martedì 10 ottobre 2017

Fascismo e antifascismo: due facce della stessa medaglia socialista

La storia è sempre scritta dai vincitori, ma i vincitori non hanno mai il  monopolio della verità!

Marco Bazzato

A sentirne parlare, non se ne può francamente più. La cosa ormai fa venir la nausea, solo al pensiero. Sto parlando dell’antifascismo 2.0. Ossia gli antifascisti nati dopo la fine degli anni ’60, coloro che quel periodo manco l’anno vissuto e se ci hanno capito qualcosa, forse, gli è stato tramandato dai genitori o dai soliti e banali ripetitivi  documentari che quasi settimanalmente si possono vedere su Rai Storia o su reti minori, come ad esempio Focus, dove negli ultimi mesi, raschia il fondo del barile, rimestando una minestra riscaldata, non rendendosi conto che le nuove generazioni se ne fottono di ciò che è avvenuto prima della loro nascita e che sono costrette, da programmi scolastici che rasentano il lavaggio del cervello, ad introitare nozioni di storia quasi contemporanea, per poterle magari ripetere come farsi fatte, innanzi al docente di sinistra, magari laureatosi negli anni della con stazione studentesca, dal ’68 in poi, che ha sfornato una futura classe di docenti fortemente ideologizzati a sinistra, dove per miopia storica e culturale, hanno sempre omesso i crimini perpetrati in Italia dagli antifascisti, dai comunisti, giustificandoli come necessari, per la nuova democrazia nascente nel dopoguerra.

Chiariamoci, il ventesimo secolo è stato un secolo di barbarie globali, che hanno investito sia l’Europa Occidentale, con il nazifascismo, così come l’Europa orientale con il Comunismo, anche se molti teorici di questa ideologia, asseriscono, per lavarsene le mani, che indipendentemente da tutto, quelli non erano veri comunisti, ma falsi, in quanto non avevano compreso appieno i dettami marxisti o che se li avevano compresi, erano stati applicati in modo barbarico, oppure se ne lavano la coscienza, asserendo che quelli non erano veri comunisti, ma fascisti, nascosti sotto il paravanto della falce e martello.

A me, personalmente che siano veri comunisti o fascisti nascosti dietro la falce o martello o compagni che non hanno saputo applicare in pratica le teorie marxiste e leniniste, non me ne può importare assolutamente nulla, anzi.

Sta di fatto che se nei proclami del nazismo ci stava la superiorità della razza ariana e in quelli del fascismo, le infamie delle leggi razziali, emanate da Mussolini, il comunismo, pur non avendo questi dettami scritti, lì ha applicati sistematicamente, per reprimere i nemici di quel regime sanguinario, o le stesse minoranze etniche, vedi l’Ucraina Staliniana e dittatoriale. Purtroppo gli antifascisti più radical chic,  ignorano, quando si parla di comunismo, i crimini commessi in Indocina,  o quelli commessi nella stessa Cina dallo stesso Mao e dalla banda dei quattro, dopo la presa del potere.
Il punto essenziale è che noi europei, abbiamo nel ventunesimo secolo, una cultura storica e una visione del mondo, sistematicamente orba verso oriente, verso Est e questa cecità, figlia anche di ciò che fu la guerra fredda, terminata ufficialmente con la caduta del Muro di Berlino e con il Crollo dell’Unione Sovietica, per ragioni apparentemente sconosciute, continua ancor’oggi, anzi, a livello di comprensione ideologica della storia, per assurdo, è più radicata nella stragrande maggioranza della massa amorfa, rispetto che ad una ventina di anni fa. Già, perché,  quando in Italia ci stava un sedicente P.C.I. che prendeva fondi neri da Mosca, il Dossier Mitrokin è chiarissimo su questo, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, si assistito ad una graduale diluzione dentro le acque reflue della storia, dei crimini commessi dal comunismo. Fino a quando ci stavano i due blocchi contrapposti, quello atlantico sputtanava quello sovietico e viceversa, dove se si aveva la possibilità di scremare le informazioni vere dalle fake, si poteva essere abbastanza oggettivi, a riguardo le due fazioni contrapposte che dividevano l’Europa in due.

Con la caduta delle ideologie, soprattutto negli ultimi dieci anni, quando tutto si è fuso e confuso, è accaduto che è rimasto immobile il fronte antifascista, quelli che vorrebbero condannare, senza appello il fascismo, dove certo non sarò io ad assolverlo, ma contemporaneamente si è assistito ad un opera di rimozione storica, da parte della coscienza collettiva, dei crimini perpetrati mezzo mondo dalla rivoluzione russa dell’ottobre del 1917, fino ai giorni d’oggi, dove l’ultimo baluardo di questa subcultura politica che ha insanguinato quasi tutto il ventesimo secolo, è quella macchietta spelacchiata e cicciona del dittatore comunista della Corea del Nord.

