domenica 26 aprile 2009

Fiat diventa un caso a Bruxelles


Il commissario Ue all'Industria e vicepresidente dell'esecutivo europeo, il tedesco Guenter Verheugen, ha definito Fiat un gruppo «altamente indebitato» e si è chiesto dove Torino «trovi di soldi» per operazioni così importanti…Considerazioni banali, diranno i comuni cittadini, domande lecite, secondo i non addetti ai lavori, secondo l’uomo della strada, che quando vede un conoscente, che fino al giorno prima aveva le pezze al culo, a bordo di qualche lussuoso fuoristrada, si pone la sana domanda: “Ma dove ha preso tutto quel denaro?”

Ma per i politicastri italiani e per i grandi manager che hanno fatto andare avanti l’asfittica industria italiana, da sempre alla canna del gas, la domanda lecita di Guenter Verheugen: “Dove Torino trova tutto quel denaro per l’operazione Crysler e Opel, è una domanda inaccettabile, volgare, e che come tale, visto il ruolo del commissario europeo, non dovrebbe essere mai posta, tant’è che l’imprenditoria italiana indebitata, e la politica che finanzia a fondo perduto degli eterni falliti, si è stretta in un amplesso sodomitico di mutua assistenza, facendo fronte comune, come il tossico in crisi d’astinenza da eroina, contro il commissario europeo, che per i “grandi” manager e politici italiani, rappresenta il magistrato che vuole vederci chiaro, chiedendo a ragione, di visionare tutto l’incartamento dell’affare, evidentemente considerato bislacco.

Non va dimenticato infatti, che non meno di tre anni fa, la Ford ha pagato una sostanziosa liquidazione alla Fiat, pur di non lavorare col costruttore italiano, ed ora, secondo i dirigenti Fiat, la casa automobilistica avrebbe i mezzi economici per intraprendere, in piena crisi del mercato globale, non solo dell’auto, ma dell’industria e dei servizi, due acquisizioni di questa portata? Domanda: con quali denari? Con quelli che lo stato italiano darà, tramite le banche, all’industria, quindi ancora una volta con i soldi dei cittadini, nonostante sia acclarata una diminuzione del 6% degli introiti fiscali, proprio in virtù della crisi, che ha messo in mutande cittadini e risparmiatori?

La grande a parole – soffocata dall’odore di putrefazione dovuto ai debiti – industria, con una sola voce, stonata, parla di indebita ingerenza dell’Unione Europea nei confronti dei un industria privata. Sarebbe vero che la Fiat è privata, ma se da quasi cento anni non campasse alle spalle degli italiani, che da sempre si sono beccati i debiti, nel nome del diritto al lavoro, spalmati, come fossero escrementi nauseabondi, sulla pelle dei cittadini, anche negli ultimi anni. E sembra strano, ma di questo l’Unione Europea, piaccia o no alla politica e all’imprenditoria italiana, ne è a conoscenza, e quindi ha tutto il dritto di chiedere lumi.

L’Europeismo italiano, questa volta ci porta, proprio per questa polemica lecita, da parte del commissario tedesco, lontano da quell’Europa Unita, tanto auspicata dai politici italiani, che ragionano a corrente alternata, con un relativismo campagnolo, indegno per un paese che ha la presunzione di definirsi, non solo civile, ma anche industrializzato.

Forse, per quanto riguarda la Crysler, la Fiat non vede l’ora di papparsi una parte degli aiuti americani, dati dal governo, alle industrie automobilistiche statunitensi, salvo poi, a denaro incassato, gettare la spugna, uscendo con motivazioni pretestuose dall’alleanza.

Si spera, come sta avvenendo per i tre grandi colossi americani, che anche l’industria automobilistica – di stato – italiana fallisca, e che i grandi manager, con i denari altrui, si trovino, esattamente come i dipendenti licenziati, con le tasche completamente vuote.

Marco Bazzato
26.04.2009
http://marco-bazzato.blogspot.com/

Nessun commento:

Posta un commento

.Visto il barbarismo espressivo di qualche utente anonimo, i commenti potranno essere moderati e/o rimosssi a insindacabile giudizio..
Il titolare del blog declina qualsiasi responsabilità civile, penale per i contenuti dei commenti dei lettori, in quanto unici titolari, che se ne assumono la completa paternità e con l’invio del post, dichiarano implicitamente compreso quanto sopra