lunedì 31 dicembre 2012
Messaggio del Presidente della Repubblica a reti unificate
Questa sera dalle 20.30 alle
21.00 a reti unificate – per chi vuole ci sarà mezzora di strizzamento
di marroni, verrà trasmesso il discorso – ultimo di questo settennato del Presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Mezzora!
In Bulgaria il Presidente, a differenza di
quello italiano, parla in piedi l’ultimo dell’anno, per non più di cinque
minuti e non spaparanzato su un trono presidenziale, in segno di rispetto per i
cittadini, così come fa la Regina Elisabetta d’Inghilterra, quando parla ai
sudditi, e anche costei certo non è una “mula” – per dirla in dialetto
triestino – di primo pelo.
Per non parlare di quella che in
occidente chiamano la più grande democrazia del mondo, gli Stati Uniti, dove da
sempre i Presidenti, quando fanno tengono discorsi importanti alla nazione
rimangono in piedi, per dimostrare rispetto nei confronti dei cittadini. I
nostri, no. Forse perché ancora storicamente legati a un retaggio “democratico”
di matrice feudale, dove il Signore del Castello – Quirinale – ha nei vassalli
il Governo e i Ministri, come valvassori la Magistratura e i valvassini non sono
altro che Camera e Senato e le relative amministrazioni regionali, provinciali
e comunali, e con costui che si rivolge alla massa, composta dalla servitù
della gleba, che in questo tristo trentennio sono diventati i cittadini
italiani.
Il messaggio del Signore del
Castello quirinalizio a rete unificate, letteralmente “ruba” mezzora di cenone,
senza un minimo rispetto per chi sta dando dentro, strafogandosi, con libagioni
e alcol, entrando nelle case, nei ristoranti, nelle piazze come la campagna
Desert Storm, guidata dall’orso americano, il generale Norman Schwarzkopt,
contro le armate belligeranti di Saddam.
Molte pagine satiriche e non,
invitano al boicottaggio il messaggio bolscevico-privatistico-liberista di
stampo sovietico dei canali televisivi occupati per mezzora, evitando di
sintonizzarsi dove l’infausto e ultimo messaggio avrà luogo. Mentre alcuni
altri, anche sommessamente, quasi inducono a lasciarsi andare a forme estreme
di rumori causati dall’emissione, alla Pierino,, da parte del canale scarico di gas intestinali,
e/o all’eruttazione, ossia dall’emissione
di aria da parte del canale orale, possibilmente pronunciando qualche parola in un lingua
apparentemente sconosciuta, che puzza d’aglio, lenticchie, facendo sembrare il
tutto come l’uscita melliflua di una tomba scoperchiata nella notte di
Halloween!
C’è stato nel corso della storia
della Repubblica un solo Presidente che ha mostrato rispetto e famigliarità con
gli italiani: l’indimenticato “Vecio partigiano socialista” Sandro Pertini, che
come un nonno che abbracciava l’intera Nazione, si sedeva davanti ai cittadini,
come un anziano che racconta della
propria vita ai nipoti, parlando dall’altezza della sua statura morale e
storica (1).
Infatti ,in nessun caso, non si
vuole commettere o invitare a commettere
il delitto di vilipendio contro l’onore del Capo dello Stato, art. 278
del Codice Penale – articolo che ha
elevato il Presidente della Repubblica ad un monarca che può essere criticato
molto sommessamente, ma con rispetto assoluto, manco si trattasse di un Faraone
egizio, visto che, ancora per citare gli Stati Uniti ma non solo, essendo il
Presidente eletto dal popolo e non dal Parlamento come in Italia, i cittadini
hanno anche il diritto di contestarlo e sbeffeggiarlo pubblicamente – ma invitare a riflettere su come viene
proposto e/o imposto da decenni il Messaggio di Fine anno da parte dei vari
Presidenti della Repubblica che si sono susseguiti, con l’eccezione, in tempi
recenti, della familiarità con cui si poneva Sandro Pertini: ossia con distacco
regale, come se i cittadini venissero guardati dall’alto verso il basso,
considerati, specie se delle classi meno
abbienti o della colasse media, dei miseri, costretti dal randello fiscale ad
essere considerati alla stregua di galli e galline da rendere desnude e da
rispennare una volta che le penne fossero ricresciute nuovamente...
L’unico auspicio per il 2013 a livello politico, ma
che puzzerà come una vescica di porco lasciata a essiccare al sole di agosto, è
che i cittadini, andando a votare, evitino accuratamente le vecchie mummie,
politici, ormai puzzoni da lustri ammuffiti sugli scranni del Palramento,
votando una nuova razza di quarantenni o cinquantenni al massimo, eliminando
quei “cadaveri politici” che da almeno tre lustri, quando va bene, appestano e
ammorbano i Palazzi del Potere e che dal tempo della promulgazione della
Costituzione Repubblicana del 1946, grazie all’Art. 68 che recita: “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a
rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro
funzioni.” – e Benigni nel suo show su Rai 1 del 17 gennaio, non ha
avuto e/o voluto arrivarci per spiegarlo ai milioni di cittadini davanti la tv – non sono responsabili, come fossero dei
dementi psicotici e sociopatici, incapaci di intendere e di volere, nel pieno
rispetto della Costituzione italiana, dei voti che esprimono nei due rami del
Parlamento, diventando leggi infauste e strozza famiglie, che ricadono principalmente
nelle classi più deboli , sopprimendo una volta per tutte la gerontocrazia al
potere da decenni, auspicando che l’Italia e gli italiani, ameno per una volta,
abbiamo un Presidente della Repubblica “neonato” ossia che abbia compiuto da
pochi mesi, come vuole la Costituzione italiana all’articolo 84: che recita: Può
essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto i
cinquanta anni di età e che goda dei diritti politici.
Il che, Costituzione parla,
non deve essere necessariamente un politico appartenente alla Camera o al
Senato, ma anche uno sconosciuto “signor nessuno” a livello di grande politica.
Ma figuriamoci se il Parlamento italiano andrà
a pescare fuori dallo stagno putrido della Casta politica come minimo trentennale,
per eleggere un cittadino appartenente veramente alla società civile, visto che
da decenni i politici italiani manco sanno cosa significa vivere all’interno
della società civile.
Buon 2013 a tutti
Marco Bazzato
31.12.2012
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sabato 15 dicembre 2012
Animali da affezione: l’omissione di soccorso è reato
Animali da affezione: l’omissione
di soccorso è reato? Sì, ma solo amministrativo.!
Checchè ne dicano i bestialisti,
pardon gli animalisti, l’omissione di soccorso, in caso di incidente, con un animale
da affezione – cani, gatti, e uccelli – se beccati, si rischia solo una sanzione
amministrativa come stabilisce “l’articolo 189 del decreto
legislativo n. 285 del
1992 (Codice della Strada) dove è stato aggiunto il seguente comma:
«9-bis. L’utente della
strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al
suo comportamento, da cui derivi danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti, ha l’obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad
assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subìto il danno. Chiunque non
ottempera agli obblighi di cui al periodo precedente è punito con la sanzione
amministrativa del pagamento di una somma da euro 389 a euro 1.559.” (1),
che andrà in vigore dal 27 di dicembre del 2012.
Quindi in questo caso il
legislatore, anche se ha calato le braghe davanti agli animalisti, saggiamente
non ha previsto sanzioni penali, come l’arresto fino a un anno e pecuniarie
fino a 2.500 – art. 583 del Codice Penale – a dimostrazione, tanto per smentire gli
animalisti, che gli animali, da affezione, a termini di legge, non sono equiparati agli
esseri umani, nonostante quello che continua a ripetere Maria Vittoria
Brambilla nei servizi odierni dei TG di
Medisaet.
Ma ha senso fermasi a soccorre un
animale da affezione investito accidentalmente?
Immaginiamo un investimento in
una strada extraurbana, dove si corre a 70km orari, e si becca un cane di
taglia media perché sbuca fuori all’improvviso, causando anche danni visibili
all’autovettura, che forse nessuno risarcirà, specie se randagio.
L’automobilista, prima frena
all’improvviso, con il rischio di tamponamento, se quello dietro non mantiene
la distanza di sicurezza. L’auto va arrestata in modo che non arrechi intralcio
alla circolazione, vanno accese le quattro frecce,ti sganciano le cinture di
sicurezza, si scende dal mezzo, magari bestemmiando e imprecando come bufali,
va indossato il giubbino giallo o rosso, si deve andare alla ricerca nel baule del
triangolo, da posizionare a una distanza adeguata, per rallentare il flusso del
traffico, si deve andare verso il punto dove giace l’animale, pregando le
divinità che qualcuno non stiri, ammazzandolo, il soccorritore. Questi Deve
raccogliere l’animale, senza sapere se questo ha le vaccinazioni, visto che non
sa se è randagio, con il rischio di venire morsicato ed essere costretto ad
andare a farsi le vaccinazioni. Deve raccogliere la bestia, magari anche sanguinante,
continuando a smadonnare, sperare che in auto ci sia un nylon altrimenti la
bestia potrebbe lordare la tappezzeria di sangue, vomito, feci urina e
compagnia bella. Se non ha un nylon, per rispettare una legge, perché
certamente non può metterlo in baule, specie se ha una berlina, potrebbe morire
soffocato.
