lunedì 21 luglio 2008

Pedofila clericale: B. XVI incontra alcune vittime


Il monarca assoluto, Joseph Raztinger, autobatezzatosi Benedetto XVI, boss dello Stato Città del Vaticano, ha provato, senza riuscirci, a lavare l’onta dei suoi accoliti, in questo caso i preti australiani, che hanno abusato sessualmente di minori, non riuscendo a placcare il giusto rincrescimento, anche di rabbia e odio, non nei confronti di Dio, ma del Vaticano stesso, di quest’ultimi, trattati come barboni pulciosi e questuanti accattoni.

Si è comportato proprio così alla vigilia della partenza dall’Australia, dove ha diretto, mediocremente, la Giornata Mondiale della Gioventù, che già al terzo giorno ha visto un calo di oltre il 50% dei partecipanti, passati dai 500 mila dei primi due giorni, a poco meno di 200 mila dell’ultima giornata, segno evidente che il Tedesco è accettabile fino al secondo giorno, dal terzo in poi, non è come il vino, o il Parmigiano Reggiano, che più che si stagiona, più apprezzato è.

Il Buon(?) Pastore della Vigna del Signore, come a ama autodefinirsi, ha invitato – i maligni dicono a controvoglia – alcune vittime dei preti pedofili, il giorno in cui smammava a casa, in Vaticano, a messa prima, alle sette del mattino, orario in cui secondo la tradizione solo villici, plebei s servi della gleba, si recano alle funzioni religiose, mentre i signori quelli veri, dopo aver ronfato fino alle dieci, con calma, si prendono o quella delle undici, o addirittura quella della sera.

Questa sarebbe, secondo se stesso, l’umanità del teutonico, del teologo tedesco, del vicario di Cristo, anche se non si sa se effettivamente questi sia d’accordo con la scelta fatta da uomini-cardinali in Conclave, il gesto simbolico di scuse verso Dio, che comunque mai risponde, né accettandole, né rigettandole, e verso coloro che sono stati violentati dai preti-pedofili-bestie.

Al capo Vaticano, evidentemente più avulso ad essere omaggiato, non deve essere andato giù il boccone amaro, del dover essere costretto a chiedere scusa, anche se alla vittime, dopo aver visto rovinata la vita, interessano i risarcimenti materiali – si spera miliardari in Euro – non solo le scuse formali, che volano come palloncini gonfiati ad elio, e che non cambiano la vita di nessuno, dimostrando ancora una volta, che certi panni sporchi vanno lavati esclusivamente in casa propria (possibilmente entro le mura Vaticane) e solo raramente, consegnandoli al braccio secolare, come da abitudine medioevale, per condannare i preti malfattori o pedofili, alla giustizia dei giudici togati, in quanto, nessun papa ha saputo dimostrare che Dio ha effettivamente condannato, in eterno, qualche prete pedofili, facendo venire a molti il dubbio della certezza della pena.
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Questa Giornata Mondiale delle Gioventù, si è dimostrata, indipendentemente dal solito Can Can mediatico delle reti italiane, un evento di portata minore rispetto a quelli che il precedente pontefice sapeva riunire attorno a se. Dimostrando chiaramente, che la scelta del successore di Giovanni Paolo II, non è stata inspirata dallo Spirito Santo, che non ha mai approvato l’elezione, ma da semplici e miseri equilibri interni, fatti col bilancino, tipici degli inciuci delle politica italiana, e che il tedesco, anche questa volta, dopo la figuraccia di Ratisbona, se ne torna a casa con la coda tra le gambe, costretto, per Ragion di Stato, a dover fingere comprensione per le vittime dei preti pedofili.

Rimane un ultima domanda. Il Benedetto XVI dice di pregare sempre per tutti. Prendiamolo per buono. Anche se sorge questo dubbio umano: ma se prega per tutti, come fa a trovare il tempo per tutto, e soprattutto, quanto è lunga la sua lista giornaliera di nomi, a cui chiedere invocazioni a Dio? Chiaramente, qualcosa non gira per il verso giusto, o no?

Marco Bazzato
21.07.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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