giovedì 28 marzo 2013
L’animalismo pasquale istiga all’antisemitismo?
Premetto che non mangio carne
d’agnello non per motivi ideologici, ma semplicemente perché non mi piace. Da
carnivoro nutro rispetto per quelle culture e religioni, partendo
dall’ebraismo, passando per il cristianesimo e arrivando all’islam, che
annoverano certi tipi di piatti nelle loro cucine tradizionali e/o festività
religiose, o preparati laicamente in tutti gli altri giorni dell’anno,
rispettando nel contempo, laici, agnostici e atei che sentono nel consumo di
qualsiasi tipo di carne, una necessità fisiologica inscritta nell’uomo dalla
natura stessa, traendone beneficio proteico e soddisfazione psicofisica.
Ed è sulla base di questa
premessa che la società civile, specialmente quella che affonda le sue radici
nelle tradizioni religiose giudaico-cristiane, che dovrebbe indignarsi contro i
movimenti animalisti, in quanto tentano di strumentalizzare con la loro
ideologia reazionaria anche le parole di Papa Francesco, facendo tra l’altro il
possibile per danneggiare, in un periodo di depressione economica, le avvizzite
casse degli allevatori di carne, in questo periodo pasquale,, che cercando di
incentivare, tramite un boicottaggio non dichiarato di matrice pseudo cristiana,
il consumo di carne di agnello.
Il tutto parte dai una articolo
trovato in rete, dal titolo:
“Pasqua, animalisti a San Pietro, basta strage agnelli, non è
cristiano” (1)..
Già dal titolo si parte con la
manipolazione della storia religiosa anche delle radici giudaico cristiane del
cattolicesimo romano e del cristianesimo, nelle sue diverse componenti
planetarie.
Joshua, nome comunissimo all’epoca,
questo è il vero nome di Gesù,era un ebreo, partorito da madre ebrea, vergine, figlio, secondo
la tradizione Cristiana, del Dio di Israele e che stando quanto scritto nei Vangeli, questi
confermò a Caifa, Sommo Sacerdote, nell’interrogatorio avvenuto dopo l’arresto
nell’orto dei Getsemani,, in seguito del tradimento di Giuda Iscariota, voluto
e/o accettato da Dio, operato per mezzo
di Satana.
Ed è sulla base di questo che va
ricordato che Joshua per 32 anni, ha seguito la tradizione degli anziani, visto
che anche leggeva e commentava la Torah,, ossia i Rottoli della Legge, nelle
Sinagoghe o nel Tempio, dove tra gli altri testi sacri ci sta anche il Pentateuco,
con è scritta la narrazione dell’Esodo
verso la Terra promessa, Israele:
“l Signore disse a Mose e ad Aronne nel
paese di Egitto: «Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il
primo mese dell’anno. Prendete tutta la comunità di Israele e dite: Il dieci di
questo mese ciascuno di voi si procuri un agnello per la famiglia, un agnello
per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per consumare un agnello si
assocerà al suo vicino, al prossimo della casa, secondo il numero delle
persone, calcolerete come dovrà essere l’agnello, secondo quanto ciascuno può
mangiare.” Esodo,
12, 1-4.
Quando Joshua di Nazareth si è
recava a Gerusalemme, ci andava anche per celebrare in primis la pasqua ebraica
e l’Alleanza che Dio aveva stretto con il popolo di Israele. Infatti una delle frasi pronunciate nell’”Ultima
Cena”, istituendo l’Eucarestia fu questa:
«Ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, fate questo in
memoria di me.»
conscio che ci sarebbe stata la
morte in croce. Con questa frase Joshua non ha annullato Alleanza, fatta da Dio
con Mosè sul Monte Sinai, e con il suo popolo, a favore della Nuova Alleanza, instituita
durante l’Ultima Cena, ma l’ha integrata – “Non
sono venuto per abolire, ma per dare compimento” Mt. 15, 17 – creando un
legame di continuità, grazie o nonostante le differenze, religiosamente e
tradizionalmente indissolubile.
Ed è alla luce di questo legame che Giovanni
Paolo II, durante la sua storica visita alla Sinagoga di Roma, chiamò gli ebrei
“I fratelli maggiori!”..