Continuando a pregare di non
essersi beccato la rabbia, con la bestia che guaisce di dolore, deve andare a pigliarsi
il triangolo, togliersi la giacchetta di sicurezza carter infrangente, chiudere
il baule, salire in auto, prendere il cellulare, se non conosce un veterinario vicino, e chiamare
qualche servizio, a pagamento, dove forniscono informazioni h24. A informazioni
ricevute, magari dopo un’attesa di minuti, tanto per far girare la bolletta o
svuotare la carta prepagata, toglie le frecce di emergenza, riallaccia le
cinture di sicurezza e si immette nella carreggiata di marcia, mentre la bestia
continua a guaire e perdere fluidi, e il guidatore pensa che arriverà in ritardo ai suoi appuntamenti –
per far felice i bestialisti.
Arrivato dal veterinario questi prima compila
una marea di scartoffie, iniziando a tempestarlo di domande, come se questi
conoscesse vita, morte e miracoli dell’animale. Ci da un occhiata veloce, e mentalmente inizia a sfregarsi le mani per la
parcella che quel gonzo sarà costretto a pagargli, visto che la bestia, non
importa che sia randagia o che abbia un proprietario, quello che deve pagare il
pollo a cui è rimasto il cerino acceso tra le dita, se che spera che una volta
trovato il proprietario, questi che ne ha denunciato la fuga, non lo riempia di botte e gli rifonda tutte le
spese, per essersi fermato a soccorrerlo.
Peggio gli andrà se il cane è
randagio, dove in quel caso nessuno gli rifonderà le spese e i danni che
l’animale gli ha causato al mezzo.
A tutto questo va aggiunto il
tempo perso e peggio se randagio e se il soccorritore viene morsicato o
graffiato, lo stress per il rischio di malattie infettive, come la rabbia, dove
quindi con questa legge dello Stato si rischia di mettere a repentaglio la
salute dei cittadini.
A conti fatti ha senso fermarsi?
Ragionandoci bene, assolutamente no, perché le probabilità di essere individuati
potrebbero minime, sempre che non ci sia un bestialista che tira giù il numero
di targa e poi fa la segnalazione alle Forze dell’Ordine, o che ci siano telecamere che immortalano il
tutto. Alla fine comunque al massimo arriverebbe a casa la sanzione
amministrativa da pagare, sempre che non si faccia ricorso, vincendolo,
dimostrando l’impossibilità oggettiva di fermarsi e prestare soccorso, pagando
la sanzione minima, o che addirittura ne venga accertata l’impossibilità
oggettiva e quindi non pagando un euro, avendo come conclusione una legge
composta di tanto fumo e poco arrosto, visto che tra l’altro, come gustosissima
ciliegina sulla torta, la sanzione amministrativa non va ad incidere sulla
fedina penale.
Alla fine non si tratta di
istigare a disobbedire alla legge, ma di valutare, secondo coscienza,
soppesando i pro e contro, intesi come costi/ benefici dove potrebbe conviene
tirare dritto, sempre di non essere bestialisti convinti..
Marco Bazzato
15.12.2012
(1)
http://gogreen.virgilio.it/news/speciali-rubriche/animali-feriti-strada-omissione-soccorso-reato.html
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venerdì 14 dicembre 2012
Maratona Telethon: ha senso donare euro a fondo perduto?
È partita la ventitreesima
maratona Telethon, dove i cittadini, in piena crisi economica sono invitati a donare
denaro, con i governi che continuano a fare tagli alla sanità, alla ricerca,
alla scuola, a una fondazione privata, presieduta da Luca Cordero di
Montezemolo,, nelle forme e nei modi più disparati, partendo dai 2 fino ai
2.000 euro.
La solidarietà è una libera
scelta, ma continuare ad andare a chiedere da quasi un quarto di secolo denaro,
quando specie in questo ultimo anno, con un governo che ha tagliato e tassato
il passabile, salvando le fondazioni bancarie e non, la chiesa e le
organizzazioni “no profit” dal pagamento dell’Imu, è una contraddizione di
termini. Da una parte si fa risparmiare ai ricchi, a chi ha un’elevata capacità
contributiva, dall’altra parte una maratona di “accattonaggio mediatico”.
Forse sarebbe meglio destinare
gli euro al barbone senza casa, o a chi, nel pieno delle festività natalizie è
meno fortunato e può acquistarsi un pasto caldo, sicuri che il denaro vada a
una persona fisica ben definita? Ma donare 2, o più euro, ad una Fondazione
serve per lavarsi la coscienza, evitando di guardare negli occhi chi soffre.
Si chiede denaro ai cittadini per
cercare la cura a malattie genetiche, nobile intento, per carità, ma non
sarebbero stati spesi meglio questi ventitre anni se si fosse investito sulla
ricerca genetica preventiva, creando esami genetici obbligatori e non invasivi
ad hoc per le coppie – legalmente sposate – che decidono di fare figli, , dove
le coppie, cocenti dei rischi genetici di un eventuale gravidanza, possono
risparmiare ai futuri figli la venuta al mondo, tramite la legge 180
sull’interruzione della gravidanza?
In fin dei conti il “controllo
qualità” viene effettuato in qualsiasi azienda seria, degna di questo nome, che
vuole tenere alti gli standard produttivi e di sicurezza, per se stessa e per
gli altri, e quindi anche la ricerca genetica dovrebbe camminare pari pari,
mettendo al primo posto la prevenzione e, se possibile un eventuale cura, o
almeno assicurare una vita decente, visto che poi, lo Stato taglia su servizi
alle persone disabili o portatrici di malattie genetiche invalidanti, come ad
esempio le accompagnatorie?
A ben ragionare, ci si trova nella
contraddizione politica che da una parte si tagliano i servizi ai cittadini, ma
dall’altra si chiede di contribuire alla ricerca di cure, trascurando la
prevenzione genetica, anche con campagne
pubblicitarie sociali ad hoc, imponendo legalmente ai futuri genitori a
sottoporsi a controlli genetici, per evitare che mettano al mondo figli
geneticamente malati.
A chi si indigna, pensando
all’eugenetica, si metta la coscienza in pace.
L’eugenetica la si utilizza da
anni anche in Italia, perché tramite l’amniocentesi e la villocentesi è possibile
predeterminare se il feto è portatore di alcune malattie genetiche (1)
e quindi se al “controllo qualità” non risultasse conforme a degli standard di
vita soddisfacente per se stesso e in primis per i genitori, scegliere e/o
imporre – ma questo è un problema che dovrebbe risolvere un parlamento sovrano
e non condizionato – l’interruzione
della gravidanza.
Non va dimenticato che alla fine
avere un figlio malformato geneticamente, quando la scoperta avviene a nascita
avvenuta, diventa uno shock per i genitori e la famiglia e non tutti sono in
grado di sostenere mentalmente e psicologicamente e psichiatricamente il peso
un figlio portatore di una malattia genetica, anche se all’apparenza possono
apparire forti, poi giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, alcuni
tendono a necrotizzarsi dentro, giungendo a negare il problema del figlio,
perché riesce a condurre una vita apparentemente normale, ma pur sempre, ma non
in tutti i casi, prende coscienza d’avere una spada di Damocle puntata sul capo
e/o la mannaia di due “boia sconosciuti, pronti a mozzargli la testa in
qualsiasi momento.
Questi genitori nel corso degli anni
marciscono nel cuore e vedono il figlio come un peso, come un costo, un
fardello inconfessabile, anche se apparentemente ne parlano come se i loro
traumi mentali non esistessero – perché rimossi, vantandosi dei i sacrifici che
hanno fatto per costui, mentre in realtà, se possono, utilizzano ogni genere di
artifizio immorale per spremergli denaro sfruttandolo, per i loro meschini
interessi, utilizzando come arma di terribile violenza psicologica, frasi che
fanno passare loro da vittime della situazione, vittime di un destino che si è
accanito contro la loro serenità famigliare, arrivando a “trattenersi” nel
corso degli anni cifre spaventose, a mo di risarcimento per i danni che
costoro, nelle loro menti malate, avrebbero subito, dimenticando che le vittime
non loro, in quanto che lo vogliano o no, sono i diretti responsabili, perché
era loro il patrimonio genetico che si è mescolato malamente e malsanamente,
come in un coktail maleodorante, dentro l’utero materno, che ha generato un figlio/a
“storto/a e/o malformato/a.”
Oggi si dovrebbe in primis
volgere verso la ricerca della prevenzione delle malattie genetiche, in modo
che con la mappatura genetica, la ricombinazione e/o l’intervento sul DNA o
sulla soppressione del feto malformato e/o portatore di malattie genetiche, si
possa rimanere all’interno di standard di vita, una volta venuti al mondo,
accettabili per la persona, per la famiglia e di riflesso per la società, con
il fine poi che, nel corso dei successivi decenni, sarebbe quello di ridurre
considerevolmente i costi famigliari, anche intesi come stress e traumi da
parte dei genitori e di costi della società, eliminando alla radice, ossia
entro pochi mesi dal concepimento, il problema.
Ma queste sono politiche
sanitarie a lungo temine che dovrebbero essere messe in cantiere dalla
politica, senza farsi condizionare da eventuali visioni ideologiche delle
confessioni religiose dominanti, perché laicità dello Stato significa avere una
visione a lungo termine e strategica, e non come abituale mene si fa, entro un
ottica miope di misera tattica,perché non vuole affrontare e/o risolvere “i
problemi prima che nascano”.
