mercoledì 20 marzo 2013
Il Parlamento cipriota boccia il prelievo forzoso!
La codardia dei parlamentari
ciprioti è un attacco senza precedenti ai voleri del FMI, della BCE per far
felici le banche creditrici europee che hanno sbagliato gli investimenti finanziari.
In fin dei conti ai ciprioti si
chiedeva una miseria: il 6,75% per i depositi fino ai 100 mila Euro e del 9,9%
per quelli eccedenti, magari applicando una franchigia di 20 mila euro. Ma
nisba. I parlamentari, vili, hanno detto di no, sbattendo la porta in faccia ai
creditori, che per 10 miserabilissimi miliardi di euro, ne chiedevano
sull’unghia, 5,8. Guarda caso è proprio la somma che sono esposte verso Nicosia
le banche tedesche. Ergo: i tedeschi volevano i soldi sull’unghia e per questo
il dinego gli ha fatti incazzare quasi come vipere.(1).
Ma l’atto di codarda generosità
dei politici ciprioti non è stato commesso per far piacere al popolo cipriota.
Quelli, come ogni Paese, possono tranquillamente scannarsi tra di loro,
cannibalizzarsi, squartarsi, come sembra stia accadendo in Grecia. No, la
vigliaccheria dei parlamentari ha un nome: gli imprenditori russi che
utilizzano la piccola isola come Paradiso fiscale e quindi il prelievo forzoso
avrebbe “impoverito” del 9,9% i milionari in euro, non certo il popolino.
Perché alla fine non erano i “piccoli espropri” visto che se si incazzano le
masse, quelle sono pecore belanti e piagnone, ma sono i milionari quelli, che
in ogni Paese, tengono tra le mani le palle dei politici…
L’Italia, visti i precedenti con
Giuliano Amato del 9 Luglio 1992, quando questi si accontentò di un prelievo
forzoso pari al 6 per mille, una miseria, se paragonata a quanto chiesto e/o
imposto dall’Unione Europea, leggesi Germania, a Cipro.
Comunque se adesso godiamo per il
coraggio di Nicosia a dire di no alla rapina a mano armata europea nei conti
correnti ciprioti, gli italiani devono mettersi il cuore in pace. In caso di
governo Bersani, questi da buon lacchè, assieme a Vendola e Monti, non avranno
alcun timore nel depredare – legalmente (?) – le tasche degli italiani, visto
che gli italiani tutt’ora, fonti BCE, riescono, nonostante tutto, a
risparmiare, avendo il gruzzoletto,magari improduttivo o infruttifero, in
banca. Ma che vista la cristi ogni giorno che passa si assottiglia sempre più e quindi sarebbe giusto affrettarsi. Perché
i politici italiani e banchieri europei non riescono a comprendere perché una
tale massa di denaro debba rimanere inerte e non rimessa in circolazione, togliendola
ai legittimi proprietari, per ridistribuirla alle banche straniere che ne hanno
bisogno, perché esposte con Titoli di Stato di Paesi privi di solvibilità.
Negare questo sarebbe come negare il cibo ai poveri, sputandoci addosso.
Sarebbe come togliere ossigeno a una vittima – la banca – che sta per essere
stozzata dall’acquisto esagerato di Titolo di Stato considerati ora carta
straccia, prendendo a calci le istituzioni finanziarie che tendono le grinfie
affamante verso i conti correnti in attivo italiani e non, per sanare le profonde
ferite dei bilanci e dell’imperizia
gestionale delle risorse finanziarie.
Cipro, se i parlamentari fossero
stati più coraggiosi, sarebbe stato un ottimo terreno di cultura per la
sperimentazione, prima in piccola scala, ossia su un totale di un milione di
abitanti dell’isola, di quello che poteva diventare uno standard FMI-UE-BCE,
accettato e/o imposto a tutti i Paesi con un’esposizione di debito troppo
elevata nei confronti delle banche estere.
Purtroppo, per ora, la cosa non è andata a
buon fine. Ma non è detto che, con le adeguate pressioni, i parlamentari non si
pieghino, come del resto ha fatto la Grecia, agli ordini tedeschi delle banche
creditrici.
