venerdì 12 aprile 2013

Carni di cani e di gatti nei cibi confezionati


Se la notizia fosse finalmente vera, la popolazione europea si troverebbe innanzi a una rivoluzione copernicana, per quanto concerne l’alimentazione umana e non.

Lo riporta in modo diametralmente opposto Giornalettismo, che riprende la notizia dal quotidiano Libero (1), il quale secondo cui sotto la dicitura  “carne non identificata nei cibi da asporto” si potrebbe nascondere una “contaminazione” a base di carne di cane e gatto,  “contaminazione” non dissimile a quella equina, che ha visto coinvolte varie multinazionali del settore pochi mesi fa, senza cagionare alcun danno alla salute umana, ma creando un gigantesco spreco, e danno economico per il settore, visto l’errore veniale della mancata dicitura della presenza di carne equina nelle confezioni in oggetto.

È da tenere presente che tutto l’articolo ripreso da Libero è al condizionale, quindi non ci sarebbe alcuna certezza circa l’eventuale presenza reale di carne di cane e di gatto, provenienti dalle 62 mila tonnellate di carne esportata dall’Olanda verso l’Italia.

Ma se anche fosse così, questo starebbe solo a significare che gli olandesi, assai più pragmatici e meno sempliciotti degli italiani, hanno deciso in modo subliminale che, in vista di probabili carestie di carne di manzo o di porco, non sarebbe stato sbagliato far abituare, con quantità omeopatiche, partendo proprio dall’Italia, al consumo bilanciato ed equilibrato di bocconcini di cane di cane o gatto, mescolandoli con altri tipi di carne, destinata al consumo umano così per quello animale.

Se la notizia fosse vera e venisse confermata dalle analisi, sarebbe un chiaro segnale che volge verso un pragmatismo economico che mira soprattutto a ridurre i costi sociali dello “stoccaggio” di animali da compagnia abbandonati dagli ex animalisti pentiti e che costano vagonate di soldi alle casse statali, regionali e comunali. Denari che giungono anche alle associazioni animaliste senza fini di lucro, sottoforma di finanziamenti per mantenere lo “stoccaggio” degli animali da affezione nelle strutture idonee. Euro che, volenti o nolenti, vengono rubati dalle tasche dei cittadini dalle varie pubbliche amministrazioni, per darli, anche se in minima parte alla massoneria animalista.

La logica olandese, se fosse confermata, il paese dei tulipani verterebbe verso il rendere desueta la vetusta Convenzione Europea sugli animali da compagnia, approvata il 13 novembre del 1987 (2), che all’Art. 11 – uccisione, non manifesta alcuna riserva esplicita o implicita contro la macellazione di cani e gatti, destinati al consumo alimentare di esseri umani e non, rendendola quindi legalmente possibile, a meno che non esitano singole leggi nazionali, le quali però potrebbero essere in contrasto la Convenzione stessa. Quindi, usando i servigi di ottimi avvocati profumatamente pagati dalle multinazionali della carne, questi potrebbero forse far aprire delle procedure di infrazione alle Convenzione comunitaria, in quanto difformi alla Convenzione stessa.

Poi alla fine rimarrebbe da vedere se l’eventuale presenza di “carne non identificata nei cibi da asporto” andrebbe a violare le normative comunitarie e/o le singole legislazioni dei Paesi membri, anche se potrebbe essere possibile sfruttare un certo range di discrezionalità, in rapporto alla quantità di carne di cane o gatto presente, rendendo così legale la commercializzazione e il consumo nell’alimentazione umana e non.

Superati tutti questi ostacoli burocratici, rimarrebbe lo scoglio più difficile da affrontare: il condizionamento sociale perpetrato negli ultimi decenni dalle campagne animaliste, che mirano a manipolare il pensiero logico-razionale degli italiani e non solo. visto che si tratta di una pandemia mondiale, che gli animalisti stanno cercando di diffondere come un virus mortale per la ragione anche nei Paesi dell’Asia  Orientale e dell’Oceania (3), nel nome degli interessi multimiliardari che gravitano, a livello planetario, attorno al commercio, la vendita, l’utilizzo di animali da affezione.

Oltre a ciò, non va dimenticato nel computo le centinaia di miliardi che ruotano, a livello globale, attorno alle strutture di “stoccaggio” di cani e gatti abbandonati,  arrivando a sfruttare soggetti emotivamente e psichiatricamente fragili che lavorano gratis, acquistando cibo per animali, pagandolo di tasca propria, mentre i vertici del Gotha Massonico dell’Animalismo mondiale (4)  si arricchiscono alle loro spalle.

Nel caso passasse la possibilità legale di macellare e distribuire cane o gatto sottoforma di “carne non identificata nei cibi da asporto”, una fetta del giro d’affari globale verrebbe a mancare, finendo nelle tasche delle multinazionali del settore alimentare e della ristorazione.

Questo danno economico che coinvolgerebbe l’intero pianeta, le associazioni animaliste, usando a loro vantaggio decenni di manipolazioni orwelliane, non lo potranno accettare e faranno il possibile per mettere in prima linea i prezzolati di questa lobby massonica globale,servi  consapevoli e non, che sfruttando bambini e cuccioli, faranno quanto è nelle loro possibilità, per dare via a rivolte sociali “pacifiche” e mediatiche, vedi Grenn Hill sotto attacco del “terrorismo animalista” (5),  in quanto l e,mssa non comprenderanno saranno manipolate dalle lobby massonico-animaliste, le quali vogliono mantenere il controllo sui guadagni, attraverso tutti i rivoli possibili e inimmaginabili, dello sfruttamento per fini economici degli impropriamente detti, come da dicitura legale,  “animali da compagnia.”

È ora di ribellarsi!

Marco Bazzato
12.04.2013


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