mercoledì 25 luglio 2007

Ferrin Calamita un giudice spagnolo coraggioso dalla parte degli eterosessuali

L’ex cattolicissima Spagna, ora eletta ad altare pagano dei diritti civili degli eterofobici, forse si sta svegliano, rendendosi conto, grazie ad un giudice coraggioso, Ferrin Calamita, che ha tolto l'affidamento alla madre lesbica, delle due figlie di sei e dodici anni, affidandole alla custodia del padre, non eterofobo, ma eterosessuale, paventando – correttamente – che le figlie possano essere danneggiate loro sviluppo psicologico, per la relazione omoaffettiva(?) della madre.
Naturalmente le associazioni per i diritti degli eterofobici, si sono scagliate contro la sentenza, dichiarandola razzista e incostituzionale - mentre avere una relazione eterofobica, secondo questi signori, sarebbe formativo per l'educazione equilibrata dei figli (che non possono procreare naturalmente tra di loro).
Il giudice non ha fatto altro che ristabilire una realtà biologica equilibrata, non deviata a favore di una minoranza, che sta acquistando sempre più peso politico, e che quando ha l’illusione infondata di subire un presunto torto, si appellano solo alla salvaguardia dei loro diritti, come se i figli, fossero una loro esclusiva proprietà, e guai che vengano affidati ad un padre eterosessuale, che ha il diritto di pretendere che lo Stato tuteli la salute psichica ed emotiva dei minori, senza piegarsi a 90 gradi, infischiandosene e mettendo alla berlina decenni di storia medica della psicologia evolutiva dell'infanzia, a difesa di individui, che come adulti e maggiorenni, hanno il diritto di rovinarsi privatamente la vita, ma non possono pretendere come un loro diritto, che i figli siano costretti a vivere in ambienti, che alcuni, forse a torto, o a ragione, definiscono deviati, o diversi. o come scritto in vari dizionari della lingua italiana, invertiti.
Quello che come fa più riflettere, è il silenzio assordante delle famiglie naturali, dei genitori, e degli eterosessuali, che non hanno il coraggio mediatico di plaudere a questa salomonica sentenza, ma sono rimaste all'angolo, impaurite, oppure demotivate nel difendere il diritto d'integrità eterosessuale, che con la scusa dei presunti diritti di tutti, dimenticano i propri, rimanendosene rannicchiati nei loro gusci, confidando che qualche giudice con gli attributi, faccia il lavoro sporco, nel ristabilire il diritto d'equilibrio psico-emotivo dei minori, che dovrebbe essere salvaguardato dalla Carta Costituzionale del Unione Europea, e imposto a vari Stati membri, con l'obbligo di affidamento dei figli al genitore eterosessuale, non ad una madre divenuta eterofobica, che ha la pretesa di avere l'affidamento dei figli, solo perchè nel suo passato eterosessuale, grazie al maschio, ha potuto metterli al mondo.
L’Italia, costituzionalmente sana, dovrebbe prendere esempio da questo giudice spagnolo, incamminandosi finalmente in questa strada di civiltà protettiva nei confronti dei minori, facendo chiarezza su tutte le situazioni "familiari" ambigue, che mettono a rischio la salute emotiva e psicologica di bambini ed adolescenti, tenendoli al riparo da queste realtà.

Marco Bazzato
25.07.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/