lunedì 19 marzo 2012

Festa del papà. Auguri!

Oggi sarebbe la festa del papà, e si coglie l’occasione per fare gli auguri a tutti papà del mondo, indipendentemente da razza, nazionalità e religione.

Non tutti li meritano, la stragrande maggioranza sì’, ma esiste un esigua un’esigua minoranza una razza infame, volgari distributori di sperma dentro l’utero femminile, che non  meritano d’essere chiamati “papà, ma “p e/o l – adri” per come sono stati, per come sono tuttora e per come saranno forse fino alla morte, se la ragione non li coglie prima.

 “P e/o l – adri”: persone abiette e senza onore.  Che la morte li colga tra mille sofferenze e patimenti. I “p e/o l – adri” esistono, sono in mezzo a noi.

 Lupi travestiti da agnelli, sorridenti e infidi come serpenti a sonagli. I “p – e/o l – adri” non hanno nazionalità, colore, professione, mestiere.

Potrebbero essere artigiani, pensionati, che per tutta la vita hanno fatto i meccanici di uno sperduto paese dell’Italia, dalle Alpi alla Sicilia. Professori universitari, medici, dentisti, dipendenti della Pubblica Amministrazione, carrozzieri, idraulici, imbianchini o spazzini…

Una cosa li accumuna: la menzogna e la vigliaccheria, una codardia endemica che li porta a guardare la povere in casa d’altri, mentre nella propria sono sommersi dal letame, a loro dire profumato, dove fanno vivere la moglie e crescere i figli.

Sono quei “p – e/o l – adri” dall’animo fetido, dalla psiche marcia fino al midollo, nati in miseria e/o in ricchezza, cresciuti derubando ai figli e alle figlie, picchiando, alzando le mani.

 Figure mendaci che odiavano la menzogna, ma che hanno passato la loro esistenza a mentire, a rubare al prossimo, allo Stato, al Comune di residenza, ai clienti o agli utenti che si recavano presso i loro uffici sfarzosi, pieni di nequizie e aberrazioni, ipocriti che purificate l’esterno del bicchiere e il piatto, mentre all’interno è pieno di rapina e intemperanza.

“P – e/o l – adri” biologici, forse, che si definiscono tali, perché hanno la presunzione d’essere genitore dei figli della moglie con cui hanno convissuto una vita.

 Miseri donatori di sperma, che dopo aver schizzato il seme, hanno abiurato l’onore, la dignità. Apostati dell’amore, che si trincerano dietro la legge quando fa comodo, dimenticando la legge morale. Quella moralità che avevano l’ardire di insegnare ad altri, gonfiandosi il petto, elargendo sorrisi smaglianti e smargiassi, in un sala di teatro, con il microfono in mano, tessendo lodi all’oratore invitato, che per anni avevano odiato e insultato in famiglia, perché svolgeva diligentemente il proprio lavoro.

“P– e/o l – adri” ipocriti, che quando le verità e le meschinità salgono a galla, e vengono dette dai figli o dalle figlie fuggono come cani con la coda tra le gambe, latrando furiosi come se gli fossero stati pestati i testicoli.

“P – e/o l – adri” senza dignità, senza pudore, spudorati che dovrebbero sotterrarsi per la vergogna. “P – e/o l – adri” che ammazzano il figlio in mille modi diversi, aventi le mani apparentemente linde, ma l’anima lorda di sangue innocente.

“P – e/o l –  adri” che taglieggiano, rubano, estorcono, corrompono Pubblici Ufficiali per il benessere della loro progenie eletta, che architettano assieme ai figli preferiti e a mogli attaccate alla mammella dei mariti, metodi apparentemente legali per costruirsi abitazioni, in spregio agli accordi da loro stessi firmati con la Pubblica Amministrazione, corrompendo, pagando bustarelle o facendo regalie ai Pubblici Ufficiali che dovrebbero vigilare, ma che preferiscono voltare il capo, con la tasca gonfia di denaro sonante, dall’altra parte.

“P – e/o l –  adri” che corrompono sindaci delle vecchie amministrazioni, oggi appollaiati in altri scranni, ma che tacciono, perché complici omertosi.

“P – e/o l – adri”che hanno dimenticato, se mai l’hanno avuta quell’onesta che insegnavano e pretendevano dai figli, ma che poi hanno disatteso completamente.

“P – e/o l –  adri” da primo banco in chiesa, che vanno a prendere l’eucarestia ogni domenica, dopo essersi alzati dai primi banchi, attraversano la navata, mostrando contrizione.

Ai veri papà, tutti i miei più vividi auguri di cuore…

Marco Bazzato
19.03.2012

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