mercoledì 15 gennaio 2014

Vigonovo: “ssalasso sulla Tia. Aziende in rivolta”. Ma l’85% dichiara metrature inferiori!

Sembra che le aziende di Vigonovo, (Ve) siano in rivolta, per via della TIA (Tariffa di Igiene ambientale) (1)., leggesi articolo de La nuova Venezia.

 In ogni caso il succo del discorso è un altro: l’85% delle aziende, per risparmiare sulla Tia, stando a ciò che scrive La Nuova Venezia, avrebbe dichiarato  metrature inferiori, rispetto a quelle reali. Peccato che l’autoriduzione sia illegale, in quanto cagiona un indebito guadagno, tramite il  risparmio delleaziende, provocando un danno di riflesso a quelle aziende oneste.

L’85% non sono bruscolini, oppure un esigua minoranza. Si tratta di più dei 2/3. Siamo –  oltretutto in un Comune che ha eletto un sindaco leghista – a percentuali di  false dichiarazioni e quindi di danno alle casse comunali, che a parità di false attestazioni, per  i medesimi comportamenti fraudolenti.  si  potrebbe forse solo in Campania, a Napoli,  o a Casal di Principe, con tutto il rispetto per le aziende oneste e i cittadini della regione e dei comuni sopracitati.

Alla faccia di “Roma ladrona, la Lega non perdona!” oppure “i terroni non pagano le tasse”. “Alla faccia del cazzo”, avrebbe affernato un tizio campano che conobbi anni fa!.

Questo porta ad una deduzione ancora più sconfortante: solo il 15% ha dichiarato il vero, rispetto all’85% di quelle che per anni hanno dichiarato, annualmente, il falso. Il che significa che su 240 aziende presenti nel territorio vigonovese, a riguardo la Tia, solo 36 si sono comportate, in questo frangente, onestamente. Questo significa che la minoranza silenziosa è stata soffocata dalla maggioranza disonesta, perchè, avendo conseguito un indebito risparmio, de facto hanno derurubato indirettamenete  i loro stessi concittadini.

Se fosse stata una partita di basket,il risultato sarebbe:
: DISONESTI  Vs ONESTI, 204 – 36

Ma i disonesti non hanno vinto per bravura, ma perchè avevano corrotto gli arbitri,in modo da avere carta bianca, disputando il match a porte chiuse!

Se si fosse a scuola, i docenti parlerebbero di bullismo da parte di delinquenti prepotenti nei confronti degli studenti più deboli e laboriosi. Bulli che danneggiano, soffocando con la loro boria e  disonestà, dettata dall’imbroglio e dal falso, gli studenti onesti, ma come per la partita di basket, in questo caso i docenti hanno fatto, come gli arbitri della partita di pallacanestro, il gioco delle tre scimmiette: non vedono, non sentono, non parlano. Un gioco che nel linguaggio del Comissario Montalbano,  a Montelusa sarebbe definito dallo sbirro: omertà!

204 mendaci, 36 veraci e onesti. La percentuale di aziende disoneste, in questa particolare situazione, è spaventosa, per non dire, sicuramente non dissimile a quella dei tentacoli di un calamaro gigante.

Il che però porta anche ad un altro ragionamento: possibile che la Ragioneria del Comune di Vigonovo, in conserto con l’Ufficio Tecnico e l’Ufficio al Commercio, in tutti questi anni non si siano mai presi la briga di controllare e incrociare  i dati delle dichiaraizoni delle aziende, con le metrature dichiarate all’Ufficio Tecnico? Possibile che nessuno dipendente dei rispettivi uffici  si sia mai accorto delle discrepanze e che non le abbia segnalate ai suoi superiori?

Nei commenti in rete, il Movimento cinque stelle di Vigonovo scrive: La critica del M5S non è rivolta alla sanzione (siamo stati tra i primi a rilevare tariffe al mq. triple rispetto ad altri comuni proprio perchè molti non dennciavano la metratura corretta), ma critichiamo l'Amm.one comunale che invece di informare, incontrare ed eventualmente solo in ultima istanza chiedere i controlli e sanzionare, ha fatto il contrario, ottenendo che le attività del nostro territorio sono multate per decine di migliaia di euro e poi incontrandole per dire che ormai la frittata era fatta.

In questo commento si potrebbe quasi intravvedere il fatto che l’Amministrazione fosse a conoscienza delle discrepanze tra dichiarato e reale, chiaramente non di tutte, ma che forse i sospetti ci stavano, visto che una ragioneria che funziona fa ddei bilanci  preventivi e consuntivi e quando gli introiti sono inferiori ad una certa soglia, un’amministrazione comunale dovrebbe iniziare a porsi il problema di  dove sta l’inghippo, cominciando ad indagare. Ma non si è voluto approfondire, preferendo aumentare le tariffe in modo indiscriminato, per compensare i mancati introiti. Il che è paradossale se ci si pensa. Un Comune che ha a disposizione un corpo di geometri avrebbe potuto iniziare ad indagare fin da subito, spedendoli, assieme ai vigili urbani, in qualità di testimoni, a fare le nuove misurazioni, in modo da stanare prontamente i mendaci. Invece no. Si sono aumentate, tramite delibere, le tasse della TIA, senza darne comunicazione ai diretti interessati. Secondo l’Amministrazione “non era compito del Comune informare azienda per azienda delle nuove norme. Ci sono i commercialisti per questo...”.

Vero, ma un’amministrazione e un Sindaco popuista che ha la pretesa di dirsi, in campagna elettorale, al servizio dei cittadini e delle imprese, poteva/doveva farsi carico,tramite gli assessorati competenti –  questo vale anche per l’Amministrazione precedente, guidata dal PDL –organizzandoli in modo che con un semplice data-base, una mainling list, l’Amministrazione potesse inviare, a costo zero, le nuove normative e/o delibere a tutte le aziende vigonovesi, evitando l’accavallarsi di rincari, modifiche normative e/o delibere e sanzioni, che in primis, sono andate a colpire le 36 aziende oneste.

Le 204  disoneste, per quanto riguarda le dichiarazioni di metrature dei locali, non dovrebebro avere diritto a nessuna dilazione, Anzi. 
 Èchiaro che il Comune, essendo legato a doppia mandata con la legalità,  deve aver sicuramente trasmesso,  a tempo debito, , il tutto agli uffici di Giustizia Competenti per territorio, in modo che, se di  lorocompetenza,  accertassero eventuali reati penali o amministrativi.

Ora queste 204 aziende, la cui poszione va vagliata caso per caso,  hanno poco da piangere e lamentarsi. Ma stando ai grandi numeri, in questa singolare situazione, è come trovarsi dentro un cesto di colmo di 204 mele marce che hanno danneggiato le 34 aziende mele,  e sono  non vittime, ma carnefici delle loro reiterate false dichiarazioni, commesse nell’arco di anni. Le uniche vittime di questo malaffare sono le 34 aziende  che hanno fatto nel corso degli anni dichiarazioni veritiere e gli altri cittadini onesti vigonovesi che con questa squallida storia di avidità e menzogne non hanno nulla a che spartire.
 A loro e solo a loro va la più viva solidarietà!

nNd.a: gli approfondimenti  presenti in questo articolo partono dallo spuunto offerto dall’articolo online de La Nuova Venezia, che porta il titolo:  Salasso Tia,  aziende in rivolta di Patrizia Rossetti.

Marco Bazzato
15.01.14


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