giovedì 7 gennaio 2010

Nuova immunità/impunità per Berlusconi?



La cosa brutta delle promesse è che a volte non possono essere mantenute. Avevo detto a me stesso che non avrei scritto di politica per un bel pezzo, ma invece, complice lo scempio italico quotidiano, e il senso di repulso che mi è salito dallo stomaco alla gola alla lettura dell’articolo di Repubblica, ho sentito la necessità di rigettare fuori tutto il disgusto, altrimenti avrei rischiato un attacco di bile.

Chi pensava che dopo la Madonna in faccia il premier scendesse a miti consigli si sbagliato, anzi, come il brigate, il ladrone, reitera, ci riprova, dimostrando una spudoratezza senza confini, un coraggio e una pelle da alligatore – magari con essa si potesse farsi un bel paio di stivali – ormai fuori misura, oltre ogni ragionevole dubbio.

Dopo tre calci nei coglioni da parte della Corte Costituzionale che ha reputato incostituzionali i precedenti lodi, l’allegra combriccola di amiconi, di paraculi, ci riprova per l’ennesima volta, tanto ormai è nato il Partito dell’Amore, contrapposto a quello dell’odio, generato dai nemici del Premier e quindi in caso di rimostranze politiche, saranno pronti gli strali della maggioranza, usando le stesse parole parafrasate dai sinonisti: odiatori di Berlusconi, antiberlusconiani, seminatori d’odio e idiozie varie, entrate come messaggio subliminale universale contro gli antisionisti e ben impresse nell’immaginario collettivo, aventi la forza di fiaccare, per via dei paroloni altisonanti, gli spiriti e gli animi più domiti, meno coraggiosi e più portati a farsi condizionare.

A ben pensarci ci vogliono delle emerite facce di cu..o per continuare ad andare all’attacco a speron battuto, a forza di leggi mascherate, per salvare l’unica carica istituzionale imputata in vari processi, fingendo che queste ennesime nuove regole sull’immunità/impunità siano necessarie per il buon funzionamento della repubblica.

A ogni profano verrebbe da chiedersi il perché bisogna salvare a tutti i costi le chiappe di Silvio Berlusconi, solo per il semplice fatto che è, come dice lui, stato eletto dalla maggioranza degli italiani? Intanto maggioranza una nerchia. Si è portato a casa la semplice maggioranza relativa, non la maggioranza assoluta, come propangandasticamente vorrebbe far credere ai gonzi. Poi non va dimenticato che la maggior parte dei processi di cui è imputato è antecedente alla sua “discesa dal cielo”, pardon, “discesa in campo” - almeno durante la discesa fosse ruzzolato a terra, spezzandosi qualche vertebra cervicale,… – quindi alla fine le leggi sull’immunità istituzionale sarebbero retroattive, anche se applicate alle date odierne, perché sposterebbero i processi per i reati commessi mentre era imprenditore a date da destinarsi, sempre che non “ascenda in spirito al cielo” e interrato sottoterra, diventando cibo per vermi, prima.

I politici, quando i reati non riguardano loro naturalmente, parlano del diritto della certezza della pena, del diritto dei cittadini al giusto processo e in tempi ragionevolmente brevi. Strano che questo diritto non si applichi all’imputato cavaliere presidente del consiglio Silvio Berlusconi, che per se stesso, è favorevolissimo alla dilatazione eterna dei tempi processuali, causa – dice lui – impegni istituzionali.

Ma chi effettivamente vorrebbe farsi governare da un Alì Babà, da un ladro di polli, da un razziatore di cavalli, da un brigante che fa rapine in villa? Se soggetti del genere diventassero presidenti del consiglio, non dovrebbero essere processati per i reati loro ascrittogli, commessi prima dell’elezione, in quanto danneggerebbero l’immagine dell’Italia nel mondo…questa in sintesi è sempre la solita tiritera di ogni premier, che si chiami Silvio Berlusconi o Hannibal Lechter…

Le istituzioni chiedono, anzi quasi obbligano, pena i reati di lesa maestà, i cittadini al rispetto verso le medesime. La cosa potrebbe anche starci, se solo chi ricopre incarichi istituzionali avesse rispetto per i cittadini, che sono chiamati a rappresentare, imparando a mostrare un minimo di dignità, e verso quelle istituzioni a cui sono stati chiamati a servire e che hanno solennemente giurato di rispettare. Chi vuole il rispetto deve guadagnarselo, non è un atto dovuto.

Ricordiamoci che Berlusconi è uno dei tanti servi delle istituzioni, non il padrone delle medesime e come ogni servo dovrebbe, come dicono gli uomini della Benemarita, “Obbedir tacendo....”

Marco Bazzato
07.01.2010
http://marco-bazzato.blogspot.com/

1 commento:

  1. Sono assolutamente d'accordo su te e voglio farti i complimenti per la tua bella prosa scorrevole ed efficale.
    Buon fine settimana
    Anna Maria Cristaudo

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