sabato 27 aprile 2013
Famiglie gay in Francia, Putin: «Non avrete mai i bambini russi»
Titola il quotidiano Libero nella
versione online: Famiglie gay, Putin
avvisa: non avrete mai i bambini russi” (1).
Finalmente l’anziano orso
comunista si è svegliato dalla letargia in cui la Russia era sprofondata dopo
la caduta del muro di Berlino nel 1989. Putin, amico fraterno di Silvio
Berlusconi, da buon ex capo del KGB, servizio segreto di sovietica memoria, ha
ribadito che intende rinegoziare, anche unilateralmente, l’esportazione in
Francia di orfani, in quanto questi potrebbero essere adottati dalle “famiglie”
gay, dove con una legge arbitrariamente fascista da parte del pseudo comunista
Hollande, con un colpo di mano parlamentare ne ha sancito non solo la liceità
di contrarre licenza matrimoniale, m che persone diverse dall’eterosessualità
possano adottare, come singoli o in “coppia” dei minori, solo per cercare di
rendere più mite quell’orgoglio gay,
che il dizionario della lingua italiana definisce come: “1 Esagerata valutazione dei propri meriti e qualità per cui ci si
considera superiori agli altri in tutto e per tutto.”
A Parigi, in seguito alla
decisone arbitraria del governo e del Parlamento, che non voluto tenere
presente le diverse sensibilità culturali della maggioranza dei francesi, ha
costretto i partigiani contemporanei transalpini, ad abbandonare
momentaneamente i loro aventini, per scendere in piazza, dove sono stati
affrontati e malmenati dai gendarmi (2),
che sembravano i diretti discendenti dei soldati al soldo del novello Luigi XVI (3), solo perché
metaforicamente gridavano “La famiglia
naturale è composta da un uomo e una donna e dai figli, non importa se naturali
o adottati” e randellati perché il grido non era politicamente (s)corretto,
neutro, incolore, o al massimo del colore di un arcobaleno slavato e insipido.
Perché Putin ha fatto bene a
dichiarare di voler rinegoziare l’export degli orfani verso la Francia? Anzi, andando
con ordine: perché i francesi dovrebbero importare bambini orfani dalla Grande
Madre Russa? (4).
Le cose son due: o in Francia non
si sono orfani e minori da adottare, almeno quelli in tenerissima età, in
quanto le future madri preferiscono “ammazzarli”
in grembo, tramite la legittimità dell’aborto, oppure le “confische” di minori
da parte dello Stato per riassegnarli ad altre famiglie, sono inferiori alla
domanda.
Alla fine però potrebbe anche essere che, come
in Italia, la “custodia giudiziaria” di infanti , impuberi e adolescenti, fino
al giorno prima della maggiore età, da
parte degli ex orfanotrofi, denominati “Case famiglia”, è un business che,
secondo alcune stime dovrebbe fruttare ai “tenutari” mediamente 95 euro al
girono a capo. Infatti i costi variano dai 70 ai 120 euro al giorno (5).,
se sono “Case famiglie” bettole o a più di tre stelle.
È chiaro che una “Casa famiglia”,
che ha a rotazione costante anche solo venti bambini, avendo lo stesso numero
di capi nell’arco di 365 giorni l’anno, si porta a casa 1900 euro al dì, 570.000
euro ogni mese, per un totale annuo di 6.840.000 euro. Quindi si da per
assodato che anche pagando affitti, luce, acqua, telefoni, vestiti, cibo,
manutenzione, psicologi, dipendenti fissi e e/o a contratto, pulizie dei
locali, varie ed eventuali, venti minori non costino quasi 7.000.000 di Euro l’anno,
generando ampi margini di lucro e forse anche
“di ruote oliate per tutti” per continuare a mantenerli costanti o in crescita nel corso
degli anni.
Per questo, nel nome del diritto
dei minori, dicono, le adozioni entro i vari territori nazionali sono difficili
e complesse e gli aspiranti genitori che ci hanno provato, riuscendoci,
conoscono le trappole burocratiche e i tranelli a cui sono sottoposti, non per
il bene della “merce” dichiarata cedibile, pardon adottabile ma perché questa
merce umana, al pari degli “schiavi”,
non sono altro che galline dalle uova d’oro, delle cornucopie o dei pozzi di
San Patrizio a cui attingere a piene mani, dove il connubio legale tra leggi
dello Stato e ostruzionismo per futili motivi di psicologi e assistenti sociali
rende una corsa ad ostacoli estenuante “la cessione del minore”,alle famiglia che
vorrebbe, tramite lo scarico delle “merci
in vendita”, prenderlo nel libro di carico delle “merci acquistate”.
Quindi, pagando, per risparmiare stress, tempo
e nervi, si preferisce rivolgersi al mercato delle adozioni internazionali,
importando nei Paesi ricchi, minori provenienti da Paesi poveri o in via di
sviluppo che non vedono l’ora, mancando anche leggi, strutture adeguate e/o la
cultura dell’aborto, di smaltire le eccedenze di produzione di minori, “vendendoli” all’estero, ossia
dichiarandoli esportabili, tramite l’adozione internazionale.
Putin (6)
e la Russia in questo particolare mercato non hanno bisogno di rinegoziare
nulla a riguardo l’esportazione di minori verso i Paesi occidentali, ossia nei “mercati”
stranieri che rilasciano licenze matrimoniali, permettendo così di riflesso l’adozione
a diversità non eterosessuali.
Alla fine basterebbe che la
Russia facesse una semplice aggiunta nelle pratiche di “cessione estera”, ossia
di adozione, basandosi sulle proprie leggi, inserendo per i single la casella
da barrare che indica l’orientamento sessuale del candidato o della famiglia
che vorrebbe importare nel proprio Paese un minore. Anche se nel semplice caso
della “famiglia” sarà logico che quando si presenterà una “coppia di coniugi”
composta da due maschi o da due femmine, la pratica di export, non venga presa
in considerazione. Esattamente come
avviene oggi e si auspica anche n futuro in Italia con le licenze matrimoniali
rilasciate all’estero – vedi l’ex parlamentare Anna Paola Concia con la sua
compagna tedesca (7)
– in quanto quella licenza in Italia è un pezzo di carta senza valore per la
trascrizione presso il comune di residenza dei due “coniugi”.
Alla fine non è necessario
scimmiottare la Francia e i galletti francesi per essere una nazione civile.
Marco Bazzato
27.04.2013
(1)http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/1231735/Famiglie-gay-in-Francia--Putin-avvisa--non-avrete-mai-i-bambini-russi.html
(2) http://www.liberoquotidiano.it/gallery/1230246/Parigi-dice-si-alle-nozze-gay----scontri-in-piazza-e-baci-in-strada.html
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