mercoledì 2 gennaio 2013

IVIE: Imu su case all'estero


E infine, come regalo di buon anno, per i cittadini italiani e per gli stranieri residenti in Italia, arriva l’IVIE, ossia una nuova patrimoniale sulle case, solo a carico dei privati, che questi possiedono all’estero.

Naturalmente, per fare come sempre i regali alla grandi società, queste sono esenti, in quanto lo Stato potrebbe trovarsi, da parte dei grandi gruppi finanziari, d’essere portato in tribunale, in quanto sotto il profilo Costituzionale, ossia della doppia imposizione nel Paese dove la proprietà o le proprietà sono ubicate, che già lì si pagano le tasse, e anche in Italia. (1). Oltretutto essendoci accordi tra Stati che vietano espressamente la doppia imposizione fiscale e bisognerebbe anche sapere cosa ne pensa l’Unione Europea di questa nuova gabella italiana.

  Questo è pastrocchio di un governo e una classe politica miope e mentalmente malformata o male informata, fate voi, sotto l’aspetto giuridico internazionale e di rapporti con gli altri Paesi, che sta cercando di raschiare il fondo del barile, andando a colpire gli investimenti, creando una marea di difficoltà ai possessori italiani e stranieri, residenti in Italia, di case all’estero.

Ecco l’estratto della Legge del 22.12.2011, 214, articolo 19, comma 13:
13:
 A decorrere dal 2011 e' istituita un'imposta sul valore degli
immobili situati all'estero, a qualsiasi uso destinati dalle  persone
fisiche residenti nel territorio dello Stato.
    14. Soggetto passivo dell'imposta  di  cui  al  comma  13  e'  il
proprietario dell'immobile ovvero il titolare di altro diritto  reale
sullo stesso. L'imposta e' dovuta  proporzionalmente  alla  quota  di
possesso e ai mesi dell'anno nei quali si e' protratto il possesso; a
tal fine il mese durante il quale il possesso  si  e'  protratto  per
almeno quindici giorni e' computato per intero.
    15. L'imposta di cui al comma 13 e' stabilita nella misura  dello
0,76 per cento del valore degli immobili. Il valore e' costituito dal
costo  risultante  dall'atto  di  acquisto  o  dai  contratti  e,  in
mancanza, secondo il valore di mercato rilevabile nel luogo in cui e'
situato l'immobile.
    16. Dall'imposta di cui al comma 13 si deduce, fino a concorrenza
del  suo  ammontare,  un   credito   d'imposta   pari   all'ammontare
dell'eventuale imposta patrimoniale versata nello  Stato  in  cui  e'
situato l'immobile.
    17.  Per  il  versamento,  la  liquidazione,  l'accertamento,  la
riscossione, le sanzioni e i rimborsi  nonche'  per  il  contenzioso,
relativamente  all'imposta  di  cui  al  comma  13  si  applicano  le
disposizioni  previste  per  l'imposta  sul  reddito  delle   persone
fisiche.  (2) .


La domanda è: chi dovrebbe andare a fare i rilevanti nel luogo ove è ubicata la casa? I funzionari dello Stato italiano, leggesi Equitalia, tramite rogatorie internazionali o i cittadini, che se magari hanno la casa in affitto e ci ricavano una rendita, pagandoci già le tasse in loco, che  debbono sobbarcarsi dell’onere del viaggio, la trafila negli uffici pubblici, le traduzioni e le legalizzazioni degli atti, perché vanno tradotti e legalizzati in italiano,oppure prendendosi un avvocato  locale, affinchè, se possibile, trovi il bandolo del matassa, per seguire gli ordini di una masnada di “dementi Costituzionali”  , approvano a scatola chiusa, senza manco sapere cosa, magari durante “estenuanti” sedute fiume, passate a consumarsi il pollice, durante le votazioni, mentre si legge il giornale  o si gioca con lo smartphone?

Proviamo a immaginare una situazione tipo, visto che questa legge va a colpire anche gli immigrati che hanno un lavoro e una residenza in Italia, che magari fanno gli operai e provengono da uno sperduto paese dell’Africa o dal Sudamerica.

Per rispettare la legge, se hanno un’abitazione nel loro Paese di origine, dove ci vivono le famiglie e pagano già le tasse locali, questi dovrebbero farsi inviare gli estimi catastali , o il valore di mercato in quel Paese – sempre che esista un catasto – o l’atto di acquisto dell’abitazione, ch potrebbe essere figlia di una successione, quindi dovrebbero cercarsi un traduttore che gli traduca gli atti, gli faccia legalizzare, per poi spedirli in Italia, al congiunto, salvo poi scoprire che  il valore dell’immobile non superando i 200 euro, l’l’ IVIE, non è tenuto a versarla. Costo dell’operazione, compreso il tempo, qualche centinaio di euro, più le eventuali salmodi nella lingua nativa, giustamente contro l’Italia e la classe politica barbara degli italiani.

Quindi, per assurdo, è una legge che andrebbe a colpire in primo luogo gli immigrati regolari, perché in proporzione, rispetto agli italiani, questi potrebbero avere un’abitazione nel loro Paese d’origine. A cui va aggiunto anche un’altra cosa: se l’immigrato perde il lavoro, il fatto che costui abbia un’abitazione nel Paese d’origine, potrebbe facilitarne anche l’espulsione, visto che non potrebbe accampare la scusa che sarebbe costretto ad andare a vivere sotto un ponte.

Sarebbe interessante sapere, visto che si è in campagna elettorale, i nomi e cognomi dei parlamentari di centro sinistra in primis, quelli che si gonfiano il petto come gallinelle tronfie d’essere da parte degli immigrati e che li considerano una risorsa – da spennare a norma di legge – e del centrodestra che hanno votato ciecamente, a norma dell’Art. 68 della Costituzione, che recita:  I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni, in modo che i cittadini, italiani e stranieri, al momento del voto, siano consapevoli che questi, non essendo stati consapevoli di cosa facevano, manco meritano di tornare in Parlamento..

Quale sarebbe la cosa migliore da fare, se si ha o si decide di acquistare una casa all’estero? Lasciare che sia lo Stato italiano a scandagliare il mondo alla ricerca delle proprietà degli italiani e degli stranieri residenti in Italia e poi vedere se riescono a scovarla.

Ormai il Paese ha Serpico, il Grande Fratello fiscale della Guardia di Finanza. (3), perché fino a quando il cane del contribuente non muove la coda, non è detto che Serpico lo possa annusare, anche se va a scandagliare in Italia, tutti i suoi possedimenti, Serpico potrebbe annusare a vuoto, perdendosi e rincoglionendosi entro i meandri dei suoi archivi elettronici.
Marco Bazzato
02.01.2013


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