Il vero confine della ricerca
genetica non dovrebbero essere le cure di “sopravvivenza” utilizzando i
portatori di malattie genetiche come cavie umane per sperimentare, alla cieca,
sperando di poterne osservare il non peggioramento, non il miglioramento delle
condizioni di vita. Un po’ come i farmaci che non curano la malattia, ma i
sintomi, perché la maggior parte di questi inibiscono.
Il fine ultimo della ricerca
dovrebbe essere la genetica pura, la ricombinazione del DNA, garantendo dei
determinati standard di “Purezza e genetica sanità fisica”, indipendente da sesso, razza,
nazionalità e/o religione e classe sociale, per avere degli standard
“produttivi” e/o riproduttivi, magari preprogrammando la durata del ciclo
vitale, confacenti con le aspettative dei futuri genitori, della famiglia e di
riflesso, come fine ultimo, ma non per questo meno importante, della società stessa.
La malattia genetica potrebbe
colpire statisticamente ogni bambino che ogni donna porta in grembo. La prima
cosa che le future madri e padri auspicano è una sola: che sia sano, tutto il
resto non conta. Va ricordato che indipendentemente dal fatto che i futuri
genitori siano sani questo non li mette al riparo, con la certezza assoluta che
il figlio/a che la futura madre porta in grembo sia geneticamente sano…
Marco Bazzato
14.12.2012
http://marco-bazzato.blogspot.com/mercoledì 12 dicembre 2012
Buone feste a tutti: Natale 2012/Capodanno 2013
Ormai le presunte feste di Natale, Capodanno ed Epifania, stanno quasi
giungendo di gran carriera, 21.12.202012, a Profezia dei Maya piacendo.
L’Italia ufficialmente sta
andando a battere i marciapiedi, grazie ad un anno di Governo Monti e compagnia
bella. Governo illegittimo che è stato sostenuto da PD, PDL, UDC e compagini
briscole, con l’esclusione di Lega e Italia dei Valori.
Il Paese è allo stremo e come
ancora di salvezza, gli italiani saranno costretti ad andare a votare
scegliendo, tra i due partiti di maggioranza relativa, PD e PDL – partito
decotto – dove il suo fondatore, Silvio Berlusconi, si illude di essere ancora
il Messia del nuovo miracolo economico italiano – non si sa con che denari, visto
che il deficit ha toccato i 2000 miliardi di euro – e Bersani che si è dichiarato
convinto europeista e quindi proseguirà sulla via tracciata da Monti: ossia la
garrota economica contro le classi più deboli, salvando banche e Vaticano dal
pagamento dell’Imu, con pretesti, legali, risibili – ma le leggi e i Concordati
possono essere modificati unilateralmente e se le controparti non ci stanno, è
un problema Vaticano, non italiano..
L’Italia è in piena campagna
elettorale, con promesse da mercanti spacciate dai partiti politici, peggio
delle caramelle avvelenate date ai bambini nella notte di Halloween, dove per
dolcetto ci sta la caramella mortale e come scherzetto, nuovi atti di sodomia
fiscale, ancora peggio dei precedenti.
Ma l’Italia ha alla fine quello
che si merita e quello che ha seminato nel corso degli oltre ultimi quattro
lustri.
Per colpa di alcuni, l’Italia è
un Paese politicamente e moralmente marcio a ogni livello, non importa se
Comunale, Provinciale, Regionale o Nazionale. Lo stesso vale a livello
famigliare, dove menzogna , prevaricazione, inganno, violenza fisica e verbale,
omicidi, femminicidi, abusi edilizi, irregolarità formali, sindaci che non
rispondono alle interrogazioni delle forze di minoranza, dipendenti comunali
troppo pignoli che vengono allontanati, perché ficcano il naso dove non
dovrebbero, consiglieri di maggioranza conniventi con un sistema marcio, fatto
di clientelismi e amicizie e non si sa di cosa diavolo altro.
E non si vede all’orizzonte un
cambio di mentalità, un sussulto di moralità nell’amministrare, a ogni livello
la cosa pubblica, dove anche l’ultimo dei meccanici, dei carrozzieri o dei
venditori ambulanti, se hanno “Santi in Paradiso” – leggesi agganci nella Pubblica
Amministrazione, possono farla franca, perché le Istituzioni che dovrebbero
vigilare sulla legalità sono quelle che girano la testa dall’altra parte,
fingendo di non vedere e di non sapere, infischiandosene di leggi e
regolamenti, non importa se Nazionali, Regionali, Provinciali e Comunali.
Quello che conta non è far andare avanti i migliori, ma i maestri di
intrallazzo, con le mani lorde di grasso o che puzzano di salme rancido.
Un esigua parte di italiani hanno la moralità
marcia peggio di un caco andato a male e che puzza. Il problema è che questi
farabutti senza etica, hanno amicizie piramidali all’interno del Potere, non
importa se Comunale o altro, perché il pesce puzza abitualmente dal marcio
della testa delle Pubbliche
amministrazioni, che come dei feudatari, si scambiano le poltrone assieme a
mutande sporche di tarzanelli – Sign:
(popolare) ognuna delle piccole parti di escrementi che rimangono attaccati ai
peli dell’ano, continuando a perpetuare
il fetore politico – amministrativo a tutti i livelli, a favore degli amici,
che stanno ai livelli intermedi della piramide del potere, visto che alla base
ci stanno i servi, il popolo, gli sfigati che non hanno santi in Paradiso e che
alla prima infrazione amministrativa vengono beccati. Ma guai se qualcuno prova
a rompere il “Cerchio Magico”, questo viene allontanato, minacciato
sommessamente, irriso, sbeffeggiato perché dotato di una diversa moralità
rispetto a quella deviata e marcia del potere, comunale e non solo, dominate.
Tutti provano orrore quando
sentono i politici scafati a tutto che temono l’arrivo dell’inesperienza del
nuovo che avanza, perché non conoscono i meccanismi, le leggi..e altre idiozie
varie.. Balle. Non vogliono che persone terze, pulite, con il rispetto delle
leggi e dei regolamenti vadano a ficcare il naso, denunciando pubblicamente le
nequizie commesse delle precedenti amministrazioni, non solo politiche ma di
ogni grado, perché il nuovo che avanza apre le imposte, vuole cambiare l’odore
nauseante di merdai immorale e illegale che appesta gli ambienti pubblici, dove
ogni lordo politico, abituato al fetore
proprio e degli amici, essendone mentalmente soffocati, manco vogliono sentire
parlare di aria tersa e limpida. «Alzano polveroni…» dicono, ma dove è pulito
non ci sta ne polvere e né puzza di merda!
Ma le feste, aldilà della
politica, sono per i cristiani, non per i cattolici, una ricorrenza sentita,
perché rappresenta la nascita del Salvatore, di colui che poi, ancora da questi
servi del sistema, verrà dopo 33 anni messo a morte, perché anche voleva aprire le imposte, spalancare i cuori,
aprire le menti all’etica e a un pensiero limpido, fatto di rispetto no solo
delle regole legali, ma anche di quelle etiche che dovrebbero essere insite
nell’uomo.
A coloro che si riconoscono intimamente nel
pensiero Cristiano, anche se atei, perché l’ateo o chi professa una confessione
etica animata dal senso di giustizia e di verità,
sono specchio di un Illuminazione interiore, che non importa da chi o da cosa
giunga, ma che esiste ed è insita nella loro natura, auguro di tutto cuore
buone feste.
Ai cattolici mediocri e arruffoni
della domenica, baciapile per interesse, nemici giurati della Giustizia e della
Verità, animanti da immoralità atavica, padri e madri, figli/e degeneri della
menzogna, della malversazione, amici integerrimi delle iniquità e delle
violenze fisiche e verbali, non posso che augurare, se ne hanno una di dare una
lavata con l’acido fenico alla propria coscienza e che si guardino allo
specchio, auspicando che non si rompa per il disgusto, e se hanno un minimo di
amor proprio, che si aprano a forme meno ottuse e più aperte di Pensiero e Ragione,
perché alla fine costoro che rappresentano in quanto cattolici e
traviati,i i veri nemici dell’Italia e
del pensiero malato che distrugge questo Paese, a tutti i livelli, partendo da
quello famigliare, e poi via via, su, verso le vette più alte del Potere e del
pensiero deformato e deforme a livello etico e scale di valori dell’esistenza.
A tutti i miei lettori, a quelli
mi apprezzano o che intellettualmente mi detestano,ma che continuano a
leggermi, magari arrabbiandosi per le miei idee ce che esprimono civilmente a
volte non la loro legittima opinione, ovunque si trovino, o che siano amici di
Facebook vicini e lontani, amici fraterni in patria, alle loro compagne
e/o moglie, ai parenti che ancora mi rivolgono elettronicamente la parola e a
quelli che sono troppo anziani per poterlo fare, ai malati, a coloro che passeranno le feste
come degenti o in un ospizio, lo lontani dai loro cari perché questi sono degli
infami, ai bambini malati, affinchè i loro
genitori e fratelli e/o sorelle sappiano essere veri fratelli e
genitori, non arruffoni interessati a strumentalizzare per interesse e guadagno
personale la malattia dei figli, lavandosene poi le mani, una volta raggiunti i
loro tornaconti economici,ai disoccupati, ai sottooccupati, ai cittadini di
Taranto che vedono compromessa la loro salute per colpa di un connubio legale
tra Politica e impresa, alle famiglie
delle donne uccise quest’anno per colpa di maschi infami, e a tutti coloro che
non posso elencare,auguro a tutti voi e
alle vostre famiglie delle Buone Feste. Che siano Feste fatte di amore
famigliare, nonostante le difficoltà del Paese e/o personali, auspicando che
l’anno che verrà, il 2013, possa essere migliore rispetto a quello che viene
consegnato alla Storia e che sia di salute, serenità. Verità e Pace.