Chiaramente coloro che oggi si credono dei veri comunisti, alzeranno gli scudi e le barricate, andando a strepitarmi contro che quello, come tutti gli altri dittatori, da Lenin, a Stalin, passando per Antropov e Breznief, nemmeno loro erano veri comunisti. E anche se fossero stati dei compagni che hanno sbagliato, sono stati errori in buonafede, oppure orrori giustificati dalla necessità di combattere gli spiriti liberali e libertari e che quindi quelle morti di massa, quelle fucilazioni, quelle detenzioni nei gulag, erano necessarie.
 Per far vincere chi?

I comunisti, no?

No, perché anche se erano rossi come il sangue, non erano veri comunisti, ma dittatori di estrema destra, mascherati da imbecilli di sinistra, a questo punto. E se erano dittatori di estrema destra, mascherati da imbecilli di sinistra, perché i comunisti di oggi, coloro che si schierano contro tutti gli antifascismi, veri o presunti, non hanno il coraggio di condannare quella parte oscura e sanguinaria della loro storia? O se lo fanno, lo fanno con estrema difficoltà, come se fossero affetti da stitichezza cronica o peggio ancora, se oltre ad essere stitici,  soffrissero di emorroidi e campi muscolari all’ugola,

È la solita ipocrisia dei sinistri di sinistra, i quali parlano non solo avendo due travi infilate negli occhi, ma avendone una addirittura infilata nel retto, eppure sbraitano a più non posso contro qualche immagine del Duce o con qualche nostalgico, che come i comunisti, interpreta a questo punto la storia del ventennio fascista, allo stesso modo di come fanno i comunisti, quando negando, interpretano o giustificano i più di settant’anni di comunismo. Già, perché non dimentichiamo che anche la Cina di oggi, è ancora una Cina fondamentalmente comunista, sia nel partito, così come nell’ideologia, anche se è un comunismo di mercato, ma al potere ci stanno ancora loro, i discendenti di quelli che hanno nella loro storia recente, cinque milioni di morti, grazie al famigerato Libretto Rosso di Mao!

Il punto focale, a mio avviso, però è che tutto il ventesimo secolo, non solo in Europa, era pervaso da grandi cambiamenti sociali ed economici, causati dalle disuguaglianze sempre più profonde e questi cambiamenti hanno portato alla nascita di due ideologie totalitarie uguali, antagoniste, ma sostanzialmente identiche nella sostanza.

Infatti non dobbiamo dimenticare che tutto nasce dal socialismo, il quale poi, come ogni malapianta che si rispetti, ha generato dei rami, e questi rami alla fine producevano alle loro estremità frutti avariati, figli però della stessa malapianta, questi frutti, gemelli divisi ancor prima della nascita, erano il comunismo in Russia che poi, come un virus pandemico è attecchito nell’Europa Orientale, in Cina, in Indocina e a Cuba e il nazionalsocialismo in Germania e il fascismo in Italia. Gi, perché non va dimenticato che prima di fondare il partito fascista, Mussolini era un socialista, è stato, tra le altre cose, il direttore del quotano socialista l’Avanti, quindi, non è azzardato teorizzare che Mussolini in realtà non sia mai stato un vero fascista, ma rivoltando la frittata come sovente fanno i comunisti, un socialista travestito da fascista, quindi, se dobbiamo andare a vedere le sue origini, perché prima o poi le origini anche di una persona o di una cultura, prendono il sopravvento, Benito Mussolini in effetti era un uomo di sinistra, mascherato da uomo di destra, che ha usato, in quel particolare contesto storico, la forza dei ragionamenti ideologici di destra, per imporre in ogni caso il suo vero retaggio culturale: ossia quello di un socialista fortemente orientato di un socialista di sinistra.

È logico quindi poter anche affermare che i due figli della stessa malapianta socialista, hanno raggiunto i loro obbiettivi, la conquista del potere, prendendo strade completamente differenti, ma che entrambe hanno portato all’ennesimo obbiettivo: istaurare, dove si sono insediati, un regime di terrore.

Mi rimane in testa l’ultima domanda provocatoria: si può dunque affermare che l’esecuzione di Benito Mussolini e della Claretta petacci e poi l’essere appesi a testa in giù a Piazzale Loreto, a Milano, è stato un regolamento di conti interno al socialismo? E quindi se così fosse, chi erano i veri Caini e chi erano veri Abeli a Piazzale Loreto?
Nota dell’autore: ho messo solo link di sinistra, altrimenti qualche stolto potrebbe accusarmi di faziosità ideologica. Perché quelli di sinistra, dicono loro, non sono mai fazioso, quindi allora mi sono adeguato al loro modo di essere mellifuo.

Marco Bazzato


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