giovedì 19 dicembre 2013

Adozioni internazionali: 26 coppie bloccate in Congo

Se non fosse una cosa seria o semiseria ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate, fino a pisciarsi addosso, perchè le vacanze prolungate delle ventisei coppie – etero –  in attesa di portare in Italia nuovi figli neri, appena “immatricolati” all’estero, divenuti tramite adozione internazionale, italiani a tutti gli effetti – come se una Kyenge  non fosse già più che sufficente –  assomiglia sempre di più ad una farsa tutta italiana, ad una presa per il culo, tipica per gli abitanti del Bel Paese, dove ora i politici di qualsiasi ordine e grado, si fingono indignati per il trattamento riservato ai nostri connnazionali, bloccati in Congo, per via di un timbro che non arriva da settimane.

Dobbiamo avere l’onestà di dircelo:

 Prima si constringono le coppie che vogliono adottare un figlio a diventare sceme con la burocrazia italiana, la quale, con la scusa della protezione dei minori,non  mollano le galline dalle uova d’oro, manco fossero affette da stitichezza cronica, tirando fuori un fracasso di cavilli legali, per mantenerli stipati nei magazzini degli orfanotrofi, pardon, delle Case Famiglia, dove lo Stato passa una “bustarella” che va da 90 ai 120 euro al giorno “per capo di bestiame”, per ogni minore “detenuto in adozione sospesa”, costringendo i futuri aspiranti genitori, a rivolgersi al business, delle adozinioni internazionali, andando così a prendersi i minori nei Paesi del Terzo mondo, non tanto per un vero amore nei confronti di questi luoghi, ma perchè in questi Paesi, dove la miseria è endemica, lo Stato in teoria ha tutto l’interesse di smaltire, se possibile, quanto prima le eccedenze minori, esportandoli e facendoli “reimmatricolare” all’estero, dando così a questi pacchi postali delle forme umanoidi, una nuova patria, dove gli “acquirenti indiretti”,diveranno i loro nuovi genitori, a rigor di legge, salvo, come avviene in Italia sovente, il diritto di ripensamento all’ultimo momento, anche mper motivi apparentemente o realmente futili,  bloccando così l’intera operazione, a pochi metri dal traguardo, in modo assolutamente legale.

Perchè la situazione delle coppie italiane merita di “sbellicarsi dalle risate?”

Per un motivo molto semplice: la  bianca cioccolata politica italiana si lamenta con della controparte di cioccolata nera congolese, avendo l’ardire di voler imporre in casa d’altri, in Congo, tempi burocratici rapidi, quando l’Italia stessa costringe i potenziali genitori ad andare a cercarsi i figli all’estero. E proprio in un caso come questo è come se si dicesse che la merda dei culi bianchi italiani non puzza, invece  quella dei culi neri congolesi, sì...mentre, indipendentemente dal culo che la espelle, sia esso  bianco o nero, beh, sempre merda è, e puzzolentetemente fumano entrambe!

È interessante notare che il ministro per la (dis)integrazione, la congolo-italiana Kyenge, si era vantata poco tempo addietro d’aver risolto la situazione delle 26 coppie e ieri lo stesso Mario Borghezio ha telefonato al nostro ambasciatore in Congo, come se questi, povero diavolo, potesse andare a fare pressioni sulla legittima burocrazia congolese, burocrazia non dissimile a quella italiana, che ha costretto le 26 coppie  ad andarsene all’estero per importare una discendenza legale, di colore, non biologica, legata alle due doppie eliche del DNA dei coniugi.

Ma l’apoteosi del ridicolo la si sta raggiungendo in queste ore, dove i Visti degli italiani sono scaduti e sembra che non ci sia nessuna volontà – e avrebbero ragione – di rinnovarli, facendo diventare immediatamente gli italiani dei clandestini.

 Non male per la Kyenge, che è entrata in Italia clandestinamente e che da quando si crede una importante e che conta nel panorama italiano ed europeo, vorrebbe cancellare il reato di immigrazione clandestina e Jus Soli a tutti e buona notte agli autoctoni italiani da generazioni, mentre nel suo vero Paese, il Congo, essendo forse meno idiota di tanti italiani o neoitaliani, hanno, in fatto di accoglienza e soggiorno, delle leggi ferre e non colabrodo come quelle nostrane e provincialiste.

La cosa più “bella” che potrebbe accadere a queste 26 coppie? Di essere messi in un aereo per l’italia e rispediti a casa, con un bel timbro nero sul passaporto e divieto di ingresso per un bel pò di anni, senza i neofigli appena “acquistati” al “mercato grigio” dellle adozioni internazionali.

Questo casino lo si ribadisce, non è colpa delle leggi congolesi, ma della stupidità e dell’ingordigia vorace delle “Case Famiglia”, le quali, spalleggiate da una burocrazia, folle, farigginosa, complessa e sopratutto più lenta di quella congolese, costringe gli aspiranti genitori che vogliono “immatricolarsi” dei figli adottivi nel loro Stato Famiglia ad emigrare.

Chiaramente si auspica che in un modo o in un altro, il ginepraio legale venga dipanato e che tutti, possano tornare a casa prima di Natale o al massimo prima di Capodanno, ma in ogni caso in primis va riveduta la pratica delle adozioni di autoctoni italiani, in Italia, in modo da tenere gli euro di queste famiglie nel nostro Paese, affinchè possano averne di più a disposizione, specie in questo periodo di crisi, perchè a conti fatti, tra viaggi in aereo e tutto il resto, il costo economico, forse privo degli stress italici, non deve comunque essere un costo indifferente, ma alla politica italiaana, come sempre, non interessa quanto i cittadini possano spendere, ma quanto lo Stato, attraverso aspirapolveri economici di euro, possa lucrare contro costoro, anche se non va  dimenticato che avere un figlio, specie se preso in adozionione, non è necessariamente un diritto acquisito per i futuri genitori e le traversie italiane e congolesi, in questo caso, lo stanno a dimostrare.

 Questo è il vero scandalo.

Marco  Bazzato
19.12.2013

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