Un augurio speciale a mia moglie,
a suo figlio, alla sua famiglia, al fratello di mia moglie e alla sua famiglia
e al padre di mia moglie e di suo fratello, al padre del figlio di mia moglie e
alla sua compagna, e a tutti gli amici in Bulgaria e in Italia, o in Italia e
in Bulgaria, che mi sono stati vicini in molti modi diversi nel corso di
quest’anno che si sta concludendo: Vi Voglio bene e vi abbraccio calorosamente
tutti.
Marco Bazzato
12.12.2012
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martedì 23 ottobre 2012
Prodotti alimentari italiani tarocchi? Quanta disinformazione…
Nella puntata di venerdì 19
ottobre 2012 è andato in onda su Striscia La Notizia un servizio da Cernobbio di
disinformazione di Jimmy Ghione (1),
sui presunti falsi prodotti alimentari italiani che si vendono all’estero e
somma delle castronerie, la chiusura fatta dall’inviato, quando ha denominato
la Palenta, nome sloveno, definendola
“una schifezza”, perché nella confezione
ci sta scritto: palenta, žganci o pura,, insultando la
lingua, il popolo sloveno e la loro cultura alimentare. Sarebbe bastato aprirsi
wilkipedia (2), alla voce
“Polenta” per rendersi conto del bestialismo proferito nei confronti della “palenta, žganci o pura” definita da Ghione
una “Schifezza” (3), e si auspica che il
produttore solveno, Franck e l’Ambasciata
slovena in Italia si attivino per tutelare i loro prodotti e marchi all’estero
dal grave e grave insulto proferito.
Ci si chiede cosa cazzo vogliano
i produttori italiani?
Che i Paesi stranieri importino
prodotti dall’Italia, con il conseguente aggravio dei costi, quando possono
prodotti e commercializzati a costi inferiori in quei Paesi lì, quando
l’Italia, per gli hamburger di una
multinazionale dei cosiddetti Junk Food – cibi spazzatura – stipula convenzioni, per risparmiare sui costi
e sulla qualità della carne – spazzatura –
mettendoci quella italiana e trasformandoli de facto in tarocchi,
secondo la stessa definizione, non essendo vera carne americana?
Si mostrate mozzarelle di olio di
Oliva di salumi, di pomodori, senza poterne vedere i marchi e i luoghi di produzione.
.In primis il pomodoro (4) che manco è un
prodotto di origine italiana, ma dell’America Centrale e del Sudamerica, a cui
l’Italia a questo punto dovrebbe pagarne i diritti. Per l’Olio, di Oliva (5) , la sua storia è
antica di 8.000 anni, quando ancora nella penisola italica gli uomini quasi
saltavano tra i rami degli alberi, e
storicamente è ben lungi dall’essere un prodotto storicamente italaino, come
vorrebbero far credere, tanto è che l’Olio extravergine di Oliva greco o
israeliano non hanno nulla da invidiare, anzi, a quello tanto pomposamente
blasonato italiano, dove il Bel Paese ha
la supponenza d’essere l’unico depositario
e detentore del “copyright.”
Ma il Ghione dimentica che n
moltissimi locali, ristoranti, pasticcerie, fastfood spacciano prodotti con
nomi stranieri, ma preparati con ingredienti italiani, quindi porcherie
tarocche, e che questi postriboli dovrebbero essere chiusi con la stessa forza
bruta che si reclama per i nei confronti degli altri produttori, in casa loro, ,
perché smerciano falsi: vedi hamburger, ketciup, Würstel, Crêpe Suzette, Strudel
le stesse patatine fritte, il cui nome internazionale sarebbe French fries,
per quelle a bastoncino, senza dimenticare che la patata non è un prodotto
europeo ma sudamericano, importato dagli
spagnoli in Europa(6)
nel XVI secolo, e via via tutti gli altri piatti stranieri ove l’Italia ne ha
italianizzato il nome, rubando posti di lavoro intascando milioni di euro che
potevano andare nelle tasche dei rispettivi produttori agroalimentari di
origine. Ma questo l’inviato, il nutrizionista e il rappresentate degli
coltivatori hanno omesso di dirlo , spacciandoli per prodotti tipici della
cucina italiana e della cultura italiana, tanto per essere storicamente
precisi.
E a questo punto sarebbe giusto
che proprio l’Unione Europea intervenisse nei confronti dell’Italia, visto che
Ghione ne invoca l’intervento, sanzionando il Paese brutalmente, visto che
molti dei cosiddetti piatti tipici della cucina dello stivale, hanno ben altre
provenienze.
Che vorrebbe il Ghione? Che
chiudessero tutte le pizzerie del mondo, perché invece di farle con prodotti
italiani, utilizzano quelli locali? Stesso dicasi per la pasta, che tra l’altro
esistono paste – spaghetti, rigatoni, bigoli, fusilli e chi più ne ha più ne
metta – prodotti fuori dai confini italiani, che a mio modesto avviso non hanno
nulla da invidiare, anzi, ai cosiddetti marchi blasonati del Bel Paese e a
pari, se non migliore qualità e bontà, costano molto meno, perché non caricati
dai costi extra della pubblicità a discapito della qualità, come la pasta greca
o quella rumena o turca, acquistati nei negozi all’estero.
Il punto è che ci sono parole che
hanno perso la nomea di nazionalità, come pasta, spaghetti, mozzarella, lasagne,
gnocchi olio extravergine di oliva, diventando, come pizza e caffè espresso,
utilizzate a livello internazionale e immediatamente riconoscibili, al pari di
hamburger , fastfood, ketciup, Würstel, Crêpe
Suzette, Strudel
diventando un patrimonio linguistico internazionale, dove il presunto
nazionalismo originario non ha più ragione di esistere, perché patrimonio sovranazionale.
Poi non si capisce dove stia il
cosiddetto falso Made in Italy di questi
presunti prodotti tarocchi, quando nelle confezioni, se l’inviato di Striscia
la Notizia, avesse fatto vedere il retro delle confezioni ci sta scritto,
perché obbligatorio per legge, il Paese e la ditta di produzione, che paga le
tasse nel suo territorio e che certo, per far piacere all’Italia, non va a
licenziare i suoi dipendenti, distruggendo la filiera agroalimentare, per far
felice una banda di nazionalisti incazzati perché all’estero, giustamente, come
fa l’Italia in casa propria, preferiscono prodotti alimentare di produzione locale
e se possibile a chilometri zero o quasi?
Dove vivo, qui all’estero, se
andassi a dire «Ti piace la polenta?» mi guarderebbero di sghimbescio,
rispondendomi: «Ma che cazzo mi chiedi?» mentre se invece chiedo «Ti piace il качамак/Kachamak ?» la risposta
potrebbe essere o un sì o un no a seconda dei gusti personali e questo la dice
lunga sull’ignoranza linguistica spacciata per falso “Made in Italy” e definita
una “schifezza”, che aleggia nella testa dell’inviato.
Nel servizio di sparla di 50
miliardi di euro sottratti ai produttori italiani e di riflesso anche alle
Casse dello Stato, tramite i mancanti introiti fiscali, come se fossero stati
rubati…se così fosse avrebbero l’obbligo, non come giornalisti, nutrizionisti,
rappresentati dei coltivatori ma come semplici cittadini, di sporgere regolare
denuncia al primo comando dei Carabinieri e/o della Polizia, in modo che si
apra un fascicolo e che la magistratura indaghi, anche tramite rogatorie
internazionali, sia sui prodotti definiti tarocchi, sia su questi fantomatici
50 miliardi di euro, in modo che la Giustizia non solo nazionale, ma internazionale
faccia il suo corso, perché se come semplici cittadini sono a conoscenza di un
presunto reato e non lo denunciano ne diventano automaticamente complici, mentre così si fa solo demagogia da bettola.
Ho sempre apprezzato i servizi di
Striscia quando hanno la loro ragione e la loro logica di essere, ma non è
l’unico programma televisivo che fa disinformazione alimentare, lo stesso TG2
Eat Sapori spesso batte su questi tasti propagandistici, falsamente altisonanti,
simboli di un’informazione non al servizio dei cittadini, ma delle industrie
agroalimentari e dell’agricoltura. Vale lo stesso per la carta stampata e
internet, che invece. invece di aprire gli orizzonti culturali e culinari fuori
dai confini dello Stivale, fanno vedere gli altri Paesi, sotto l’aspetto
culinario come una specie di malfattori, farabutti, di approfittatori che
vogliono mettere alla fame e/o alla carità l’industria agroalimentare italiana,
mentre i primi approfittatori, se vogliamo essere oggettivi sono proprio gli
italiani, quando per risparmiare qualche euro, acquistano prodotti stranieri perché
costano meno e magari sono anche migliori di quelli italiani. Ergo i primi
nemici dell’Italia, a questo punto sono gli italiani stessi, che praticamente
foraggiano i produttori stranieri, perché i produttori italiani non sanno
produrre a parità di qualità a prezzi inferiori e concorrenziali e questo fa strizzare er culo…come direbbero a Roma,
perché il Bel Paese sta perdendo quote di mercato, anche interno.
