martedì 7 aprile 2009

Beppe Grillo a La7


In tutta franchezza ci si aspettava di meglio dal ritorno di Beppe Grillo in tv, dopo anni d’assenza. La sua “performance” è stata oltre che di una mediocre monotonia,abissale, anche di una maleducazione indegna per uno che ha la presunzione di erigersi da paladino dei cittadini e difensore dei deboli.

Beppe Grillo è andato in onda da Bruxelles, in collegamento su La7, nel programma Exit, condotto dalla giornalista Ilaria d’Amico. Ed il comico-politico ne ha, come sua abitudine, per tutti, peccato però che da paladino di quella democrazia che vorrebbe difendere, si rifiuta di lasciar spazio al contraddittorio degli ospiti in studio, comportandosi praticamente allo stesso modo di Silvio Berlusconi quando ha abbandonato, praticamente al termine, l’intervista con Lucia Annunziata, lasciando la giornalista quasi di stucco.

Sebbene Grillo dica cose giuste, vere, sacrosante, oggi che effettivamente il suo ruolo pubblico è cambiato, continua a pensare d’essere un comico, che quando prende in mano il microfono può e deve reggere la scena da solo, senza essere interrotto. Questo può andar bene in un teatro, quando il pubblico paga biglietti salati per ascoltarlo, ma non quando, essendo ospite di una trasmissione d’approfondimento politico ha la pretesa di comportarsi esclusivamente da comico non lasciando spazio alla discussione e al dialogo. Simili comportamenti, piaccia o no, sono tipici dei dittatori, che si fingono paladini della libertà, la propria, nascondendosi dietro i diritti di tutti, ma poi tali diritti non li concedono. Comunque il guitto deve essersi reso conto dell’enorme danno d’immagine che si è inferto con le proprie mani, tant’è che al 3 aprile,, nel blog che porta il suo nome, non figura il video della sua performance televisiva, Questo potrebbe da l’idea di come la libertà d’informazione, in questo caso se contro il suo potere, deve essere nascosta e celata. Per fortuna, come dice Grillo, che la rete oggi è ancora libera, basta, infatti, andare su
You Tube, per vedersi il video, diviso in due parti, per rendersi conto che anche lui, da politico, come i politici, ha paura e teme, il dialogo, il dibattito, forse perché a parte quei monologhi che da quattro anni a questa parte, girati in un modo o in un altro, sono praticamente sempre gli stessi, dove nulla toglie e nulla aggiunge a quanto ormai della situazione italiana è universalmente risaputo.

Eppure, non si capisce perché, continua a far notizia.

Il nodo focale è che Grillo comico, se preso a piccole dosi, può anche piacere, intenerire, far riflettere, ma in dosi massicce diventa pesante, estremamente pesante ed indigeribile, in quanto, leggendo anche sul suo blog i suoi intereventi video settimanali, ci si rende conto, che a parte qualche rara novità, i temi sono sempre gli stessi, i personaggi citati dalla Parmalat in poi, sono sempre i medesimi – Tanzi, Tronchetti Provera, Geronzi, Fiat e mappa del potere italiano (ne parla dal 2005) – dcome un ritmo sincopato e stancante, perché, ormai al pari di un politico, non ha più nulla da dire, ma come una macchina ben oliata, continua a mietere denaro dalle tasche dei cittadini, che come per i politici, lo ascoltano e lo seguono in modo acritico, senza porsi troppe domande.

Sembra strano, ma come Berlusconi, Grillo è diventato un concentrato di populismo svenduto all’ingrosso, acquistato e conteso non tanto dai grandi sponsor, quale veicolo pubblicitario, ma acclamato dalle masse che vedono in lui una specie di novello messia, che potrebbe, tramite le sue Liste Civiche, redimere un Italia che non sarebbe redenta nemmeno da un nuovo diluvio universale.

Grillo indipendentemente da tutto, ha l’indubbio merito d’aver risvegliato dalla letargia perenne, per un breve periodo, quella parte assonnata degli italiani, che colpiti dall’indolenza e dall’inedia, poltrivano senza porsi mai nemmeno una domanda, davanti alla tv, digerendo passivamente ogni trasmissione venefica.

Il problema è che Grillo, come tutti del resto, una volta rientrato nel sistema televisivo, si è comportato nel medesimo modo del sistema politico che vorrebbe scardinare, senza averne gli strumenti, avendo si la forza di denunciare il malaffare ed il malessere italico, ma non sapendo proporre valide alternative, che tengano conto, non dei molteplici interessi, ma delle molteplici necessità da equilibrare.

Grillo, politico-comico, questa volta non ha bucato il video, ma nonostante gli applausi ricevuti dal pubblico presente in studio, si è fatto letteralmente bucare dal medesimo, facendosi prendere la mano dal desiderio smodato di non essere trattato come una comparsa, che passa come una meteora, dopo aver partecipato al Grande Fratello, con l’imposizione totalitaria e a senso unico del proprio pensiero. Paradossalmente, facendo allo stesso modo de, citando soprannome dato da Grillo stesso a Silvio Berlusconi, “Lo Psiconano”.

Marco Bazzato
04.04.2009
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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