Ma l’antipolitica non nasce dalla volontà dei cittadini di rovesciare in forma pacifica il governo o le istituzioni. L’antipolitica, non è altro che lo specchio riflesso della mala politica, della politica dell’intrallazzo, della regalia, dei privilegi, delle auto blu, date in dotazione anche chi non ne avrebbe diritto, ai voli di Stato, dove oltre alle cariche istituzionali, sono presenti mogli e figli, che non hanno incarichi istituzionali.
Ma se La Casta, vista l'imminenza della Fiera del libro di Francoforte, fosse tradotta e venduta, ad esempio in Francia, Germania o Inghilterra, quali reazioni da parte dei nostri concittadini Europei potrebbe ricevere? Che accoglienza sarebbe riservata alla classe politica italiana, in occasione di un loro viaggio in uno di questi Paesi, dopo la presa di conoscenza da parte dei lettori, interessati ai fatti politici italiani, e che reazioni istituzionali potrebbero esserci, innanzi alla mole impressionante di dati, aneddoti e affari grigi, all’ombra del Bel Paese?
L’Italia, potrebbe diventare lo zimbello d’Europa, oppure l’uscita al di fuori dei patri confini – ormai inesistenti – potrebbe aiutare, la politica italiana, orse spinta dalla vergogna a cambiare?
Molti potrebbero obiettare, che questo libro, è un libro italiano, per italiani, e che i panni sporchi, seppur all’interno di un contesto Europeo, devono essere lavati dentro il Paese, ma nei confini dell'Europa Unita, dove le uniche barriere oggi esistenti sono quelle linguistiche, e le enormi differenze economiche, e stipendi che non possono essere paragonati, tra Paesi dell'ovest, e Paesi dell'ex blocco sovietico, dove i confini politici e naturali vanno dal Baltico al Mediterraneo, dall’oceano Atlantico al Mar Nero, dalla Bulgaria al Portogallo, e dall'Italia alla Polonia, un testo d'importanza sociologica come La Casta, offrirebbe all'Europeo, un panorama diverso, e meno idilliaco della situazione politica italiana, comunque spesso presente anche nelle rassegne stampa internazionali.
Sarebbe interessante, in un futuro non molto lontano, se questo libro avesse una diffusione nell’Europa a venticinque, conoscere le reazioni dei nostri connazionali all’estero, ma anche dei cittadini di questi Paesi, che spesso guardano con occhio sognante all’Italia, ma che non sempre sanno cosa c’è dietro all’apparenza di facciata, lustra e specchiata di questa penisola, bramata e sognata dai turisti , e studenti di tutto il mondo.
Come reagirebbe un francese, un tedesco, un rumeno, un bulgaro, un polacco innanzi alla forza deflagrante che questo libro, ha avuto, unito alla carica dirompente di un comico come Beppe Grillo, che da anni nel suo blog denunciava i malanni politici, ma non solo di questa povera Italia, da decenni sacrificata dall'ingordigia di pochi, e che da settimane ormai, riempiono le pagine dei giornali, non solo nazionali, facendo sentire gli italiani, ma anche i numerosi stranieri presenti nel Paese, come vittime sacrificali, di una politica che preferisce le compassate in tv, piuttosto che adoperarsi per risollevare la situazione stagnante di una nazione, dove Le Caste, sembrano predominare ed essere onnipresenti in ogni ganglio delle istituzioni, sempre più chiuse a riccio in se stesse, poco propense ad un serio esame di coscienza, facendo tornare i costi della politica entro limiti fisiologici più accettabili per gli italiani, stanchi d’essere, specie le categorie più deboli, sempre le pecore da tosare, quando si tratta di ripianare la voragine abissale dei conti pubblici, fuori controllo anche per l'incapacità politica di fermare la voracità famelica di quanti, appena seduti in una fatidica poltrona, devono foraggiare a destra e a sinistra le loro piccole, ma costosissime corti medioevali, fatte vassalli, portaborse, e parenti, che mungono senza ritegno dalla mammelle pubbliche delle Casse dello Stato, che ingordamente non sa più come spremere, fino al midollo gli italiani, che hanno come unica colpa, vista la poca trasparenza dei candidati, d'averli votati. Forse però è vero, che ogni Paese, ha i politici che si merita, ma quando è troppo è troppo.
Marco Bazzato
06.10.2007
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