Secondo Azouz Marzouk, gli autori della strage di Erba, che hanno ammazzato a sangue freddo, poi cercando d'occultare le prove, la moglie, il figlio, e una vicina di casa, ferendo gravemente il marito di quest'ultima, meritano la pena di morte.
Cristianamente parlando, il musulmano Azouz Marzouk ha ragione nel chiederla, anche in virtù di quanto scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica nell'articolo 2267 , che recita: L'insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani.
Se invece i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall'aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l'autorità si limiterà a questi mezzi, poichè essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana.
Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l'ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo “sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti” [Evangelium vitae, n. 56].
Condannare a morte, questa coppia di stragisti, non dovrebbe essere inteso come una condanna nei confronti dei medesimi, ma come una liberazione per la società di due soggetti, che non hanno dimostrato alcuna pietas umana, e come recita la Bibbia, qualche volta “Occhio per Occhio, dente per dente ci sta a pennello.
Marco Bazzato
10.10.2007
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