Senza dimenticare che negli altri Paesi i
cittadini che non sono una masnada di barbari ignoranti, come spesso pensano
gli italiani – perché si prendono il cappuccino dopo pranzo o la cena –
credendosi i depositari delle presunte regole del mangiar sano a tutte le
latitudini e a tutti i fusi orari, si sono svegliati e hanno capito che –
giustamente – possono farsi un’ottima cucina all’italiana, secondo i gusti dei
loro palati e della cultura di appartenenza, a prezzi alla portata dei loro
standard economici, senza svenarsi e inquinando meno l’ambiente per avere in
tavola il cosiddetto e sopravvalutato, sul piano culinario e nutrizionale ed
enogastronomico, Made in Italy, utilizzando, come le leggi permettono, i
prodotti e la loro industria alimentare e agricoltura locale, che non ha nulla
da invidiare al tanto sbandierato “Made in Italy!”
Se gli italiani vogliono farsi
apprezzare all’estero, dovrebbero smettere di fare, come si dice in Emilia
Romagna, gli sboroni ,avendo l’umiltà
di riconoscere che esiste un mondo culinario diverso, ma non per questo meno buono,
fuori dai confini italici e togliendosi dalla testa la presunzione d’essere i
migliori…se gli italiani non lo sanno…all’estero, per questa superbia italica
ci pigliano per il culo e hanno ragione, in quanto siamo abituati a sputare
addosso ala cucina e alla cultura culinaria altrui come fossimo dei lama
tibetani..
Marco Bazzato
23.10.2012
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lunedì 22 ottobre 2012
Strani movimenti in alcune Province italiane destinate a scomparire?
Sembrerebbe che in attesa del
taglio delle Provincie da parte dello Stato, quelle destinate a morire abbiano messo
in atto una campagna acquisti per cercare di aggirare legalmente i limiti
imposti dalla Spendig Review (1),
dove anche se hanno superato di molto il numero di abitanti, hanno il problema
che per poche centinaia di chilometri quadrati, dovendo avere una superficie
minima di 2.500 Kmq, come per il Calcio Mercato, hanno dato via alla campagna
acquisti,con le Amministrazioni dei rispettivi paesi hanno finto di mantenere
le promesse politiche disattese da decenni, e pochi mesi fa sono iniziati, nei
paesi da inserire nel loro territorio provinciale, dei referendum che dire farlocchi è poco, non
avendo raggiunto il quorum del 50 +1 degli aventi diritto, e che in alcuni non
toccato manco il 25% degli aventi diritto. Tanto i giochi erano comunque già
fatti e caduti dall’alto come imposizione inappellabile, per il “bene dei
cittadini!”
Fa riflettere il fatto che
nessuno degli abitanti, dove queste nuove “annessioni”, termine che di solito
si utilizza quando uno Stato ne conquista un altro o una parte dei suoi
territori, che i cittadini di questi paesi siano “stati venduti” per una
fermata di autobus, ma che a distanza di mesi non sanno quali saranno gli
effettivi costi da sostenere per questa annessione, visto che le
Amministrazioni Comunali, i media e i giornali ufficiali tacciono.
Stando ad alcune indiscrezioni,
sembrerebbe che gli abitanti di questi paesini che si sono visti imposto dall'alto mascherato da referendum popolare, dovranno pagare un Imu
maggiorata, visto che rispetto alla Provincia lasciata, in quella nuova,
entrando a far parte di un ipotetica Città Metropolitana, le aliquote potrebbero essere più elevate.
Ma questo “giochetto”, come
accade spesso in Italia, vedrà le perdite distribuite iniquamente tra i
cittadini e i vantaggi che andranno a ingrassare sempre i soliti noti, che se
ne stanno acquattati dietro le quinte: i Presidenti di e i Consiglieri di
quelle Provincie che avrebbero dovuto scomparire, e con essi l’ apparato
burocratico, che lo Stato voleva snellire.
La rete di passaggi, dal basso
verso l’alto, la si potrebbe ipotizzare in questo modo: i vari Comuni possono
aver fatto richiesta di passaggio a una Provincia limitrofa, girando le spalle
alla storia secolare, venendo accettati nella Provincia e inseriti in un’ipotetica
futura Città Metropolitana, facendo scattare il salvataggio della medesima che
non verrebbe abrogata, e con il conseguente mantenimento dei costi
amministrativi – perdita per i cittadini, nonostante l’ipotizzato e teorico incremento
del valore degli immobili a uso commerciale e abitativo, e dei terreni agricoli,
che potrebbero trasformarsi in edificabili e di una fermata di autobus.
Vista l’attuale crisi globale, che ha visto il crollo dei prezzi del
mattone, senza dimenticare che a fatica le banche erogano crediti anche per
l’acquisto di immobili, se non si danno garanzie “blindate”, anche se
aumentassero i prezzi di immobili e terreni, difficilmente nel breve e medio
periodo torneranno ai valori antecedenti alla crisi .Anzi. Il divenir parte delle
nuove città metropolitane potrebbe portare, oltre che all'aumento dell’Imu,
anche al rischio concreto di trasformarsi in degradate periferie urbane, con
tutti i rischi connessi per la sicurezza dei cittadini e il conseguente crollo
del valore degli immobili.
A questi cittadini, come si fa
per i somari è stata messa davanti agli occhi la carota degli ipotetici futuri
guadagni, senza metterli al corrente preventivamente delle bastonate economiche
che dovranno ricevere per andare avanti, negando così la possibilità oggettiva
e informata di scelta, mettendoli innanzi ai costi immediati e agli ipotetici
introiti futuri, trattandoli come servi della gleba, imponendo il fatto
compiuto, caduto dall’alto.
Esiste però anche una seconda
possibilità: ossia che le Provincie che fanno campagna acquisti non riescano
raggiungere nei ristretti tempi necessari, il numero di abitanti e/o superficie
minima richiesta e che in quel periodo transitorio si vedano costretti a
sostenere costi per essere accorpati nella nuova Provincia, ma quando questa
verrà abrogata si vedranno costretti a tornare alla situazione precedente,
facendo il percorso a ostacoli ed economici a inverso, inteso come tempo perso
e costi per carte di identità patenti, registrazione della nuova Provincia
dell’automobile e gli altri adempimenti obbligatori per legge che nessun ente
e/o quotidiano ha informato preventivamente sulle spese da sostenere, visto che
si presume che non facciano tutti questi passaggi burocratici gratis, il tutto
ancora per rimpinguare le casse di Stato, Regioni e/o Provincie e degli Enti. Senza
dimenticare i costi che i Comuni saranno costretti a sostenere per
l’adeguamento della cartellonistica stradale, viabilità, burocrazia interna,
intesa come carta intestata e via discorrendo.
Ma tutto questo ai cittadini che
sono stati allocati in un’altra Provincia, le rispettive Amministrazioni
Comunali non hanno aperto bocca…temendo il diniego a furor di popolo…
Marco Bazzato
22.10.2012
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sabato 20 ottobre 2012
“I bambini non si toccano!”
Rimbombano ancora nel cervello
dei telespettatori e degli internauti le immagini del prelevamento forzoso del
bimbo di Cittadella, in ottemperanza della sentenza del Tribunale, ma
soprattutto le grida della zia senza – giustamente – alcun diritto legale sul
minore.
Da quel giorno la tv è appestata
di femmine e maschi divorziati e fregnoni che reclamano, manco fosse un pacco
postale inviato nel luogo sbagliato, la restituzione del figlio o dei
figli, spediti nelle “Case famiglia” a
scontare le colpe dei genitori ed ex coniugi idioti.
Canale Cinque con Pomeriggio
Cinque e Rai 1 con “La vita in diretta” sembra che si facciano concorrenza a
chi riesce ad accalappiarsi, per le massaie del pomeriggio, gli e/o le sfascia
famiglie di turno, ex coniugi, genitori divisi, che si sono scannati per anni
nelle aule dei tribunali, utilizzando i figli come sacco da calci, con la
volontà di incolpare l’altro, per strapparne l’affidamento, dove alla fine il
Tribunale, avendone le palle e i coglioni esplosi per via delle liti e delle
gomitate sugli apparati riproduttivi, tramite gli avvocati, hanno deciso di
andare ad arricchire il “Il terzo incomodo”, ossia le casse delle Case
Famiglia, con i minori che vengono scaraventati tra le grida e lo strappamento
di capelli di uno dei due perdenti, nell’eterna contesa.
Figli trattati per anni come
sacchi di merda, defecati fuori da uteri materni, da schizzi di sperma
solidificati, diventati “non persone” grazie al “non amore” di coloro che gli
hanno inoculato, ognuno per quanto compete, la quota parte del “marcio”
patrimonio genetico.
Ormai, piaccia o no, bisogna
parteggiare le “Le case famiglia”, perché, visto che gli ex coniugi non
riesconono a trovare degli accordi sul minore, spendendo cifre da capogiro in
consulenze, avvocati, psicologi di parte e avvoltoi vari, è giusto che anche le
“Case Famiglia” partecipino alla”mangiatoia” in questo caso di denaro pubblico,
facendo il massimo dell’ostruzionismo pur di non restituire il minore a uno dei
due “legittimi proprietari” almeno fino al momento della maggiore età. Meglio
ancora “mettendolo all’asta” rendendolo così adottabile, dandolo via a “prezzi
di realizzo”.
