lunedì 5 ottobre 2009

Messina, infuriano le polemiche



Il bilancio, non del disastro naturale, della frana che si è abbattuta su Messina, dovrebbe essere di 23 morti e 35 dispersi. Finalmente è ora delle polemiche, nonostante i morti non siano stati sepolti, i dispersi per sempre e il fango siano ancora dentro i fabbricati e le strade. E come accade in questi “tragici eventi naturali” inizia il rimpallo delle responsabilità, di chi sapeva e non ha fatto nulla per cambiare, a distanza di due anni dall’ultimo sgottamento della collina, la situazione.
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Va chiarito un fatto essenziale. La natura non c’entra nulla con quanto avvenuto, visto che questa se ne fotte bellamente di quei microbi camminati, che costruiscono le loro case-formicai nei luoghi più impensati. Luoghi che nemmeno un primate ci costruirebbe una tana. Ma l’uomo, essere senziente per eccellenza, è stupido. È stupido e poco previdente, come una cicala, che canta, balla, scopa e si ubriaca senza pensare al domani. Ma quel domani alla fine è arrivato, presentando il conto dei morti, dei dispersi e della distruzione naturale.

E ora si parla di ricostruzione, di stanziamenti di un miliardo di euro, ha dichiarato ieri il presidente del consiglio, per le nuove case.

Sbagliato!

Quelle case, se erano abusive, sulle mappe catastali non c’erano, in quanto la zona, e lo sapevano anche le cimici, era ad alto rischio di dissesto idrogeologico, tanto è vero che oggi sul Corriere della Sera, il presidente della regione Sicilia, Raffaele Lombardo, dichiara che nella sola zona della frana, dovuto alla pioggerellina durata due ore, le abitazioni abusive siano circa 1.200. Che si abbattano tutte seduta stante, senza tanti complimenti, visto che gli abitanti ne hanno usufruito indebitamente e illegalmente per anni e anche se fossero state incluse nei vari condoni edilizi, buoni per rimpinguare le casse dello stato, rimarrebbe comunque il fatto che queste sono state edificate in una zona d’alto rischio idrogeologico.

In molti si sono lamentati del fatto che le istituzioni, pur conoscendo il problema non abbiano fatto nulla per risolvere il problema del rischio idrogeologico della collina sovrastante sulle case abusive. Ma cosa dovevano fare le istituzioni? Abbattere la collina per preservare le case abusive? Una collina, piaccia o no, fa la collina e quando le pioggerelline sono troppo elevate, se ai piedi di questa il terreno è stato reso friabile a causa dell’edificazioni di edifici ad uso civile che non dovrebbero esserci, questa si squaglia. Questo lo sanno anche i bambini, quando giocano sulla sabbia, in spiaggia. Ma gli adulti no. Quelli edificano abusivamente, nonostante forse possano essere stati sconsigliati da qualche tecnico lungimirante che prima o poi la situazione sarebbe collassata.
Ora Messina piange le sue vittime. Ma di chi è la colpa di questo scempio costruttivo indiscriminato? Della natura, del fato, della sfiga o del Mago Merlino?

È inutile girarci sopra, questo scempio ambientale è stato creato dall’uomo, dai fabbricanti abusivi, poi dal comune che non è intervenuto per abbattere, complice anche il caos legislativo, che per demolire una costruzione abusiva, fra ricorsi, controricorsi, appelli, contro appelli fanno passare anni, e intanto la natura – a ragione – se ne fotte delle umane scemenze giudiziarie e come un dio sterminatore, distrugge ciò che in lei è stato violentato dall’uomo, facendolo sprofondare nel fango primordiale della creazione, riducendo il tutto in poltiglia: uomini e case.

Ora i cittadini, colpiti non dalla catastrofe naturale, ma dallo scempio creato dall’uomo stesso, che ha favorito che la collina franasse, devono essere aiutati? Umanamente verrebbe da dire di si, perché è la perdita di vite è una tragedia per l’uomo stesso, ma una volta sepolti i morti, le case abusive, condonate o no, dovranno essere abbattute, per due ragioni fondamentali. La prima, costa meno abbattere le abitazioni che non mettere in teorica sicurezza una collina, la seconda,perché serva non solo da monito, ma perché sia veramente l’inizio di una distruzione/abbattimento di tutto ciò che è stato edificato senza rispettare i benché minimi criteri di sicurezza e di rispetto del territorio.

Ora resterà da vedere se il presidente della regione Sicilia darà ordine d’abbattere le 1.200 abitazioni abusive ai piedi della collina, oppure se i cittadini italiani che hanno edificato le proprie abitazioni, rispettando i vincoli, debbano sedersi, aspettando di godersi il prossimo spettacolo de ”La collina assassina”.

Marco Bazzato
05.10.2009

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