mercoledì 28 dicembre 2011

Natale: Coldiretti, crollo spesa a tavola, 2,3 mld (-18%)

Si presume che in molti possano dire d’aver tirato un sospiro di sollievo, quando sono usciti  i dati sul crollo dei consumi per gli acquisti di libagioni e regali natalizi. – 18%, ma si auspica che il fossato possa allargarsi, e quella di quest’anno è la miglior performance negativa dal 2001, quando collassarono le Torri Gemelle.

Se l’Italia ride, la Germania piange. I teutonici godono di una sfavorevole contingenza positiva, con i consumi che aumentano, gli stipendi che salgono e l’inflazione che non riesce ad eroderli a sufficienza, per costringerli a tirare la cinghia, ingurgitando wuster, crauti e bevendo birra in quantità industriale, secondo il miglior pregiudizio antiteutonico, ma ingozzandosi di ogni genere di cibaria prelibata, alla faccia dell’Italia che tanto sbandiera il suo Made in Italy nel mondo.

Molti profeti di sventura si stanno sfregando le mani per i dati appena usciti. La situazione italiana è di un paese entrato in recessione, con un P.I.L che nell’ultimo trimestre ha fatto registrare un negativo dello – 0,5, reso depressivo anche dalla manovra Monti, inutile per le casse dello Stato, ma ottima per gli speculatori internazionali che attendono, sfregandosi le mani e pregustandosi l’assalto all’arma bianca al patrimonio industriale e artistico del Bel Paese, che arriverà con la (s)vendita del patrimonio pubblico a prezzi di saldo, che renderà l’Italia ancor di più una colonia straniera,scaraventandola in termini di crescita e ricchezza procapite, indietro di almeno trent’anni, con i lavoratori costretti a vendere la cinghia, ad eliminare non solo il superfluo, ma anche il necessario per il sostentamento personale e famigliare, viste le strette in atto su sanità e pensioni, e l’esosità dei “Castellani” nei confronti della plebe.

Il bello, se così si può dire, che da questo nero circolo vizioso non se ne esce, se non con le ossa rotte e con un sistema economico sfasciato e ridotto alla fame. D’altronde il Nord Est, l’ex locomotiva Italia, ormai è fermo su un binario morto, colmo di erbacce, con lo Stato che cerca, come al tempo del Medioevo, di far cassa, con balzelli iniqui, che vanno a colpire principalmente gli strati più poveri della popolazione e con gli italiani stanchi d’essere vessati dalle “Nuove Signorie” non diverse dal quelle parassite del passato, che saldano per spirito di equità sociale le prestazioni fornite dai villici con quasi un anno di ritardo, quando va bene, perché abituate a “piangere miseria”, ma che riescono a trovare sempre la “grana” per le varie guerre umanitarie, quando si tratta d’andare a depredare e colonizzare in casa d’altri.

La contrazione dei consumi, e si auspica che tenda almeno per il 2012 ad aumentare, potrebbe essere solo benevola per il Paese, con i cittadini che forse inizieranno a “ribellarsi” entro i limiti della legalità, con manifestazioni oceaniche, il blocco dei pubblici servizi, con scioperi a singhiozzo, senza preavviso, con i pensionati in piazza, pronti a immolarsi contro un sistema politico –industriale che fa sembrare l’Europa sempre più vittima del Grande Fratello, profetizzato in 1984 di Orwell, con i cittadini ridotti al rango di servi della gleba.

Il Paese ha bisogno non solo del crollo sistematico dei consumi, ma anche dell’aumento della disoccupazione, nel settore dell’artigianato, così nella piccola, media e grande industria, nel terziario, nella grande distribuzione e nell’agricoltura. Il Paese ha bisogno di una massa disperati che vanno a taccheggiare per Grandi Magazzini e negozi, nella speranza di non essere presi, perché portati dalla fame e dalla disperazione a rubare per sfamarsi e sfamare la famiglia. Il Paese ha bisogno di un aumento dei fallimenti pilotati e non, per svuotarlo dall’interno delle proprie ricchezze, per rendere i suoi abitanti irosi e rancorosi verso una classe politica che invece di guardare agli interessi degli italiani è  votata a salvare le banche e il sistema finanziario globale, ora in crisi  di liquidità, il che porta a chiedersi se il sistema finanziario si sa mangiato il capitale andando a puttane di lusso?

Ma l’Italia è ancora indietro rispetto alla Grecia nella corsa verso il baratro. Nel Paese dell’Olimpo mancano anche i farmaci di prima necessità, con i farmacisti che minacciano – giustamente – di far pagare il costo completo dei medicinali, visto che la Cassa Sanitaria si “dimentica” di pagare il conto, sono in aumento i casi di malnutrizione e denutrizione, e con i cittadini che non possono ormai permettersi un minimo di assistenza sanitaria e sociale, perché questa è l’Europa del Trattato di Lisbona.

 In ogni caso il Bel Paese almeno può consolarsi, essendo, assieme a Grecia, Romania e Bulgaria, nella lista nera delle nazioni più corrotte d’Europa – Servizio di Rai news 24 del 27.12.2011, questo porta a sperare che se la situazione non sia ancora disperata, che ci sia un barlume che porti a propendere verso il collasso completo del sistema.

Insomma, il 2011 si chiude con i peggiori e nefasti auspici, con la certezza che il 2012, sarà sulla stessa “pista” allucinogena, con l’auspico che i cittadini sappiano risvegliarsi dal sonno della ragione e che si aprano i libri di storia, iniziando a leggere cosa accadde durante la Rivoluzione Francese, con il sistema monarchico distrutto, dove tra balli, canti, e banchetti per la libertà ritrovata, le teste rotolavano – non metaforicamente – a terra, ghigliottinate.

Marco Bazzato
28.12.2011

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