Fa venire il vomito, o come
diceva il mio professore di matematica, che lo chiamava “merda daea boca!” – “merda
dalla bocca”, vedere uno dei genitori perdenti frignare come bovini
scannati in tv, con le lacrime – finte – che scendono copiose, solo per
esigenze televisive, implorare la liberazione della progenie, dove in concorso
di colpa, hanno fatto il possibile perché venga spedito al “soggiorno
obbligato” in una “Casa Famiglia”.
E hanno ancora poco queste “madri
o padri affranti” da strapparsi i capelli, se la progenie diventa soggetto di
attenzioni anche morbose da parte degli operatori, che in alcuni casi possono
vederli come numeri e soggetti da sfruttare. È stata la follia dei due contendenti
a destinare i minori a quel lungo “Il Miglio Verde”giorno dopo giorno,
settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno, lo hanno accompagnato
per mano verso la “Vecchia Scintillante”, tenendoli prigionieri per anni nel
“braccio della morte” causato dai rancori che i due ex, invece di voler sanare
per il bene del figlio, lo hanno utilizzato come arma di ricatto e violenza
verbale e giudiziaria, non essendo altro che il portatore del genoma dell’ormai
odiato ex coniuge, frutto pervertito dello sperma rinsecchito, ingravidato
tramite la violenza sessuale che lo spermatozoo ha commesso nei confronti dell’ovulo,
fecondandolo e tenuto al caldo, manco fosse l’uovo appena covato dalla chioccia
e una volta rotte le acque è venuto al mondo, tramite evacuazione uterina.
“I bambini non si toccano….”
Puah!
Verrebbe voglia di sputare sul
pavimento dell’ipocrisia, sulla testa di un mondo malsano che si lamenta per i
danni causati da terzi, ma che per anni non vede e non vuole vedere i drammi e
danni causati dall’uno o dall’altro genitore, non importa il sesso,solo per
aver vendetta nei confronti della nemesi.
Figli trattati come “Scudi
umani”, usati come bersaglio per scaricare addosso il letame e l’odio covato
dentro, usati per spillar denaro degli alimenti. Figli di un’infanzia e di un
adolescenza rubata non dallo Stato, non dalle sentenze dei Tribunali, ma figli
violentati, stuprati, sodomizzati mentalmente dai padri e/o madri.
Figli contesi, colpevoli d’essere
il frutto marcio di un pensiero ex genitoriale larviforme e malato, dove
l’amore non è mai esistito, perché anche il presunto eccesso d’amore non è
altro che mancanza d’amore e desiderio malati di possesso, dove l’odio,
l’inganno, la menzogna erano il quotidiano pane, servito nella cucina
famigliare, quando tutti attorno uniti nei pranzi e cene quotidiane, i figli
hanno visto e sentito le liti, vedendo le mani alzarsi, i piatti volare, i
silenzi farsi opprimenti. Poi l’esplosione, la separazione, il divorzio, la
guerra i morti, le armate dall’una dell’altra parte che si concedevano, a suon
di denunce, perizie, controperizie, visite degli assistenti sociali il terreno
vergine da arare, creando solchi profondi e insanabili nelle menti dei minori,
solo perché alla fine il cosiddetto frutto dell’amore iniziale, il figlio di
una chiavata fatta a letto, di una scopata compiuta sul sedie anteriore
dell’auto, il figlio di una montata non è diventato altro che il pomo della
discordia, l’albero del bene, del male e dell’odio insanabile, che ha portato
il figlio ad essere prelevato dall’inferno ove era nato e cresciuto, per essere
scaraventato in un altro inferno, dove è giusto, fino a quando le teste marce degli
ex coniugi e genitori biologici del minore non si siano rinsaviti.
Il vero amore genitoriale non
genera questi legittimi mostri giuridici, perché il vero amore genitoriale fa
il possibile per evitarli.
Separarsi, divorziare è un evento
traumatico per tutti, per gli ex coniugi, ma in primis per il minore, eppure nonostante
i tempi lunghi della Giustizia, esistono molti genitori che per il bene dei
figli riescono, nonostante le difficoltà, a lasciare da parte i rancori e le
vendette personali, senza mettere in mezzo il minore, certo non è facile, ma se
ben supportati e aiutati da persone intelligenti e non interessate
esclusivamente ad ingrassarsi, tirandola per le lunghe, gli accordi per il bene
del minore si possono raggiungere abbastanza celermente. A queste persone va il
massimo dell’appoggio e del sostegno, perché dimostrano d’essere superiori al
dolore, superiori alla rabbia, all’odio, al desiderio di vendetta, perché
ragionano nella prospettiva del figlio, mentre per quell’esigua minoranza di ex
coniugi, “mentalmente malati” di possesso, rancore e disprezzo verso l’altro ex
coniuge, va solo il massimo del ribrezzo, in quanto nessuno dei due vuole cedere
per il bene del minore, oppure se appena uno dei due genitori è pronto a cedere
per il bene qualcosa per il bene del figlio, la controparte affamata e
famelica, pretende sempre di più. Ebbene, certi non sono mai stati veri
genitori, ma semplici prestatori di sperma
e/o d’utero, interessati ad ingrassarsi a spese del figlio e fa venir
voglia di vomitare vedere come la tv, per esigenze di audence, magari senza
conoscersi tutti gli atti giudiziari, li danno in pasto al pubblico, per
aumentare i fatturati pubblicitari e per dar vita a campagne populistiche,
facendo leva sui sentimenti di bassa lega dei telespettatori e telespettatrici,
spesso impegnati a lavare, stirare o a preparare la cena. Ergo: tv spazzatura.
Marco Bazzato
20.10.2012
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mercoledì 26 settembre 2012
Ringraziamenti per gli auguri di compleanno
Desidero ringraziare tutti gli
amici di Facebook, di questo mio blog , di skype, che ieri mi hanno fatto gli
auguri per il mio compleanno, nelle forme e nei modi che ritenevano più
consone. Vi ringrazio tutti, colmo per l’amicizia e l’affetto che mi avete
espresso, auspicandovi sempre salute, serenità, benessere spirituale e
affettivo a Voi e a tutti i Vostri cari.
Marco Bazzato
26.09.2012 http://marco-bazzato.blogspot.com/
lunedì 24 settembre 2012
Paolo Bazzato – il nemico della mia privacy – colui che secondo Stefano Bazzato: “ha fatto solo il suo interesse”
Una vita sul filo
della vita
Settima puntata
In data 16.06.2010 h.21.36,
scrissi la seguente mail a Paolo Bazzato:
“Ciao Paolo,
sono settimane anzi anni che alcune domande
mi rodono in testa. In primo luogo continuo a chiedermi che fine abbia fatto il
mio atto di donazione, in quanto visto che presumo sia stato fatto un cambio di
gestione tu e Andrea siate andate a ritirarlo, vi sia stato spedito a casa,
oppure lo abbia fatto papà per tutti. Ed è assai strano che voi ne abbiate una
copia e in no, se puoi mandarmene una copia in file pdf…
Poi continuo a chiedermi un’altra cosa: in
data 15 gennaio 2005 mi hai inviato il
bilancio, con scritto che sarebbe stato mandato dal notaio, e all’epoca mi
scrivesti, ti cito testualmente: “Per le carte penso che sia solo questione di
pochi giorni” mentre in data 30.01.2005 mi scrivi quanto segue e cito: Oggi
l’ha passata al Notaio che ha voluto leggerla e verificarla. Non appena avrò
conferma anche dal Notaio, indicativamente per lunedì o martedì te la faccio
avere in e-mail. Non appena ho il malloppo completo te lo invio immediatamente,
ciao”
e poi silenzio. Come mai non mi hai mandato
nulla? Eppure presumo che voi abbiate avuto una copia preliminare, almeno venti
giorni prima della stipula, perché a me non è stata data la possibilità di
riceverlo? Sai che questo mi ha impedito di arrivare impreparato in Italia,
trovandomi innanzi ad un atto compiuto?
Ho salvato e controllato tutte le mail che ci
siamo scambiati in quel periodo, ma di quell’invio non c’è traccia, se l’hai
fatto puoi farmi un’inoltra, così se ho sbagliato so che è stato un errore mio.
Ma sono anche certo di averti sollecitato al telefono l’invio e mi hai risposto
che non era ancora pronto, se puoi smentirmi questa mia idea ne sarei molto
contento.
Ti sarei grato se la cosa restasse tra noi
due e che non ne facessi Parola con nessuno, né con Andrea, né con papà e
mamma. Confidando ma sicuro che sarai di parola…
So della situazione della mamma di Gessica e
sai bene che davanti al dolore rimane solo il silenzio.
Saluti”
Paolo
ha mantenuto quanto richiesto? No, la sera successiva telefonò mio padre
schiumando di rabbia, me lo immagino,
conoscendo come gli occhi gli si fossero iniettati di sangue e i capillari
delle guance che tendono ad esplodere, rendendole quasi purpuree, dicendomi,
come suo uso e costume dell’epoca, di
tutti colori. A nulla, nonostante il cuore mi scoppiasse fuori e la pressione mi
fosse schizzata alle stelle, sono da anni sotto farmaci che la tengono sotto
controllo, in quanto ho fatto, oltre a tutto il resto, anche due ictus che mi
hanno tolto, e mi è andata bene, solo la visone periferica dell’occhio sinistro
e altri problemi spiacevoli.
Quella
sera sembrava un indemoniato e perché? Perché avevo chiesto delucidazioni su un
atto che asseriscono ancora oggi che sia stato legale, ma anche in questo
momento, mentre rileggevo la mail, la cosa puzza sempre di più e quella reazione
spropositata, rispetto a una legittima richiesta, credo che debba portare a far
riflettere tutte le persone che conoscono Adriano, Andrea e Paolo Bazzato,
questi ultimi oggi titolari dell’omonima officina (1) e che è “sorta” con una specie di peccato
originale.
