giovedì 30 luglio 2009

I coristi gay trovano posto in parrocchia

Troppo speso le associazioni omofile, pardon omosessuali, sbraitano ai quattro venti che la società è omofoba. Ma un coro composto di gay non è un bell’esempio di integrazione tanto voluta dai gay nel mondo reale.

«Sai cantare?»

«No, ma sono gay!»

«Perfetto, sei dei nostri. E tu sei omosessuale?»

«Si, anche lui che è il mio compagno vuole cantare, possiamo?»

«Certo, siete i benvenuti. Tu invece?»

«Ho fatto corsi di canto, e ho fatto vari provini. Dicono che abbia una bella voce…

«Sei etero?»

«Sì, sono sposato da tre anni e con mia moglie abbiamo due figli».

Il selezionatore avrà guardato quest’ultimo come un appestato e poi indicando l’uscita, forse gli avrà gridato: «Vattene, questo è un coro per gay. Non importa saper cantare, quello che conta è essere omosessuale. Tu dici di saper cantare, ma sei sposato con una donna ed hai famiglia. Tra noi non sei gradito….Fuori!»

Forse la selezione del coro gay non sarà andata proprio così, forse questo coro ha veramente delle ottime qualità canore, forse, forse, forse… O sicuramente non sarà andata così, ma…

Sta di fatto che non si era mia sentito di un coro nato, non sotto la spinta delle qualità canore dei coristi, per l’orientamento del contorsionismo a letto di matrice omosessuale.

Ma questo potrebbe anche passare, lasciando indifferenti la città della fondazione del gruppo coristico, Il Paese, l’Europa, pianta Terra, il sistema solare, la Via Lattea – la nostra galassia – e l’universo, ma oltre al danno per la discriminazione degli etero da parte dei gay si è aggiunta la beffa di un
prete bolognese, un po’ avanti con gli anni, che evidentemente non era a conoscenza di ciò che le associazioni gay e/o i singoli omosessuali lanciano contro la chiesa e le organizzazioni ecclesiastiche ed il vaticano stesso.

Forse questo prete, avendo la chiesa mezza vuota, ha cercato il colpo ad effetto per far parlare di se, o forse pur essendo votato al più puro disinteresse non si è letto bene il Vecchio Testamento, con al fine di Sodoma e Gomorra e il Nuovo Testamento, dove gli omosessuali non sono citati in nessun versetto del Vangelo, questo a significare che non fanno parte del progetto Divino di salvezza.

Follie di una notte di mezza estate? Sembrerebbe di no. L’anziano prevosto non è nuovo a iniziative intemperanti ed eclatanti. Aveva infatti organizzato una veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia. Praticamente un prete progressista che avrà fatto storcere la bocca a molti.

Per fortuna ora sembrerebbe che la
Curia sia intenzionata a intervenire per bloccare l’iniziativa, anche se il sacerdote sembrerebbe interessato ad alzare le barricate e il livello dello scontro con le gerarchie ecclesiastiche portando avanti la sua – infausta secondo il Vaticano – iniziativa.

È vero, come dice il parroco, “che cantare è un
dono di Dio”, ma letta sotto l’ottica omosessuale sembrerebbe che questo dono, nella fattispecie del coro gay appartenesse solo a quest’ultimi in quanto non è presente nessun etero.

Il problema sta proprio nella formazione del coro, non nel coro in se stesso, visto che in molti, se si comportassero come i gay, potrebbero vedere in questo coro l’aggravante della discriminazione per l’orientamento sessuale, nei confronti degli etero.

Proviamo a immaginarci cosa sarebbe avvenuto se si fosse sparsa la voce che si cercavano coristi esclusivamente etero, e che la presenza di uno o più gay non fosse stata ben accetta?

Si sarebbe scatenato il pandemonio. Articoli nei giornali, interrogazioni parlamentari, servizi televisivi, omosessuali infuriati per l’ennesima discriminazione – vera o presunta – subita, polemiche a non finire, l’Arci Gay avrebbe scatenato l’armamentario ideologico, perché se un gay discrimina l’etero è normale, ma se è l’etero a discriminare il gay ecco che scatta la repressione, l’attacco, il grido di dolore e l’urlo di battaglia contro l’omofobia dilagante, contro la segregazione, contro la non integrazione e via discorrendo…

Ma quando si tratta di eterofobia?

Silenzio, tutti zitti come pecore, tutti proni ad accettare la discriminazione, la ghettizzazione, in nome della libertà e del diritto omosex. Belle facce toste.

Sono poche le volte che lo scrivente si trova d’accordo con le gerarchie vaticane, ma questa volta non per salvare una chiesa che non rappresenta i fedeli, ma per combattere una palese discriminazione del coro gay nei confronti degli eterosessuali, mi ritrovo nelle posizioni intransigenti della curia bolognese. E anche la politica dovrebbe fare la sua parte imponendo al coro d’aprirsi agli eterosessuali, proprio per fugare ogni dubbio sulla volontà di selezione dei membri in base all’orientamento sessuale. Da quando essere etero preclude la possibilità di cantare in un coro?

Questa sembrerebbe una di quelle volte, e questo la dice lunga sulla presunta tolleranza dei gay nei confronti degli etero, nonostante sia propenso a pensare che sia un caso isolato. Si spera.

L’auspicio è che la Curia intervenga per condurre il sacerdote, il pastore rivoluzionario a miti consigli, oppure che sia invitato, vista l’età non certo acerba ad andare in pensione.

Comunque l’unico aspetto positivo è che almeno non cantano musica sacra, ma solo profana.

Marco Bazzato
30.07.2009
http://marco-bazzato.blogspot.com/

3 commenti:

  1. Riesci sempre a essere il solito coglione!

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  2. Incredibile la sua ossessione sui 'gay'...Si direbbe che lei non è sicuro della sua sessualità.
    Le consiglio un buon analista se vuole. Potrebbe farle davvero bene.

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  3. Quando i giornali smetteranno di riempire i fogli di ciarpame, io smettero di gettare fuori l'immondizia che mi viene gettata addosso. D'altronde quando il tanfo ti colpisce, il coniato di vomito e' impossibile da trattenere, mica ho intenzione d'intossicarmrmi

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