lunedì 15 luglio 2013

Roberto Calderoli Vs Cècilie Keyenge: 1-0?



«Io mi consolo, quando navigo in Internet e vedo le fotografie del governo. Amo gli animali, orsi e lupi com’è noto, ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di orango».
Roberto Calderloli (1).

L’Italia è un paese strano, basta che un avvocato-politico centellini con attenzione le parole e subito lo stivale si trasforma in una Repubblica delle  banane (2), dove il liet motiv sinistroide  e filogovernativo è  l’aggettivo razzista, usato, abusato,  linguisticamente è culturalmente privo di appel.

La  ministra dell’integrazione Keyenge, non gioca ad armi pari.

L’attuale ministra che va ricordato che è giunta in Italia commettendo il reato di immigrazione clandestina, dove se il Paese funzionasse a dovere, costei manco  avrebbe potuto o dovuto rimetterci piedide per lungo tempo, se le leggi fosseroapplicate allo stesso modo e con la stessa solerzia – totalmente fuori luogo in questo caso, visto che i passaporti di ingresso erano in ordine –  utilizzata nei confronti di  Alma Shalabayeva e figlia (3), o semplicemente copiando dalla legislazione australina che non è tenera con  coloro che sono stati già rimpatriati per essersi macchiati del reato di immigrazine illegale.

 Da “italiana e” come ama definirsi lei, italiana per causa sponsali, si nasconde dietro al colore della sua pelle, per passare da vittima, anche  davanti alla frase di Calderoli dove il razzismo assolutamente non è presente,visto che questi faceva menzione ad un pensiero che potrebbe essere comune a tanti indigeni e autoctoni italiani, quando vedodono la Keynge. Pensiero che se non esplicitati pubblicamente, esattamente come ha fatto Calderoli, dosando da buon avvocato le parole, sono pensieri che appartengono alla sfera intima dei singoli individui, dove, a giudicare dalle reazioni scomposte ed esagitate, si ha quasi l’impressione, che si voglia creare una specie di psicopolizia, pronta a scansionare preventivamente i pensieri degli italiani alla ricerca di presunti reati pensati, in modo da sederli appena si presentano a livello di rete  neurale e di sinapsi.

Se si da del caimano a Berlusconi va bene.

Se, come ha fatto per anni Strisiscia la Notizia a George Bush Junior dello scimpanzè, quello va bene, quella è satira accettata.  Eed è proprio alla luce di questa accettazione che sarebbe ora che in una società multietnica, c i fosse finalmente un Tarzan appartenente alla razza negreide, o nel caso di una sceneggiatura cinematografica o di un romanzo, afroamericano, in quanto figlio di qualche industriale di colore, disperso nell’Africa nera e allevato da scimpanzè, dal titolo: “Tarzan l’uomo scimmia, l’africano.”

 Ma se per caso si facessro gli stessi accostamenti  con i progenitori dell’homo sapiens sapiens, qualsiasi specie di prmati va bene, con un esponente della razza negride, come si dice in antropologia, che a livello evolutivo più vicina agli homo sapiens sapiens di razza caucasica, ecco che la politica, composta da ignorantoni figli dell’attimo e malamente istruiti, partono alla carica, manco fossero il settimo cavalleggeri del generale Custer, pronti a farsi massacrare intellettualmente nella loro personale sconfitta a Little Big Horn.

