martedì 5 giugno 2012
La Vatican Leaks alla luce del Vangelo
Alzi la mano chi non ha goduto come un cinghiale per lenotizie provenienti da Oltretevere, ossia da quel luogo caronteo che traghetta dal mondo dei vivi a quello dei cadaveri, all’interno di un’istituzione secolare marcia fino dalle fondamenta, che come un drago fetido, risvegliandosi dal letargo invernale, inizia a lanciare le sue armi infuocate contro i servi di Mammona abbarbicati in Vaticano come puzzole impaurite, non diverse dai naufraghi di una “Costa Concordia”, cercano di rubarsi i giubbotti di salvataggio color porpora, svuotando la bagnarola con gli stuzzicadenti?.
Per quanto se ne dica, forse, l’unica vera vittima è Paolo Gabriele, messo ai ceppi dalla Gendarmeria Papista per una vicenda che fin dai primi momenti è apparsa più grande di lui.
È strano, ma non è dato sapere come il povero cittadino vaticano sia trattato nelle segrete dell’ex Stato Pontificio, in quanto sono risaputi i trattamenti che in passato venivano utilizzati dalla Sacra Inquisizione nei confronti dei servi e/o dei non chierici “eretici”. Gentilezze che il Vaticano di oggi però non riserva con eguale vigore nei confronti dei preti pedofili.
Il braccio secolare, con tutte le sue Opere di Santa e Pia Convinzione al servizio della Chiesa, non ci andava certo giù per il sottile.
L’ex Stato Pontificio si sente – pur non avendone motivo – assediato da presunti nemici immaginari esterni: i giornalisti, quali non fanno altro che fare il loro lavoro, anche pubblicando documenti scottanti che teoricamente violano la privacy dei discendenti morali degli “inceneritori” di Giordano Bruno, di coloro che i crimini dei preti pedofili e centinaia di altre violazioni dei diversi codici penali internazionali, dimenticando lo scandalo Watergate (1) degli anni ’70 che costò la presidenza a Lyndon B. Johnson.
Il patetico è che attualmente – guarda caso – esiste un solo indagato, il Paolo Gabriele, eppure, minchia di minchia, di minchia di “minchia Signor Tenete” i papelli continuano ad uscire.
Certo non si sa sei un lavoro fatto a rate dai giornalisti – dove le inchieste non è detto che vengano date in pasto al pubblico immediatamente, ma possono essere centellinate, e allo stato attuale sembrerebbe che il grosso della mandria di porporati, preti e suore vaticani fossero puliti e mondi come un pupo appena emerso dalla bagnomaria della fonte battesimale.
Per la purezza di un infante ci si può anche credere…ma alla purezza del Vaticano…chi vuole farlo metta – letteralmente – una mano sul fuoco per almeno venti minuti e poi pubblichi il suo atto di fede in rete, con tanto di foto e di commenti digitati con la mano sana, circa lo stato dell’arte.
Ora i giornali filo papisti stanno cercando d’annacquare il vinaccio vaticano, usando come paravento la kermesse, lo show religioso da sagra paesana che l’ha tenuto fuori il Pontefice dal Vaticano per tre giorni,facendo gettare al vento 13 milioni di euro – tra contributi italiani e sponsor, a fronte di una donazione del tedesco – il denaro arriva dai fedeli - di 500 mila euro, destinati ai terremotati dell’Emilia.
Praticamente il Papato ha scucito 26 volte in meno di quanto ha fatto spendere…bell’affare ha fatto l’Italia, oltretutto con dirette televisive trasmesse dalle reti Stato, Rai 1 in primis, che nella serata della veglia del sabato, con una sceneggiatura mediocre e con interventi ripetitivi, pur avendo vinto la battaglia degli ascolti, ha racimolato 3.083.000 spettatori, pari 15.16%, che confrontati al 50,24%, ossia 13.400.000 , ottenuti nella serata di lunedì 5 dicembre 2011 dallo Show di Fiorello: “Il più grande show dopo il week end” dimostra, se mai ce ne fosse bisogno che “il gran varietà religioso” (2)– come disse il Sergente Hartman in Full Metal Jacket, è passato di moda e ha perso il suo fascino televisivo.
Checchè ne dicano in Vaticano, non sono preoccupati per l’attacco al Papa, perché de facto dai carteggi del Vatican leaks (3), si evince chiaramente che non sono i media internazionali con i loro articoli ad attaccare il Papa, ma l’attacco parte dall’interno delle cosiddette “Sacre Mura” – che di sacro sembrano aver ben poco, viste le guerre intestine di potere che, come in ogni regime democratico e non, si combattono quotidianamente.
