martedì 3 febbraio 2009

Italia, Paese razzista o garantista?


Italia razzista? A detta di molti sembrerebbe di si, visti gli ultimi fatti di cronaca nera che hanno coinvolto cittadini comunitari ed extracomunitari per violenze arrecate o subite, dove in molti si chiedono che deriva stiano prendendo alcune mele marce, abitanti nella penisola italica, non importa se autoctoni o stranieri?

Fare della facile demagogia da quatro centesimi. Per questo ci sono i politici , sempre in prima linea, quando si tratta d’andare atrovare in carcere qualche carnefice, spazzolato a dovere in caserma dalle forze dell’ordine, indignandosi come ha fatto la parlamentare Rita Bernardini, beccandosi dal popolo della rete una sequela di improperi indegni, ma giusti, per un Paese civile, che però danno il polso di come sia la situazione italiana e di come politica e magistratura, a differenza delle forze dell’ordine, siano latitanti sotto l’aspetto politico i primi e giuridico i secondi, dando l’ impressione di voler, nascondendosi dietro le norme, di aggevolare criminali rei confessi, premiandoli e proteggendoli anche se commettono atti infami contro la dignità umana. D’altronde non ci si potrebbe aspettare di meglio da chi scientemente protegge Caino e condanna Abele al silenzio el doversi trattenere dal gridare al mondo la rabbia ed il disgusto che prova e cova dentro di se, pena il rischio di vedersi indagato – da qualche difensore o magistrato troppo zelante – per minacce.

D’altronde c’è poco da stupirsi, gli italiani, se mai esisistono come nazione, sono razzisti, non almeno pubblicamente, ma a quattrocchi si, basti pensare a come nord e sud da decenni si frontaggiano semplicemente con i termini “terrone” e “polentone”, oppure accusando tutto il sud d’essere o mafioso o camorrista, o viceversa da sud a nord, accusandoli d’insensibilità sociale cronica, di vivere per lavorare o essere in parte malscolarizzati e via discorrendo, solo per citare alcuni luoghi comuni, giusti o sbagliati, duri a morire nelle coscienze individuali e sociali del Bel Paese.

Ma la colpa più grossa è della politica che ha cercato, specie con la sinistra mania dell’accoglienza a tutti i costi, d’imporre una tolleranza sociale sempre a fatica mal digerita, ma subita anche mediaticamente, dovendo accettare a tutti i costi l’altro, come se questi avesse piùdiritti del nativo nel proprio Paese.

Invece di proclamare politicamente la tolleranza, che non è altro che un atto impocrita d’accettazione sociale dell’altro, la politica dovrebbe educare all’indifferenza, ad alzare le spalle, fregandosene, fino a che questi non superano il livello di guardia, fino a che chi rompe le regole legali del quieto vivere, non si macchia, non importa se italiano o straniero di reati contro la persona e/o il patrimonio.

Il buonismo è tolleranza mascherata sovente da sfruttamento padronale delle difficoltà dell’immigrato, strumento utile quando si tratta di sgobbare in nero, raccogliendo frutta, sotto gli occhi vigili dei caporali, oppure ottimo per pulire culi di vecchie grinzose i cui figli o parenti prossimi sono disgustati dall’odore di piscio e merda degli anziani,o piscio, merda e vomito che gli italiani, troppo raffinati non vogliono più pulire, preferendo il fancazzismo, lasciando i lavori sporchi agli inferiori, ossia gli immigrati comunitari, prevalentemente provenienti dall’Est Europa, salvo arrabbiarsi se le aperture delle frontiere importano, complice un sistema politico e giudiziario assente, della feccia, stessa feccia umana e sociale che è anche patrimonio di alcuni italiani, che spinti, non tanto dall’odio ma dall’inedia sociale, da droga e alcol si lasciano andare ad atti disumani e di inaudita ferocia sia contro i propri connazionali, che se si ha denaro si riesce ad andare agli arresti domiciliari, sia contro stranieri, ma che passano quasi di striscio nei media nazionali, pronti ad imbastire vuote discussioni sul perchè certe persone, più affini alla razza animale, che non a quella umana, si lasciano andare ad atti di bestiale ferocia ed insicriminata violenza.

Cercare spiegazioni è inutile, serve solo a portare acqua e denaro ai servizi che dovrebbero occuparsi al reinserimento sociale di questi rifiuti socali, che non meritano alcun tipo di comprensione nè dalla politica,nè dalla magistratura, che grazie agli avvocati, riesce sempre a trovare delle scappatoie per non far condannare alla giusta pena i rei confessi.

Alcuni si sono indignati, a sproposito, se sono state usate le maniere forti nei confronti dei rumeni accusati di stupro, per farli confessare. Ma quello che indigna non è che siano siano volati qualche ceffone, più o meno forte, ma che gli stessi metodi di persuasione non vengano utilizzati anche cotro gli italiani, che sono la maggioranza di coloro che commettono reati di violenza sessuale. Il vero razzismo, in questo caso non è qualche sganascione ben assestato, ma il fatto che questi siano stati inferti solo a cittadini stranieri, e non ad italiani.