Perchè certi politici e cittadini italini, sinistramente sinistri, devono ancora capire che se   l’aricolo 3 della Costiuzione vale per tutti, “...senza distinzione di razza...” non si può nascondersi dietro una razza –  in quanto la politica non fa distinzioni di razze – per andare a cercare difesa o spalla, per passare da eterne vittime di un razzismo inesistente, dove  oltretutto il  Calderoli si è espresso nel pieno rispetto dell’articolo 68 della Costituzione, delle sue prerogative come parlamentare, tanto è che l’ex immigrata clandestina, ora ministro dell’integrazione, manco  ha pensato di quererarlo “in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi” per dirla alla Valerio Scanu,  ma si è limitata a tirare in mezzo tutti gli italiani –  senza oltretutto porsi la domanda semplice: ma sono daccordo con me? Scadendo così nella banale demagia e nel populismo infruttifero –  i quali a suo dire, dovrebbero sentirsi offesi loro per le parole in libertà, giuridicamente inattaccabili, di Calderoli, che, in quanto avvocato, sa come muoversi sul filo del rasoio della dialettica, senza offrire la sponda ad attachi giudiziari di inusitata ed inutile violenza, che potrebbero risolversi dopo anni con la condanana della querelante, costringendola a pagare le spese giudiziarie, essendo difficile che un ex immigrata clandestina, sepppur  medico, italiana a causa sponsali, vada a sostenere un dibatttimento contro un avvocato, in quanto questi, la pagnotta se la fa anche sulle virgole e sulla semantica, sapendo usarla a suo vantaggio,  e che se fosse assistito da un valido collega, questi potrebbe  acusare in questo caso la congolo-italiana di diffamazione, passando così da presunta vittima di un inesistente razzismo a, ipoteticamente parlando, colpevole di diffamazione, quindi condannata di conseguenza.

È chiaro però che Calderoli ha sbagliato.

Ma non ha sbagliato a pensare ciò che ha pensato e che quotidianmaente potrebbe continuare a pensare quando vede la Keynege  in tv o in Parlamento,  perchè è, come per tutti gli italiani  indigeni e atoctoni da almeno sei generazioni, un suo sacrosanto diritto Ma ha sbagliato a rendere pubblico il suo pensiero. Ha sbagliato quando ha trasformato certi legittimi pensieri in parole, seppur all’interno di un suo diritto costituzionale, come parlamentare della Repubblica italiana.

È chiaro che seppur avendo ragione a livello logico e costituzionale, Calderoli ha sbagliato sotto il profilo politico, fottendosi con  le proprie mani come un novellino, in quanto, ora, la  ministra congolo-italiana potrebbe diventare ancora più radicale con le sue pretese, e il parlamento e il  governo, per non essere accusati a loro volta di razzismo, discriminazione, non solo nei suoi confronti,  ma anche dall’Unione Europea o da frange radicali di europarlamentari,  proporre idee ancora più estremistiche del Juos soli o dell’apertura indiscriminata delle frontiere italiane,  come ad esempio la chiusura dei nativi italiani, nati dal jous sangui, nelle riserve, come è accaduto per i nativi americani, quando sono giunti nel nuovo mondo i colonizzatori inglesi.

Le scuse di Calderoli alla ministra congolo-italiana? Intelligenti, da persona razionale e ragionevole, sempre che le scuse siano sentite dal cuore, perchè se solo di facciata, a beneficio dei media, scuse e perdono sono una bella sceneggiata di due attori consumati, in quanto resta da vedere se a monte di tale scuse, se ci sarà il perdondo cristiano, senza se, senza ma e senza strascichi di sorta, perchè se le scuse come il perdono  sono vere,  assolute e totalo, se invece sono  parziali , sono scuse è un perdono di facciata  ossia falsi, ma questo in coscienza lo sanno solo i direttiinteressati..

Per concludere,  alla fine non va scordato che i politici, tutti, quando vogliono leggono con attenzione puntigliosa le dichiarazioni, per tirarne fuori i distinguo del caso, a seconda della convenienza politica, mentre quando fingono di non comprendere le sfumature della lingua italiana, tutti, si  fingono ignoranti, abbandonandosi  a farneticazioni populistiche e volutamente errate e travianfi per il popolino, dove la maggioranza sinistra li segue come tanfe nutrie, non diversi dai sorci che andavano dietro alla musica mortale suonata dal pifferaio di Hamelin.

Marco Bazzato
15.07.2013




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