La preoccupazione non è nei confronti di quello che chiamano “Il Santo Padre”, perché anche in Vaticano sconoscono il detto che “Morto un Papa se ne fa un altro”, ma la preoccupazione è rivolta ad altri interessi più venali – denaro, pecunia, euro…chiamateli come volete – perché gli scandali, specie quando vengono smascherati e resi pubblici, danneggiano gli affari economici in primis, e in Italia è tempo di dichiarazione dei redditi e il Vaticano teme il crollo verticale – che tutti ma non loro auspicano – delle firme dell’otto per mille a favore della Chiesa Cattolica (4), dove lo Stato farebbe bene a far inserire una casella per i terremotati dell’Emilia Romagna, per la ricostruzione del patrimonio storico lesionato o distrutto e per le attività produttive, ma alla fine la scelta ultima spetta ai contribuenti, il quale si spera che non siano guidati dalle solerti mani delle segretarie dei commercialisti o dei Patronati e che non si intromettano, specie con le persone anziane, indicando la casella “Vaticana” anziché dare il tempo di leggere e scegliere secondo coscienza e giustizia.
La cosa che fa riflettere è l’assoluta assenza dello Spirito Santo – che secondo la religione cattolica dovrebbe permeare le scelte anche degli altri prelati – non solo dei semplici – all’interno delle ormai impropriamente chiamate “Sacre Mura”, dove anche agli “ultimi” appare chiaro che in quell’area di 0,44 km quadrati, sussistano troppi comportamenti indegni anche e non solo dei Dieci Comandamenti, ma che sia diventato il regno di un Signore più venale e sulfureo, predetto in tempi teoricamente non sospetti nell’omelia di Paolo VI, il 29.06.1972, in occasione della ricorrenza della solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, che disse: “da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio” (5) – e si spera che le persone di buona volontà, indipendentemente dalla nazionalità non siano così idiote da finanziare indirettamente anche le opere di Satana.
È vero che Lao Tzu (6) – filosofo cinese del IV secolo a.C – disse “Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”., ma in questi casi gli alberi che “non cadono” – ossia gli atri congiurati ancora non ufficialmente rintracciati, forse perché non si vuole questi potrebbero essere i veri discepoli del Principe della Notte, del Randal Flagg (7) che si muove nell’oscurità dalla fondazione dello Stato Pontificio e che fino al 1859, “Sotto il governo papale, nessuno si curava dell'istruzione così la maggior parte della popolazione risultava essere analfabeta” (8) giungendo fino ai nostri giorni pregni dello stesso analfabetismo culturale, dettato dalle medesime volontà oscurantiste che hanno permeato il Vaticano fin dalla sua fondazione, circa le reali vicende interne e i torbidi giochi di Palazzo che sono sempre regnate – omicidi di Papi compresi.
È paradossale che in uno Stato teocratico che si rifà ai valori della Parola di Dio, si perda così tanto tempo con la caccia all’untore, al delatore,alla spia, alla talpa, al corvo, tipica dei regimi secolari, dimenticando la Parola stessa di Dio e i Vangeli: (9)
Libro del Siracide (28,2-5)
“Perdona l'offesa al tuo prossimo e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo, come oserà chiedere la guarigione al Signore? Egli non ha misericordia per l'uomo suo simile, e osa pregare per i suoi peccati? Egli, che è soltanto carne, conserva rancore; chi perdonerà i suoi peccati?”.
Vangelo di Matteo (18,21-35)
“ In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello”.
Matteo 5,33-37 (10)
“Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì, no, no; il di più viene dal maligno”.
E già alla luce delle Sacre Scritture risulta chiaro che lo Stato Città del Vaticano da quasi duemila anni tiene i piedi su due staffe, usando la spiritualità quando fa comodo e il relativismo secolare, quando l’interesse è per fini economici e/o commerciali, li essere alla luce anche degli eventi mediatici degli ultimi tempi come sta scritto nel Vangelo di Matteo, 23 – 1,36 (11)
Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì''dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padrè'sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestrì', perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci .
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!
Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare. In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
Tutte “tirade” sentite per centinaia di volte durante il catechismo, e durante le celebrazioni durante l’anno liturgico…E i primi che trasgrediscono a tutto questo, chi sono?
Non è colpevole – sembrerebbe per assurdo – agli occhi di Dio chi divulga e o denuncia anche fatti e o comportamenti empi, ma i veri colpevoli cono coloro che ci danno dentro nel nome di una sete di potere che alimenta solo l’ego dei soggetti in questione.
Sorge però nella mente di molti un altro sospetto: e se dietro a questi corvi ci fosse il Papa stesso?
Potrebbe essere fantapolitica vaticana, ma proviamo a immaginare che si senta isolato e che sappia che all’interno della sua cerchia ristretta si annidano covi di serpi? Cosa meglio c’è di un maggiordomo fidato, Paolo Gabriele, che si assume tutta la responsabilità della fuga di documenti proprio per provare a fare almeno una parziale pulizia entro i “Sacri Palazzi” o per lo meno per mettere a miti consigli i rivoltosi?
Tanto è vero che attualmente non ci sarebbero altri indagati.
Benedetto XVI avrebbe così rese vere le parole dell’evangelista Luca, 12 – 1, 3 che recitano (12):
“Nel frattempo, radunatesi migliaia di persone che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: «Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti.”
Ma anche questa potrebbe essere solo una bellissima utopia…peccato, ma questi, secondo il TGCOM24, i protagonisti di questa “guerra fratricida, come tra tanti Caino e Abele,. Sarebbero stati individuati. (13).
Marco Bazzato
05.06.2012
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