Ed è luce dei fatti ciprioti, he l’ articolo “I risparmi italiani sono al sicuro nelle
banche?” (2)
datato 09.11.2011, sembrerebbe quasi profetico, visto quanto si voleva che
accadesse a Cipro e che quasi sicuramente potrebbe avvenire, con l’avvento di
un governo, non importa se di centro sinistra o di centro destra, in Italia,
nel volgere di pochi mesi, specie quando tutti gli indicatori economici volgono
non verso la ripresa, ma nemmeno verso la crisi, ma verso una vera e propria
depressione endogena , endemica e pandemica.
Ma i conti del debito pubblico
italiano che ha sfondato quota 2 mila miliardi (2.000.000.000.000, di Euro, vale
a dire , 387.254.000.000.000.000 delle vecchie lire), il Paese potrebbe sanare
una parte di debito con un prelievo forzoso su tutti i C/C bancari, Postali,
Bot e Azioni, detenuti dai privati cittadini e dalle ditte individuali,
calcolandoli nel caso di ditte come costi indetraibili, pari al 15%, perché
automaticamente il debito italiano scendesse sotto il 100%,(3).
Dove però l’impoverimento del
Paese e degli italiani sarebbe doppio in quanto, oltre al calo immediato, per
via dell’esproprio dai conti correnti del 15%, non va dimenticato che
salterebbe fuori immediatamente un secondo 15% in più di sofferenze bancarie,
che andrebbero a bloccare ancora di più la possibilità di erogare prestiti alla
piccola e media impresa, mettendola dentro una spirale depressiva la cui via
d’uscita forse potrebbe essere visibile tra non meno un decennio.
Ma questo sarebbe un modo
“indolore”, ossia senza utilizzare l’esercito e la violenza, per rendere il
Paese schiavo e i cittadini servi. E giunti alla situazione economica da canna
del gas, forse la cosa migliore, come dice il Movimento Cinque Stelle, sarebbe
quella di uscire dall’Euro, lasciando che affondino, pur che l’Italia si salvi,
le altre banche straniere, tedesche per prime, che anche in questo caso, sono
tra le più esposte con i Titoli di Stato
italiani…
Perché se l’interesse prioritario
dei tedeschi è quello di salvare il loro sistema bancario ed economico e il
benessere dei cittadini, per quale motivo l’Italia e gli italiani non
dovrebbero avere lo stesso diritto al pari dei tedeschi?
Giunti a questo punto l’effetto
domino sul sistema bancario e finanziario internazionale sarebbe la cosa più
auspicabile per i Paesi “ricchi…”., perché porterebbe a un livellamento verso
il basso dei tenori di vita europei ma non solo, equiparandoli quasi ai Paesi in
via di sviluppo.
A oggi i mercati finanziari
internazionali e le economie reali, quelle che riescono a fare un PIL non
negativo, si reggono in piedi per il rotto della cuffia. Mentre le economie
come l’Italia che hanno una crescita del PIL negativa, ossia in recessione
secondo gli ottimisti, depressione secondo di realisti, avrebbero il sacrosanto
interesse a trascinare nel baratro le
presunte economie forti.
Un Paese che si è impoverito i cittadini sanno
già a fare i conti con la povertà e con il crollo sia dei consumi sia delle
necessità ludiche. Ma una nazione che
rischia di perdere tutto, perché potrebbe passare dal benessere alla povertà, è
più incline al terrore sociale e ai colpi di matto e quindi è più
controllabile. Quindi, se l’Italia e la politica italiana fosse intelligente,
potrebbe usare come cavallo di Troia o Ariete lo stesso sistema utilizzato dall’Unione
Europea, BC e FMI contro la Grecia e la Spagna, girando il coltello dalla parte
del manico, uscendo dall’euro e non onorando, come ha fatto Argentina e
Islanda, il debito estero e lasciando mezzo mondo con le pive nel sacco, avendo
tra le mani inutili fogli di carta straccia di titoli di Stato.
Marco Bazzato
20.03.2013
(1)
http://www.repubblica.it/economia/2013/03/19/news/l_europa_scarica_la_patata_bollente_a_nicosia_voto_in_parlamento_maggioranza_a_rischio-54871941/?ref=HRER2-1
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
.Visto il barbarismo espressivo di qualche utente anonimo, i commenti potranno essere moderati e/o rimosssi a insindacabile giudizio..
Il titolare del blog declina qualsiasi responsabilità civile, penale per i contenuti dei commenti dei lettori, in quanto unici titolari, che se ne assumono la completa paternità e con l’invio del post, dichiarano implicitamente compreso quanto sopra