Infanzia negata, diritti umani, civici, civili, etici violati, la lista degli abusi che la piccola ha subito nel suo paese sarebbe infinita, ma Maria per il suo paese non è una vittima, Maria per il suo paese è colpevole. Colpevole come una criminale di volere una vita diversa, colpevole di non voler tornare tra lebraccia di un Paese che per anni l'ha tenuta segretata in un orfanotrofio lagher fatto di abusi, violenze sessuali e sigarette spente sulla pelle. Ma la colpa più grande, era stata quella d'aver denuniciato, d'aver raccontato, aver fatto impietosire i "genitori" affidatari della sua situazione. A nulla sono serviti i referti medici che dovevano essere esaminati, a nulla sono servite le relazioni degi psicologi che attestavano lo stato psicologico ed emotivo della bambina. Maria andava rimpatriata, doveva tornare a tutti i costi nel Paese proprietario della sua violentata persona. Tutte le carte preparate a difesa della piccola erano forse scartoffie inutili o pericolose, da non aprire e non divulgare, altrimenti forse il buon nome del Paese prorpietario di Maria avrebbe subito un'onta internazionale, oppure dietro a questa storia ci sono dei punti oscuri che non conosciamo?
La vicenda si è conclusa con le Istituzioni italiane che sono rimaste immobili, hanno lasciato che si perpetrasse 'ennesima violenza, ai danni della bambina. Gli incaricati bielorussi non hanno nemmeno permesso a Maria di salutare per l'ultima volta i genitori affidatari, è stata caricata in un taxi, incuranti delle urla, dei pianti, delle lacrime che scendevano dal suo viso, incuranti di ogni umana emozione che può scendere dagli occhi di una bambina a cui ancora viene strappata e negata l'infanzia, tagliata e separata dalle affettività e dall'amore, che per forse per la prima volta in vita sua aveva ricevuto.
Tutto inutile, la Ragion di Stato deve avere il sopravvento, gli interessi economici tra i due Paesi non si possono fermare per le richieste di una mocciosa di dieci anni, si deve fare tabula rasa di tutto, passarci sopra come uno schiacciasassi che spiana la strada per l'arrivo di un autostrada in una foresta che dovrebbe rimanere incontaminata.
Ora con grande gioia delle associazioni che si occupano dei bambini provenienti dalla Bielorussia è tornato il sereno, è stata ristabilità la disumana legalità, ha vinto il diritto, l' interesse, ma Maria e l'Italia tutta hanno perso.
L'Italia ha perso la faccia, calando le braghe nel nome delle relazioni internazionali, permettendo che lo Stato proprietario di un loro"?oggetto" tenuto sotto tutela dalle autorità italiane venisse sottratto, in barba alle decisioni dei giudici che si erano riservati di decidere con calma le sorti della piccola. Davanti a tutto questo nessuna reazione, nessuna voce politica si è levata in difesa della bambina. I nostri politici sempre pronti ad essere sotto l?occhio attento e vigile della telecamera un microfono a pochi centimetri dalle labbra, e un bel "panino" in tutti i Tg nazionali sono rimasti in silenzio, nascosti con la testa sotto la sabbia, lasciando con il dovuto rispetto a fasi alterne dei giudici, ai legulei di diritto internazinale, che metaforicamente parlando non facevano altro che ribadire il diritto di proprietà bielorusso sul quel frugolo di carne che non avrebbe dovuto parlare o strillare troppo, che già in passato avevano bollato come fuori luogo sotto il profilo internazionale il comportamento umano dei "Genitori e dei nonni" affidatari.
Questa storia dovrebbe portarci a ridefinire i rapporti con la Bielorussia, applicando lo stesso principio enunciato e paventato dall?ambasciatore bielorusso in Italia: l'interruzione immediata dell'accoglienza dei bambini di quello Stato, dimostrando la medesima "umanità" riservata dalla Bielorussia a Maria, e chiedendo altresì 'eguale sforzo economico e mediatico,ogni volta che un cittadino Bielorusso delinque in Italia, augurandosi che dopo il decreto d'espulsione il governo di quel Paese invii gli aerei speciali per recuperare i suoi probi cittadini, usando la stessa volontà di rimpatrio forzato che hanno usato nei confronti di Maria.
Davanti a questo scempio etico, civile e sociale rimane l'amarezza, il dolore, il senso d'impotenza e viltà per quanto è stato permesso che uno Stato straniero compia nei confronti di una bambina di dieci anni, permettendo che la piccola, che era in custodia dallo Stato Italiano, venisse sottratta, rapita, ripresa o restituita (ognuno scelga l'aggettivo che più gli aggrada) dallo Stato proprietario, chiudendo gli occhi, le orecchie e la bocca, in nome di un disumano diritto internazionale, che ha compiuto un nuovo stupro psicologico nei confronti di una piccola di dieci anni, già abbondantemente segnata nel corpo de nella psiche da ogni genere di violenze.
Grazie Italia, grazie Bielorussia, i bambini con 'infanzia violata vi sono vicini di cuore.
Marco Bazzato
30.09.2006