giovedì 3 settembre 2009

Vaticano: Feltri crea il caos


Si è vero. Feltri crea il caos. Come un magma primordiale, il direttore de Il Giornale sta lanciando i suoi soffi sulfurei, senza preoccuparsi, come la storia dello Stato Pontificio insegna, di quante vittime colpevoli o innocenti possa causare. Ma va bene così. Non importa quali siano le vere motivazioni che spingono il Feltri a caricare a testa bassa, accusando la Gendarmeria Vaticana d’essere l’autrice della velina anonima allegata alla sanzione pecuniaria a cui è stato condannato Dino Boffo. Quello che conta è che il Vaticano sia infuriato, arrabbiato, fuori – come direbbero dalle loro parti – dalla grazia di Dio e che stiano cercando d’allontanare da loro gli schizzi che imbrattano sia le divise delle Gendarmeria Vaticana, sia gli abiti talari dei sacerdoti-peones come di Vescovi e Cardinali.

Se il disegno feltriano è quello di indebolire la credibilità dello Stato Città del Vaticano, colpendo prima il direttore del giornale della Cei, Dino Boffo, e successivamente spostando il tiro direttamente, accusando la Gendarmeria di San Pietro, la minuscola cittadella teocratica del cattolicesimo, ci sta riuscendo, ameno a livello tattico, sebbene si possono avere dei forti dubbi sulla riuscita a livello strategico e sul lungo perido.

Cosa può fare il Vaticano effettivamente innanzi a questo presunto attacco contro la sua “integrità morale, nota a tutti sin dal tempo della caccia alle streghe, al caso Galileo, all’arrostimento di Giordano Bruno, alla messa all’indice, da parte del Sant’Uffizio, dei libri proibiti, giungendo fino agli ultimi scandali dei preti pedofili d’oltreoceano, che ha fatto dello Stato Pontificio prima e dello Stato Città del Vaticano, con monsignor
Paul Marcinkus in testa uno dei capisaldi dell’integrità etica e morale della Santa Chiesa Cattolica e Apostolica?

In molti sperano che dopo questo scandalo il Vaticano faccia carta straccia del concordato, che ritiri i suoi Ambasciatori dallo Stato italiano, che riporti entro le sue mura tutti i preti, suore e frati, rimanendo così – sorriso – pigiati come sardine.

L’ex Stato Pontificio non farà nulla di tutto ciò. È troppo attaccato alla pecunia italica che i “fedeli” versano ogni domenica e in tutte le feste comandate come obolo, è troppo attaccato all’otto per mille che gli incauti ogni anno firmano e il cui 80% invece d’andare a finire per opere di bene, serve a mantenere la macchina burocratica ecclesiastica, tramite il sostegno alla loro forza lavoro: il clero. Il Vaticano non rinuncerà ad avere – dopo il caso Feltri – i professori di religione assunti dallo Stato Italiano su segnalazione dei vescovi, e certo non rinuncerà alle scuole cattoliche – sovvenzionate anche con i sussidi dello stato italiano – parificate a quelle pubbliche e via discorrendo…

Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, dice – a torto – “
Basta con il killer aggio”. Invece questo gioco al massacro dovrebbe continuare, proprio come una guerra vera, questa almeno non farebbe vittime innocenti, danni collaterali, cioè vittime fuori dal grande circo della politica, non farebbe vittime tra le gente comune, tra chi fatica ad arrivare a fine mese, ma solo vittime eccellenti. Infatti, la politica, non importa che sia Italiana o Vaticana ha paura delle eventuali vittime metaforiche o cadaveri reali illustri, di vittime dei loro circoli ristretti, in quanto quando le vittime sono tra il popolino, scrollano le spalle, allargano le braccia, visto che ogni guerra genera inevitabilmente morti.

Ora i cittadini italiani vorrebbero che questa inevitabilità continuasse, che questa guerra di poltrone e potere non si interrompesse per armistizio, resa o sventurato trattato di pace, che invece di creare opportunità per l’Italia, causerebbe danni economici ed etico-morali catastrofici in quanto tutto verrebbe insabbiato, tornado a una nefasta e pacifica convivenza politica che gioverebbe ancora ai “piani alti” del potere colluso secondo alcuni, di rispetto dei patti concordatari, italo-vaticano.

Oggi, sfortunatamente, non è come in passato, quando – tra uomini d’onore – ci si sfidava a
Singolar Tenzone, a duello. Dove l’uno, l’altro o a volte entrambi ci lasciavano le penne, risolvendo all’istante, senza inutili dispendi di energie, le dispute. Le regole, che fossero durante una giostra medioevale a colpi di lancia o spada, o i duelli di fioretto, o le sfide western da Ok Corral avevano un valore etico superiore agli scambi d’insulti pubblici – e abbracci privati – di oggi, che porta a pensare che il tutto – caso Boffo, omosessualità forse esclusa – sia solo un’immensa farsa a maleficio dei lettori del “Divide et Impera ” in quanto i sudditi, sovente da stolti, tifano per l’una o latra parte, facendo così il gioco dei dominatori democratici, ma non del Vaticano in quanto questo è retto da un regime teocratico, ispirato – dicono – direttamente da Dio, nonostante non esistano documenti ufficiali recenti, scritti di Suo pugno, che comprovino questo mandato o questa ispirazione.

L’imbarbarimento, se realmente si trattasse di ciò, si renderebbe necessario, proprio come quando sfocia un’influenza, vedi la famigerata H1N1, dove si sta approntando un
vaccino di cui nessuno conosce gli effetti collaterali, soprattutto tra i bambini, ma che a detta dell’OMS, per evitare la pandemia, è un imperativo, non importa quanti eventuali morti il vaccino possa causare, esse sarebbero morti trascurabili e utili per la salvezza degli altri.

Lo stesso vale per la situazione politica italo-vaticana. Ci si trova innanzi a un virus, che doveva essere affrontato decenni fa, ma che invece in Italia è cresciuto in scala esponenziale e come una piovra si è inserito negli incroci nei gangli di potere, e ora, un vaccino, sarebbe necessario un atto barbarico per estirparlo completamente dalla penisola, ma nonostante tutti nella politica italiana, seppur con i dovuti distinguo, vorrebbero farlo, preferiscono per interessi di bottega ed elettoralistici chetare, abbassando il capo e genuflettendosi come scolaretti impauriti, alle gerarchie politico-religioso di matrice teocratica dello Stato Città del Vaticano.

Queste “
faide” tra direttori di quotidiani sono uno spettacolo unico, che merita – nel caso di escalation – d’essere seguito in tutti i suoi sviluppi futuri. Non importa quante vittime possano esserci, l’importante che siano mediaticamente in vista da tempo e aristocraticamente parlando provochino le cosiddette cadute rovinose degli Dei.

E quando gli Dei cadono il popolo gode.

E il popolo ha il diritto di godere di qualche schizzo di fango e sangue.

Marco Bazzato
03.09.2009
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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