martedì 5 agosto 2008

3000 soldati sulle strade


C’è puzza di militarizzazione nel Paese. È una puzza spiacevole, una puzza che evoca ricordi sud americani, ricordi di regimi, dove la democrazia è come una S.rl.: a responsabilità limitata, dove molti osservatori stranieri, timidamente ma non troppo, iniziano a dire, che l’Italia, sembra diventata, con quest’operazione, la sud america d’Europa.

È vero infatti, che i cittadini d’altri Paesi, non solo europei, potrebbero essere portati a pensare, che il Bel Paese, sia sotto lo scacco di un colpo di Stato, oppure che la sicurezza pubblica, sia così minata – dalle fondamenta – e che le forze, di polizia, preposte all’ordine, siano così malridotte, con i mezzi vecchi e decrepiti – basta guardare alcune immagini, dove si vedono ancora, dopo più di dieci anni dalla cessata produzione, girare
Alfa 75 e Alfa 155, – ridotti all’osso, con molti uomini, che invece d’essere impegnati nei pattugliamenti delle strade, siano costretti a fare da body guard a politici e vip vari.

L’Italia, checché ne dica
Ignazio la Russa, dove afferma che solo gli ex sessantottini si lamentano per i soldati chiamati a pattugliare le strade, non tiene conto dell’immagine – negativa – che il Paese sta avendo in questi giorni e per i prossimi sei mesi, tempo teorico, previsto, in quanto l’operazione potrebbe essere rinnovata d’altri sei mesi, non per ridare effettiva sicurezza, ma solo la “percezione di sicurezza” ai cittadini, salvo poi, una volta che i soldati sono rientrati nelle caserme, caserme da cui – in un Paese civile e sicuro – non avrebbero nemmeno dovuto uscire, per simili servizi, veder tornare tutto come prima.

Mandare l’esercito, a presidiare le strade di un Paese, in tempo di pace, non è sinonimo di forza, ma della debolezza istituzionale dello Stato nei confronti dei propri cittadini. È sinonimo della debolezza, che ha fatto si – indipendentemente da era al governo anche in passato – che lo Stato abbia lasciato campo libero, per anni, il territorio alla micro e macrocriminalità e ora, cerca di recuperare,il tempo e gli spazi di legalità ceduti, tra lassismi, veti incrociati, che si sono abbattuti sui cittadini, generando la situazione attuale.

Evidentemente il “governo spot”, non ha voluto avere abbastanza forza, per rimandare in strada tutti gli uomini che utilizzano, come servizio d’ordine, nelle residenze private, spesso chiuse per mesi,auto blu, con scorta annessa, date ormai anche al politico, di infima categoria, che se non si muovesse con scorta, manco un cloachard se lo filerebbe, ma anche a giornalisti, inamovibili, da lustri, dal loro spazio in seconda serata,, all’ultimo degli spazzini, pardon, operatori ecologici, perché amico, dell’amico, dell’amico, secondo
la teoria dei sei gradi di separazione, , di un parlamentare con un'unica legislatura alle spalle, ma che in meno di cinque anni, è riuscito a piazzare, parenti ed amici, di ogni ordine e grado in ogni dove.

Eppure, anche un Tapiro, guardando le tv italiane, i servizi delle missioni umanitarie di pace armata, di cui anche l’Italia è complice, pardon alleata, sente uno strano brivido lungo la schiena, quando vede i militari nelle strade di Kabul e Bagdad, o gli eserciti paramilitari di Stato, in Colombia a Medellin o Bogotà, capisce che in quei Paesi, qualcosa non funziona, o non non si vuole farla funzionare a dovere.

Lo scherzettino, dei 3000 militari, fuori dalle caserme, di cui mille, dispersi in varie città italiane, costerà al contribuente, la bella sommetta di 31,2 milioni di Euro, pari a 577,77 euro a soldato, al giorno, per tenerli fuori, in piedi, nei centri d’accoglienza, sugli obbiettivi sensibili, e camminare, con altri due poliziotti o carabinieri.

577,77 euro al giorno, fanno uno stipendo teorico di 17333,1a soldato, al mese.
Questi 31,2 milioni di Euro, potevano essere spesi a beneficio delle forze dell’ordine: polizia, carabinieri, guardia di finanza, rinnovando il parco auto, dando aumenti di stipendi, dando agli stessi giudici, la possibilità d’eseguire i processi in modo più rapido, possibilmente, non come accade ora, la certezza della pena.

Si è preferito invece, l’ennesima operazione di forza di facciata, non per dare una sicurezza effettiva ai cittadini, ma per aumentare “la percezione” della sicurezza, il che significa, che nei fatti, a parte i luoghi d’immagine scelti, in tutte le altre zone delle città scelte, la situazione, potrebbe addirittura peggiorare, in quanto la delinquenza, usa fare la
transumanza, spostandosi, come pecore, alla ricerca di pascoli migliori, dove si dubita che i militari, a piedi, possano arrivare, in caso di reati, con celerità.

Quello che balza all’occhio, è che nessuno dei parlamentari d’opposizione, al governo, abbiano avuto il coraggio di fare un gesto di rinuncia della propria scorta, liberando uomini e mezzi, a beneficio reale dei cittadini. Chiaramente per loro, non vale la regola della percezione simbolica della sicurezza, ma questa, a differenza dei comuni mortali,deve essere reale, non di facciata.

Trarre comunque delle conclusioni, a soli due giorni dall’inizio dell’operazione “percezione sicurezza” è fuori luogo, certo è però, che indipendentemente da tutto, visti i costi stratosferici, il denaro dei contribuenti poteva essere speso in modo più appropriato, segno per l’ennesima volta chiaro, che le tasse che i cittadini, le più alte d’Europa, non sono impegnate con oculatezza.

C’è solo da augurarsi, a questo punto, che l’Unione Europea intervenga, chiedendo lumi sugli effettivi costi-benefici di quest’operazione di maquillage, sudamericano, che nulla aggiunge alla reale sicurezza e certezza della pena, della giustizia italiana, che senza drastiche correzioni di rotta, sia l’attuale governo, ma anche quelli precedenti, non hanno mai voluto fare, che hanno reso il sistema giudiziario italiano, più colmo di buchi legislativi, peggio di una maglietta divorata dalle tarme, nonostante la naftalina.

Marco Bazzato
05.08.2008
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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