lunedì 28 settembre 2015
“Volkswagen, l’inquinamento? È Cosa Nostra!”
Ci sta poco da girarci
attorno. È una settimana che godo come un cammello infoiato. Che godo come un
vulcaniano alle prese con il Pon Farr, detto anche “La febbre del sangue”, vedi
episodio di Star Trek TOs, Amok Time del
1968, da quando è scoppiato, partendo dagli Stati Uniti, lo scandalo Volkswagen, sulle autovetture dalle emissioni
taroccate, che come una tempesta di sabbia del Sahara, ha investito
praticamente tutto il mondo motorizzato.
È la goduria di vedere
i nostri amati amici teutonici, che praticamente si sono fatti trovare con le
braghe abbassate e che stanno subendo un atto contronatura di sodomia
planetaria, da parte, non solo dei governi infuriati come bisce, per quanto
avvenuto, ma ormai anche dalle palle iniziano a fumare dei proprietari di
questi modelli, ai quali toccherà per lo meno perdere una mezza giornata, per,
quando sarà il momento, portare il mezzo
taroccato e adulterato, dal concessionario della casa automobilistica, fondata
nel 1937, ai tempi del nazismo, per
volere dello stesso Adolf Hitler, infatti Volkswagen significa “vettura del
popolo”, oggi non certo buona per le tasche di cani e porci, a far rimappare, a spese della Volkswagen, ,
la centralina incriminata di tale burdello.
Ci stanno però una
serie di domande che credo assalgano tutti i lettori. Innanzitutto il silenzio
omertoso dell’Unione Europea, la quale sapeva almeno dal 2013, stando alle
informazioni di stampa, che in alcuni specifici motori a nafta, più bello il
termine nafta, sa più da grande inquinatore, vedi quel bel fumo nero e oleoso
dei trattori o dei motori a nafta degli anni ’80, sputavano dai tubi di
scappamento, gas superiori a quanto dichiarato in fase di omologazione al
banco. Ma come spesso accade con i grandi gruppi industriali a livello
planetario, ci si accorge che la merda inizia a puzzare solo quando il cesso
si tappa e il solido marrone rischia di
cadere sul pavimento, appestando tutto il cesso, emanando soffici effluvi
ammazza olfatto.
Quanti effettivamente
sapevano di questo problema? Sempre stando alle informazioni di stampa, la cosa
era emersa negli Stati Uniti nel 2014, ma si è aspettato come spesso accade, a
discapito della salute pubblica, il momento politico opportuno per ammazzare il
maiale con la macellazione Haal, pardon, per assestare un bel colpo di reni non
solo alla credibilità tedesca, ma soprattutto per tramortire la cancelliera
teutonica, che sembra ormai perdere colpi, peggio di un vecchio motore ad aste
e bilancieri, con tanto di valvole consumate e fasce elastiche contenitive usurate, che consuma olio a più non posso.
Una voce però ancora
non si è fatta sentire: quella degli ambientalisti. Strano, quelli gridano
anche se si piscia fuori dal boccale, se un non si tira lo sciacquone dopo aver
defecato, o se le stalle colme di vacche, emettono gas metano. Ma in questo
frangente? Silenzio assoluto, mutismo. Che abbiano tutti la VW e non vogliano
andarsene via a piedi, magari mostrando al mondo che, da ambientalisti, usano
autovetture a nafta che inquinano più del culo di una vacca?
La cosa più assurda di
tutte è che nessuno al momento ha crocifisso e lapidato l’azienda che ha
prodotto la centralina, che non è la Volkswagen, ma bensì la Bosh, sempre
tedesca. Su di lei nessuno strale, nessuno ha puntato pubblicamente il suo CEO,
i dirigenti e i suoi tecnici, visto che
alla fine, certo, la Volkswagen, ha commercializzato dei veicoli a nafta
inquinanti, ma l’inquinamento sembrerebbe non dovuto tanto ai motori, ma alla
centralina prodotta dalla Bosh, la quale comprendeva benissimo quando il tubo
di scappamento di un mezzo sul rullo della revisione, quando gli veniva
infilato nell’ano la sonda dell’opacimetro, passava in modalità “risparmio”
tenendo le emissioni di gas entro i limiti di omologazione.
Un po’ come fanno
gli adolescenti quando, bravi e beati loro, iniziano a fumare di nascosto e come
troiette infoiate, prima tornare a casa, si appestano di profumo gli abiti,
mettendosi in bocca qualche centinaio Halls Mentho-Lyptus Extra Strong, per
nascondere l’odore sigaretta, dopo essersi fatti fuori un pacchetto di Malboro,
o di Lucky Strike senza filtro, convinti, poveri illusi, che quella cagna da tartufi
della madre, non li senta puzzare, appena entrano a casa, e questi, come
scolaretti che a scuola hanno riempito la turca di carta igienica, cercano
barbare e vili giustificazioni e la madre, sempre più incazzata come una biscia
assetata di sangue e con le fauci colme di veleno, non vede l’ora di prendere a randellate quel suo ovulo
fecondato da, non ricorda nemmeno lei chi, mendaci e falsi come una banconota da 600 mila lire!
L’azienda
produttrice della centralina, stramente tace. Anzi, peggio ancora viene
esentata dal ciclone che ha colpito la Volkswagen. Nessun CEO si è dimesso, in
quanto non poteva non sapere, non sono giunte notizie di indagini interne e
della magistratura tedesca, per capire chi abbia ordinato cosa e chi, tra chi
sapeva che “l’adulterazione” era un reato, abbia taciuto o sia stato fatto
tacere. Ma è chiaro che, come si diceva
ai tempi di Tangentopoli in Italia, “I vertici non potevano non sapere!”.
Perché, diciamocelo, se
a un fornitore esterno, e la Bosh è un fornitore esterno della Volkswagen,
impartisci l’ordine di produrre qualcosa di fraudolento, chi opera direttamente
sulla creazione di questo software, doveva conoscere le leggi dei vari Paesi e
di conseguenza avrebbe dovuto avvisare i suoi superiori che si stava
commettendo un reato. Ma su questo versante, zero assoluto e la cosa di per se puzza
più dello scandalo stesso, perché la Bosh, dati del 2011, ha un fatturato di
51,4 miliardi di Euro, contro i 197 della Volkswagen, del 2013. Quindi si
auspica che le class action che stanno partendo in mezzo mondo, azzannino alla
gola gli utili della Volkswagen, così come quelli della Bosh, essendo
esecutrice materiale della “adulterazione” delle centraline, complice di quanto
avvenuto, visto che è palese che la colpa non è dei motori a nafta Ea189, ma
delle centraline taroccate dalla Bosh.
Parafrasando “The
Godfather” “Il Padrino” di Mario Puzo, ricordando una celebre copertina di un
settimanale tedesco di tanti anni fa, sembra che si sia sparsa la voce che recita:
“Volkswagen, l’inquinamento? È Cosa Nostra!”
Marco
Bazzato
28.09.2015
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