martedì 10 febbraio 2009

Eluana Englaro è morta


E’ scritto nel Talmud di Babilonia: “Chi salva una vita salva il mondo intero”.


Eluana Englaro è morta. Condoglianze una sega!

Può apparire barbarico, ma il barbarismo non è dello scrivente. Il barbarismo è di coloro che hanno sostenuto l’omicidio medico, desunto dalle presunte volontà della vittima.

Eluana, contro ogni previsione sbagliata dei medici, se ne è andata prima del previsto, come se il tutto fosse stato orchestrato dall’alto da qualche misteriosa forza divina, sempre che esista qualche divinità. Il suo corpo debilitiato dalla fame e dalla sete, che secondo i medici non poteva percepire ha detto basta, lasciando l’Italia ma non solo atterriti e disgustati da una volontà del padre, che in un delirio di onnipotenza ha deciso il destino della figlia, condannandola a morte, decesso avvenuto alle 20.10 ora italiana, secondo quanto comunicato dai media.

Eluana è la vittima sacrificale di un certo modo di far politica, è morta innolata sull’altare pagano dell’ideologia assissina che ha usato cinicamente il lassismo delle istituzioni italiane, costringendo la magistratura a decretarne la dipartita.
Ora a destra in molti si strappano le vesti, eppure per anni hanno dormito sugli allori, confidando che Beppino Englaro desistesse dai suoi propositi, ma questi non si è arreso davanti a nulla e nessuno, e ora reclama un rispettoso silenzio ipocrita, quando lui per primo ha trasfornato il dramma di Eluana in un evento mediatico.
Questa morte reclama giustizia e vendetta, non innanzi agli occhi di Dio, ma davanti alla giustizia umana, che se fosse giusta dovrebbe essere spietata e senza possibilità d’appello, scavando fino a far uscire carne e sangue nelle responsabilità individuali, mediche e politiche di questo assassino annunciato.

Nemmeno un cane rognoso sarebbe stato lasciato morire così, ma bensì con una pietosa sbadilata sul cranio, che gli avrebbe spappolato istantanemente il cervello, portandolo alla morte immediata. Eluana, a differenza di un cane, non ha avuto nemeno questo privilegio, non ha avuto nemmeno l’onore di una morte immedita, è stata lasciata morire di fame e di sete, uccisa, stando ai primi referti medici, secondo alcuni quotidiani, da un attacco cardiocircolatorio, secondo altri da un blocco renale dovuto alla disidatrazione.

Ora molti esponenti della classe medica sostengono che la donna non ha sofferto, ma chiaramente sono tutte opinioni velate dal dubbio e dall’incertezza su cosa effettivamente possa avvenire nel cervello di una persona in stato vegetativo permanente, in quanto non è assolutamente certo che una persona che non risponde agli stimoli esterni e/o interni non li percepisca, ma che visto il suo stato non possa comunicarli in modo compiuto.

È straziante pensare che un essere umano sia lasciato morire di sete, una delle morti più atroci che la natura possa riservare, senza contare che se effettivamente il decesso è avvenuto per blocco renale – lo scrivente lo sa per esperienza – questo è uno dei dolori più insopportabili che un corpo possa sostenere, superiore addirituttura a quello di un parto, e tutto questo è stato commesso deliberatamente nel pieno “interesse” dei medici, improntati tutti ad osservare le reazioni dell’agnello sacrificale, probabbilmente anche per scopo di ricerche mediche future.

Beppino Englaro ha dichiarato che che la figlia non avrebbe mai voluto viviere da vegetale, ma si dubita che Eluana, cosciente o no, abbia mai voluto morire di fame e di sete, vittima dei reni bloccati dell’urina che non viene più prodotta e con le scorie che intossicano completameente l’organismo, sino a portarla alla morte.

Non è necessario essere cristiani cattolici, fanatici integralisti dello Stato Città del Vaticano, oppure dediti a pratiche devozionali, secondo alcuni più o meno dettate dalla superstizione popolare, o secondo altri dalla fede in una vita ultraterrena, per capire che si si trova innazi ad un evento di inaudita gravità umana e politica, dove anche il centrodestra ha delle colpe politiche ed etiche che vanno oltre ogni ragionevole comportamento di responsabilità politica, in quanto “Il Caso Englaro” era dominio pubblico da anni, ma nessuno dei precedenti governi, anche di centrosinistra, esattamente come quello attuale, non hanno mai voluto affrontare energeticamente il “vernaio” bioetico del Testamento Biologico, fino a quanto lo Stato Città del Vaticano non ha dato il silenzio/assenso.

Viene da chiedersi cosa accadrà a livello politico dopo le esequie della donna uccisa? La prima indicazione è gia disponibile: il governo ha bloccato il decreto d’urgenza, visto che è inutile, rimandandolo – forse – come disegnodi legge alle prossime settimane, segno chiaro e tangibile che l’interesse per il problema Englaro era esclusivamente mediatico e quindi una priorità generata dall’opinone pubblica e ora che lo sgomento e il silenzio dovrebbe regnare sovrano in segno di rispetto, porta il tutto a non renderlo più attuale e che probabbilmente, come spesso accade, cadrà nel dimenticatoio fino ad un nuovo caso.

