lunedì 14 maggio 2012
l“Anche l'esercito per difendere obiettivi sensibili come Equitalia e Finmeccanica
Eccoci qua, ci siamo, militarizzazione preventiva.
Il governo che raccoglie le patate usando mine antiuomo Claymore si accinge a prepararne un'altra delle sue.
C’è stata sì la gambizzazione dell’AD di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, e qualche piccolo tafferuglio davanti alle sedi di Equitalia, che dal 2005 – Governo Berlusconi III – 23/05/2005-17/05/2006 – fa l’esattore e il parafulmine degli strali dei cittadini che si reputano vessati, dal Ministero delle Finanze e dall’INPS e in primo luogo dal governo e dal parlamento, ove Equitalia si attiene alle leggi, direttive, regolamenti, e circolari attuative da questi licenziate.
Come ha detto il premier Monti, la tensione sociale sta salendo.
Toh, ma guarda un po’, se ne sta accorgendo solo ora, dopo che i becchini di mezza Italia continuano a pregarlo di sottobosco come salvatore dei bilanci, grazie al favoloso incremento dei suicidi, con i preti costretti ad andare contro al Codice di Diritto Canonico, portando i morti in chiesa, quando un suicida, essendosene andato in peccato mortale, non toccherebbero né esequie religiose, e né suolo consacrato per la sepoltura.
Benedetto XVI se ci sei in questo frangente, batti un colpo.
Ma chi ci guadagna in primis innanzi a questa presunta recrudescenza del fenomeno terrorista?
Lo Stato, naturalmente.
Lo Stato che sale sulle barricate, mobilita i carri armati, militarizza il Paese, inizia a spendere e spandere per la sicurezza dei membri del governo e dei loro accoliti, divenuti improvvisamente dei teorici obbiettivi sensibili, bisognosi – poverini – di scorte e autoblindate, con buna pace del rigore e del controllo della spesa pubblica.
È chiaro che la paranoia e la strizza nel governo sta salendo, come la pressione all’interno di una caldaia pronta a esplodere in qualsiasi momento, per via dei troppi cadaveri gettati nel focolaio da un fuochista perennemente sotto l’effetto di MDMDA, impasticcato dal delirio di onnipotenza e di onniscienza.
Ci si trova innanzi a un governo di “spacianfore”, costretto a pregare di nascosto entro qualche cripta segreta o entro le catacombe la loro divinità: “Renatino”, che la tensione sociale salga, che gli scontri di piazza passino da sporadici a permanenti, in modo che si distolga l’attenzione dell’inettitudine professoroide che gli attanaglia dal momento della loro chiamata alle armi, fino ad oggi, avendo dimostrato una capacità patologica nell’accrescere i mali del Paese, anziché, come dovrebbero saper fare dei bravi luminari, lenire i dolori della nazione-paziente.
L’Italia degli ultimi trent’anni è invecchiata mentalmente perché è governata da cariatidi, figli del pensiero nato e cresciuto all’ombra della fine della seconda guerra mondiale, che ricordano solo il boom economico degli anni ’60 – del millennio scorso – ma che si sono sempre strafogati in un modo o in altro, succhiando e avvizzendo la mammella degli apparti dello Stato o nelle Istituzioni internazionali, non rischiando un centesimo di tasca propria, perché incapaci a stare nel mercato e nella concorrenza, eppure, se non toccano i loro diritti, sono i primi a parlare a favore del mercato e della libera concorrenza, solo per gli altri..
Il Paese è una “pera” matura in eterna crisi d’astinenza. Crisi di valori, di idee. Una “pera” pregna di pensieri politici tattici. Un Paese affetto da demenza senile nell’affrontare problemi e/o sfide strategiche che vadano oltre al misero orto e della raccolta dei frutti di stagione, appestati di steroidi anabolizzanti e pesticidi tossici e non a norma, che uccidono l’ex vitello grasso, divenuto anoressico, assieme alle piante sane.
Piaccia o no è ancora l’humus culturale che è malato, figlio ancora della “Milano da Bere” di craxiana memoria, figlio abortito del tracollo della crisi etica e morale degli anni ’80 e ’90 che ha portato a una Tangentopoli, una Parentopoli, una Baronopoli, a una Puttanoboli infinita, che come una scia di sangue continua a inzaccherare il tappeto e la vita sociale e politica, senza soluzione di continuità.
L’Italia avrebbe bisogno di una scossa di quelle che non può scordare da qui ai prossimi vent’anni, di un terremoto culturale che vada oltre il 10 grado della scala Richter e svegli gli italiani dalla disaffezione e dall’inedia, tramite uno scatto d’orgoglio, in colpo di reni fatto da un lottatore di catch schienato, sapendo ribaltare il risultato, come il test della Kobayashi Maru, dove tramite la “presa del cobra” di Antonio Inocki , possano volgere l’incontro-scontro, a loro vantaggio, riscrivendo e rispettando le regole.
Ma con gli attuali padroni del Bel Pese l’Italia,sebbene abbia in se i geni per fare un nuovo volo seguendo le orme di Icaro, ha le ali di cera e se non inverte la rotta prima di sfiorare il sole, queste si scioglieranno, facendo precipitare la nazione rovinosamente a terra.. con la Fenice non risorgerà dalle ceneri, perché gettate in una discarica abusiva o saranno state disintegrate in particelle subatomiche un Phaser tipo II che le vaporizzerà.
Marco Bazzato
14.05.2012
Etichette:
diritti dei cittadini,
Economia,
finanza,
Opinioni,
Politica e Società,
Politica Italiana
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
.Visto il barbarismo espressivo di qualche utente anonimo, i commenti potranno essere moderati e/o rimosssi a insindacabile giudizio..
Il titolare del blog declina qualsiasi responsabilità civile, penale per i contenuti dei commenti dei lettori, in quanto unici titolari, che se ne assumono la completa paternità e con l’invio del post, dichiarano implicitamente compreso quanto sopra