Dire
che rimasi basito da quella reazione di mio padre, che sembrava, verbalmente
parlando, l’eruzione del 1991 del
Vulcano Pinatubo nelle Filippine, è un eufemismo. Alla fine mi sbattè la
cornetta in faccia, lasciandomi addosso, come per anni è stata sua abitudine,
la sua violenza verbale, e in passato non solo quella, che bene non mi ha fatto
e in ogni caso il suo è stato un comportamento indegno per un padre che ha la
pretesa di andare a dire che ha fatto quattro figli e che anche oggi pensa a
tutti e quattro. Se ve lo dice, non credeteci.
Mia
moglie lo chiamò poco dopo cercando di farlo rinsavire, ma quando la sua
vaporiera, peggio della caldaia di una locomotiva a vapore degli inizi
dell’800, andava oltre la pressione di guardia, facendogli fumare la ragione
ragione, esplodeva, colpendo, come disse molti anni fa, gli innocenti. Sì, perché Adriano Bazzato una
volta mi disse:: “Quando non si può
possono punire i colpevoli, bisogna bastonare gli innocenti”, gridandomi
anche quella mentre come un ossesso, perché un cliente, suo carissimo amico,
aveva lasciato la macchina in mezzo al piazzale e io che stavo facendo altre
cose, non ero stato lesto a spostarla. Come se tra gli altri compiti, dovevo
fare anche il parcheggiatore per le macchine dei suoi amici. Ma mio padre, che
in molti frangenti è stato più bravo a predicare. criticare, gridare e menarmi
le mani, gli era difficile richiamare l’amico, poteva offendersi, o andare a
spostarsi la macchina,, non rendendosi conto di come anche i suoi dipendenti lo
detestassero per il suo caratteraccio, e come in quella telefonata del 2006, si ripeterono le
“bastonature” solo verbali, per fortuna
non gli ero sotto gli occhi, che tante volte mi avevano passato schiena e volto. E la si
potrebbe chiamare “La Costante Adriano Bazzato” se la si potesse esprimere,
come nel telefilm “Numbe3rs”, in termini matematici.
La mia
colpa iniziale, secondo mio padre? Era quella di aver chiesto delle legittime
delucidazioni su quello che al tempo consideravo – erroneamente – mio fratello
e che oggi mi sonno reso conto che come per Andrea e Stefano, sono solo i figli
di Adriano Bazzato e Scagnellato Bruna. E nessuno che non ha nulla da
nascondere si lascia andare a simili manifestazioni esagitate.
Per
questo quando asserisco, per esperienza personale, che non affiderei manco
morto i miei dati personali a Paolo e oggi di riflesso anche ad Andrea, i contitolari
dell’Officina Bazzato Andrea &Paolo, parlo per cognizione di causa, in
quanto certi comportamenti di Paolo sono avvenuti anche in tempi antecedenti a quello scritto e
anche a posteriori, ergo, per Paolo è una costante e sovente quando certi comportamenti
avvengono nel privato – e nel mio caso nono era solo un fatto privato in quanto
ricadeva sulla sua storia aziendale,
potrebbero ripetersi anche nell’ambito professionale e lavorativo, con i
clienti.
Secondo
mio padre dovrei chiedere scusa ai miei fratelli, Andrea e Paolo Bazzato per
aver cercato di capire che razza di casini i tre hanno combinato, e a suo dire anche
per molto altro. Ma questa è solo l’inizio di una serie di menzogne da parte di
mio padre, visto che Andrea e Paolo, preso il “malloppo” sono spariti, se la
sono squagliata o meglio “scappati”, che mi ha detto nel corso degli anni e che
intendo rendere pubbliche, visto che è stato mio padre a educarmi a suon di
“legnate” come a suo piacendo, quando mentivo. Dubito che mio padre
abbia”legnato” come meritava Paolo, visto che Stefano mesi dopo mi disse: “Ha
fatto solo i suoi interessi”. Peccato e questa è una stranezza della “Famiglia
Bazzato” che appena cerco di fare i non i solo i miei interessi, ma in primis
capire, ecco che sono diventato agli occhi della “Famiglia” un paria, un
pericolo, un “infame”, perché come dice una porzione della “Costante Adriano
Bazzato”, “…bisogna bastonare gli innocenti!”
Puntata precedente:: Stefano
Bazzato: “Lo sai che la mamma ha sempre avuto male sotto le braccia!”*
Puntata successiva: Andrea
Bazzato e “l’arma” disonorata”
Dalla
mia autobiografia “Una vita sul filo
della vita”
Marco
Bazzato
24.09.2012
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sabato 22 settembre 2012
I tuoi figli non sono figli tuoi di Kahlil Gibran
I tuoi figli non sono figli tuoi.
I tuoi figli non sono figli tuoi,
I tuoi figli non sono figli tuoi,
sono i figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo,
ma non li crei.
Sono vicino a te,
ma non sono cosa tua.
Puoi dar loro tutto il tuo amore,
ma non le tue idee.
Tu puoi dare dimora al loro corpo,
ma non alla loro anima,
perché la loro anima abita
nella casa dell’avvenire
dove a te non è dato entrare
neppure con il sogno.
Puoi cercare di somigliare a loro,
ma non volere che essi assomiglino a te,
perché la loro vita non ritorna
indietro e non si ferma a ieri.
Tu sei l’arco che lancia i figli verso il domani.
Kahlil Gibran(1883-1931)
Kahlil Gibran(1883-1931)
(dipinto di Munier)
È la prima volta da quando ho
aperto il blog nel 2006 che ospito brani di autori diversi da me, ma per tutto
c’è sempre una prima volta.
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giovedì 20 settembre 2012
Tenente Worf, TNG: « Quando tu menti o rubi, non solo disonori te stesso, ma anche la tua famiglia»
“Una vita sul filo
della vita”
Quarta puntata
C’è un episodio di una delle mie
serie tv preferite, “L’onda Soltion”,
Star Trek TNG, 5 x 10, che contiene un istruttivo dialogo tra il tenente Kklingon,
Worf e il figlio Alexander (1).
«Quando ero più piccolo di te, persi i miei genitori, la mia famiglia,
il mio popolo. Tutto quello che avevo mi fu strappato via, ad eccezione del mio
senso dell’onore, era l’unica cosa che mi era rimasta. L’unica cosa da vero
Klingon e nessuno è mai riuscito a portarmela via. Sai chi sono quelli?»
«Kaless..» risponde il
figlio, Alexander.
«…E Morath!«» continua il padre.«Lottarono senza fermarsi per dodici
giorni e dodici notti, perché Morath aveva mancato alla sua parola e arrecato
vergogna alla sua famiglia. Quando tu menti o rubi, non solo disonori te
stesso, ma anche la tua famiglia. Tu disonori me!»
«Mi dispiace, padre, non ti farò più vergognare di me. Te lo prometto.»
«Accetto la tua promessa.»
E il tenente Worf, nonostante il
suo senso dell’onore non ha picchiato il figlio per aver rubato e mentito e
perché il Worf educava con l’esempio e non con le mani e senza mentire.
Certo, è una serie televisiva di
fantascienza, ma i principi e i valori restano. Ma Worf era Worf, personaggio
che ha sempre avuto alto non solo la durezza dettata dalla cultura guerriera
Klingon, ma mosso in primis dalla cultura e dal senso dell’onore.
Ora ci si chiede come può un
figlio non crescere bugiardo in una famiglia quando sono genitori in primis
quelli che per interesse economico mentono senza soluzione di continuità, non
importa che le cose siano grandi o piccole?. Quando nel sangue dei genitori
nasce, germoglia e cresce la gramigna, le piante urticanti della falsità,
costoro non possono avere la pretesa che i figli non crescano, visto che quello
è l’humos ove crescono, puri, cavalieri senza macchia e senza paura, specie
quando un genitore fa il possibile per incutere terrore,anche con la menzogna e
le mani alzate, anziché con il dialogo? Sono elementi basi del buon senso, ed è
deleterio per i figli ripetere: «Fai quello che dico e non fare quello che
faccio!» Se non si danno esempi positivi e prepositivi come si può avere la
presunzione dettata dall’ignoranza e dall’impossibilità atavica di dare amore,
ma cercare solo interessi, che poi ti venga restituito quello che non si ha
immesso dentro come logica e ragione
dovrebbe educare insegnare.
Porgere sempre l’altra guancia va
bene, ma alla fine l’osso del collo rischia di spezzarsi, causando la morte.
Quello oggi mi lascia basito è
che il principale educatore della famiglia mentiva peggio di un bestemmiatore
incallito, dove purtroppo, non ricordandosi la menzogna che diceva, si creava
con il tempo una falsa memoria, non diversa da un’osteomielite che gli rendeva
asfittico e incapace di riconoscere le menzogne e/o le mezze verità, che
raccontava. E come si può non pensare che anche Andrea e Paolo, i suoi
collaboratori famigliari gli abbiano sempre detto in tutto e per tutto la
verità? Anch’essi sono vissuti, assieme a Stefano, come me, dentro lo stesso
ambiente famigliare, e volenti o nolenti hanno assorbito le stesse negatività
ambientale, come un virus poi molto
difficile da debellare, che poi viene trasmesso alle generazioni successive, infettandole,
fino a che qualcuno, anche a costo di perdere tutto, non si ribella,
liberandosi e guarendo. Oggi mi chiedo se Andrea, Paolo e anche Stefano sono
ancora affetti da questo virus, ma sarà un problema loro trovarsi la risposta,
oppure scegliere di continuare a vivere infetti.