I crimini contro la persona, complice una legislazione troppo garantista, sono in notevole aumento. Infatti i colpevoli sono consapevoli che il sistema giudiziario italiano è fallito e colasassato, che l’Italia è al 151 posto al mondo, su 180 nella speciale classifica delle disfunzioni del sistema giudiziario, che ci mette in coda addirittura ai Paesi del cosidetto terzo mondo, salvo poi avereil coraggio d’andare in casa d’altri – questi sono i politici – a insegnare come si deve amministrare la giustizia. Se poi qualcuno gli tira qualche scarpa o gli prende a calci in culo...beh non c’è da indignarsi, ma applaudire per il coraggio dimostrato d’aver rispedito a casa i pontificatori falliti.

C’è poco da dire. L’Italia, per quanto conserne la giustizia, è vista dagli altri Paesi europei come un Paria, un parassita drenadenaro, una zavorra ricolma di rifiuti sociali in libertà, mentre per i delinquenti, di qualsiasi cabottaggio, è il Bengodi, il Paese dei Balocchi e della Cuccagna, Nirvana della Criminilità, organizzata e non, che può agire indisturbata ed impunita, visto che ormai la destra forcaiola è morta e la sinistra rammollita, da sempre ha messo nei posti chiave ex terroristi, per dimostrare la necessità di riscatto, anche dopo che si ha ammazzato.

D’altronde, la parola d’ordine degli ultimi anni, dal centro destra al centro sinistra è una sola: Garantismo radicale, senza compromessi. Garantismo fino all’autolesionismo sociale, sino al giusto diritto di rivolta delle piazze, sino a far nascere nei cittadini il desiderio – abietto – di farsi giustiza da soli, spingendo all’estremo l’esasperazione delle persone, che ormai sono in ostaggio di una politica che pensa solo a salvare se stessa ed i propri privilegi e quella degli amici, ma si disinteressa completamente delle necessità di sicurezza, equità sociale e giustizia dei cittadini, bollandoli spegievolmente come giustizialisti, animati da senso di odio e vendetta nei confronti dei carnefici, come se voler giustizia fosse una colpa infame da veder annichilita in ogni modo.

Dall’inizio dei governi Berlusconi, se da una parte, con l’ausilio della Lega ed in parte della defunta Alleanza Nazionale si ha, senza successo, potuto mettere un freno all’immigrazione incontrollata, vedi gli sbarchi dei clandestini a Lampedusa, con le tante promesse della Libia di frenare le partenze ed il conseguente sperpero di denaro pubblico per aiutare il “povero” colonnello Gheddafi”, dall’altra la politica italiana è divenuta ostaggio del garantismo bipartisan, che appare sempre di più come una Sindrome di Stoccolma, cioè di solidarizzazione e solidarietà politica nei confronti dei carnefici, che con la scusa del diritto a tutti i costi, sono trattati con i guanti di velluto, facendo apparire le vittime come se loro stesse fossero i colpevli di quanto è avvenuto alle loro vite.

La politica fallimentare dei due più grandi partiti italiani, che sebbene sembrano voler litigare – pubblicamente – su tutto, camminano in un abbraccio che sta letteralmente strozzando il cittadino, che ormai ha paura d’uscire all’aperto, d’uscire alla sera, che non può permettersi quasi di camminare per strada, perchè rischia d’essere investito da qualche tossico ubriaco marcio – subito a piede libero – che non possono dormire di notte perchè gli animali in piazza, non importa se italiani o stranieri, debbono sbronzarsi come bestie, gridando come scimmie furise senza che nessuno intervenga, perchè le forze dell’ordine sono eternamente a secco di uomini e mezzi e quindi il tutto si volge nell’impunità più assoluta.

L’Italia è diventata il paradiso delle minoranze, dei tossici, alcolizzati, drogati, farabutti, di quella feccia sociale a cui non si dovrebe nemmeno offrire alcun spazio su giornali per discutere dei loro “problemi” inventati, quando si fanno prendere dai fumi dell’alcol o dalle sniffate di cocaina. Eppure sono un enorme serbatoio di voti, sono una ributtane minoranza a cui tutte le forze politiche, in un modo o in un altro fanno la corte, facendo passare il messaggio blasfemo che qualunque cosa commettano – come per i politici d’alto rango – resta impunito, perchè il garantismo sarà sempre dalla loro parte, a dispetto di diritti delle vittime che reclamano giustiza, ma che l’Italia, pelosamente buonista di stampo berlusco-veltroniano ha dimenticato e rimosso, perchè troppo occupata a non far venire a galla i malaffari di una classe politica, non importa di che colore, senza etica, incompetente e arruffona, il cui unico interesse è quello di salvaguardarsi dalle intercettazioni, dalle inchieste, dagli articoli giornalistici, e in fine dalla galera, che vive scortata e protetta, come nemmeno i dittatori sudamericani abitualmente fanno, perchè hanno timore della lunga manus dei cittadini, ormai stanchi, demotivati e scoraggiati da una politica che tiene conto solo dei diritti di ladri, briganti, assassini e tangentari, ma che dimentica – per codardia – le vittime, relegandoli al ruolo di figure martinali che non meritano nè rispetto, sia dalla politica, sia dalla magistratura, che è costretta ad applicare leggi infauste, che sviliscono il ruolo dell’accusa, dando poteri quasi ditattoriali alla difesa, che può fare il bello ed il cattivo tempo, tanto le patrie galere sono piene, nessuno vuole costruirne di nuove, addombrando scuse banali, e quindi stupratori, ladri, assassini, camorristi, mafiosi, politici e quant’altro possno continuare ad “operare” in assoluta impunità.

Marco Bazzato
03.02.2009
http://marco-bazzato.blogspot.com/

1 commento:

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