sabato 29 ottobre 2011

Codice della Strada, l'obbligo di soccorso agli animali feriti è Legge

L'obbligo di soccorrere gli animali feriti diventa legge. Passata la modifica al Codice della Strada, per i trasgressori in arrivo multe salatissime. Il nuovo provvedimento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 29 Luglio, sarà in vigore dal 13 agosto: per chi non rispetterà la nuova direttiva pene pecuniarie previste dai 389 ai 1.559 euro.

 

Questo è quanto costerà al responsabile di un'incidente stradale il non aver soccorso l'eventuale animale ferito. Occorrerà fermarsi e garantire un aiuto tempestivo allertando le strutture sanitarie. Rischia anche chi dovesse essere a vario titolo coinvolto nell'incidente e non provveda a prestare la dovuta assistenza (nell'eventualità il responsabile evada ai suoi compiti): in questo caso la multa andrà dai 78 ai 311 euro.

Per la prima volta, il nostro Codice della strada riconosce gli animali come “esseri senzienti”, capaci cioè di provare dolore e gioia, importante principio in vigore dal gennaio scorso con il Trattato dell’Unione Europea.

* I numeri da contattare in caso di necessità sono quelli della Polizia Stradale, della Polizia Municipale o del Servizio Veterinario della ASL di competenza territoriale. Qualora si assista ad un evento simile, ma non si sia direttamente coinvolti, sarà opportuno procedere all'annotazione della targa delle vetture coinvolte: sarà così possibile fornire agli agenti di polizia i dati utili per comminare ai trasgressori le dovute pene amministrative. (1) – (2).

Le leggi così come le sentenze vanno rispettate, ma se ne possono commentare le assurde conseguenze a cascata che creano, e questa è una delle leggi più idiote e inutili dell’ordinamento italiano. Inapplicabile frutto bacato della volontà pervicace di “quattro” animalisti fanatici per punire gli automobilisti a causa di colpe non loro, addossandoli responsabilità inutili, assurde, rischiose e costose. (3), visto che sono gli animali che vanno a finire sotto le auto, e non gli automobilisti che per sport – non essendo disciplina riconosciuta dal CONI – lo fanno per ludico piacere.

La legge così scritta non definisce le specie di animali: se da compagnia, selvatici, inselvatichiti, insetti, ma si limita a un generico riconoscimento da parte di quel bidone del Trattato dell’Unione Europea degli animali come esseri senzienti, capaci cioè di provare dolore.

Ragionando in termini assolutistici, quando un automobilista, di notte, vede spiaccicarsi sul parabrezza moscerini, insetti, zanzare e quant’altro, appartenenti al regno animale che provano gioia e dolore – costringendo gli utenti ad andare a piedi, membri della Lav (4) e fiancheggiatori e/o sostenitori in primis – perché potrebbero ammazzarne qualcuno, si dovrebbe allertare le forze dell’ordine e i servizi veterinari per raschiare via sopravissuti dal parabrezza, farli curare, beccandosi qualche denuncia per averli “inavvertitamente investiti!” (5).

Ma sì sa: gli animalisti da DDT, si sa, sono relativisti: spiaccicano moscerini sul parabrezza, vanno via di Autan, Vapemat, derattizzazioni contro i topi grigi, fregandosene delle agonie se crepano tra i dolori lancianti delle velenose pasticche colorate, ma facendo ignobili casini per “Quattro topi bianchi” utilizzati per tesare farmaci, pro umani, se aperti a pelo vivo.

Ma proviamo a fare qualche ipotesi, entrando nel dettaglio dei rischi che dovrebbe correre un automobilista, se ha la malaugurata sfortuna di vedersi un cane, un gatto o un cerbiatto, in qualche strada di montagna che gli finisce sotto le ruote.

Intanto se l’animale scappa dal controllo del padrone, la colpa quest’ultimo, avendone omessa la custodia, il quale dovrebbe immediatamente sporgere denuncia di scomparsa agli organi preposti, per scaricarsi quantomeno le responsabilità civili e penali, cosa che di solito non fa, e non addossarne la colpa all’investitore, per le sue negligenze.

