domenica 3 agosto 2008

La Francia blocca il torero bambino


I bambini si sa amano, al pari degli adulti, giocare, divertirsi, coltivare hobby, che possono trasformarsi anche in una professione remunerativa. Certo, forse possono correre qualche rischio, magari piccolo, ma non per questo deve essere negato loro il piacere dell’adrenalina, il piacere, se arrivano – senza farsi bucare lo stomaco a forza d’incornate e calci, rimettendoci, non la vita, ma frantumandosi per qualche mese le ossa – ad alte vette, e gli olè dell’arena.

D’altronde, alzi la mano l’adulto, che da bambino, non si è divertito ad ammazzare rane, cani, gatti, criceti, seviziandoli e guardando i loro occhi imploranti, che chiedevano la fine delle loro sofferenze tramite la morte. Alzi la mano, chi non ha preso un badile, specie se in vacanza in campagna, magari da nonni o zii, ed ha provato a vedere come sono fatte le interiora di un cane o di un gatto, godendone, ma stando attenti, quando questi schizzavano sangue come fontane. Oppure, alzi la mano, chi non ha mai infilato qualche chiodo negli occhi di rane o criceti, sentendo mentre gli si spingevano dentro, bucarsi prima i bulbi oculari, esplodendo, poi insinuarsi nel cervello, fino a bucare, prima la scatola cranica – per la verità non molto resistente – ed uscire dalla testa, con la punta, trascinandosi dietro,sangue e materia celebrale, che non profumava di acqua di rose, ma che faceva sentire i bambini già grandi, già adulti e forti, soprattutto come da adulti si continua a fare, forti con i deboli.

A
Michelito Lagravère, però i francesi, impediscono, con scuse banali, il divertimento, il gioco, che oltre a gratificarlo, eccita gli spettatori. Già, perché Michelito, invece di bucare teste di cani o gatti con chiodi, preferisce matare tori nell’arena, preferisce vedere l’animale, molto più grande di lui, agonizzare lentamente, perdere sangue, sentire il respiro affannoso che si affievolisce, fino ad arrestarsi del tutto, per poi, staccare col coltello le orecchie della bestia, esibendoli come trofei e prove di coraggio, tradizionali nelle tribù africane, ad amici, parenti e sconosciuti., trasformandolo in un novello Davide contro Golia.

Un Davide contro Golia, che se letto nella Bibbia, è educante alla vittoria del più debole, con l’aiuto di Dio, contro il più forte, sinonimo di coraggio e affidamento ad una divinità, ma se tutto è trasportato nel mondo reale, specie in Francia, ove l’ultima decapitazione risale al 1977, nella vita di tutti i giorni, facendo divertire il piccolo, gli spettatori, e guadagnare la famiglia del baby torero, ecco che si da subito un calcio in culo alla mitologia religiosa, preferendo, che per non far soffrire il toro, questi travolga, calpesti ed incorni, facendo rotolare tra la polvere il povero impubere, che come un novello Michelito- Davide, ha avuto l’ardire, venendo sconfitto, d’attaccare il toro-Golia, cadendo sotto i suoi colpi.

Tagliare le gambe oggi, come ha fatto la Francia a Michelito, sarebbe equivalso a stroncare la carriera di Luis
Miguel Dominguín , che iniziò a 11 a matare tori nell’arena, o passando ad attraverso altri sport, certamente non meno pericolosi,non avremmo avuto campioni come Gilles Villeneuve Valentino Rossi, Michael Schumacher e molti altri, che hanno iniziato l’attività sportiva, pochi anni dopo aver smesso d’utilizzare i pannoloni e succhiotto.

Leggendo tra le righe delle motivazioni del dinego francese, si parla ipocritamente, come se in altre discipline, non dolo sportive, ma anche nel cinema, non avvenisse lo sfruttamento dei bambin,i per arricchimento economico dei genitori. Accadde con
Shirley Temple nel 1934, o per andare in tempi più recenti con Macaulay Culkin, che però una volta cresciuto,perdendo l’alone di sadica innocenza, si annebbiò per anni tra alcol e droga, vittima non del successo, ma dell’avidità dei genitori, e che indipendentemente dalle aspirazioni dei baby fenomeni, questi debbano essere stroncati in partenza, per paura dell’utilizzo fraudolento compiuto dai genitori, mentre dovrebbero esser questi ad essere messi sotto tutela, nell’interesse dei figli.

Il paradosso è che secondo la legge francese, non possono essere usati minori di sedici anni nel mondo del lavoro, ma sono concesse, naturalmente le deroghe, per poppanti e baby attori, che debbono spacciare, per le grandi marche, pannolini, pannoloni, e giocattoli. Deroghe concesse, solo se lavorano – naturalmente – per multinazionali.. Mentre matare un toro, quello, no, quello è lavoro minorile.

Non va dimenticato che esiste anche un'altra realtà, sicuramente poco pubblicizzata, quella degli animalisti, che vedono nella corrida, la longa manus di di qualche divinità demoniaca – l’uomo – che uccide delle povere bestie, incapacitate a difendersi, incornando, senza pietà, quei barbari umani, che poi dei poveri animali, terminata la corrida, li trasformano in ottime e succulenti bistecche. Peccato, secondo gli animalisti, che il primo “macellaio” sia un bambino, che ruba scena e applausi agli adulti, e questi, per vendicarsi, con la scusa di tutelare la sua giovane età gli impediscono di lavorar giocando, rendendolo un baby disoccupato del suo gioco – pagato profumatamente – preferito.

Esiste una lettura più sottile di questo rifiuto francese al divertimento del bambino, al gioco, al piacere del confronto col mondo animale degli adulti, è una lettura metaforica, che va oltre al presunto diritto della sicurezza del minore, va molto oltre, toccando il diritto divino e politico, del più forte di non vedersi soppresso dal più debole. Ed è quella paura atavica d’ogni potentato economico e politico, che teme le giovani generazioni che crescendo, poi possano spodestare i vecchi, i matusa, coloro che credendosi degli eterni Golia, un giorno saranno sconfitti dai giovani
Davide.

Vivi e lascia vivere. Se puoi aiuta a morire

Marco Bazzato
03.08.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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