domenica 22 gennaio 2012

Schettino: “La Costa mi chiese l’inchino”

Ormai sembra una faida famigliare, dove l’esperto di schettinate, Francesco Schettino, il tanto vituperato comandate – codardo – della nave da crociera Costa Concordia, sembra che stia tirando in ballo i vertici della società armatrice, per la prassi concordata “dell’inchino”,  sia come veicolo pubblicitario, ma anche come una di sfida tra capitani, per dimostrare il loro coraggio, passando il più possibile a fil di scogli.  Se veramente le cose stessero così’, per anni i passeggeri,sarebbero state le involontarie cavie de duelli “al singolar naufragio schivato” tra i comandanti di questi “Centri commerciali e SPA galleggianti.”

Dal ritratto del capitano agli arresti domiciliari che fa dell’armatore, molti potrebbero pensare che le immense navi siano comandate da scapestrati, che come guappi adorano impennarsi con  una vecchia vespa elaborata per far colpo sulla giovenca di turno, condotta come una “vittima sacrificale” sul ponte di comando, per lustrare i turgidi ed eretti pennoni. E la presenza di passeggere o passeggiatrici, non registrate, ossia clandestine, sembrerebbe confermare le voci di mare che girano circa la lucidatura alle teste delle aste dei pennoni.

Ragionando più approfonditamente, allargando il raggio delle responsabilità, se fosse stata la prassi, viene da chiedersi dove stavano le Capitanerie di Porto che dovrebbero controllare il traffico marittimo? Perché o anche i loro radar e i sistemi di ricezione delle posizioni delle navi via gps erano spenti, come risulterebbe dai primi controlli sulla scatola nera recuperata , dove si dice che fosse rotta da quindi giorni, oppure vedevano i passaggi e tacevano, pregando Tritone che non scagliasse il tridente addosso a qualche imbarcazione di sciagurati, cosa che poi, tramite Schettino, ha fatto?

Gli esperti di mitologia dicono che Tritone in quel famoso venerdì 13 gennaio 2012 ne avesse ormai produttori di cellule geminali sfracellati e doloranti e per questo, sentito il parere di Giove Pluvio, abbia provveduto, nascondendo alla vista del capitano Schettino il famigerato scoglio.

Quelli che stanno godendo come mandrilli sono gli abitanti del Giglio, con il sold out assicurato per i prossimi mesi. Per loro questa è una manna, in quanto l’isola è satura di tecnici di ogni risma, giornalisti da ogni parte del mondo, senza contare i turisti amanti del sciacallaggio delle disgrazie,  che come un rigurgito proveniente dallo stomaco e che esce a getto dalla bocca, vengono espulsi dagli intestini  dei traghetti.

Quello che ci vorrebbe in questi giorni è una bella gita della Finanza, a caccia di evasori, casa per casa, hotel per hotel, bar per bar e vista l’esiguità dell’isolala cosa sarebbe facile, così come i conteggi degli ospiti negli hotel, che non potrebbero scappare, permettendo a Equitalia di sfregarsi le mani.

E anche se dovesse proprio andare male, ossia che il gasolio nei serbatoi del cadavere che giace di fianco, come una balena colpita dagli arpioni dei pescatori giapponesi per scopi scientifici, riversandosi in mare, e più di duemila tonnellate, gli abitanti del Giglio godrebbero, in quanto l’isola continuerebbe a essere pregna di volontari chiamati a raccattare la marea oleosa.

Insomma bambagia piovuta dal dio Schettino, sta muovendo un corposo giro d’affari: avvocati, soccorritori, turisti, curiosi, televisioni, parenti delle vittime che attendono notizie dei dispersi. Tutto è diventato un immenso Circo Barum, che sta gonfiando stomaci a dismisura degli abitanti dell’isola e dei partecipanti allo spolpamento a vari titolo del cadavere Concordia.

Ripensando alle crociere e a quanto sta emergendo circa l’ultimo viaggio della Concordia, non può far a meno che venire in mente la mitica Pacific Principess, del telefilm americano “The Love Boat”, dove i personaggi e gli ospiti erano dediti a storia d’amore, ufficiali e baristi compresi, ma che nelle scene non girate, si poteva intuire che alla fine la nave era un postribolo un lupanaro infestato di meretrici e maschi perennemente infoiati alla ricerca di sesso e lussuria, dove i telespettatori si chiedevano come i protagonisti non fossero morti nel corso degli anni per via dello scolo, gonorrea e malattie venere varie.

Marco Bazzato
22.01.2012

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