sabato 16 giugno 2007

Tutti al mare, distanti dal Gay Pride eterofobico

Oggi a Roma si tiene il Gay Pride la giornata dell’orgoglio eterofobico, del rifiuto, per scelta, per orientamento, o per presunte leggi naturali,d‘avere rapporti affettivo-sentimentali-sessuali con esponenti dell’altro sesso, comportandosi in modo discriminatorio, rifiutando la possibilità d’avere rapporti non solo affettivi, ma anche sessuali, vedendo come mezzi orbi solo una metà del cielo.
Alla manifestazione, sono previste duecentomila persone, per fortuna la Presidenza del Consiglio ha ridimensionato il patrocinio, dando un chiaro segnale politico – e forse solamente pensato, morale – su dove realmente e correttamente battono i cuori e le pulsioni, cioè verso la sana eterosessualità.
Fermo restando il diritto di tutti di manifestare,rimane valido il diritto dei singoli di smadonnare come bufali, in silenzio, richiusi in casa, trattenendo i coniati di vomito, disgusto e scariche intestinali, al passaggio della “sana?” parata boccaccesca. Anche se non si capisce per quale motivo, una presunta manifestazione laica, si debba trasformare in una carnevalata irriverente e volgare nei confronti di uno Stato Straniero: La Città del Vaticano, con il conseguente codazzo di spregevoli carri – chiamati impropriamente allegorici – verso un’istituzione, non solo politica, in quanto Stato Sovrano, ma anche religiosa e morale – nonostante i casi di immoralità a volte dimostrata – che ha tutto il diritto di dichiarare la propria opinione, che non significa avversione, ma semplicemente l’incontrovertibile verità, non ambigua e viziata da interessi edonistici e materialisti personali, in materia di comportamenti, secondo la morale cristiana, ritenuti disordinati.
Quello che fa più riflettere, creando privato disgusto, è leggere in siti chiaramente eterofobici, attacchi costanti all’istituzione – laica e costituzionale – del matrimonio, della famiglia naturale, biologicamente riproduttiva e affettiva, salvo poi pretendere il riconoscimento di forme famigliari storicamente, culturalmente e biologicamente sterili e inesistenti, avendo la presunzione di paragonare la presunta affettività eterofobica, all'affettività creativa eterosessuale.
Quello che imbufalire, come per la visita di Bush a Roma, è che i cittadini romani sono costretti a sorbirsi il passaggio del corteo, le urla, vedere esibizionismi omoaffettivi, che se per un eterofobico appartengono alla propria "cultura", ma che impone prevaricando, violentando, e nauseando il comune senso del pudore, di quanti saranno costretti a chiudere gli occhi ai loro figli, affinché non vedano simili manifestazioni di “affettività”, in antitesi con la cultura biologica di nascita e riproduttiva, e genitoriale – laica realtà biologicamente negata – alle affettività eterofobiche.
Un Paese che si dice civile, dovrebbe in primo luogo difendere – anche psicologicamente – la famiglia, tutelando genitori e soprattutto i figli minorenni, che in questa giornata dell’orgoglio eterofobico saranno costretti a visioni sconvenienti e traumatizzanti per la loro giovane età, ma che evidentemente lo Stato in questo caso, è costretto a non proteggere. C'è da augurarsi almeno, che i genitori sanamente e pacificamente obiettori di coscienza, abbiano preso i loro pargoli, e li abbiano portatoi al mare, distanti e al riparo da tali "spettacoli" di civiltà e tolleranza imposta da una minoranza agguerrita e combattiva ad una maggioranza, costretta al silenzio, altrimenti marchiata di un razzismo ideologico inesistente, ,ma che fa molta presa in proviene da frange di urlatori di professione, abituati ad incolpare la società dei loro problemi, o delle loro inclinazioni o scelte "affettive?" personali.

Marco Bazzato
16.06.2007
http://marco-bazzato.blogspot.com/