto scritto da S.M tramite il “like”
un detto tipico degli autoctoni vigonovesi
non è sinonimo di minaccia ma è condivisione un modo tipico di dire e di
esprimersi, certo all’apparenza rozzo, ma che nelle bettole e nelle osterie di
tutto il Veneto non viene interpretato come minaccia o come offesa, ma come un compendio
idiomatico della lingua veneta, ricca di espressoni colorite, non diverse di
classici evergreen “ma va in mona” o
dai più usati da quasi ogni fascia di età: “va in figa de to mare”, “to mare vaca”, “to mare putana” o la classica”chea
aputana de to mare”.
A questo punto sorge il dubbio
che gli avinazzati e gli strafatti di grappa siano più lucidi e sobri anche se apparentemente onnibultati
dall’alcol, in quanto
immediatamente, e senza bisogno di avvocati, sanno distinguere la realtà, gli intercalari lessicali, anche se privi di istruzione superiore od
universitaria, dalle minacce vere
e proprie.
Evidentemente questa distinzione e questa
ragione in certi luoghi, in alcuni,non avviene se si è sobri, anzi, sembrerebbe
che la sobrietà in casi singolari ne alteri la percezione, propendendo ad astrzioni mentali, prendendo
decisioni che, seppur legittime, contrarie alla storia, all’antropologia
culturale stessa.
La lingua veneta è fatta anche di
queste bassezze espressive locali, alcune divenute patrimonio lingustico
nazionale, che nel normale inguaggio amicale, all’inteno di un gruppo ben
consolidato, e di un contesto
sociale, sono intese non come offese, ma come un intercalare, al pari della bestemmia, dove
come diveva Marco Paolini in Vajont:
“...Ma è ovvio, le osterie
sono un parametro fondamentale della qualità della vita, per piacere..Le
osterie spesso cosa sono? Una parte della casa, con la stufa, il bottiglione.
Uso libero e indiscriminato dello stesso. Nelle osterie si gioca, si discute e
si bestemmia con una regolarità impressionante. Tanto che i due parroci hanno
rinuciato ad estirparle. Dice che esula dalla missione pastorale. Ma è vero. A quel punto la bestemmia non centra più niente con la relgion. Centra
con la sintassi. Essa sostituisce tutti gli articoli e le congiunzioni tra una
parola e l’altra. Cavi la bestemmia e non scorre più il discorso. Ipocriti...
I cittadini vigonovesi e del
circondario dovrebbero esprimere solidarietà a chi ha scritto la frase e i relativi ventisette “Like” al vaglio degli organi inqurenti, perchè
secondo la legge al momento sono tutti da considerarsi non coplevoli fino a
sentenza definitva. Poi perchè è
chiaro oche il denunciate in
questo caso è lacunoso, o se di sua
conoscienza, ha scelto volutamente, come suo diritto, di ignorare, i
concetti di antropologia culturale linguistici e socilogici, tipici di alcuni vigonovesi, i quali portatano avanti la tradizione lessicale idiomatica e detti dei loro
nonni e bisnonni. L’ignorare non è una colpa, sia ben inteso,ma in questo caso è un dato oggettivo, ha dimenticato
le origini ruspanti del popolo veneto, tipiche per assurdo proprio del leghismo prima maniera, forse anche per via degli scanali che nanno
portato il partito a diventare l’ombra si se stesso, perdendo voti ed
elettorato su scala nazionale e regionale e in codesto frangentente quello del suo
concittadino.
È difficile se non impossibile altresì esprimere al momento solidarietà
anticipata al Sindcaco, Damino Zecchinato,
per un motivo semplice: al momento non esiste nessuna sentennza di
conanna passata in giudicato, da parte della Giustizia che quanto è stato
scritto da S.M.e avvallato tramite “Like”
dagli altri ventisette, denuciati, a spese del Comune di Vignovo, come
prescrive la legge, da parte del Sindaco, Damino Zecchinato, siano colpevoli di
qualcosa. Quindi, nessuna sentenza passata in giudicato, come vuole il
garantismo di cui la politica specie di centrodestra, è sempre stata paladina,
alla faccia di determinate volontà giacobine della Lega.
I cittadini dovrebebro essere
solidali con i ventotto denunciati
perchè la denuncia, si ribadisce
legittima, del Sindaco, è un attacco alla cultura locale del
paese e della regione,dove in questi caso andrebe salvagurdata e non demonizzata, in quanto parte integrante del patrimonio
linguistico dei nostri avi.
Se il tutto viene letto alla luce di questa chiava
interpetativa, decade il senso stesso della denucia, perchè si evince che la frase
incriminata era ed è un semplice intercalare linguistico, come il classico
romanesco”ma va a morì ammazzà” o al
classico veneto “mori da un colpo” o “te
copo” che molti genitori hanno spesso proferito contro i figli, non importa
se di minore o di maggiore età, senza che poi questi ultimi siano corsi a
denuciare il tutto alle forze dell’ordine..
La cosa che alla fine che amareggia e che l’espressione idiomatica
attenzionata dagli organi inquirenti è scaturita dal dissesto idrogeologico del
paese, dove gli arggini dei fiumi, a detta dei vigonovesi, da anni non vengono
puliti in modo efficace, a causa di un rimpallo di resposabilità, dove la loro
mantenzione è demandata, a seconda dei punti in cui questi si trovano, ad enti
diversi, ma dove bene o male sembra che alla fine tutti rispondandano con il
tipico: no ghe xe skei” Non ci sono
soldi!
Ora però i cittadini vigonovesi hanno il diritto id chiedersi se è giusto che debbano ancora essere
costoro, che con le loro tasse comunali dovranno pagare indirettamente le spese processuali di
della denucia fatta dal Sindaco, o se non era il caso, vista la situazione di
crisi economica in cui molte famiglie riversano, che sarebbe stato più accorto
utilizzare questi denari per aiutare anche simbolicamente i cittadini più
deboli,?
Perchè non è detto che se anche ci fosse una sentenza di condanna, che poi il Comune riesca a
recuperarele somme spese e sempre in caso di condanna, anche risarcitoria, se i
danni morali saranno introitati tra
qualche anno dal futuro ex Sindaco,
oppure se entreranno nelle casse comunali?
I cittadini vigonovesi hanno il diritto di porsi queste domande, avendo se
possibile, delle rispose chiare ed univoche.
Marco Bazzato
09.02.2014
(1)
http://www.gazzettino.it/NORDEST/VENEZIA/minacce_facebook_Sindaco_vigonovo_damiano_zecchinato_denuncia/notizie/508684.shtml
(2) http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2014/02/08/news/minacce-su-facebook-zecchinato-ne-querela-28-1.8622411
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