Come sempre in Italia, chi serve la Patria, è messo alla graticola, e alla gogna mediatica, preferendo strumentalizzare politicamente la vicenda dei due maschi, trovati a compiere atti osceni in luogo pubblico, all'una di notte, nei pressi del Colosseo, piuttosto che attenersi alla realtà dei verbali di fermo.
Sfortunatamente c’è stata solo una timida presa di posizione da parte del centrodestra a difesa dell’Arma dei Carabinieri, contro una levata di scudi d inaudita violenza per giustificare le motivazioni, considerate dai gay, risibili del fermo, e diventate mediaticamente oltraggiose, nei confronti dei due adulti.
Le difese ad oltranza di queste realtà, come il presunto recente caso di teorizzata omofobia che avrebbe colpito un alunno di una scuola siciliana,invitato educatamente a non ripresentarsi nei giorni seguenti perché, secondo un sito gay, costretto da dei bulli a baciarsi - ripreso con un videofonino - con un suo coetaneo. Alla luce di tutti ciò sarebbero comprensibili quei genitori, che dopo un tale evento,a tutela dei figli minorenni, scegliessero di trasferirli in altre istituzioni scolastiche, la dice lunga sul clima esibizionistico impudico, che la maggioranza della società, a fatica, come una dolorosa ulcera infiammata, è costretta sopportare, senza poter contare su nessun tipo di antidolorifico.
Il “cosiddetto bacio gay?” secondo i Carabinieri, sarebbe stato in realtà un rapporto orale tra due maschi, (definiti a 27 e 28 anni ragazzi, mentre si è adulti a 18), e piaccia o no, può turbare, non per pregiudizio - o create dai circoli gay inesistenti forme omofobe - quanti, costretti a tali visioni, le subiscono, generando nelle coscienze individuali un senso privato e soffocato di ripugnanza, e malesseri che si trasferiscono, come un’intolleranza alimentare anche sul piano fisico, rischiando di provocare sensi di nausea e probabili attacchi di vomito.
Non si tratta di limitare la libertà del singolo gay, anzi, ma sta al portatore di tale orientamento, evitare di mostrare in pubblico, “forme di affettività” che provocano nella coscienza eteronaturali indignazione personale e sofferenza privata, che a differenza dei gay, non trova spazio e comprensione nei media.
Indipendentemente da come riportano in modo simile quotidiani e tg, se effettivamente se fosse trattato di un bacio, come hanno affermato i due maschi fermati, cosa ancora da dimostrare, i militi, avrebbero proceduto nel medesimo modo, se tali effusioni fossero state compiute in una pubblica via, o piazza, da una coppia eteronaturale. Partendo da questo presupposto, non si può che pensare che i Carabinieri abbiano agito nel pieno rispetto della legge, privi di - teorizzati ideologicamente - intenti omofobi, o razzisti. Tutto il resto è propaganda politica, che non fa onore ai gay, ma che spinti da gruppi ideologici, vogliono sistematicamente fotografare la realtà, con un occhio chiuso, e l'altro accecato dalla cataratta, spinti da interesse personale e corporativistico, e dalla necessità costante d’avere visibilità politico-mediatica.
Resta il fatto, che la colpa maggiore di questa degenerazione nei rapporti tra i gay ed eteronaturali, è degli organi d'informazione che continuano a sbattere in prima pagina articoli ed eventi di nessun interesse sociale o culturale, fomentando un clima di intolleranza, che dovuto alla potenza dei media, ingigantisce a dismisura, ogni presunta forma di discriminazione, senza quasi dar spazio al contraddittorio, come se le ipotetiche parti lese avessero per qualche diritto divino, laico, o politico, imposto l’egemonia negli organi d’informazione alle notizie di loro interesse, e guai a dimostrare il contrario, pena l'essere marchiati fino alla morte, come razzisti, nazisti, od omofobi della peggior specie.
Per un italiano, che segue le vicende della sua Patria dall’estero, la lettura dei quotidiani, e la visione dei telegiornali, tramite il satellite, induce a pensare, che il Paese sia un ricettacolo di discriminazione sessuale, ostaggio delle organizzazioni gay, che continuamente, utilizzano i mezzi d’informazione, per la loro propaganda.
Dovrebbe esistere una sorta di autoregolamentazione nei media, un codice deontologico, che propenda all'equilibrio nell'informazione, non dando spazio a chi urla in modo sguaiato alle presunte discriminazioni, che lette con l'occhio critico, il più delle volte, sono sempre atti ragionati, dettati dalle circostanze di mantenere un minimo di decoro, personale e sociale.
Roma però sarà costretta a subire un nuovo schiaffo morale domenica sera e giovedì 2 agosto, quando per l’ennesima volta, dopo il Gay Pride, dovrà subire la manifestazione annunciata dal Circolo di “Cultura” omosessuale Mario Meli: “Mille baci al Colosseo”. L’auspicio, è che non ci siano telecamere della Tv di di Stato, e altri network televisivi a riprendere “l’evento”, e nessuna presenza giornalistica, evitando l’ennesima grancassa mediatica di una manifestazione di un Circolo Privato, svolta in suolo pubblico, totalmente priva di interesse sociale e culturale. La seconda fortuna è che a quell'ora bambini e minori saranno a casa, e la gran parte dei romani già in ferie, e non saranno costretti a vedere l'ennesimo schiaffo della capitale, e ad una delle sette meraviglie del pianeta Terra.
Essere gay, non significa necessariamente essere sempre dalla parte del giusto. Per pretendere il rispetto individuale, andrebbero evitate l'accensione di metaforiche micce esplosive, che surriscaldano, sopratutto con la canicola di questi mesi, le teste e i cuori delle persone, evitando di appropriarsi sopratutto di termini, che dall'inizio della storia, appartengono agli eteronaturali, come coppia, fidanzamento e matrimonio, ma dando finalmente sfoggio a quella tanto osannata, ma rubacchiata a destra e a manca Cultura Gay, che sovente nelle loro opere artistiche, si appropria di simboli ed eroi, anche del fumetto, ma non solo, che appartengono all’umanità, e che dotandoli di valenza omosessuale, distruggono e sviliscono negli altri, il loro valore. Se effettivamente esiste la cultura gay la si dimostri con opere letterarie, artistiche, e parole, che entrino nel lessico collettivo, senza cadere nella volgare brutalizzazione sopratutto dei non gay.
Marco Bazzato
31.07.2007
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