lunedì 25 maggio 2009

Noemi e Mills: “amici” di Berlusconi?


Ennesima doccia fredda per Silvio Berlusconi. L’avvocato David Mills è stato condannato, in quanto secondo l’accusa si sarebbe fatto corrompere da Bernasconi, ora defunto, per conto della Finivest, di proprietà di Silvio Berlusconi.

Appresa la notizia, il cavaliere, è andato su tutte le furie, in quanto reputa la sentenza persecutoria, e avendo bollato il giudice che l’ha emessa come suo personale nemico politico.

Come sempre accade, a ragione, sono partite subito le bordate dell’evanescente centro sinistra, che ha prendendo la palla al balzo non ha esitato a chiedere che, non il presidente del consiglio, ma il cittadino Silvio Berlusconi si faccia processare, come direbbero gli inglesi, da una giuria di suoi pari. Cosa che non avverrà in quanto il nostro è protetto, come le altre tre più alte cariche dello stato, dal cosiddetto lodo Alfano, che garantisce, dipende dai punti di vista, l’immunità o l’impunità fino a quando rimarrà in carica.

Naturalmente il premier si difende, non in tribunale, ma in conferenza stampa, affermando di non aver mai conosciuto, nemmeno per interposta persona, l’avvocato Mills, e che questi avrebbe pagato anche le tasse sulla stecca incassata, e che quindi, secondo Berlusconi il pagamento delle tasse avrebbe resa lecita la somma, in quanto sarebbe stato dato a Cesare, cioè al fisco di Sua Maestà Britannica, quel che è di Cesare, sebbene per la storia non va dimenticato che anche Al Capone fu incastrato dal fisco, finendo così al fresco.

L’indignazione del centrodestra innanzi alla vicenda Mills ha raggiunto livelli d’isteria da pollaio, dove praticamente le galline si affannano a difendere il gallo, in quanto forse da anni da questi ricevono il becchime.

Ma l’apoteosi del cattivo gusto, il baratro della mancanza di tatto, la vetta della nequizia è stata raggiunta, quando in molti si sono affrettati a difendere quella santa Maria Goretti in salsa napoletana, quella vergine sacrificale, che non manca ormai giorno che non spunti una sua foto in qualche settimanale gossipparo: Letizia Noemi. Dove anche oggi su Repubblica, fa la sua bella porca figura un articolo, dove il suo ex fidanzato spiegherebbe come il Cavaliere Papi avrebbe conosciuto la giovane ninfetta. Sembrerebbe infatti che le conoscenze vantate dal padre di Noemi, risalenti addirittura agli anni ’90, fossero vere esattamente come lo sbarco dei vulcaniani sulla Terra, all’epoca del primo contatto, del 5 aprile 2063, false e mai avvenute, ma frutto di una pura invenzione senil-fantascientifica.

È strano come pian piano le verità stiano venendo a galla, esattamente come un morto che rigonfio d’acqua torna in superficie, mandano i propri olezzi e gas da decomposizione che a fatica si disperdono tra i quattro venti.

Naturalmente, questo giornalismo d’inchiesta, secondo il premier sarebbe sciacaccallagio contro di lui, e poi contro la povera vergine che si vede messa i propri panni sporchi – tarzanelli compresi – sempre che lo siano, sbandierati al pubblico, in quanto ora che il bubbone è scoppiato, presumibilmente in molti, a ragione,avranno vari sassolini da togliersi dalle scarpe, sapendo benissimo a chi lanciarli – Noemi – e a chi inevitabilmente come, come schizzi di fango su un abito bianco, ricadranno addosso, facendo si spera, perdere consensi elettorali e popolarità.

Non sappiamo cosa ci possa riservare il futuro, certo è che il Cavaliere, divorzio prima, e ninfetta poi, è finito sulla graticola, ma non per colpa di qualche macchinazione politica, come sovente, quando è in crisi d’argomenti, sostiene, ma per propria volontà, certo di poterla far franca sempre e comunque, in quanto, come afferma, avendo ricevuto mandato popolare a governare, e solo questi può giudicarlo. Ma questa volta il giocatolo sembra essersi rotto, la fiducia si sta incrinando, e quel che è bello è che non vien sbugiardato solo in Italia, ma anche a livello internazionale di vergogna, facendo apparire il premier come un frequentatore di bettole di porti malfamati, e non rendendo cosi certo un buon servizio all’Italia e agli italiani, che all’estero si vergognano come ladri. Non c’è che dire: chi di Gossip ferisce, di Gossip perisce.

Il Watergate all’italiana, alla puttanesca, sembrerebbe iniziato. Si attende con piacere e scherno nuovi pruriginosi sviluppi, aspettando magari anche un epilogo tragico, come in un nuovo melodramma, dove alla fine, per un motivo o per un altro, qualcuno muore.

Marco Bazzato
25.05.2009
http://marco-bazzato.blogspot.com/

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