Dire d’essere stati infettato
dalla menzonite acuta è una scusa per giustificarmi? No. Ma ci si rende conto
della realtà solo quando si guarda questa a distanza di tempo, senza il
coinvolgimento ambientale, nonostante sia certo che i miei “famigliari” diranno
che sono un mendace e falso, che ciò che dico non corrisponde alla realtà dei
fatti. Ma la negazione e la rimozione è il sistema di difesa e di fuga dei
colpevoli. Infatti, appena ho iniziato a scavare, anzi, Andrea e Paolo
praticamente se ne sono andati appena si sono presi “Il malloppo” tramite
quell’atto firmato, anche da me, dal notaio, perché mio padre, Adriano Bazzato,
mi omise mezza verità e non mi diede tutte le informazioni necessarie. Poi
quando ho iniziato a chiedere e fare domande, ad aprire gli occhi, ecco che la
colpa era perché non vivevo più nel paese ove ero cresciuto, nel Veneto, in
Italia, ma all’estero. Il vivere fuori dal Paese, a loro dire mi aveva reso un
rognoso, un malfidente, l’avere aperto gli occhi, finalmente, mi ha inimicato
la “Famiglia”, perché nella famiglia di Adriano Bazzato, guai a grattare via la
ruffa, la muffa e lo sporco. Si rischia, come mi scrisse Stefano di alzare un
polverone. Già, peccato che negli ambienti puliti non esistano né polveroni, né
unto, ma a dispetto dell’ordine e della pulizia che mio padre voleva nella sua
autofficina, nelle loro teste l’unto, la polvere, il caos è una costante ove ci
sguazzano via, ma guai ad aprire qualche finestra e fare pulizia. Ma se
costoro, Andrea, Paolo e mio padre, Adriano, vogliono vivere in queste
condizioni, liberissimi, ma senza la presunzione e la pretesa che una persona
che si sveglia da un lungo sonno – , come nel dipinto “Il sonno della ragione genera mostri” del pittore spagnolo Francisco
Goya – per far piacere a costoro, che mi ammali di narcolessia. Sarebbe come se
qualcuno volesse impormi di addormentarmi il cervello e non poter più essere
come dice la locuzione latina di Cartesio “Cogito
ergo sum” – “Penso quindi sono”,
esprimendo la certezza ineluttabile che l’uomo ha di se stesso in quanto
soggetto pensante, che qualcuno, per proprio interesse, vorrebbe negarmi di
esercitare.
Tornando al discorso della
menzogna e della lezione di Worf, che serva a mio padre e ai suoi cari tre figli:” !«”Quando tu menti o rubi, non solo disonori te stesso, ma
anche la tua famiglia.”, non sono io il primo a disonorare la mia
famiglia e il cognome che porto, ma chi per primo ha sparso il virus del
disonore, perché al tempo, una persona più adulta di me, aveva questo vizio e
se ha disonorato la sua famiglia deve prendere coscienza dei suoi atti e avere
l’umiltà di chiedere scusa per i suoi atti.
Dalla mia autobiografia, nuova
stesura, “Una vita sul filo della vita”
Marco Bazzato
20.09.2012
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lunedì 17 settembre 2012
Kate Middleton in topless
Alla fine è stata beccata anche la moglie del principe con le zizze al vento, con le foto che appestano la rete di Sua Altezza Reale Catherine Elizabeth, duchessa di Cambridge, Baronessa di Carrickfergus che visti itoli nobiliari sembra essere nell’Anno di Grazia 1123 al tempo di Luigi XVI detto il “Grosso, Goffredo Hamori di Malafesta, Conte di Montmirail, d’Appremont e di Papincourt, detto “l’Artido” è stata beccata mezza desnuda, come una qualsiasi massaia che fa prendere aria ai capezzoli sulla spiaggia di Sottomarina.
La duchessa, in compagna del legittimo consorte, è stata fotografata da un paparazzo piazzato a una notevole distanza, che è riuscito a immortalare la Real Coppia in un momento naturale, ossia quando la moglie si fa spalmare la crema da sole sul corpo da colui che l’ha impalmata (1). «E», come diceva Carcarlo Pravettoni ai tempi d’oro,« la lira – e non solo – si impenna».
I Reali inglesi sono incazzati come vipere, pronti a mordere legalmente il povero fotografo che ha fatto il suo lavoro, magari standosene delle ore sotto al sole cocente, nell’attesa di fare gli scatti che potrebbero averlo reso ricco.
È strano come gli inglesi si indignino per questa miseria, ritenuta una palese violazione della Real privacy, quando sono ancora sulla bocca di tutti gli scandali causati del News of the Word di Rupert Murdoch, che non è quel Murdoch, impiegatucolo di infima categoria della Cia di “Rambo 2, la Vendetta”.
Così come non va dimenticato, scadendo nel provincialismo pecoreccio all’Italiana, che Berlusconi si imbufalì come un negromante che lancia magie vodoo, contro il malcapitato fotografo che l’aveva beccato vestito, assieme a cinque pulzelle, a Villa Certosa, in Sardegna (2), con la stessa metodologia con cui ora è stata “impalmata” Sua Altezza Reale Catherine Elizabeth, duchessa di Cambridge, Baronessa di Carrickfergus, facendo partire una “caccia all’uomo” nei confronti di Antonello Zappadu e del settimanale che nel 2007 pubblicò le foto, dove l’allora Premier era parte lesa, in quanto gli scatti incriminati violavano la sua privacy. (3).
Ora la cosa assurda è che se le foto di Berlusconi a Villa Certosa erano, per il premier di allora una violazione della privacy, perché pubblicate da un settimanale concorrente, è paradossale che oggi fare questo tipo di foto sia il settimanale francese Closer (4), di proprietà di Mondadori, quindi Finivest, quindi famiglia Berlusconi, del tutto lecite e legittime a dire del Presidente di Mondatori, Marina Berlusconi. (4).
Questo porta a pensare che “Ciò che vale per il Re – Berlusconi – non debba valere per l’eventuale futura Regina, Sua Altezza Reale Catherine Elizabeth, con il giornalista che tutto sommato rischia, per fortuna, relativamente poco, ossia l massimo 40 mila euro di multa e un anno di gabbio, che in ogni caso non dovrebbe scontare. Un’inezia, visto che prima della pubblicazione l’editore avrà fatto i conti dei costi e dei ricavi e che l’operazione è stata considerata economicamente conveniente, anche pagando la multa per conto del fotografo e costi legali di rappresentanza.
Ora sembrerebbe che le foto pubblicate siano le più caste e da educande. E se negli altri scatti ci fossero i due che si stavano “ingroppando” o impegnati in alcune delle “100 posizioni dell’amore” (6) con il rischio completo che queste siano rese pubbliche nelle prossime settimane? Solo i due Real contorsionisti, il fotografo e chi ha visto le foto, sanno cosa questi hanno combinato in un luogo che reputavano teoricamente sicuro per la loro intimità, il che mette la Casa Reale Inglese in un imbarazzo superiore rispetto a quelli provocati nel corso degli anni dal secondogenito di Carletto e Diana, il Principe Henry, beccato poche settimane fa a Las Vegas con chiappe e bigolo al vento e spedito in Afganistan, come elicotterista, a rifarsi una verginità perduta per sempre, facendo incazzare i talebani che non accettano d’essere usati come capi espiatori e/o buffoni di corte, per uno scavezzacollo, nemico degli abiti e degli indumenti intimi.
È chiaro che la Real coppia ha fatto una specie di “supercazzola” (7) pregna di un sano erotismo e bristish humor, che ha reso i piccoli seni, difficilmente dovrebbero andare oltre ad una striminzita terza misura – oggi acerrime nemiche della legge di gravità di Sir Isac Newton, ma un domani potrebbero crollare a terra come due pere mature – e i capezzoli di Sua Altezza Reale, attualmente le zizze più famose del globo, dove sembra che le due sorelle Middletton, Kate e Pippa, come se fossero impegnate in una guerra personale, non dichiarata e teoricamente non voluta, dove si scontra il lato A di Kate, con il lato B di Pippa.. Ai voyueristi l’ardua sentenza.
È un peccato che negli U.S.A. queste foto non vengano rese pubbliche, con i lettori costretti a chiederle, manco fossero foto carbonare(8).
È chiaro che alla coppia Reale va la solidarietà, ma sono stati poco accorti. Il che probabilmente è dovuto all’inesperienza, ma anche a una certa dose di incoscienza e forse di esibizionismo represso, dove appare assurdo, fino a questo momento, paragonare quanto è avvenuto alla moglie del secondo il linea di successione al Trono della Regina Elisabetta, a quanto avvenuto in passato a Lady Diana, visto che l’ex moglie di Carletto, dopo il divorzio, cercava e sapeva usare sapientemente i media, cosa che Kate, ancora inesperta, non sembra ad oggi all’altezza della defunta suocera.
Marco Bazzato
17.09.2012
(1)
(2), http://spettacoli.blogosfere.it/2007/04/berlusconi-e-le-foto-con-5-ragazze-aiutateci-a-capire-chi-sono-le-donzelle.html
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