sabato 18 luglio 2009

Benedetto XVI si è rotto il polso


Il mondo con il fiato in sospeso. Veglie di preghiera da Pechino a San Francisco, da San Paulo del Brasile a Capo Nord. Fedeli, più o meno credenti che cadevano in isteria, strappandosi i capelli, bollendo i figli dei vicini, tirando sotto con le auto i cani abbandonati in autostrada, bruciando foreste, appiccando incendi nei quartieri alti delle capitali, facendo esplodere – per al disperazione – stazioni di servizio e convogli per il trasporto del gpl quando attraversano aree disabitate. I canali televisivi, siti internet e barboni ad ogni latitudine hanno sospeso le normali attività, comprese quelle fisiologiche come il rilascio degli intestini o lo svuotamento vescicale, per rimanere incollati davanti alle tv, ai monitor dei computer, alcuni accendendo nere candele devozionali su altari e templi innalzati in pochi attimi, dedicati a venerdì 17 – luglio 2009. Giornata che alcuni vorrebbero divenisse festa internazionale perché Benedetto XVI si è rotto il polso.

Scherzi, ma non troppo, a parte, ieri per i media italiani è stata una giornata di lparaculismo senza precedenti. Appena si è sparsa, quella che è stata spacciata impropriamente per una notizia, cioè che Papa Ratzinger e scivolato in cesso, fratturandosi il polso è scattato il mediatico allarme rosso. News in tempo reale per raccontare, con una sequela di idiozie senza fine la “dolorosa giornata, il calvario, il Golgota di Benedetto XVI, cercando ad ogni inquadratura uno moto di sofferenza, una maschera di dolore, un cenno d’imprecazione o bestemmia sussurrata o almeno pensata nei confronti di qualche divinità avversa alla sua.
Nulla di tutto ciò è avvenuto, sebbene per tutta la giornata i palinsesti delle tv italiane – da qui si vede l’asservimento della Repubblica e dei media allo Stato Città del Vaticano – abbiano stravolto la scaletta d’apertura per dare al mondo “l’infausta?” notizia.

Ridicolo.

Hanno costruito un caso sul nulla, trasformando un banalissimo fatto privato, avvenuto in un cesso, senza sapere la cosa più importante, cioè se il tizio in questione era nudo o vestito, in una notizia di rilevanza planetaria, come se l’intero pianeta dovesse centrare necessariamente le sue attenzioni a quell’anziano ultra ottantenne perennemente vestito di bianco che calza, come Ronald Mc Donald, scarpe rosse.

Ieri non si capisce secondo quale criterio, la notizia più importante d’apertura di tutti i Tg doveva essere la frattura di un vetusto polso. Come se il resto delle notizie compresi attentati, incidenti stradali e altre vere tragedie fossero inezie rispetto d quattro ossa incrinate di un ottantenne. Disgustoso.

La cosa, se il sedicente Santo Padre, come vuole farsi chiamare in pubblico, poteva essere risolta senza tanto clamore, facendo entrare l’anziano per una porta posteriore dell’ospedale, portandolo in radiologia ed eseguendo il presunto intervento, in sostanza una banale ingessatura, senza creare scompiglio nel nosocomio aostano, invece i media, e la Sala Stampa vaticana hanno voluto creare il gossip, in quanto sanno benissimo che altrimenti, come ha detto il vaticanista rimosso da Rai 3, Roberto Calducci, al seguito del Papa ci sarebbero “i soliti quattro gatti”.

Ora alcuni sussurrano che si voglia santificare il gesso che ha ricomposto la frattura, costruendo una cattedrale con cripta in oro annessa, simile a quella in cui saranno infilate le ossa di Francesco Forgione, detto Padre Pio. Il futuro sacro cesso, pardon gesso, forse sarà edificato o in Baviera, patria di Ratzinger, o portato a Padova, spostando Sant’Antonio in qualche chiesetta in una delle parrocchie limitrofe alla città patavina, per far posto al “miracoloso” gesso che si bisbiglia già avere qualità taumaturgiche.

L’unica cosa che si può augurare a Papa Benedetto XVI è altri 100 venerdì 17 come questo.

Marco Bazzato
18.07.2009
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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