sabato 21 gennaio 2012

Solidarietà al “Movimento dei forconi?”

È risaputo, le grandi rivoluzioni partono sempre da piccoli atti, apparentemente isolati, in molti casi fomentati dall’estero. Si dice che la famosa primavera araba e l’assassinio a sangue freddo di Gheddafi sia stata una mossa studiata – ufficiosamente – fuori dai confini libici per evitare che i governi africani volessero una valuta loro per il pagamento delle materie prime – in altri come per autocombustione, alimentandosi del disagio e del malcontento crescente della popolazione, stremata da un regine politico,  clientelare vessatorio e corrotto, che riduce i cittadini, i lavoratori a servi della gleba – con il telefonino e il caso del “Movimento dei Forconi” siciliano, che sta paralizzando l’isola, sembra essere uno di questi.

 Ora bisogna capire da che parte stare.

 Perché è troppo facile, da distante, quando le cose accadono in altri Paesi, incitare moralmente la piazza sovrana, quando reclama libertà, pane, diritti, rispetto, meno clientelismo e corruzione, con ampi reportage dalle zone interessate, con i giornalisti uccisi dai cecchini, che non si sa da chi sono prezzolati.

 Mentre quando queste manifestazioni accadono in Italia, in Sicilia, la copertura dei mass media, specialmente dei Tg delle venti o dei programmi per casalinghe del pomeriggio, è ridotta a misere veline, lette con la velocità di un Freccia Rossa o di un TGV, per evitare che il popolo solidarizzi con i manifestanti, che subito vengono accusati d’avere infiltrati  mafiosi che li fomentano – ma se la cosa è risaputa, cosa aspettano,i marziani, per intervenire e arrestarli, in presunta flagranza di reato, ma quale?

Oppure certi “messaggi subliminali” sono fatti per gettare fango sulla protesta, in modo da dimostrare che è etero guidata dalla mafia? Messaggi trasversali televisivi?

Non ci sono rivoluzioni che avvengono senza vittime, è normale, accade in ogni parte del mondo. Non ci sono rivoluzioni che iniziano anche con scioperi ad oltranza, con magazzini, supermercati, farmacie e distributori di benzina rimasti a secco di carburante. È la prassi, piaccia o no.

Ma quello che secca alla politica e ai politicastri “benpensanti” che ora smarriti fingono indignazione è che il “Movimento dei forconi” sembra essere un trasversale, svincolato dai partiti – che sono tutti uguali, solo che hanno marchi, pardon bandiere, diverse, ma nella sostanza mirano all’accrescimento del loro potere personale nel territorio, e che votano sempre uniti quando si tratta di appiopparsi nuovi favoritismi di casta – che come una mandria di mustang imbizzarriti, cavalcano liberi per le praterie siciliane, vittime dell’abusivismo edilizio, delle infiltrazioni mafiose e delle regalie del nepotismo parentale. E un movimento che non può essere etero guidato da qualche frangia politica è un movimento scomodo, da sopprimere sul nascere, da dileggiare, come se loro fossero i responsabili e gli affamatori della Sicilia e del suo spolpamento economico dall’interno, non diverso da risucchio della pompa aspira fluidi che l’imbalsamatore utilizza sul corpo in terapia intensiva di un parente che va depredato senza ritegno.

E se questo movimento fosse la vera avanzata della società civile che tutti in Italia auspicano, perché delegittimarlo e condannarlo a priori? Solo per quattro scaffali vuoti, per tre blister di aspirina introvabili, perché al supermercato non si trova la frutta o la verdura proveniente dalle serre della Groenlandia o i limoni spagnoli? O perché i gestori, giustamente, come fa il governo e le compagnie petrolifere che alzano  il prezzo prima degli esodi vacanzieri, delle feste comandate? Ma se lo fanno i gestori – quando per legge il prezzo è libero e non più amministrato o sorvegliato,ecco che le ultime ruote del carro diventano dei vampiri, idrovore succhia denari, mentre Stato e compagnie petrolifere, che ognuno secondo i propri interessi dirigono il mercato, no?

Le rivoluzioni sono sempre iniziate dalla campagne, dai contadini: la rivoluzione francese, quella russa, la Grande Marcia di Mao, tutti nati da movimenti popolari di massa, stanchi di subire soprusi ed essere vessati..

Ora in piazza sono scesi anche gli studenti. Quando in medioriente scendono in piazza gli studenti a dar manforte al popolo, i media si sperticano in lodi: sono i giovani che avanzano, le nuove generazioni che vogliono il cambiamento e l’informazione di tutto il mondo è pronta a sostenere moralmente e non solo, la protesta, ma se la frittata si capovolge, se gli studenti scendono in piazza in Italia, in Sicilia, ecco che si trasformano, secondo la cosiddetta “opinione pubblica di regime” in pericolosi sovversivi, nemici del popolo. Evidentemente qualcosa non quadra.

Se i siciliani hanno deciso di scendere in piazza avranno le loro buone ragioni, segno che il bicchiere non solo è colmo, ma è stato riempito nel corso dei decenni di acqua avvelenata e che deve essere vomitata sulle strade, prima che intossichi completamente l’organismo, portandolo alla morte e alla conseguente putrefazione.

Chi ha ragione? Il popolo che protesta e ha il diritto d’essere ascoltato e non vessato e fatto passare per nemico ladro e brigante dei suoi stessi concittadini?Si sta assistendo ad una demonizzazione mediatica e ad un nascondere, il più possibile all’opinione pubblica, sotto lo zerbino del silenzio, il fuoco che cova sotto le ceneri e che rischia, premuto dalla spinta del desiderio di cambiamento, d’ incrementare la tensione. È il governo siciliano, il primo che dovrebbe spegnere i fuochi, visto che è il governo più mastodontico e dispersivo di risorse pubbliche d’Italia. Ma per certi soggetti sarà difficile rinunciare ai loro agi, alle loro auto blu, ai loro stipendi da favola e ai posti di lavoro giunti per raccomandazione, tagliandoli e riservando risorse e servizi ai cittadini. Più facile far passare le vittime – i cittadini del “Movimento dei Forconi” per i colpevoli e i carnefici dell’affossamento della regione, dell’aver messo in crisi il sistema economico e politico, piuttosto che andare alla radice: la mala politica – che ha creato l’humus fecondo e incendiario,come il metano di una caldaia difettosa che rischia di esplodere da un momento all’altro.

Sarebbe un meraviglioso sogno utopico se i “Davide” scesi in piazza riuscissero ad abbattere il “Golia” mastodontico che soffoca, non solo la Sicilia, ma nei modi diretti e  indiretti l’Italia intera.
E tutti leggendo al Bibbia, il primo libro di Samuele: Capitolo 1 17:1-58, i fedeli, prendono le parti e le difese di Davide, che sconfisse Goliath, il miglior combattente dei Filistei.

Si auspica che gli italiani, popolo di forte tradizione giudaico-cristiana non stia – perché condizionato – dalla parte dei Filistei.

Marco Bazzato
21.01.2012

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