martedì 7 maggio 2013

Feminnicidio: basta, non se ne può più!


Premesso che a un maschio che mena una donna, andrebbero come minimo tagliate le mani con una motosega da legno e lasciato morire agonizzante senza manco uno straccio di aiuto medico. 
Questo per chi le mena.

Per chi le ammazza, le trucida, le sbudella, facendosi antiestetiche collane o sciarpe fatte di intestini, le scotenna, le scanna come una porca, le smartella il cranio, fino a far schizzare la materia celebrale sui muri, la soluzione migliore, più saggia, più onorevole per il colpevole, sarebbe lo squartamento nella pubblica piazza, come si faceva in passato, quando il sentimento popolar non si fermava alla banale indignazione via Facebook, ma passava alle vie di fatto, grazie alla legge, armata di mannaia o di carri che tiravano gli arti del condannato verso levante e verso ponente, consentendo così anche ai minori di imparare qualcosa sull’anatomia umana, quando i frammenti di interiora cadevano sulla strada impolverata e lorda a causa degli escrementi rilasciati allegramente dagli animali da soma o dai cavalli dei cavalieri. Altri tempi e altra civiltà.

Il problema è, secondo la politica e i media, che si ammazzerebbero troppe femmine, e quindi la soluzione populistica e demagogica della “stalinista” presidentessa della Camera, Laura Boldrini, sarebbe la talebanizzazione in salsa italiana, che manda, come dice Salvo Montalbano, a “Patrasso” decenni di lotta per l’emancipazione della femmina, decenni di autogestione dell’utero da parte delle dirette interessate, perché a dire di costei, la mercificazione del corpo femminile, favorirebbe i bassi istinti “pinciatori” e assassini dei maschi.
Bubbole.

L’idea della Boldrini di proibire la mercificazione del corpo delle donne da parte delle dirette interessate, suona un po’ come se in India, a causa di una legge liberticida, si volessero ammazzare, trasformandole in costate, tutte le vacche del subcontinente, bestie considerate sacre dagli induisti.

Prima di andare a sfrittelare gli apparati riproduttivi maschili e femminili con idee balzane, perché invece di fare demagogia da bar sport, gli apparati politici e legislativi della Repubblica non legalizzano la mignottaggine, facendo pagare le tasse alle puttane che battono per strada, che fanno le “escort” – sempre puttane sono – inginocchiate a un centimetro dalla testa della fava  lucidata a colpi di lingua ai  potenti, pensando a rimpinguare le casse asfittiche, colme di vuoto pneumatico, dove il dolore non è dissimili da quello di un povero cristo che cerca di evacuare, ma a causa della forte peristalsi, fa uscire dal retto la famiglia Emorroidi, composta da padre, madre e figlio bastardo, tutti insanguinati e puzzolenti?

Ma sono veramente così atroci e da emergenza nazionale le cifre dei femminicidi? 

Boh, dipende da che punto di vista vengono letti i numeri. Chiaramente il dolore che lascia a “sopravvissuti”, specie ai genitori, fratelli, sorelle e figli, lascia costoro sconvolti a affranti. Rapportando però le 124 morti a livello nazionale, su circa 30 milioni di donne, la cifra, letta da questa prospettiva è ininfluente o se ha una valenza statistica, questa ha valenza omeopatica, rispetto al corpo femminile della nazione e il che può essere vista come la semplice perdita di tessuto epiteliale, per esigenze fisiologiche dell’organismo, inscritte dentro lo stesso codice genetico umano.

L’idea di talebanizzare l’Italia, ossia non vedere più i corpi di professioniste, che a differenza della puttane, pagano le tasse circa i cachet che ricevono per i servizi fotografici e il loro relativo sfruttamento di immagine, oltre che a puzzare da fronda catto-comunista in salsa afgana, è un  attacco untuoso e bisunto al diritto di autodeterminazione della donna, oltre che una sottrazione illegittima al diritto a lustrasi gli occhi, da parte dei maschi, grazie all’immaginazione di vulve seminascoste da abiti quasi invisibili, mammellllle da latte, stile vacca Milka, che sfidano al forza di gravità e le leggi della gravitazione universale, che oggi se Newton fosse vivo, rimarrebbe cieco alla vista dei cartelloni e degli spot pubblicitari, a forza di masturbarsi, fecondando i quattro angoli del mondo, a forza di spargere il proprio seme.

