martedì 15 maggio 2012

“Io sto con Equitalia”

È strano ma la classe operaia, quella a reddito fisso, quella che assieme agli imprenditori e ai pensionati è la più vessata,in questi giorni tace accondiscendente.

Pagine e pagine nei quotidiani, nei siti internet, servizi su servizi negli special giornalistici televisivi, tutti a scagliarsi, come un nuovo sport nazionale, contro Equitalia, la società pubblica che si occupa della riscossione dei tributi da parte  del Ministero delle Finanze e dell’Inps, ma nessuno da voce ai veri vessati: i dipendenti a reddito fisso, i pensionati onesti che non sono evasori e sono puliti innanzi allo Stato.

Il che significa, cartelle pazze a parte, che quelli che ricevono gli avvisi da Equitalia sono già stati attenzionati dalla Guardia di Finanza e dall’INPSche ne ha accertato le irregolarità e sono a tutti gli effetti degli evasori fiscali, se poi non hanno potuto e/o voluto pagare le tasse per colpa di crediti non riscossi da parte dello Stato o crediti  inesigibili, questo è un altro discorso, ma è la politica che dovrebbe metterci – ma non vuole – una pezza o vuoi anche per colpa della crisi finanziaria che sta strozzando l’economia reale.

Ora la cosa assurda, dove sta montando una polemica inutile, riguarda il numero dei suicidi causati dalla crisi o da evasione fiscale accertata, è che nel 2010 ce ne sono stati di più rispetto alla data odierna del 2012.

Nel 2010, il governo Berlusconi, e la maggioranza da lui sostenuta, ha, metaforicamente parlando, più morti sulla coscienza dell’attuale esecutivo, guidato da Mario Monti, (1) e la levata di scudi dell’ex maggioranza, quando l’attuale premier ha lanciato l’affondo, additando all’inedia del precedente esecutivo, era del tutto immotivata e strumentale (2). Se i membri dell’ex maggioranza sapevano, hanno mentito ai cittadini, e se non conoscevano i dati del Cerm, hanno perso una buona occasione per tacere.

Entrando nel sito di Equitalia si può leggere: Dal 1° ottobre 2006, l’art. 3 del decreto legge n. 203 del 30 settembre 2005, convertito con modificazioni nella legge n. 248 del 2 dicembre 2005, ha ricondotto l’attività di riscossione sotto l’ombrello pubblico, attribuendo le relative funzioni all’Agenzia delle entrate che le esercita tramite Equitalia (da ottobre 2006 a marzo 2007 il nome era Riscossione SpA). In precedenza tale compito era affidato in concessione a circa 40 enti tra istituti bancari e privati (3).

Semmai bisognerebbe conoscere i nomi dei parlamentari che hanno approvato questa legge, visto che ne sono i responsabili diretti, anche se secondo la Costituzione italiana, art. 68: . I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni (4), ma quei suicidi, ora come in passato, pesano sulla coscienza di coloro che hanno votato a favore di quella legge… E il peccato è che sono protetti dalla Costituzione e manco possono essere incriminati per istigazione al suicidio, dove l’articolo 580 del Codice Penale recita espressamente:  Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, è punito con la reclusione da uno a cinque anni, sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima. Le pene sono aumentate se la persona istigata o eccitata o aiutata si trova in una delle condizioni indicate nei numeri 1) e 2) dell'articolo precedente. Nondimeno, se la persona suddetta è minore degli anni quattordici o comunque è priva della capacità di intendere e di volere, si applicano le disposizioni relative all'omicidio”, (5) perché, come per Adamo ed Eva, da questi parlamentari che hanno votato a favore, scaturisce il “Peccato Originale”.

È chiaro che i responsabili diretti di questa situazione, che poi nel corso degli anni ha generato conseguenze a cascata non sono i dipendenti di Equitalia, gli esecutori materiali dell’ingrato compito, ma i “mandanti irresponsabili delle loro azioni” stanno altrove e sono i tecnici che al tempo l’hanno redatto la legge e i parlamentari che l’hanno votata, probabilmente a scatola chiusa, senza manco leggerla, come accade di solito, in quanto bisogna obbedire agli ordini di scuderia, in modo acritico e senza curarsi delle conseguenze – Lo sancisce la Costituzione. Lo stesso che sta facendo il Governo Monti in conserto con tutti i parlamenti che lo sostengono in modo quasi bipartisan.

I veri “casinari” e incapaci, sono i cosiddetti tecnici scrivono praticamente le leggi, non i politici, che il più delle volte, nemmeno i vertici dei partiti capiscono cosa ci sta scritto – figurarsi peones, che non sono altro che comparse ignoranti, scartine e pedine senza alcun potere decisionale e sovente colpiti dalla patologia dell’ignoranza cronaca sui temi di cultura generale, figurarsi come sono zucche all’interno dei labirinti della “Pubblica – Cosa Nostra” –   visto il burocratese utilizzato per le stesure.