E alla luce del paragrafo predente che l’attacco reazionario alla
tradizione ebraico-cristiana, potrebbe anche essere considerato come un
atteggiamento antisemita, in quanto contro anche la tradizione di Pesach, la Pasqua ebraica, che
quest’anno inizia il 26.03 e termina il 02.04, che come per quella cristiana,
contempla la consumazione di carne di agnello, secondo i dettami e le modalità
delle rispettive tradizioni religiose. Ma gli animalisti non hanno avuto il
coraggio di andare a manifestare apertamente contro la medesima tradizione,
innanzi alle sinagoghe o davanti all’ambasciata di Israele. Per questo forse usano “l’attacco indiretto”,
recandosi a Piazza San Pietro, perché il cristiano porge l’altra guancia, fino
a quando non muore perché gli viene spezzato l’osso del collo a suon di
ceffoni.
I fautori della protesta, prima
di andare sotto le finestre di Papa Francesco, se cattolici-cristiani,
avrebbero dovuto ripassarsi le Sacre Scritture, in modo da non fare propaganda e proselitismo settario, altamente
fuorviante, passando da ignoranti matricolati, circa i dettami basici del cristianesimo,
traviando i fedeli,, con“pensieri, parole
opere e omissioni”, dove oltre che
essere anticristiane, a causa di un ideologia di matrice fondamentalista, sono false e nemiche non solo della tradizione
giudaico-cristiana ma anche
dell’industria zootecnica e della filiera legata alle carni di animale,
l’agnello in questo particolare momento., animati dalla volontà pervicace di
incrementare la crisi ad un settore che da lavoro, tra diretto e indotto, a
centinaia di migliaia di persone, solamente in Italia.
E se sono agnostici, razionalistici, laici,
atei o semplici animalisti mal scolarizzati, sarebbe bene che si informassero –
oppure avrebbero dovuto nuotare entro il loro stagno – circa i gusti alimentari
di Joshua di Nazareth, che non ha mai disegnato la carne, essendo un piatto tipico
della cultura ebraica di allora così come nell’ebraismo contemporaneo.
Gesù poteva essere tutto, ma non era un fanatico
animalista. Infatti in tutto il Pentateuco per gli Ebrei, Antico Testamento,per i cristiani, partendo dal sacrificio che Abramo doveva fare
al Dio di Israele, offrendo in olocausto suo unico figlio Isacco, ma Dio
vedendo la fedeltà di Abramo gli comandò di offrirgli in olocausto un ariete
impigliato in un roveto Genesi, 22, 1-13, o come sta scritto nel Levitico: 3, 1-17, e in
particolare il versetto 5 che dice: “I figli di Aronne lo bruceranno sull’altare, sopra
l’olocausto, posto sulla legna che è sul fuoco: è un sacrificio consumato dal
fuoco, profumo soave per il Signore”.
Così come nel Nuovo Testamento, con
la parabola del Figliol prodigo,
quando al ritorno di costui, il padre ordina di macellare il vitello grasso,
nonostante che il secondogenito avesse dissipato tutta la sua parte di eredità,
tornandosene alla casa del padre, pronto a essere il più umile tra gli umili
dei suoi servi. Fedi Luca, 15,11-32.
Ormai è chiaro l’intento
animalista: traviare le coscienze poco istruite a riguardo i temi religiosi,
manipolando il contesto storico dei testi ritenuti sacri dalle due confessioni,
quella ebraica e quella cristiana, dando un immagine del cristianesimo e del
cristiano, contestualizzandola solo all’interno della realtà contemporanea, e
non in Eterno Presente, , per dare un immagine difforme anche alla luce della
Torah , dell’Antico e del Nuovo Testamento.
Mentre, per essere oggettivi,
l’eventuale invito a non consumare carne dovrebbe essere slegato dalla fallace
e volutamente malevola manipolazione dei Testi Sacri, ma portando argomenti che
forniscano una base scientifica oggettiva, scevra dall’intento palese o occulto
di danneggiare non solo delle culture religiose, ma anche il tessuto zootecnico,
già pesantemente compromesso dalla crisi economica.
Termino con una nota personale:
augurando buona Pasqua a tutti i cristiani, i cristiani ortodossi la
festeggiano il 5 maggio e agli ebrei per il loro Pesach già iniziato, che terminerà il 02 aprile.
Marco Bazzato
28.03.2013
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