Se l’animale anche da compagnia,si è inselvatichito, finisce sotto le ruote, il guidatore, a patto che la bestia non sia mezza agonizzante, potrebbe anche correre il rischio di beccarsi un morso, con le relative malattie trasmissibili. Quindi, a chi dovrebbe dare priorità? Stando alla legge, se venisse applicata ottusamente, il morsicato dovrebbe prima preoccuparsi dell’animale ferito e poi, andare a farsi medicare, altrimenti si becca la sanzione pecuniaria, se trova qualche delatore, pardon cittadino zelante, che gli annota il numero di targa e sporge denuncia per omissione di soccorso.

Nel caso di un cerbiatto… la soluzione ovvia sarebbe caricarselo in auto e “matarlo” per farsi una cenetta succulenta con polenta e funghi se pratici di scuoiamenti, squartamenti e smembramenti di animali selvatici, altrimenti si sarebbe costretti a chiamare un macellaio fidato, pregando che non sia un delatore animalista…meglio non rischiare e riflettere se è il caso di lasciarlo dove sta….

Le rogne possono arrivare quando si crea un ragù alla bolognese di carne di cane o gatto, peli compresi, senza prezzemolo e cipolla, se ci si trova in autostrada o in una strada cittadina.

Che fare?

Nel caso dell’autostrada, se si intravvede il pericolo, sarebbe utile stringere il volante e tiare dritto, auspicando che l’animale non sia troppo grosso da creare dei danni alle parti meccaniche – sospensioni – e paraurti. Sarebbe da intelligenti non inchiodare mai di colpo, o essere così idioti da sterzare bruscamente. Nel primo caso si rischierebbe il tamponamento – rischio colpo di frusta, collare e bestemmie – nel secondo andare fuori strada. Per nessun animale il gioco vale la candela: distruggere l’auto o peggio rimetterci la carcassa, l’involucro di carne, escrementi, nervi, ossa, cervello e quant’altro racchiude lo spirito umano, è un amore per gli animali che certo non vale l’esile candela di una vita umana.

Nel caso che si fosse così sciagurati da fermarsi a prestare soccorso entro una strada di grande scorrimento: autostrada, superstrada o provinciale si dovrebbe accostare in sicurezza, scendere dall’auto, indossare il giubbino d’emergenza, prendere il triangolo, posizionarlo alla giusta distanza per avvisare gli altri utenti, sempre che costoro, fregandosene e non senza un barlume di ragione, continuino a passar sopra all’animale mezzo moribondo, trasformandolo in una bella pasta sfoglia da lasagne. Avvicinarsi all’animale, pregando le divinità presenti e trapassate di non essere investito; avere una pala – tutti viaggiano con una pala in auto per raccattare cani e gatti e animali – guanti in lattice, facendo gli scongiuri che non morda. Prenderlo, fare lo slalom tra le auto, deporlo sul sedile posteriore, magari avendo un nylon o una coperta a disposizione, per non sporcare i sedili di sangue e frattaglie. Chiamare il “Soccorso animali” – Istituzione che dovrebbe essere sostenuta dagli animalisti, non dallo Stato – e nel caso di indisponibilità, avviare l’auto, partire a rotta di collo, tanto si è essenti da contravvenzioni e via cellulare trovare un veterinario di turno,magari telefonando per la concitazione e i guaiti senza usare l’auricolare, specie se di notte o di domenica, che visiti e ripari lo sconosciuto animale.

E alla fine chi paga il veterinario? L’investitore, se è una bestia randagia, oltre al danno dell’auto, lo sporco, il rischio di farsi travolgere, la beffa del doversi accollare le spese mediche di un animale non suo? Se invece l’animale è tracciabile? Arriva un fottuto “amante” degli animali,che se l’è fatto scappare,che incazzato come un alligatore potrebbe passare alle vie di fatto, all’aggressione fisica, come accaduto al tassista di Milano, ammazzato a suon di botte da un gruppo di “animalisti” inferociti per la trasformazione da quadrupede a polpetta!

Senza poi tralasciare l’ultima chicca fiscale (6): le spese del veterinario fanno coefficiente di reddito. Ergo un tapino – idiota a questo punto – si affanna a salvare un animale, gli viene fatta la ricevuta fiscale per le spese sostenute, le mette nella dichiarazione dei redditi,rischia di trovarsi dopo anni un accertamento induttivo per aver rispettato una legge voluta, non per proteggere gli animali ma, per proteggere certi presunti amanti degli animali, che per pigrizia, stanchezza o svogliatezza si stancano e li abbandonano, scaricando sull’utente della strada i costi e rischi del soccorso…


Marco Bazzato
29.10.2011






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