Eluana non è stata lasciata andare, ma è stata costretta a morire per colpa del lassismo della politica, dei politicanti che hanno demandato facendo si che la magistratura decretasse al posto del governo o che legiferasse il parlamento, perchè non avevano “le palle” per decidere in nome del Popolo italiano, come da mandato conferito dagli elettori, tradendo il mamdato popolare, tirando loro a campare e lasciando – menefreghisticamente parlando – qualcun’altra crepare.
I pianti politici di coccodrillo sono inutli, sono carne morta, esattamente come Eluana, sono il Canto del Cigno di una politica bipartisan che tra differenze e distinguo e veti contrapposti non agisce, non legifera, preferendo una letargia del quieto vivere, piuttosto che impegnare risorse intellettuali e politiche – se a questo punto esistono – per venire incontro ai bisogni dei sudditi.

Passi il comportamento negligente della politica davanti a questo evento omicida a livello nazionale, ma la figurccia che avanti al cosidetto mondo civile difficilmente sarà dimenticata. Ancora una volta – se mai fosse necessario – il Paese viene messo alla berlina dai media stranieri, passando forse alla storia come il primo omicidio di Stato dovuto all’imperizia politica per il non saper legiferare nei tempi giusti, dando l’immagine di un Italia allo sbando con una classe politica divisa e frazionata su tutto, incapace d’uscire dagli schemi di partito, completamente disarticolati, come se fosse in stato vegetativo permanente, che si bea quando riesce a far passare una moratoria all’ONU contro la pena di morte, ma che poi non riesce a legifare rapidamente per salvare la vita di una persona incapace a difendersi, spegnendo così il Faro di Civiltà Giuridica del Diritto Romano.

Quest’oggi la politica ipocrita chiede silenzio, chiede rispetto per la famiglia, per il padre che non ne merita nemmeno un po’, il tutto non per solidarietà nei confronti di Eluana, visto che se la politica avesse avuto rispetto per la vita umana si sarebbe attivata molti anni prima dell’omicidio-suicidio assisitito dietro il paravento di un protocollo dubbio, ma per il sacro terrore – della politica che vive sotto scorta – che ha dei cittadini e dell’opinione pubblica.

Indirizzare il Paese in questo momento al silenzio non significa altro che chiedere di mettere subito una lapide su tutto, dimenticando e rimuovendo dalla memoria collettiva il fannullonismo politico. Eluana forse poteva essere salvata, se il parlamento avesse avuto la volontà – visto quello che ogni parlamentare porta a casa ogni mese – di lavorare sabato e domenica, portandosi avanti come fa ogni buon lavoratore responsabile, il lavoro, ma così non è avvenuto. È stato più comodo diramare comunicati stampa, farsi mettere sotto il naso un microfono, sparando la solita litania di frasi di circostanza, anzichè agire. La domenica per i politici cristiano-cattolici è sacra, e l’orazione e la preghiera non può essere distolta da banali sedute parlamentari, da riunioni dei capigruppo. D’altrode bastava vedere le immagini di lunedì sera, per rendersi conto di quanto il “dramma Englaro” fosse sentito dai Senatori a destra e a manca: l’emiciclo era praticamente quasi vuoto, alla faccia della necessità di legifare d’urgenza.

Vergogna!

Innanzi a questi comportamenti delle iItituzioni, dei nostri orani di governo, Camera e Senato non può esserci silenzio rispettoso, ma sdegno politico e sociale e mediatico, lo stesso sdengo che lo scrivente ha sentito quando ieri sera tornanto a casa, ha visto che il satellite, ricevendo i programmi italiani dal medesimo, i tre canali della tv di Stato, Rai 1, Rai, 2 e Rai 3 l’audio per tutta la serata era assente. Si ricevevano solo le immagini, ma mute, mentre gli altri canali italiani – Mediaset – si ricevevano perfettamente. Molto probabbilmente un gusto tecnico, anche se ciò potrebbe portare a pensare ad un atto deliberato di oscuramento audio internazionale, proprio per non far udire quanto stava avvenendo in Italia. Naturalmente si spera che non sia così e che ogni congettura sia destituita di ogni fondamento.

La vicenda Englaro ci si augura che non temini con le esquie della donna, ma che si apra un dibattito serio, non solo politico, ma anche sotto il profilo delle responsabilità penali di quanto avvenuto, perchè non nè umano nè etico che si possa uccidere una vita umana senza alcun riscontro oggettivo scritto, ma solo sulla base di dichiarazioni del padre.

Non ci si può stringere in un abbraccio di condoglianze alla famiglia Englaro quando una morte è avvenuta con questo sistema, perchè la morte di Eluana Englaro è un offesa alla dignità della vita e della morte stessa, visto che è stata inferta in un regime di teorica insensibilità sensoriale.

Addio Eluana, in qualsiasi posto tu ti trovi ora, sei più amata che dal tuo padre biologico, che per non soffrire più lui ti ha offerto in sacrificio alla medicina, alla politica, agli interessi di partito e di ideologia.
Buon viaggio.

Marco Bazzato
10.02.2009
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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