Quello che fa ridere della classe politica gaglioffa presente e passata, è che dal 2001, anche gli italiani si sono smerdati nel pantano afgano, grazie a Bush, esattamente come accadde ai sovietici, dove uno dei tanti pretesti era di cercare di educare i maschi musulmani e non trattare le donne come una loro proprietà, ma civilizzandoli al rispetto, come se l’Italia fosse, per quelle 124 disgraziate del 2012, solo delle banali caprette, date in olocausto da qualche sacerdote che non sapeva che i sacrifici umani erano stati aboliti, causa civiltà, vittime, ossia danni collaterali, causati da errori di valutazione dell’attimo e della forza inferta durante lo spappolamento di crani, copri e ossa.
  Insomma, gli italiani vanno a civilizzare gli afgani, mentre in patria, secondo la visione attraverso il buco della serratura, avviene una vera e propria mattanza.   Il che porta a pensare che la politica faccia le valutazioni de gli stronzi che si meravigliano della puzza di merda.

Ma leggendo le cifre in un altro modo, ci si accorge che le donne italiane e le politiche nostrane, starnazzano troppo e razzolano in una aia che non è coperta di escrementi di gallinacei, come si vorrebbe far credere(1).

Alla fine, le donne italiane sono al secondo posto nella classifica della sicurezza europea, al pari dei Paesi scandinavi, mentre al primo posto, ci sta la Grecia. Ergo il presunto fenomeno del femminicidio è amplificato dai media, che tendono a creare un falso problema di ordine pubblico, quando fuori da confini del Bel Paese, la mattanza, anche in rapporto alla popolazione e all’estensione del territorio, è molto più ampia e forse, suscita minor allarmismo sociale, in quanto in alcuni Paesi, soprattutto dell’Europa occidentale, certi tipi di morti, possono essere considerate “fisiologiche”.

Come si può leggere più approfonditamente nella nota 1, in Italia, si sta assistendo a forme di terrorismo psicologico da parte dei media e della classe politica, ove quest’ultima sta strumentalizzando un aspetto fisiologico della natura umana, dando via pseudo crociate morali,  da parte di esponenti politici che si rifanno ad una moralizzazione invertita pervertita, in antitesi con i dettami dell’ortodossia originaria, e che per decenni ha frammentato, grazie alla propaganda, il tessuto morale e sociale dell’Italia, uniformandola alla cloaca dell’Europa occidentale.

Oggi l’Italia non ha bisogno di queste pseudo campionesse di moralità, che vorrebbero imporre il velo integrale alla donna, per evitare che i maschi diventino aggressivi, o peggio assassini.  E Questo dimostra che questo tipo di classe politica di sinistra soprattutto, che come non capiva un cazzo trent’anni fa, oggi nemmeno oggi capisce una beata minchia, perché non è la donna che deve smettere di mercificare e vendere pubblicamente il proprio corpo per campagne pubblicitarie e non, più o meno discinte, ma è il maschio che deve sapere quale è il limite e accontentarsi delle pugnette quando la proprietaria della vulva, anche se moglie o compagna, decide di mandarlo a fare in culo, specie se questo ha utilizzato il copro della malcapitata femmina come un sacco boxe.

 Quando si sente dire in tv che una donna è stata ammazzata per eccesso di amore, beh, questa frase avrebbe fatto cadere a terra anche i coglioni di un castrato come Farinelli, visto che la psichiatria, pronta sempre a pontificare su ogni presunta malattia o normalità, come l’omosessualità, non ha ancora cavato fuori una patologia psichiatrica, da reclusone preventiva in un manicomio criminale, dei maschi che picchiano le femmine. Che sia perché anche molti psichiatri picchiano come tamburi le loro femmine e quindi meglio non svegliare la cagna che dorme?

Alla fine si ha ancora l’impressione di trovarsi innanzi a una classe politica che si crede illuminata, ma che non è altro che culturalmente e moralmente spiantata, e che non avendo il coraggio di prendere il toro per le corna, pardon, il maschio per i coglioni,e perciò incolpa la donna che vende la propria immagine, salvaguardando il diritto delle puttane di farsi slabbrare il primo e secondo canale, per mero mercimonio, perché le puttane farebbero un servizio sociale, in nero, da svuota coglioni per maschi, generando un fantastico giro di affari –  che la politica non vuole smantellare, il che porta a pensare che siano indirettamente complici e/o che ne ricevano dei benefici economici e/o sessuali –  per la criminalità organizzata, che sentitamente ringrazia trent’anni di classe politica ottusa e oligofrenica.

Marco Bazzato


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