Sono questi grandi professoroni che fanno da consulenti interni e/o esterni,che amano sfoggiare il loro eloquio linguistico altisonante, generando volutamente mostri di confusione giuridica e fiscale, dove poi anche quei poveri diavoli che devono dare esecutività alle leggi, sono costretti a bestemmiare come caimani in tutte le lingue vive o morte, visto che si prestano a molteplici interpretazioni diverse.

Ma la colpa più grande sta nelle mani dei giornalisti parlamentari, compresi quelli che si occupano di Talk Show in prima e seconda serata, dove anche se i parlamentari non rispondono alla legge dei loro atti – Art 68 della Costituzione – quesiti dovrebbero essere messi nelle condizioni di rispondere al popolo durante le comparsate televisive e/o interviste, circa le reali motivazioni che al tempo gli hanno portati a votare a favore dell’istituzione di Equitalia. E i nomi e cognomi i giornalisti li conoscono, in quanto hanno accesso, anche agli archivi degli atti parlamentari, sempre che non siano già pubblicati in rete, ma non lo fanno per bieco servilismo divenendone indirettamente complici.

E poi media si scatenano se nasce la cosiddetta “Antipolitica populistica”

Che Equitalia sia un mosto giuridico è accertato anche dai sassi, un moloch nutrito si con il sangue dei cittadini italiani, istigato da una classe politica incapace, da tecnici che hanno perso il contatto con la realtà – se mai ci sono stati a contatto – e con i dipendenti che vi lavorano, costretti da chi sta dietro di loro – ancora la politica – a fare da schermo protettivo e da paravento al “Drago politico a due teste” che si nutre di se stesso, creatosi nel corso degli anni.

Ed è per questo che quando i politici affronta no i Talk Show giornalistici usano sempre il solito linguaggio: “bisogna fare…”, “si dovrebbe…”, “il Paese ha bisogno di…”e  altre amenità, perché sanno d’avere le mani “lorde di sangue” sia di poveri diavoli, così come di tanti “furbetti del quartierno” che sperano sempre di farla franca.

In pochi hanno capito o fingono di non capire, che dietro a questa campagna mediatica contro Equitalia, che dovrebbe essere invece contro la politica stessa, ci stanno non i poveri diavoli, ma i grandi evasori fiscali, non quelli da poche migliaia di euro che non riescono a saldare il contenzioso, ma i pesci grossi, li squali, i piranha, i corsari dell’evasione che mettono innanzi le truppe – i poveri diavoli – per poter contare poi forse in favori e/o favoritismi dalla classe politica per avere un laccio più largo attorno al collo, facendola – legalmente – franca.
I poveri diavoli sono sempre stati strumentalizzati e usati per salvare il culo ai grandi evasori, ai plutocrati, perché non conta quante truppe muoiono in battaglia, gli onori vanno sempre alla fine agli alti ufficiali, i “maestri” della strategia.

L’unica persona degna d’onore in queste torbide e “omicide” situazioni, come scrive il sito Alto casertano – matesino & dintorni è:
: …l’avvocato Gennaro De Falco, 55 anni, napoletano, che faceva parte del nutrito pool di legali che assistono…  –  Equitalia – … e lo fa con una lettera aperta ad un popolare quotidiano di Napoli. De Falco scrive:“Conoscevo Diego Peduto. L’ho incontrato per la prima volta nel ’95 quando gli diedi incarico di vendere la mia casa. Aveva figli della stessa età dei miei e la sua agenzia era nel mio quartiere vicino al mio studio. Insomma, le nostre vite scorrevano quasi parallele. Questo suicidio di cui a torto o ragione mi sento corresponsabile mi ha convinto a non accettare più incarichi di difesa di Equitalia. Sto pensando di devolvere alla sua famiglia la quota dei miei onorari quando mi verranno corrisposti. In queste condizioni non mi sento di andare avanti, in Italia in questi anni si è messo in moto un meccanismo diabolico che sta distruggendo famiglie, persone ed imprese”
e poi conclude:
“Non so se questa mia decisione servirà a qualcosa, ma almeno alleggerirà la mia coscienza, forse aiuterà a restituire un minimo di dignità agli avvocati ed a far riflettere tutti sulla sostenibilità sociale ed etica della gestione di questa crisi”  (6)

A differenza di tanti governi politici e/o tecnici e di tanti politici e/o tecnici, esistono ancora nella malata Italia uomini che hanno una coscienza e che si interrogano su dove portino le azioni sconsiderate non tanto dei suoi ex “datori di lavoro” ma dei creatori del “Peccato originale” del tutto, dove i dipendenti di Equitalia sono le prime vittime dei carnefici politici e tecnici che l’hanno generata..

Marco Bazzato
15.05.2012

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